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Marco Ardesi

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1 ora fa, Marco Ardesi ha scritto:

Ciao Marco, le scuole sono in DAD ma i laboratori sono attivi per le scuole che se la sentono con ingressi controllati e quindi alternati. Io ho un corso di sistemi produttivi e gli faccio lavorare sulle stampanti 3D. Usiamo PLA possibilmente neutro e ho in mente anche di introdurre i filamenti Kanesis in quanto più sicuri.

Il target sono gli studenti dei CF o CFP con corsi elettronici, elettrici, grafici o settori a cui farebbe comodo potersi produrre un prototipo.

Nel progetto mi piacerebbe partecipassero anche le figure coinvolte come professori o coordinatori, proprio per andare a raccogliere le vere esigenze.

Io invece parlo per mia esperienza personale e faccio da portavoce anche di qualche collega.

ok , ci può stare ma alla fine concordi con me che è solo un piccolo spicchio delle scuole, ovvero solo studenti adolescenti di materie tecniche... gente che forse l'avrebbe (oppure la ha già) anche a casa (disponibilità economica e di spazi permettendo).

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53 minuti fa, marcottt ha scritto:

ok , ci può stare ma alla fine concordi con me che è solo un piccolo spicchio delle scuole, ovvero solo studenti adolescenti di materie tecniche... gente che forse l'avrebbe (oppure la ha già) anche a casa (disponibilità economica e di spazi permettendo).

I progetti per un'eventuale formazione teorica e pratica sulla stampa 3D esistono già da più di 10 anni e in questa discussione li ho nominati più volte invano. Spero siano stati ignorati per convenienza, in quanto trovo piuttosto grave che chi si occupa di stampa 3D non conosca il progetto RepRap.org, perché equivarrebbe ad essere di fede cristiana e ignorare il significato della croce.

Sulla base di una delle prime stampanti progettate dal team di RepRap, la Mendel, un giovane studente di Praga sviluppò una variante che ebbe un discreto successo, tanto che, questo giovane studente, successivamente realizzò un progetto tutto suo, sempre condiviso su RepRap e che, di fatto, segnò la storia della stampa 3D di largo consumo. Il giovane studente si chiama Joseph Prusa e la stampante è la Prusa i3. 

Ora, partendo dal presupposto che, in un laboratorio scolastico, uno straccio di stampante 3D ci  sia già, quanto sarebbe bello prendere in mano il progetto di quel genio di Prusa e realizzarlo passo passo? Che senso ha progettare una nuova stampante in kit? Ma, soprattutto, che senso ha chiamarlo "progetto", quando non sarebbe altro che l'ennesima copia dell'ennesima variante. 

Tutti gli strumenti esistono già e sarebbe inutile ed antieconomico prodigarsi per realizzarne di "italiani al 100%". L'elettronica c'è e non può essere che cinese; l'estruso in alluminio lo producono decine di aziende, anche di primaria importanza; viti, cuscinetti, tiranti e quant'altro idem.

L'unico valore aggiunto necessario è il docente e/o tecnico di laboratorio, con le competenze necessarie per far funzionare una stampante 3D qualsiasi, affinché possa produrre con gli studenti le parti necessarie a costruire uno qualsiasi delle decine di progetti Open Source disponibili.

Attraverso un percorso formativo di questo tipo, gli studenti verrebbero coinvolti nella produzione di componenti attraverso la stampa 3D, finalizzati alla realizzazione di un'altra stampante 3D, che se Asimov fosse ancora vivo direbbe: "Ve l'avevo detto io!"

Poi, per carità, questa è la mia opinione. Forse mi sbaglio, forse no. In ogni caso penso di avervi tediato fin troppo nel ribadirla, per cui mi congedo e vi saluto augurandovi, anche se non ci credo, un sincero in bocca al lupo.

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32 minuti fa, marcottt ha scritto:

ok , ci può stare ma alla fine concordi con me che è solo un piccolo spicchio delle scuole, ovvero solo studenti adolescenti di materie tecniche... gente che forse l'avrebbe (oppure la ha già) anche a casa (disponibilità economica e di spazi permettendo).

concordo con te su fatto che sia uno spicchio e che gli studenti possono comprarsi una ender.

Il vantaggio del progetto che nascerà o potrebbe nascere è, come sottolinea @Giorgia Malavasi, nella gestione del progetto e della formazione degli studenti. Nasce tutto secondo me dalle competenze e buona volontà delle persone all'interno di questa discussione.

 

57 minuti fa, Mino ha scritto:

L'unico valore aggiunto necessario è il docente e/o tecnico di laboratorio, con le competenze necessarie per far funzionare una stampante 3D qualsiasi, affinché possa produrre con gli studenti le parti necessarie a costruire uno qualsiasi delle decine di progetti Open Source disponibili.

Attraverso un percorso formativo di questo tipo, gli studenti verrebbero coinvolti nella produzione di componenti attraverso la stampa 3D, finalizzati alla realizzazione di un'altra stampante 3D, che se Asimov fosse ancora vivo direbbe: "Ve l'avevo detto io!"

hai centrato il punto. Sarebbe un grosso traguardo questo.

Grazie mille per la partecipazione.

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54 minuti fa, Mino ha scritto:

I progetti per un'eventuale formazione teorica e pratica sulla stampa 3D esistono già da più di 10 anni e in questa discussione li ho nominati più volte invano. Spero siano stati ignorati per convenienza, in quanto trovo piuttosto grave che chi si occupa di stampa 3D non conosca il progetto RepRap.org, perché equivarrebbe ad essere di fede cristiana e ignorare il significato della croce.

Sulla base di una delle prime stampanti progettate dal team di RepRap, la Mendel, un giovane studente di Praga sviluppò una variante che ebbe un discreto successo, tanto che, questo giovane studente, successivamente realizzò un progetto tutto suo, sempre condiviso su RepRap e che, di fatto, segnò la storia della stampa 3D di largo consumo. Il giovane studente si chiama Joseph Prusa e la stampante è la Prusa i3. 

Ora, partendo dal presupposto che, in un laboratorio scolastico, uno straccio di stampante 3D ci  sia già, quanto sarebbe bello prendere in mano il progetto di quel genio di Prusa e realizzarlo passo passo? Che senso ha progettare una nuova stampante in kit? Ma, soprattutto, che senso ha chiamarlo "progetto", quando non sarebbe altro che l'ennesima copia dell'ennesima variante. 

Tutti gli strumenti esistono già e sarebbe inutile ed antieconomico prodigarsi per realizzarne di "italiani al 100%". L'elettronica c'è e non può essere che cinese; l'estruso in alluminio lo producono decine di aziende, anche di primaria importanza; viti, cuscinetti, tiranti e quant'altro idem.

L'unico valore aggiunto necessario è il docente e/o tecnico di laboratorio, con le competenze necessarie per far funzionare una stampante 3D qualsiasi, affinché possa produrre con gli studenti le parti necessarie a costruire uno qualsiasi delle decine di progetti Open Source disponibili.

Attraverso un percorso formativo di questo tipo, gli studenti verrebbero coinvolti nella produzione di componenti attraverso la stampa 3D, finalizzati alla realizzazione di un'altra stampante 3D, che se Asimov fosse ancora vivo direbbe: "Ve l'avevo detto io!"

Poi, per carità, questa è la mia opinione. Forse mi sbaglio, forse no. In ogni caso penso di avervi tediato fin troppo nel ribadirla, per cui mi congedo e vi saluto augurandovi, anche se non ci credo, un sincero in bocca al lupo.

Credo che ci sia tanto di giusto in quello che dici, per questo secondo me potrebbe essere una buona idea quella di proporre strumenti di qualità più elevata per dare alle nuove generazioni nostrane degli standard minimi più alti, infatti chi già a scuola usa stampanti con prestazioni più elevate e dotate magari di guide lineari, enclosure con filtri hepa, elettronica originale con grosse community italiane dietro et similia, sentirà la necessità di stumenti con standard minimi sicuramente più elevati di molte attuali produzioni internazionali. Lo scopo della scuola non è solo insegnare la nozione, ma dare delle aspirazioni e metterle a portata di mano e in questo l'educazione italiana è sempre stata una eccellenza. 

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Un'altra cosa da gestire è il docente che deve sapere quello che fa e deve saperlo insegnare, potrebbe essere una idea quella di inserire insieme allo strumento in sé (la stampante), un percorso didattico che preveda oltre alla stampa di alcuni pezzi che possano servire al completamento della stampante (portabobine piedini maniglie ad esempio) anche la stampa di una serie di upgrade della utili al raggiungimento di alcuni obbiettivi, come la trasformazione da bowden a  direct drive per la stampa di materiali molto elastici ad esempio o per assurdo la possibilità di arrivare a montare un doppio estrusore per le fasi più avanzate della didattica per la stampa idex. 

 

Questo percorso darebbe al docente una strada gia battuta che gli permetterebbe in tal modo di non doversi inventare e costruire un programma su argomenti che magari non è abituato a masticare di frequente 

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10 minuti fa, 3DprinZe ha scritto:

Un'altra cosa da gestire è il docente che deve sapere quello che fa e deve saperlo insegnare, potrebbe essere una idea quella di inserire insieme allo strumento in sé (la stampante), un percorso didattico che preveda oltre alla stampa di alcuni pezzi che possano servire al completamento della stampante (portabobine piedini maniglie ad esempio) anche la stampa di una serie di upgrade della utili al raggiungimento di alcuni obbiettivi, come la trasformazione da bowden a  direct drive per la stampa di materiali molto elastici ad esempio o per assurdo la possibilità di arrivare a montare un doppio estrusore per le fasi più avanzate della didattica per la stampa idex. 

 

Questo percorso darebbe al docente una strada gia battuta che gli permetterebbe in tal modo di non doversi inventare e costruire un programma su argomenti che magari non è abituato a masticare di frequente 

tutto ciò è auspicabile.... ma non voi... io specie all'inizio, ho perso molte molte molte ore dietro alla stampante, in attese e tentativi spesso frustranti...   continuo a credere che non puoi obbligare qualcuno ad un'hobby... e se invece lo vedi come didattica professionale allora ti servono probabilmente stampanti professionali... che costano... senza contare i materiali di consumo.

ben inteso... sarebbe fantastico una cosa del genere... ma la vedo di difficoltosa attuazione... 

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1 ora fa, 3DprinZe ha scritto:

Credo che ci sia tanto di giusto in quello che dici, per questo secondo me potrebbe essere una buona idea quella di proporre strumenti di qualità più elevata per dare alle nuove generazioni nostrane degli standard minimi più alti, infatti chi già a scuola usa stampanti con prestazioni più elevate e dotate magari di guide lineari, enclosure con filtri hepa, elettronica originale con grosse community italiane dietro et similia, sentirà la necessità di stumenti con standard minimi sicuramente più elevati di molte attuali produzioni internazionali. Lo scopo della scuola non è solo insegnare la nozione, ma dare delle aspirazioni e metterle a portata di mano e in questo l'educazione italiana è sempre stata una eccellenza. 

Le stampanti che hai descritto è già tanto se ti fanno capire che il materiale di base che utilizzi è una bobina di filo. Sono sistemi chiusi non solo per proteggerti ma, soprattutto, per impedirti di capire come funzionano.

La scuola deve darti le conoscenze di base, non deve illustrarti le soluzioni più performanti; a quello ci pensano pubblicità, rappresentanti e fiere di settore.

Costruire una Mendel significa entrare in contatto, oserei dire, intimo con ogni aspetto della stampa 3D. Per fare un paragone: un conto è imparare a pedalare, altro è costruire la bicicletta :))

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27 minuti fa, marcottt ha scritto:

tutto ciò è auspicabile.... ma non voi... io specie all'inizio, ho perso molte molte molte ore dietro alla stampante, in attese e tentativi spesso frustranti...   continuo a credere che non puoi obbligare qualcuno ad un'hobby... e se invece lo vedi come didattica professionale allora ti servono probabilmente stampanti professionali... che costano... senza contare i materiali di consumo.

ben inteso... sarebbe fantastico una cosa del genere... ma la vedo di difficoltosa attuazione... 

secondo me ci sta che la pensi così... il mondo è vario e gli obiettivi si portano a casa solo se si è fermamente convinti e determinati. Il motivo dell'avvio di questa discussione è stimolare la community a lavorare verso un progetto educativo senza scopo di lucro. Da quanto visto fino ad oggi però difficilmente persone si mettono in gioco per realizzare un progetto senza ritorni diretti... Piuttosto si danno da fare per costruirsi una stampante e tenersela o venderla.

Tu Marco hai esperienza nell'insegnamento in scuole superiori?

6 minuti fa, Mino ha scritto:

Costruire una Mendel significa entrare in contatto, oserei dire, intimo con ogni aspetto della stampa 3D. Per fare un paragone: un conto è imparare a pedalare, altro è costruire la bicicletta :))

Secondo me la Mendel è il progetto più semplice ed istruttivo, alla portata di tutti perchè ci sono già dei progetti... se non ricordo male era anche una valida stampante se ben montata.

In base all'obiettivo che ho io, ti dico che forse (come mi avete già suggerito) la soluzione più corretta è quella di sviluppare un progetto esistente come quello che hai menzionato.

Ne esistono molti di progetti Mendel o ne esiste uno? Io non ho mai montato una Mendel perchè usavo solo EVO R2 

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ciao Marco.... ora faccio outing e ti confesso una cosa.... non solo non ho alcuna esperienza di insegnamento a scuola (solo in aziende per office automation) ma quando la scuola di mia figlia (2° elementare) propose di comprare una stampante 3d mi opposi perchè lo ritenevo assolutamente inutile... 
Certo che una scuola superiore in ambito tecnico sarebbe altra cosa per l'interesse... purtroppo abito in zona remota e la scuola tecnica superiore più vicina è a circa 40km e non ho alcun rapporto di questo genere.

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1 ora fa, Marco Ardesi ha scritto:

secondo me ci sta che la pensi così... il mondo è vario e gli obiettivi si portano a casa solo se si è fermamente convinti e determinati. Il motivo dell'avvio di questa discussione è stimolare la community a lavorare verso un progetto educativo senza scopo di lucro. Da quanto visto fino ad oggi però difficilmente persone si mettono in gioco per realizzare un progetto senza ritorni diretti... Piuttosto si danno da fare per costruirsi una stampante e tenersela o venderla.

Tu Marco hai esperienza nell'insegnamento in scuole superiori?

Secondo me la Mendel è il progetto più semplice ed istruttivo, alla portata di tutti perchè ci sono già dei progetti... se non ricordo male era anche una valida stampante se ben montata.

In base all'obiettivo che ho io, ti dico che forse (come mi avete già suggerito) la soluzione più corretta è quella di sviluppare un progetto esistente come quello che hai menzionato.

Ne esistono molti di progetti Mendel o ne esiste uno? Io non ho mai montato una Mendel perchè usavo solo EVO R2 

Esistono la Mendel originaria e la variante Prusa Mendel; la seconda è ancora un buon progetto, in quanto garantisce risultati davvero sorprendenti e non richiede né estrusi né frame tagliati a laser. È indubbiamente un’ottima “nave scuola” ma non la migliore. A fronte di reperire un frame, se non in alluminio almeno in acrilico, la Prusa i3 è a mio parere il top, sia per la maggiore semplicità nell’assemblaggio, sia per le sue caratteristiche progettuali, molto più vicine alle più recenti Prusa, Ender e Compagnia bella realizzate con profilati estrusi.

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