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Marco Ardesi

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mah... io penso che ci sia anche un problema di gestione garanzia... che i cinesi alla fine gestiscono un po' come vogliono ma un'azienda italiana non so come farebbe a gestire tanti privati che iniziano a stampare e non  riescono e danno la colpa alla stampante... lo abbiamo visto tanti volte su questo forum gente arrivata con domande assurde e poi scomparsi... quasi sempre gli si è data una mano ma non raramente ci sono stati  riscontri non positivi... pensate ad una azienda che avrebbe il dovere di gestire la garanzia (2 anni)... 

secondo me solo per questo è un'idea fallimentare...

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Il 9/4/2021 at 00:43, Marco Ardesi ha scritto:

Ciao @Mino, concordo con te sull'uso della stampante 3D professionale per aziende. Sul fatto che vogliono "chiavi in mano" e che la stampante produca... o meglio vorrebbero.

Lavorando con le scuole però mi sono accordo di questa lacuna... Nella scuola dove insegno io per esempio hanno motori che smontano e montano... Sono meccanici. Per l'uso delle stampanti 3D invece hanno solo il pre-assemblato. Esiste solo Prusa che ha fra l'altro un prezzo alto che favorirebbe anche un ricarico discreto per chi le fa. Tralasciando la questione economicità e costi:

non dico che le stampanti dovrebbero essere in tutte in kit... dico che nn ce ne sono più sul mercato neanche per coloro che vorrebbero imparare a montarla. Non ci sono proprio progetti Italiani per questa applicazione in particolare.

Questo è un grosso peccato... Questo dimostra la povertà culturale ed etica che è rimasta nell'aria dagli anni scorsi. Povertà che è rimasta anche all'interno delle scuole e che aleggia anche negli imprenditori che sono convinti che investire in cose che non ti fanno guadagnare non abbia senso... Tipo la cultura.

Inoltre ho conosciuto imprese che hanno speso molti soldi in stampanti 3D per avere meno problemi... Oggi non si sono pagati i macchinari, sono obsoleti e non hanno neanche capito come metterci le mani. L'atteggiamento chiavi in mano oggi prevede un alto rischio vista la quantità enorme di stampanti 3D sul mercato.

 

Io non ho apprezzato per niente la scelta di non produrre più stampanti 3D in kit come la Evo di Nicola P. Come non ho apprezzato anche che alcuni collaboratori non abbiano voluto portare avanti un progetto in kit per favorire l'apprendimento per questioni economiche.

 

Sono proprio due obiettivi diversi secondo me... Io ho un'obiettivo formativo e chi fa stampanti ha un'obiettivo di guadagnare giustamente. Vendendo una stampante 3D assemblata devi fare in modo che la stampante funzioni... Vendendo un kit devi fare in modo che il consumatore sia formato e competente.

 

 

 

Se hai un obiettivo formativo lo strumento esiste da sempre e si chiama RepRap.org. I progetti sono chiari, dettagliati e altamente educativi. Puoi decidere di iniziare con una Mendel che, a parte l'elettronica, necessita solo di parti stampate, tiranti, viti e bulloni; tutte cose facilmente reperibili in ferramenta, mentre le parti stampate le stampi tu, magari coinvolgendo gli studenti, che inizierebbero a vedere come funziona questa tecnologia e dimostrando loro il suo lato più affascinante: l'autoreplicazione.  Oppure potresti puntare immediatamente sulla Prusa i3, i cui progetti sono tutti open source e  che di "complicato da reperire" ha solo il frame che, di fatto, puoi far realizzare in plexiglass, legno, alluminio. La Prusa ha il vantaggio di essere molto più semplice da assemblare, oltre che conforme a buona parte delle stampanti hobbistiche in commercio.

Assemblare una stampante in kit equivale a montare un mobile IKEA; costruire una stampante da zero è tutt'altra cosa.  

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Il 9/4/2021 at 00:59, Marco Ardesi ha scritto:

IL TEMPO PASSA ed riferimenti nel mercato si fanno sempre più PRESENTI.

Una cosa interessante secondo me che dovrebbero fare le imprese Italiane è creare una stampante 3D entry-level e distribuire il progetto gratuitamente. Sono convinto che le risorse ci siano ed anche le macchine per creare le componenti.

Anche le competenze ci sono vedendo lo stato attuale delle imprese Italiane e le community attive come questa.

Questo provocherebbe molta visibilità.

In alcuni stati la visibilità è la base del marketing!

 

La Raise per esempio ha applicato lo stesso meccanismo con lo slicer.

Raise non ha fatto nulla di singolare nel campo della stampa 3D in quanto, a parte Simplify3D, tutti gli slicer più diffusi sono scaricabili gratuitamente, compresi quelli di Ultimaker e Makerbot...

Per quanto riguarda i progetti open source, ripeto, il web ne è pieno. Prusa, Ender e Creality, giusto per citare le più diffuse, forniscono liberamente i loro progetti per chi, come me, ama fare da solo e senza kit. Tra l'altro si tratta di stampanti la cui tecnologia non è certo un segreto, in quanto derivano tutte dalle prime cartesiane, delta e coreXY proposte su RepRap.

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1 ora fa, Mino ha scritto:

Raise non ha fatto nulla di singolare nel campo della stampa 3D in quanto, a parte Simplify3D, tutti gli slicer più diffusi sono scaricabili gratuitamente, compresi quelli di Ultimaker e Makerbot...

Per quanto riguarda i progetti open source, ripeto, il web ne è pieno. Prusa, Ender e Creality, giusto per citare le più diffuse, forniscono liberamente i loro progetti per chi, come me, ama fare da solo e senza kit. Tra l'altro si tratta di stampanti la cui tecnologia non è certo un segreto, in quanto derivano tutte dalle prime cartesiane, delta e coreXY proposte su RepRap.

Puoi linkarmi questi kit per favore disponibili online? Così per i prossimi acquisti per la didattica ci faccio un pensiero. Non dico i progetti però ma i kit printi per essere montati. Come ben sapranno anche altri docenti, non è possibile lasciare libera una classe da 20 studenti nell'auto-produzione dei componenti... neanche nell'acquisto...

Grazie.

La Raise è un esempio come anche gli altri citati da te, che hanno fatto un progetto e distribuito gratuitamente per incentivare la diffusione del logo Raise.

2 ore fa, Mino ha scritto:

Se hai un obiettivo formativo lo strumento esiste da sempre e si chiama RepRap.org. I progetti sono chiari, dettagliati e altamente educativi. Puoi decidere di iniziare con una Mendel che, a parte l'elettronica, necessita solo di parti stampate, tiranti, viti e bulloni; tutte cose facilmente reperibili in ferramenta, mentre le parti stampate le stampi tu, magari coinvolgendo gli studenti, che inizierebbero a vedere come funziona questa tecnologia e dimostrando loro il suo lato più affascinante: l'autoreplicazione.  Oppure potresti puntare immediatamente sulla Prusa i3, i cui progetti sono tutti open source e  che di "complicato da reperire" ha solo il frame che, di fatto, puoi far realizzare in plexiglass, legno, alluminio. La Prusa ha il vantaggio di essere molto più semplice da assemblare, oltre che conforme a buona parte delle stampanti hobbistiche in commercio.

Assemblare una stampante in kit equivale a montare un mobile IKEA; costruire una stampante da zero è tutt'altra cosa.  

Inizialmente, viste le difficoltà di insegnare ad un gruppo classe molto vasto, sarebbe meglio un kit come hai detto te. Mi spiace solo che ci sia solo prusa disponibile...

14 ore fa, marcottt ha scritto:

mah... io penso che ci sia anche un problema di gestione garanzia... che i cinesi alla fine gestiscono un po' come vogliono ma un'azienda italiana non so come farebbe a gestire tanti privati che iniziano a stampare e non  riescono e danno la colpa alla stampante... lo abbiamo visto tanti volte su questo forum gente arrivata con domande assurde e poi scomparsi... quasi sempre gli si è data una mano ma non raramente ci sono stati  riscontri non positivi... pensate ad una azienda che avrebbe il dovere di gestire la garanzia (2 anni)... 

secondo me solo per questo è un'idea fallimentare...

concordo... motivo per cui credo che il kit debba essere diffuso alle scuole, studenti e docenti per imparare ad usare le stampanti. Una azienda non ha vantaggio nel distribuire il kit, come dici te si trascina dietro molte rogne costose in termini di tempo ed assistenza.

Il vantaggio è sono in termini di marketing. O il vantaggio potrebbe essere benissimo strutturare un prodotto/servizio personalizzato per le scuole con assistenza e formazione pagata.

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3 ore fa, Marco Ardesi ha scritto:

motivo per cui credo che il kit debba essere diffuso alle scuole, studenti e docenti per imparare ad usare le stampanti. Una azienda non ha vantaggio nel distribuire il kit, come dici te si trascina dietro molte rogne costose in termini di tempo ed assistenza.

Il vantaggio è sono in termini di marketing. O il vantaggio potrebbe essere benissimo strutturare un prodotto/servizio personalizzato per le scuole con assistenza e formazione pagata

Collaborando con scuole e Istituti di diverso tipo, questa visione mi sembra utile (a livello di didattica). Chiaro, per l'azienda produttrice/venditrice deve essere sostenibile a livello economico. Però mentre scrivo, penso già che potrebbe essere un modello di business: vendo il kit, sul kit immagino non possa essere pretesa chissà quale assistenza, e vendo successivamente servizi, upgrade o componenti che possono "aumentare" l'esperienza.

Facciamo un kit "Stampa 3D forum"? 🤠

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2 ore fa, Alessandro Tassinari ha scritto:

Collaborando con scuole e Istituti di diverso tipo, questa visione mi sembra utile (a livello di didattica). Chiaro, per l'azienda produttrice/venditrice deve essere sostenibile a livello economico. Però mentre scrivo, penso già che potrebbe essere un modello di business: vendo il kit, sul kit immagino non possa essere pretesa chissà quale assistenza, e vendo successivamente servizi, upgrade o componenti che possono "aumentare" l'esperienza.

Facciamo un kit "Stampa 3D forum"? 🤠

Grande, 😁

penso anche io la stessa cosa... sono anni che cerco di convincere persone a collaborare nello sviluppo di una stampante in kit ma poi tutti vedono il kit come una perdita di tempo... 

Sarei onorato di collaborare e partecipare allo sviluppo di un kit. Qualsiasi sia il nome del progetto.

Ho conosciuto personalità grazie al mio canale youtube poco conosciute ma molto competenti che sarebbero liete di dare una mano secondo me!

Se anche secondo te Alessandro è una buona idea comincio a spargere la voce e tastare la disponibilità di alcuni personaggi.

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Creare un kit italiano con pezzi cinesi può essere un punto di partenza. Per quanto riguarda motori display cablaggi si può partire con un kit anet a8,per poi lavorare su marlin per ottimizzare la stampante.per quanto riguarda il frame si può pensare di stamparlo in parte in  3d e progettare una struttura diversa dal solito.

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1 ora fa, Christian CP3D ha scritto:

Creare un kit italiano con pezzi cinesi può essere un punto di partenza. Per quanto riguarda motori display cablaggi si può partire con un kit anet a8,per poi lavorare su marlin per ottimizzare la stampante.per quanto riguarda il frame si può pensare di stamparlo in parte in  3d e progettare una struttura diversa dal solito.

Ciao Cristian, grazie per esserti aggiunto alla discussione. Sicuramente alcune parti saranno i classici componenti standard come i nema 17, i cuscinetti o altro... Secondo me la cosa importante è condividere le idee e scegliere le migliori. Dino per esempio mi ha già suggerito che la scheda di controllo secondo lui dovrà essere Arduino, semplice ed efficace come le vecchie stampanti 3d.

Sono anni che nel tempo libero mi metto a lavorare su un progetto... poi ogni volta che le vacanze finiscono passa la poesia e la routine mi assorbe. Spero questa volta di essere spalleggiato dalla community mia e quella del forum 🙂.

Ecco una immagine per stimolare anche altre persone a collaborare.

PS: Come promesso anche ad altre persone io mi potrei fare carico dell'assemblaggio digitale delle varie componenti e la ricerca dei fornitori.

stampante-3d-kit-italia-costruita.JPG

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Ciao a tutti 🤗

Piacere di conoscervi, anche se con qualcuno di voi ho già avuto il piacere di confrontarmi. 

Innanzitutto credo che sia un'idea molto interessante, sicuramente dal punto di vista didattico sarebbe un'esperienza innovativa e positiva per gli studenti. 

Penso che sia fondamentale considerare il progetto per la finalità con cui è stato pensato, altrimenti non si comprenderà mai il beneficio di intraprendere un'impresa di questo tipo: quando si valuta un progetto privato  si fa sempre riferimento alla finalità di ritorno economico dell'investitore, mentre quando si guarda al progetto pubblico si mira al benessere dei cittadini. 

Dico questo, per sottolineare quanto la finalità didattica sia sicuramente più simile ad un "progetto pubblico" dove forse non si avranno guadagni alti e immediati, ma probabilmente si otterrebbero comunque grandi risultati soprattutto fornendo, come suggeriva Alessandro, servizi aggiuntivi. 

In sostanza, credo che sia una buona idea, bisogna renderla efficace e d'impatto, ma penso proprio che possa essere sostenibile 🤗

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