E' gia' molto piu' di quanto fanno i motori che monto ora, che tengo sopra specifiche con dei mega dissipatori e scaldano "quanto basta". Insomma finira' che vado a spendere altri soldi su una altro asse della Ender quando so' benissimo che il problema resta Y 😛
Dipende da quanti gusci vuoi rompere per fare una frittata.
Nella guida di Ellis c'e' una macro per trovare l'accelerazione.
Io in genere faccio la torre di input shaping e do' su' ai valori, accelerazione e velocita', fino a quando non vado in layer shifting, poi uso un ~20% in meno come massimo e a seconda delle stampa scendo anche sotto.
Pero' dipende anche dalla meccanica e dalla stampe, quanto vuoi che la macchina sia stabile e ogni quanto tempo sei disposto a tirare e cambiare le cinghie...
Cioe' ci sono macchine che ce le hanno vendute per 500 di accel ma che oggi possono fare anche 7000, pero' poi salta per aria qual cos'altro prima o poi 😉
Per dire: le nuove corexy fanno sui 100K, le nuove delta anche di piu'...
Per altro, quando cominci a salire di accelerazione di qualche ordine cambia tutto: la ritrazione, pressure advance. Poi dipende anche da come ci arrivi a quella accelerazione, quello che Marlin chiamava Jerk, cioe' dalle masse in movimento e dalle dimensioni della stampa: a fare vasi ad es. il mio limite e' sempre il flow e il raffreddamento, se fai stampe piccole sara' il peso delle masse in movimento per avere molto jerk.
Poi alla fine della fiera: questa accelerazione a cosa servono? A stampare piu' velocemente? Allora magari ti conviene avere un nozzle piu' grande, fare layer height piu' alta e meno perimetri: diventa una questione di flow allora, che poi vuol dire cooling, montare altre ventole...