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Le migliori guide alla stampa 3D, curate dalla redazione di Stampa 3D forum. Guide all'acquisto, guide all'uso, consigli pratici e molto altro.
Roberto Coppa
Dai danesi di RepRap.me arriva una soluzione geniale per portare finalmente in modo semplice e relativamente economico la stampa 3D a colori su macchine a tecnologia FDM. Diamond hotend è un estrusore capace di gestire ben 3 diversi filamenti.

La stampa 3D FDM a colori non è sicuramente una novità, lo sappiamo. Abbiamo già visto stampanti dotate di più estusori, ma abbiamo anche parlato però di tutti i problemi che ne conseguono: dalle sbavature al problema, non da poco, della riduzione del volume di stampa. In questo articolo poi, abbiamo visto la nuova tecnologia portata da Mosaic, un dispositivo sicuramente valido, che ha però un costo non irrilevante.

Ed è qua che entra in gioco Diamond hotend. L’estrusore raccoglie 3 filamenti, da 1.75 mm ciascuno, che vengono convogliati e stampati attraverso un solo ugello dal diametro standard di 0.4 millimetri.




I 3 hotend sono montati su di un supporto su cui è posizionata anche la ventola, inoltre solo protetti ulteriormente da un piccolo strato di materiale isolante. Inizialmente è necessario inserire i filamenti ed eseguire una calibrazione dei 3 hotend, dopodiché, siamo subito pronti a stampare, con tutti i vantaggi nell’avere 3 estrusori nello spazio di uno soltanto. La tecnologia dell’estrusore permette anche di fondere più filamenti contemporaneamente e quindi di mescolare i vari colori ottenendone degli altri, oppure di stampare 3 materiali differenti, poiché le temperature vengono gestite indipendentemente.


Come tante altre tecnologie di stampa, Diamond hotend è stato finanziato con il crowdfounding su kickstarter; in soli 2 giorni il progetto ha aggiunto la quota prestabilita, il che ha spinto i progettisti ad ampliare la dotazione della tecnologia aggiungendo nuovi obiettivi al raggiungimento di soglie di finanziamento più alte. All’appello si aggiungeranno un Diamond che supporta filamenti da 3 millimetri e uno con una diversa dimensione dell’ugello. Per ora, nella pagina del progetto, è possibile scegliere tra il solo ugello, l’intero estrusore, e per chi non ha voglia di modificare la propria stampante o semplicemente per chi non ne ha ancora una, sono disponibili una Reprap prusa i3 o una bq Witbox in kit, entrambe con l’estrusore Diamond già assemblato. Le spedizioni sono previste per Maggio-Giugno 2015.


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Gabriele Carrara
Uno dei problemi che si hanno con l’utilizzo delle stampanti 3D è la possibilità di stampare miniature o piccoli oggetti. Un punto a nostro sfavore è quindi la larghezza del filamento, questa ci vincola nella creazione di oggetti piccoli e magari dettagliati. Il mondo professionale ci viene in aiuto, suggerendoci l’uso di stampi. Le presse ad iniezione, macchinari atti allo stampaggio di articoli come: forchette, cover, sedie ecc. utilizzano degli stampi, dove il materiale viene iniettato e prende la forma definita. Bruce Kinsey, ha creato una guida su come poter replicare questo procedimento anche con le nostre stampanti 3D.

Per poter avere uno stampo ci sono 2 metodi: duplicare un oggetto già esistente o lavorare un cubo di metallo ad una fresa. Ovviamente Bruce ha utilizzato il primo metodo.

Partendo, in questo caso, da un pezzo di un cannone giocattolo, lo si riveste prima da una metà e poi dall’altra di silicone ad alte temperature. Per garantire un corretto percorso del materiale plastico nello stampo, dovremo creare un canale di colata, cioè un percorso che garantisca alla plastica di raggiungere correttamente senza raffreddarsi o bloccarsi tutte le parti del nostro stampo.

Dopo aver creato lo stampo lo si posiziona sotto l’estrusore, premendolo sull'ugello. In circa 30 secondi il materiale riempie tutta la cavità, garantendo un oggetto con ottime finiture. Prima di aprire lo stampo dobbiamo immergerlo nell'acqua per far sì che il polimero si solidifichi e si raffreddi, in caso contrario rischiamo di distruggere la nostra creazione.

Bruce si ritiene soddisfatto, il processo è stato un successo grazie alle piccole dimensioni dell’oggetto, questo perché ha garantito che il materiale polimerico non si raffreddasse all’istante bloccando la riuscita della stampata.

Ovviamente in ambito produttivo si hanno altissime pressioni che spingono il materiale all’interno della camera, questo per far sì che il prodotto finito risulti uniforme e duraturo.


MbSt
L’abbiamo notata per la prima volta al 3D Print Hub 2015 di Milano ed abbiamo avuto modo di osservarla meglio ed in azione al MECSPE di Parma, stiamo parlando della Roboze One, stampante 3D professionale, dell’azienda barese Roboze, spin-off di Mekatronika.


Precisione Meccanica

Ciò che maggiormente caratterizza e diversifica la Roboze One dalle altre stampanti è un brevetto relativo alla movimentazione meccanica, nello specifico, i movimenti lungo gli assi X ed Y sono governati da una doppia coppia di cremagliere elicoidali in acciaio temperato con pignone a contatto diretto. Secondo quanto affermato dall’azienda barese, da ciò consegue un’estrema precisione di posizionamento, che sfiora i 50 micron, lungo X ed Y. Sostanzialmente in questo modo si evita l’uso delle cinghie e di altri sistemi di movimentazione indiretta, minimizzando la variazione di trasmissione della forza dal momento in cui è applicata, tramite i motori passo passo, al momento in cui è riscontrata, sui carrelli X ed Y. La fluidità dei movimenti è garantita, anche ad elevate velocità, da manicotti a sfere e guide in acciaio inox H7. Per quel che concerne l’asse Z, invece di adoperare una normale vite ad evolvente, ci si è affidati ad una vite a ricircolo di sfere elicoidale con precisione C7. Le sferette di acciaio hanno il compito di trasformare l’attrito radente in attrito volvente per cui, questo componente risulta essere più preciso ed efficiente, manifestando anche un’elevata rigidità assiale e resistenza all’usura.

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Ulteriori Caratteristiche

La macchina è costituita da una struttura scatolare metallica alla quale è abbinato uno sportellino in vetro, le dimensioni esterne sono 550x450x500 mm e presenta un volume di stampa di 280x220x220 mm. Il piano di stampa in lega di alluminio è riscaldato fino a 120 °C ed estraibile. Interessante la scelta di inserire la bobina del filamento all’interno della struttura della stampante, in questo modo il materiale è tutelato da eventuali agenti esterni e condizioni ambientali che potrebbero variarne le proprietà. La stampante è dotata di un display LCD con lettore di SD Card. Per quel che concerne la risoluzione di stampa, l’azienda ha dichiarato che è possibile ottenere oggetti con una qualità superficiale di 50 micron. La velocità di stampa raccomandata è di circa 60-90 mm/s mentre la velocità massima si attesta attorno ai 250 mm/s. I materiali utilizzabili sono diversi, tra cui principalmente i classici PLA ed ABS e PMMA e NYLON. L’estrusore è unico, con un ugello da 0,4 mm.

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Il prezzo, sullo store ufficiale , è di 3.270,5 euro + IVA, di sicuro non si tratta di una stampante alla portata di tutti ma di un prodotto dedicato nello specifico ad aziende o professionisti del settore. Cosa ne pensate? Fatecelo sapere scrivendo sul forum.

stampa3D
Stampare metallo non sarà più proibitivo come lo è stato fino ad oggi. Markforged  è una società americana che si pone come obiettivo quello di ridurre i costi della stampa 3D a metallo, rendendola accessibile a tutti abbattendone i costi. Diventata famosa per la sua prima macchina, Mark One, capace di lavorare materiali compositi a base di nylon e fibra di carbonio a fibra continua, al CES di Las Vegas presenta il modello Metal X.
 
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La novità di Metal X sta nella tecnologia utilizzata e nei materiali disponibili: parliamo di acciaio 303, alluminio 6061, acciaio 7-4, acciaio D-2, acciaio A-2, Inconel 625, Titanio, Ergal, da lavorare su uno volume di stampa di 220 x 250 x Z 200 mm.

Markforged Metal X - La tecnologia
Metal X si basa sull'Atomic Diffusion Additive Manufacturing, una tecnologia che prevede la deposizione di un polimero utilizzato come materiale di supporto, contenente polveri metalliche. Il modello, una volta realizzato, sarà quindi composto da una base plastica che verrà disciolta all'interno di un forno ad alte temperature. In questo modo, resterà a vivo solamente il pezzo composto dalle polveri metalliche che, all'interno del forno, si uniscono tra loro, sinterizzando. Il risultato dovrebbe essere vicino ai pezzi realizzati con le tecnologie di stampa 3D a metallo più conosciute.
 
Il costo di Metal X dovrebbe aggirarsi sui 100.000 $, una cifra nettamente più bassa rispetto la concorrenza nel settore dei metalli.

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stampa3D
Ormai lo abbiamo capito tutti: se non si pone abbastanza attenzione al piano di stampa, probabilmente ci scontreremo con una stampa fallita. Il piano di stampa, infatti, è una delle componenti più importanti ai fini di una stampa 3D di successo. Eppure, resta uno di quegli elementi poco considerati. Piano non perfettamente livellato, superficie sporca, materiale di adesione, adesione del pezzo, sono solo alcune delle caratteristiche di cui bisogna tenere conto per evitare di avere problemi nella rimozione del pezzo dal piano o pezzi deformati.


Fleks3D - un piano di stampa 3D flessibile

 
Partendo da un'idea introdotta da Viktor Jondal e Peter Ragonetti, Fleks3D è stato lanciato sfruttando un potenziale che solo una campagna crowdfunding su Kickstarter avrebbe potuto scatenare.http://www.stampa3d-forum.it/wp-content/uploads/2015/11/Fleks3D-piatto-flessibile-2.jpg

Fleks3D è un piano di stampa flessibile, composto da una plastica flessibile simile a un mix tra gomma e vetro. che permette di agevolare a rimozione dei pezzi senza però diminuire la qualità di adesione durante la stampa 3D. Per il corretto funzionamento non è necessario applicare altri meteriali come blue tape, scotch, lacca, ecc.

L'installazione è estremamente semplice e immediata: il piano di stampa è da sostituire con in nuovo arrivato. Sarà sufficiente posizionarlo correttamente per essere pronti a utilizzare Fleks3D per le stampe più complesse.http://www.stampa3d-forum.it/wp-content/uploads/2015/11/Fleks3D-piatto-flessibile-3.gif

Il piano FLeks3D viene venduto in diversi modelli, ognuno specifico per le più comuni stampanti 3D in commercio, tra cui Flashforge, Ultimaker, Prusa research, Makerbot e diverse altre. Il costo? Siamo tra i 20 e i 60 $ a pezzo. Un costo che ci può stare, trattandosi di un elemento utilizzabile più volte.http://www.stampa3d-forum.it/wp-content/uploads/2015/11/Fleks3D-piatto-flessibile-6.jpg
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Campagna Kickstarter: Fleks3D

E qui il sito web di Fleks3D.

 

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Kentstrapper Verve

Pubblicato da stampa3D, in Novità,

Alla Maker Faire Rome ci siamo imbattuti nella nuova stampante 3D di Kentstrapper, Verve.


Kentstrapper Verve - Carateristiche tecniche

Volume di stampa: 200 x 200 x 200

Tipo estrusore: 0,4 mm all metal - Titan di e3D

Piano riscaldato: 50 - 100°C

Display 2,8 pollici

COnsumo: 360 watt max

Velocità di stampa : 10 -300 mm/s

Prezzo: non definito

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Segue pubblicazione del comunicato stampa
Kentstrapper ha presentato oggi la stampante 3D Verve, questo prodotto è l’ultimo modello realizzato dall’azienda, in cui si fondono insieme tecnologia avanzata e semplicità di utilizzo. In questa stampante 3D sono stati introdotti sistemi per facilitare l’interazione uomo - macchina, tra i quali la calibrazione automatizzata, l’interfaccia Narwhal, il Filament Guardian, il Phoenix system e il caricamento del file di stampa direttamente da pennetta usb. Tutte queste caratteristiche rendono il nuovo prodotto in linea con le prestazioni e l’attenzione al design del brand Kentstrapper.

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CALIBRAZIONE AUTOMATICA - Giusto il tempo di iniziare La parte più complicata nell’utilizzo di una stampante 3D risiede nella procedura di calibrazione del piatto di stampa. Abbiamo cercato la soluzione a questo problema e abbiamo dotato la stampante 3D Verve di un sistema automatizzato di calibrazione.

Appena la accederai sarai in grado di stampare senza dover effettuare nessuna procedura di calibrazione NARWHAL Una vista dinamica Narwhal è un interfaccia dinamica dove icone colorate con raffigurazioni permettono all’utente di accedere ai comandi in modo semplice e veloce. Nessuna manopola, nessun click, il display touch screen da 2,8 pollici permetterà di gestire tutto con il semplice tocco delle dita. Con Narwhal potrai avviare le tue stampe direttamente da pennetta usb.

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FILAMENT GUARDIAN -  Finisce il filo ma non la stampa Se il filamento termina non dovrete più rinunciare al vostro oggetto. La stampante 3D VERVE è in grado di capire se il filamento è terminato e di salvare il processo di stampa per poi essere riavviato, una volta aver ricaricato il filamento.

PHOENIX SYSTEM - Interrompi. Arresta. Riprendi quando vuoi. L’interruzione di corrente non causerà mai più il fallimento della vostra stampa. La stampante 3D VERVE è in grado di capire se viene privata dell’alimentazione e di salvare il processo di stampa. Sul display della stampante apparirà un messaggio che notifica l’assenza di alimentazione e non appena l’alimentazione ritornerà la stampante 3D ripartirà da dove si era interrotta. Questo sistema permette anche di gestire il processo di stampa, può essere messo in pausa o arrestato per poi riprenderlo in un secondo momento.

stampa3D
Usare la tecnologia FDM per stampare materiali tecnici non è mai banale. Spesso si rischia di scontrarsi con problemi di hardware e componenti non idonee a soddisfare le richieste più spinte. Per questo motivo AON3D ha elaborato una stampante 3D in grado di stampare due materiali molto richiesti nel mondo professionale: ULTEM e PEEK.

AON-M, la macchina professionale per ULTEM e PEEK
AON-M è la stampante 3D idonea a soddisfare le richieste più elaborate. Il blocco estrusore raggiunge temperature elevate in modo da garantire l'estrusione di  PEEK e Ultem, arrivando ai 380-400°C richiesti da questo tipo di materiali. A differenza dei classici blocchi estrusori da pochi soldi, perdiamo completamente il tubo in PTFE, il quale non può resistere a queste temperature, e al suo posto troviamo solo componenti in metallo. Inoltre, AON-M è dotata di due ugelli, offrendo maggiori libertà nell'uso di più materiali nella stessa stampa.
 
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Con una temperatura massima raggiungibile dall'estrusore pari a 450 °C, un piano di stampa che raggiunge i 150 °C e la camera riscaldata fino a 70 °C, AON-M si attesta tra le stampanti 3D più performanti dell'anno. Il volume di stampa è di 454 x 454 x H 640 mm.

La grande novità di AON-M? Il raffreddamento ad acqua
Avete capito bene, ma nel dubbio torno a dirvelo: raffreddamento ad acqua. Gli estrusori sono quindi stati progettati fino al minimo dettaglio, con l'obiettivo di garantire una gestione maniacale dei dettagli con un consumo di 1200 W e un costo di mercato vicino a 15.000 €.
 
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stampa3D
Cavalcando l'onda della 5th Generation e della Z18, Makerbot lancia il nuovo Smart Extruder+. Migliorato rispetto al versione precedente, il blocco estrusore sarà compatibile con Makerbot Mini, 5th Generation, Z18. La promessa? Migliorare l'efficienza e l'affidabilità.

Makerbot Smart Extruder+

"I vantaggi del nuovo Smart Extruder fisseranno un nuovo standard nel mondo del 3D printing. ... Makerbot ha progettato il nuovo Smart Extruder+ per avere la miglior performance possibile ed estendere la vita stessa dell'estrusore."
Precisione, maggiori velocità nella calibrazione e nella retrazione, nuova posizione del tubo in PTFE, encoder che rileva la presenza del filo o il mancato scorrimento. Sembra che Makerbot sia sia data da fare.
 
Il costo si attesta intorno i 179 €, disponibile sul sito Makerbot14

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stampa3D
Pubblicazione comunicato stampa Milano, 1 Marzo 2017 - ACTLAB - Politecnico di Milano presenta in anteprima al Made Expo 2017 Trabeculae Pavilion, un’architettura sperimentale che coniuga stampa 3D e ricerca biomimetica. Dal 8 al 11 Marzo, all’interno dell’area BSmart!, nel padiglione 10 della Fiera di Milano-Rho verrà presentato un primo prototipo di costruzione leggera che dimostra le potenzialità rivoluzionarie delle innovazioni nel campo del design computazionale e della stampa 3D per il mondo delle costruzioni.
 
Questo progetto è la sintesi di una ricerca incentrata sull’uso di tecniche innovative di manifattura additiva nelle costruzioni e su come queste possano fornire nuove soluzioni ai problemi della nostra contemporaneità. La stampa 3D è utilizzata come metodo evoluto per affrontare il problema della scarsità di risorse.
 
“Gli ultimi decenni hanno visto una crescita esponenziale nella domanda di materie prime a causa della rapida industrializzazione di economie emergenti e dell’alto consumo di materiali. Questa ricerca guarda ai modelli biologici e alle opportunità offerte da nuove tecnologie di produzione additiva per trovare soluzioni sostenibili nell’uso dei materiali. Il nostro obiettivo è studiare un nuovo tipo di architettura non-standard: evoluta, efficiente e sostenibile”, affermano Roberto Naboni, architetto e ricercatore al Politecnico di Milano e Ingrid Paoletti, Professore Associato in Tecnologia delle Costruzioni al Politecnico di Milano.
 
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Il padiglione è un prototipo dimostrativo a grande scala completamente stampato in 3D con un biopolimero ad alte prestazioni sviluppato assieme al partner industriale Filoalfa, che ha permesso di elevare la stampa a deposizione fusa (FDM) ad applicazioni strutturali. La produzione dei componenti a geometria complessa è realizzata con una printing farm di stampanti Wasp, in grado di assicurare una produzione continuativa e di precisione, anche attraverso l’utilizzo di un estrusore sperimentale che permette di fabbricare strutture resistenti dimezzando i tempi di produzione. Una sinergia di progetto, materiali e tecnologie che hanno permesso di concepire un’innovativa tecnica di costruzione additiva, in cui l’organizzazione materiale di forme architettoniche complesse viene definita in modo adattivo.
 
“Abbiamo guardato alla Natura e a come questa costruisca forme leggere e resistenti al tempo stesso per minimizzare l’uso di risorse materiali. Studiando la struttura interna delle ossa, abbiamo creato degli algoritmi che ci permettono di ottenere strutture cellulari tridimensionali con la precisione dei decimi di millimetro per realizzare architetture complesse, sempre diverse e ad alta efficienza”.
 
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Al Made Expo verrà presentata la ricerca raccontando i vari aspetti interdisciplinari che la caratterizzano, spaziando dalla progettazione computazionale alla biomimetica, dalla manifattura innovativa dell'ingegnerizzazione dei materiali. Verrà esposto un prototipo di involucro leggero alla grande scala, accompagnato da un centro di produzione con stampanti 3D che produrrà in diretta i componenti che andranno a costituire il Trabeculae Pavilion, la cui costruzione verrà completata a fine fiera presso i laboratori del Politecnico di Milano.
 
ACTLAB - Dipartimento ABC, POLITECNICO DI MILANO
 
ACTLAB (Laboratorio di Architettura, Computazione e Tecnologia) è un’unità di ricerca fondata da Ingrid Paoletti e Roberto Naboni nel 2014 con l’obiettivo di esplorare l’ambito di intersezione dell’architettura con tecniche computazionali, tecnologie emergenti e la scienza dei materiali. ACTLAB fa parte del Dipartimento di Architettura, Ingegneria delle Costruzioni e Ambiente Costruito (ABC) del Politecnico di Milano.
 
CREDITI DI PROGETTO
 
Trabeculae Pavilion è un progetto promosso da ACTLAB, Dipartimento ABC - Politecnico di Milano
 
Coordinamento Scientifico: Roberto Naboni, Ingrid Paoletti
 
Sviluppo Scientifico: Roberto Naboni (Project Leader ), Anja Kunić (Computational Design), Luca Breseghello (Computational Design), Francesco Martelli (Analisi Strutturale). In collaborazione con ITKE - University of Stuttgart: Valentin Koslowski (Analisi Strutturale e Prove Materiali), Jan Knippers
 
Collaboratori:  Rahul Sehgal, Maia Zheliazkova, Francesco Pasi, Erik Zanetti, Bilyana Savova.

stampa3D
Pubblicazione comunicato stampa Milano, 16 febbraio 2017 - Stampare in 3D oggetti metallici e ceramici sarà presto possibile grazie al nuovo dispositivo brevettato dal Politecnico di Milano, senza fondere il materiale! Il prototipo costruito e brevettato dal Politecnico, chiamato Hephæstus, è una evoluzione delle tradizionali stampanti 3D di tipo FDM - Fused Deposition Modeling, molto economiche e molto popolari per la stampa di oggetti in plastica.
 
L’innovativa stampante è in grado di produrre oggetti metallici o in ceramica avanzata di piccole dimensioni con la stessa velocità di deposizione di una FDM convenzionale.
 
Il dispositivo brevettato è costituito da un sistema di iniezione e da un robot a macchina cinematica parallela a cinque gradi di libertà.
 
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L’estrusore viene mantenuto in posizione fissa, ad asse verticale, mentre è in movimento la tavola porta-pezzo, basata su una struttura ibrida caratterizzata da due meccanismi a cinematica parallela posti in serie. Il primo ha tre gradi di libertà traslazionali, mentre il secondo, denominato “polso sferico agile” è un manipolatore a due gradi di libertà rotazionali. I due manipolatori sono in grado di lavorare in modo coordinato o indipendente.
 
I materiali caricati (detti feedstock) sono polveri metalliche o ceramiche, in granuli o pellets, ad alta percentuale di metallo, miscelate con un legante polimerico (detto binder), la cui quantità deve essere ottimizzata perché il procedimento abbia successo.
 
Dopo la deposizione, il materiale viene decerato e sinterizzato con dei trattamenti termici, fino a raggiungere lo stato solido, compatto, omogeneo e privo di porosità residua, se non quella tipica di tutti i processi FDM.

stampa3D
Pubblicazione comunicato stampa Dal 23 al 25 marzo saranno presentate in anteprima all’edizione 2017 del Mecspe di Parma le innovazioni in casa WASP. Fiera di riferimento per l'industria manifatturiera, il Mecspe offre una panoramica completa su materiali, macchine e tecnologie innovative. WASP sceglie questa occasione per presentare cinque importanti novità.

La nuova linea di stampanti 3D Industrial 

DeltaWASP 4070 Industrial
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Rivisitazione del modello classico, è realizzata interamente in metallo, con camera riscaldata a ventilazione forzata, coibentata per l’isolamento termico e dei rumori. Ha un sistema di filtraggio fumi integrato e nuove meccaniche progettate per lavorare in camera calda. Permette la stampa di materiali tecnici stampabili solo in camera calda.

DeltaWASP 3MT Industrial
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E’ l’interpretazione industriale della DeltaWASP 3MT, con camera coibentata per l’isolamento termico e acustico, struttura completamente chiusa e in metallo che elimina ogni vibrazione in fase di stampa. Permette stampe di qualità superficiale comparabili a quelle delle piccole stampanti ma con area di stampa elevata al cubo. Può montare un estrusore a granuli per stampare oggetti in grandi dimensioni con ugelli fino a 3mm. Per il filamento può essere equipaggiata con estrusori da 0,4; 0,7; 1,2mm.

Nuova DeltaWASP 2040 Turbo2
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Versione rivista e implementata della classica DeltaWASP 2040 Turbo, per una stampante 3D ancora più precisa e affidabile. Monta una nuova scheda 32bit integrata di classe industriale. Si fornisce con un sistema di alimentazione che può supportare 2 estrusori ad alta potenza. La Turbo 2 presenta un nuovo sistema di scorrimento dei carrelli che ne incrementa la velocità e la precisione. La camera è stata meglio coibentata per poter raggiungere temperature adatte a stampare materiali tecnici ed è dotata di un sistema di raffreddamento dei motori e delle schede e di una cinematica per le alte temperature. Viene presentata con il doppio estrusore opzionale.

Non solo stampanti 3D, ma anche nuovi blocchi estrusori
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WASP Spitfire è un blocco estrusore pensato per l'alta precisione a velocità elevate. Può macinare fino a 30 metri l'ora di filamento.
 
Lo Zen Extruder è un blocco estrusore con sistema di pulizia e ugelli dotati di un sistema di movimento che favoriscono la buona riuscita di stampa a più materiali.http://www.stampa3d-forum.it/wp-content/uploads/2017/03/spitfire-3.jpghttp://www.stampa3d-forum.it/wp-content/uploads/2017/03/spitfire-2.jpg
 
 

stampa3D

Kentrapper si fa grande con Mavis

Pubblicato da stampa3D, in Novità,

Pubblicazione comunicato stampa Kentstrapper presenta oggi la stampante 3D Mavis, ultimo modello realizzato dalla casa produttrice fiorentina, in cui si fondono insieme tecnologia avanzata e semplicità di utilizzo.
 
Abbiamo scelto per la stampante 3D MAVIS un area di lavoro 400x400x700 mm al fine di permettere la realizzazione di prototipi di grandi dimensioni senza la necessità di scalarli o sezionarli Tutte queste caratteristiche rendono il nuovo prodotto in linea con le prestazioni e l’attenzione al design del brand Kentstrapper.
 
CALIBRAZIONE AUTOMATICA
 
Giusto il tempo di iniziare La parte più complicata nell’utilizzo di una stampante 3D risiede nella procedura di calibrazione del piatto di stampa. Abbiamo cercato la soluzione a questo problema e abbiamo dotato la stampante 3D Mavis di un sistema automatizzato di calibrazione. Appena la accederai sarai in grado di stampare senza dover effettuare nessuna procedura di calibrazione SMART GUI Una vista dinamica La nuova interfaccia è dinamica dove icone colorate con raffigurazioni permettono all’utente di accedere ai comandi in modo semplice e veloce. Nessuna manopola, nessun click, il display touch screen da 5 pollici permetterà di gestire tutto con il semplice tocco delle dita.  La stampante 3D MAVIS è in grado di capire se il filamento è terminato e di salvare il processo di stampa per poi essere riavviato, una volta aver ricaricato il filamento.
 
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PHOENIX SYSTEM
 
Interrompi. Arresta. Riprendi quando vuoi. L’interruzione di corrente non causerà mai più il fallimento della vostra stampa. La stampante 3D MAVIS è in grado di capire se viene privata dell’alimentazione e di salvare il processo di stampa. Sul display della stampante apparirà un messaggio che notifica l’assenza di alimentazione e non appena l’alimentazione ritornerà la stampante 3D ripartirà da dove si era interrotta. Questo sistema permette anche di gestire il processo di stampa, può essere messo in pausa o arrestato per poi riprenderlo in un secondo momento.
 
INGRESSO USB KEY
 
Un unica chiave d’acesso alla stampa. Ingresso Usb per il caricamento dei file di stampa. WI-FI Controllo remoto della stampante tramite Wi-fi. Possibilità di controllare la stampante tramite il Wi-fi.

stampa3D
E' stata annunciata da pochissimi giorni la M1 modello di punta che verrà commercializzato da Carbon 3D. Una tecnologia innovativa chiamata CLIP - Continuous Liquid Interface - sarà alla base del funzionamento del nuovo modello di stampante 3D che promette di andare a rivoluzionare l'approccio professionale alla prototipazione rapida. Curiosi di conoscerne le caratteristiche tecniche? Eccovi accontentati.


Carbon 3D M1 - Non solo alte velocità

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L'innovativa tecnologia CLIP permette di produrre oggetti a velocità nettamente superiore rispetto ai metodi più tradizionali a resina SLA e DLP, in quanto il processo avviene in modo continuo e non per strati. I pezzi ne guadagnano in robustezza e finitura, andando a completare i benefici del nuovo metodo messo a punto da Carbon 3D, il quale ha riscosso l'interesse (e ricevuto finanziamenti) da aziende come Google e Kodak.

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Carbon 3D M1 - Le caratteristiche tecniche

Con un volume di stampa pari a 144 x 81 x 330 mm, la M1 si posiziona molto bene nel mondo delle stampanti 3D a resina. La vasca a membrana permeabile, il piano di stampa in alluminio, la possibilità di connettersi alla rete e un supporto rapido completano un quadro composto da elementi di alto livello e sistemi che ammiccano ai professionisti.

Per ottenere i risultati promessi, Carbon 3D ha messo a punto 7 materiali studiati appositamente per essere utilizzati con la M1. Le resine sono proprietarie e non sarà possibile usare la stampante 3D con resine di terze parti. Carbon 3D metterà a disposizione dei propri clienti una resina resistente alle alte temperature, tre tipologie diverse di poliuretano rigido, una resina di poliuretano flessibile, un elastomero su base poliuretanica e, infine, una resina versatile senza pretese, indicata per chi necessita di produrre velocemente senza avere richieste di flessione o resistenza meccanica.

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La Carbon 3D M1 non sarà messa in vendita tramite i metodi di distribuzione tradizionali: diversamente, sarà possibile ottenerla accettando un contratto di abbonamento a lungo termine stipulato direttamente con Carbon 3D. Una mossa astuta da parte della casa produttrice che, in questo modo, potrà garantire un servizio dedicato ai propri clienti, tenendo al sicuro quelle che sono l informazioni che girano intorno alla propria macchina.

Roberto Coppa
La stampa 3D è una enorme risorsa per la produzione di prototipi e molte grandi aziende hanno già integrato questa tecnologia nei propri laboratori di ricerca, proprio come Nike. Abbiamo già visto l’approccio al tema di un’altra grande casa di abbigliamento sportivo: Adidas, infatti, ha prodotto l’intersuola delle sue Futurecraft 4D utilizzando la fotopolimerizzazione, un processo che utilizza un polimero sottoforma di resina e una sorgente luminosa per produrre pezzi finiti. Stesso processo è stato seguito da New Balance - qui le nostre foto - e da altre aziende leader del settore.
Questa volta, invece, Nike ha annunciato un nuovo modo di utilizzare la stampa 3D per la produzione di sneakers occupandosi, nello specifico, della tomaia - la parte superiore della scarpa.


NIKE STAMPA 3D - LA TECNOLOGIA UTILIZZATA


La tecnologia di stampa 3D usata da Nike è quella che prevede la deposizione di filamento (FDM). Come spiega l’azienda, sono state modificate macchine già esistenti ed è stato perfezionato il metodo di stampa per poter creare il tessuto delle loro calzature. Nike utilizza una speciale formula a base di TPU, quindi materiale flessibile e impermeabile all'acqua. Allo stesso tempo, grazie alla struttura della scarpa e alla spaziatura tra i filamenti, è permesso all’umidità di uscire.


CONTROLLO DI OGNI SINGOLA LINEA



Come ben sappiamo, i normali tessuti sono composti da maglie regolari e ben definite, con caratteristiche fisiche costanti in tutta la stoffa, ed è solo controllando il processo di produzione di quest’ultima che si può riuscire ad ottenere trame performanti e soprattutto rispondenti a diverse sollecitazioni derivanti dal tipo di uso. La tecnologia utilizzata da Nike permette di controllare con definizione micrometrica la posizione dei singoli filamenti e di variarla a seconda delle esigenze.
Il cuore del progetto è l’algoritmo che traduce i dati derivanti dalle performance degli atleti in geometrie digitali, che a loro volta possono essere modificate anche spostando ogni filamento indipendentemente dagli altri, senza ridisegnare tutto il modello.
Nike dichiara che la prototipazione con le stampanti 3D è 16 volte più rapida rispetto altri metodi precedenti di produzione. Questo permette di ridurre notevolmente i cicli di test-revisione e soprattutto di realizzare sneakers completamente personalizzate.


NIKE STAMPA 3D PER INSEGUIRE I RECORD



Nike ha utilizzato questa tecnologia per la prima volta col modello Zoom Vaporfly Elite Flyprint ai piedi di Eliud Kipchoge, che ha corso e vinto la maratona di Londra lo scorso mese. E chissà che con qualche piccolo aggiustamento all’algoritmo non si riesca a scendere anche sotto le 2 ore di maratona, come lo stesso Eilud si era prefissato.

Per ora, Nike ha rilasciato solo 100 esemplari delle nuove sneakers, ognuno ad un prezzo di 600 dollari. Non certo un prodotto accessibile, ma sicuramente un ottimo esempio di come con la stampa 3D può aprire la porta a nuove modalità di produzione.

stampa3D
Pubblicazione comunicato stampa Arrivano con le loro scatole, le aprono e guardano il contenuto, ordinatamente disposti ci sono un paio di centina di parti, il più viti e dadi di varie dimensioni e forma. Il gioco è metterli ognuno al proprio posto e far funzionare la stampante. Anzi no! Il gioco è imparare cosa fanno, perché vanno lì e come funziona la stampante.
 
Giovedì sera scorso StuffCube, alla biblioteca di Canegrate, ha iniziato il montaggio e l’imparaggio collettivo delle stampanti 3D. Durante l’Arduino day del 7 aprile abbiamo proposto il laboratorio di montaggio della propria stampante 3D. Abbiamo scelto quale stampante acquistare e, Amazon permettendo, i partecipanti hanno ordinato e ricevuto il kit. Nel corso di quattro incontri assembleremo le parti, impareremo il loro nome e il loro scopo, condivideremo i piccoli trucchi che l’esperienza insegna. Un poco come accade nelle botteghe artigiane.
 
I nostri apprendisti usciranno dalla bottega di StuffCube con una stampante 3D funzionante. Ma questo potevano già farlo ordinando il kit montato. Usciranno con la conoscenza che consegue ad averla montata e compreso la funzione tar i vari pezzi. La relazione tra ognuno di questi che hanno unito uno dopo l’altro.
Usciranno con l’esperienza di avere lavorato insieme risolvendo le difficoltà una dopo l’altra. Ma quali mai saranno queste? Partiamo dalle istruzioni, ci sono ma a volte non sono perfettamente aggiornate, alcuni pezzi cambiano un poco la forma pur mantenendo la funzione. Oppure il grande classico, confondere destra con sinistra o montare al contrario. Tutte cose che si fissano nella mente facendo, un poco come gli esercizi a scuola e farli assieme a un mentore che ti guida fa imparare di più.
 

 
Gli incontri di StuffCube proseguono ogni mercoledì sera alle 21:00 alla biblioteca di Canegrate. Sino a metà giugno è di scena il montaggio delle stampanti. Seguirà poi la presentazione di Arianna, il robot bibliotecario giunto ormai a una solida funzionalità. Ci trovate a infostuffcube@gmail.com / www.stuffcube.wordpress.com

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