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MbSt

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  1. Pochi giorni fa abbiamo pubblicato un articolo volto a fare chiarezza su alcuni limiti e false credenze che si sentono spesso dire sulla stampa 3D evidenziando, in particolare, che in realtà il processo di produzione additiva di oggetti non sia così rapido e user-friendly come alcuni vogliono farci credere. Infatti bisogna inevitabilmente interfacciarsi con alcune fasi, quali per esempio la modellazione e le impostazioni dello slicer, che possono influenzare notevolmente la realizzazione e la qualità dell'oggetto desiderato. Oggi Sharebot, nota azienda brianzola produttrice di stampanti 3D, lancia una nuova ed ambiziosa sfida proponendoci un prodotto, Sharebox3D che, stando alle dichiarazioni del comunicato stampa ufficiale, rivoluzionerà l'intero processo di stampa 3D, semplificandolo e migliorandolo e portando la user-experience ad un nuovo livello. Che Sharebot fosse un'azienda dalle mille risorse, in pieno stile imprenditoriale italiano, l'avevamo già notato dalla realizzazione di "Rappy", stampante 3D in fascicoli, lanciata in collaborazione con Hachette. Questa volta, invece, per il lancio di Sharebox3D, Sharebot ha pensato di avviare una campagna di crowdfunding su Indiegogo per poter raggiungere e coinvolgere il maggior numero di persone possibile. Come si legge dal comunicato ufficiale della azienda: "Sharebox3D non è un progetto allo stato embrionale, ma un prototipo perfettamente testato e funzionante, nato dal reparto Ricerca e Sviluppo di Sharebot, pronto per essere industrializzato e lanciato ufficialmente entro la fine del 2015. Con Sharebox3D l'intero processo di stampa e l'approccio stesso alla stampa 3D sarà innovato, rivoluzionando quelli che fino ad oggi erano i punti fermi di questa tecnologia." http://www.stampa3d-forum.it/wp-content/uploads/2015/01/sharebox3d-sharebot-stampa-3d-01.jpg Come anticipato, quindi, il lancio ufficiale avverrà sulla piattaforma di crowdfunding Indiegogo a partire dal 19 Gennaio mentre già dal 12 Gennaio sarà aperta una pagina Facebook che consentirà a chiunque di seguire gli aggiornamenti e gli stati di avanzamento del progetto. Che dire, date le premesse, curiosità ed aspettative sono ai massimi livelli. Ulteriori dettagli in merito seguiranno successivamente! [Aggiornamento - 18:05 16/01/2015] Dopo quasi una settimana di attese ecco svelate le prime indiscrezioni su Sharebox3D: Si tratta di un hardware esterno che consentirà di lavorare da remoto su un file .stl controllando ogni fase di stampa e offrendo anche la possibilità di archiviare e condividere i file con amici e colleghi anche (e soprattutto) se non si è vicini alla stampante. http://www.stampa3d-forum.it/wp-content/uploads/2015/01/sharebox3d-sharebot-stampa-3d-05.png Come riporta il comunicato stampa ufficiale, tramite Sharebox3D sarà possibile generare un Gcode che, tramite wireless, sarà inviato alla stampante senza dover usare alcun cavo USB o SD card. L'utente avrà la possibilità di avviare la stampa da remoto e di controllarne le fasi, con qualsiasi device (sia esso smartphone, tablet o computer) anche se non si è in prossimità della stampante. Nello specifico sarà possibile scegliere quale file mandare in stampa e con quale materiale, controllando che i parametri e settaggi siano corretti e adatti all'oggetto che si sta per realizzare. C'è da sottolineare che l'hardware sarà compatibile tutti i principali firmware e programmi di slicing e non solo con le stampanti 3D Sharebot. Ma non è finita qui, infatti collegando Sharebox3D ad una webcam si potrà avere pieno controllo sull'avanzamento del processo soprattutto quando non si è in prossimità della stampante, visualizzando il modello e osservandone la realizzazione in diretta. Questa caratteristica offre anche la possibilità di modificare il processo di stampa agendo sui parametri impostati (flusso, velocità, temperatura del piano e temperatura di estrusione). Da qualsiasi luogo e in qualsiasi momento potranno essere effettuate tutte le modifiche ed i cambiamenti ritenuti necessari. Inoltre verranno registrati automaticamente il numero di layer stampati consentendo, nel caso in cui la stampa dovesse interrompersi bruscamente (manderà una notifica di avviso nel caso dovesse succedere), di risalire all'ultimo layer stampato di modo che si possa far ripartire la stampa dall'esatto punto in cui essa si era fermata. Il sistema di notifiche permette di sapere cosa sta succedendo al vostro oggetto in ogni momento e, non appena la stampa sarà terminata, si verrà informati tramite un messaggio. Per fare tutto ciò sarà disponibile una web app che diventerà l'unico strumento con cui interfacciarsi per la realizzazione di una stampa 3D. http://www.stampa3d-forum.it/wp-content/uploads/2015/01/sharebox3d-sharebot-stampa-3d-08.png Successivamente, a stampa ultimata, sarà possibile archiviare i propri file .stl e i propri Gcode per poterli riutilizzare in un secondo momento e si potranno anche condividere sui principali social network le foto scattate durante il processo di stampa. La campagna di lancio di Sharebox3D su Indiegogo comincerà Lunedi 19 Gennaio e durerà 35 giorni. Sharebot punta a raccogliere $60.000 per l'industrializzazione e la produzione di Sharebox3D. [Aggiornamento - 16:30 19/01/2015] Ecco il link alla campagna Idiegogo! Tutti gli aggiornamenti in merito saranno pubblicati sulla pagina Facebook di Sharebox3D e sul sito www.sharebox3d.com Cosa ne pensate di questo nuovo dispositivo? Scriveteci le vostre opinioni a riguardo sul nostro forum!
  2. MbSt

    Buongiorno a tutti

    Non ci sono problemi, abbiamo tutti qualcosa di nuovo da imparare! =) per quanto riguarda le informazioni, tra news della redazione e topic sul forum direi che c'è l'imbarazzo della scelta =) benvenuto!
  3. MbSt

    Ciao a tutti!

    Benvenuto! =)
  4. MbSt

    Ciao a tutti! :D

    Interessante! in bocca al lupo per le tue creazioni =)
  5. MbSt

    Progetto Comune

    Come idea non è affatto male =) è molto nello spirito dei fablab, persone aventi formazione e background molto diversi tra loro che si aiutano a vicenda cercando di realizzare un progetto comune e compensando ciascuno le "lacune" degli altri in determinati ambiti.. =) mi piace! in questo caso, a differenza dei fablab, sarebbe forse il primo progetto hardware (nn so se lo hanno fatto anche altri) realizzato da persone che vivono in città diverse e sparse per l'italia =) come primo step propongo di vedere un po quanti siamo, quanti effettivamente hanno voglia di partecipare, magari non escludendo degli eventuali "innesti" in corso d'opera =) e capire anche in cosa si è più ferrati.. ed ovviamente pensare ad un tema =) che ne dite? io sono portata più per la modellazione e la stampa.. quasi zero in elettronica e programmazione.. però smanettare e curiosare non mi spaventa
  6. MbSt

    Ciao a tutti! :D

    Benvenuto! =) Bello il cosplay! Oramai in molti usano le stampanti 3d per stamparsi maschere ed accessori vari per i propri costumi.. Sarei curiosa di vedere qualche tua creazione!
  7. Hahahahaha! Il mistero si infittisce @sureb, non ho molta dimestichezza con raspberry, mi hanno regalato lo starter kit per natale..ma ancora non ho avuto modo di smanettatci.. Però cercando qua e là in rete ho visto che già diverse persone controllano la propria stampante in questo modo..vedremo!
  8. @AMaker si infatti io immagino tipo una webcam che mi dia la possibilità di controllare la stampa anche se sono fuori casa/ufficio ed eventualmente di bloccarla se mi accorgo che ci sono errori o rilanciarla.. Magari potendo modificare alcuni parametri di slicing.. Sarebbe comodo così.. Cmq a quanto pare vogliono tenerci ancora un po' sulle spine..
  9. @sureb nel video sul sito ufficiale non si vede nulla, se non il normale funzionamento della sharebot NG.. Ovvero il tipo che modella e stampa tramite sd ed è costretto a rimanere cmq li nei paraggi.. Stiamo parlando dello stesso video o tu hai visto altro? secondo me ci metteranno una webcam per monitorare l avanzamento di stampa anche da lontano.. Magari tramite app..
  10. Esatto, al momento su internet non si trova nulla.. Si dovrà aspettare lunedì.. Anche il comunicato stampa ufficiale, in realtà, non si sbilancia più di tanto.. Il logo fa pensare ad un wifi quindi magari potrebbe essere qualcosa di simile alle stampanti wifi inkjet.. Della serie io modello in soggiorno e parte la stampa in camera.. Chissà..
  11. Ciao! Io ho una printrbot simple, la seconda versione in legno.. Relativamente a quella in metallo non so dirti granché.. Però per la mia esperienza posso dirti che le printrbot sono macchine solide e che la mia, dopo un anno di stampe compulsive, va ancora alla grande anche se devi starci un po' dietro, soprattutto per livellare il piatto..niente di impossibile, ci si perde solo qualche minuto in più una volta ogni tanto.. per la mia esperienza la consiglio come entry level.. Rapporto qualità prezzo molto competitivo..
  12. La modellazione di un oggetto, come già anticipato in una nostra guida, rappresenta una parte fondamentale dell'intero processo di stampa 3D. Tuttavia, spesso, è sottovalutata o considerata come qualcosa di estraneo alla produzione dell'oggetto fisico. Per questa ragione abbiamo accolto molto positivamente la scelta di Arturo Tedeschi, architetto e computational designer italiano, di inserire nel suo nuovo libro di modellazione parametrica, "AAD_ Algorithms Aided Design", un intero capitolo dedicato alla digital fabrication. Definirlo manuale d'uso di Grasshopper sarebbe decisamente riduttivo. "AAD_ Algorithms Aided Design" è un libro che affronta i temi della modellazione generativa e dell'architettura parametrica manifestando, fin da subito, la volontà di non limitarsi alla mera descrizione di un programma, ma cercando di affrontare in maniera trasversale il tema più ampio della definizione della forma attraverso algoritmi. Non bisogna, dunque, identificare un processo parametrico con il mezzo usato per ottenerlo. Nel caso del libro su menzionato, lo strumento scelto è Grasshopper. http://www.stampa3d-forum.it/wp-content/uploads/2014/11/AAD_-Algorithms-Aided-Design-Arturo-tedeschi-recensione-digital-fabrication-11.jpg Recensione: AAD_ Algorithms Aided Design Grasshopper è un plug-in di Rhinoceros che, mediante un'intuitiva interfaccia a nodi, amplifica le possibilità espressive dei designers consentendo, per esempio, di ottenere e controllare forme di estrema complessità, a partire da una sequenza di istruzioni semplici. La prima parte del libro, corrispondente circa ai primi sei capitoli, fornisce delle informazioni analoghe a quelle illustrate in un precedente volume, sempre dello stesso autore, "Architettura Parametrica - Introduzione a Grasshopper". L'analogia è relativa soprattutto all'organizzazione delle informazioni e dei capitoli ed in parte ai contenuti che, in "AAD_ Algorithms Aided Design", sono trattati in maniera molto più approfondita. Nella prima parte sono analizzate interfaccia, operazioni base, gestione dei dati, analisi di curve e superfici, trasformazioni, approssimazioni e suddivisioni attraverso il menù di componenti WeaverBird. A partire da questo punto in poi, a mio parere, si riscontra il vero salto di qualità rispetto al precedente volume. Si affrontano tematiche nuove quali simulazioni fisiche, frattali, analisi ambientali, ottimizzazioni topologiche e formali indroducendo, al contempo, ulteriori plug-in di Grasshopper, Kangaroo, HoopSnake, GECO, Galapagos e Millipede. Inoltre si riscontrano con frequenza casi studio reali ed interventi di autorevoli architetti e designers che, per ciascuna tematica, forniscono ulteriori spunti di riflessione. Da segnalare l'ottima qualità a livello grafico del volume, con moltissime immagini a colori e la presenza di QR code che indirizzano l'utente a contenuti aggiuntivi, in genere esercizi pratici. Il libro è scritto interamente in inglese, a mio parere scelta opportuna considerando che la maggior parte delle informazioni attualmente reperibili su Grasshopper e sulle strategie parametriche è in inglese. Sono scettica, invece, sulla scelta della visualizzazione dei componenti per nome; a mio parere la visualizzazione ad icone è più immediata e facile da comprendere. http://www.stampa3d-forum.it/wp-content/uploads/2014/11/AAD_-Algorithms-Aided-Design-Arturo-tedeschi-recensione-digital-fabrication-2.jpg Come anticipato, nel libro "AAD_ Algorithms Aided Design" si dedica un capitolo intero al tema della fabbricazione digitale. In particolare si parte da una panoramica generale sulle diverse tipologie di tecniche, analizzando sia quelle sottrattive e di taglio bidimensionale che quelle additive di stampa 3D. Per ogni caso sono forniti esempi di oggetti o installazioni realizzati fisicamente. Successivamente si introducono delle "buone norme" di modellazione degli oggetti destinati alla stampa 3D, corredate da un esercizio di modellazione di un vaso. Per par condicio si illustra anche un esercizio in cui la fabbricazione digitale è fatta adoperando metodi di taglio bidimensionale, in particolare quando le dimensioni dell'oggetto da realizzare superano quelle consentite dai metodi additivi (ma non solo). A conclusione del capitolo vi è un interessante intervento, "Over the material, Past the Digital: Back to Cities", dell'ingegnere Stefano Andreani. Per concludere, riportiamo alcune domande poste all'autore che ringraziamo per la collaborazione. Intervista ad Arturo Tedeschi S3DF - Rhinoceros è largamente conosciuto ed adoperato come modellatore tradizionale tuttavia, in combinazione con il plug-in Grasshopper, le possibilità formali offerte all'utente si moltiplicano. Ci può spiegare in che modo? Che differenza c'è tra modellazione generativa e modellazione tradizionale? AT - Nella modellazione tradizionale utilizziamo il mouse come estensione virtuale della nostra mano all'interno del computer, plasmando la "materia digitale" con una gestualità tipica dell'interazione diretta uomo-oggetto. Se da un lato questo approccio facilita l'apprendimento e rende del tutto istintivo l'utilizzo di tali software, dall'altro, si tratta di una tecnica che eredita tutti i limiti della manipolazione tradizionale. Pertanto, una forma complessa potrà essere ottenuta solo sviluppando una grande capacità manuale e non sarà possibile creare relazioni associative tra le parti di un modello, come la possibilità di alterare la forma generale modificando esclusivamente alcuni dettagli o parametri. Nella modellazione generativa (io preferisco definirla modellazione algoritmica) l'utente ha la possibilità di creare oggetti tridimensionali attraverso la descrizione del sistema di relazioni alla base di una qualsiasi geometria tridimensionale. Tale descrizione avviene mediante lo sviluppo di un diagramma a nodi (algoritmo visuale) all'interno di specifici editor che operano in parallelo al software di modellazione (l'editor Grasshopper lavora in parallelo al modellatore Rhino). In altri termini, il diagramma dà istruzioni a Rhino affinché generi la forma. Pertanto, non esiste più alcuna manipolazione di oggetti, ma esclusivamente una manipolazione di dati. L'algoritmo visuale è basato su informazioni di natura geometrica, matematica e logica. Per fare un esempio, ciò che in un modellatore tradizionale è lo spostamento di un oggetto, in Grasshopper diventa la descrizione di una traslazione eseguita in accordo ad un vettore con direzione, verso e modulo specifici. Dunque, se lo spostamento di una geometria in Rhino potrebbe apparire come operazione istintiva, il controllo offerto da Grasshopper risulta infinitamente più grande: le succitata direzione, il verso e modulo potranno essere modificati e riconfigurati rapidamente ed eventualmente collegati ad altri parametri del modello tridimensionale. S3DF - Fin ora non ho mai riscontrato, in nessun manuale di modellazione, parti o capitoli dedicati alla fabbricazione digitale. Fa eccezione il suo libro precedente "Architettura Parametrica – Introduzione a Grasshopper " che ne parla ma in maniera molto timida rispetto al nuovo "AAD_Algorithms Aided Design". Come mai ha deciso di dedicare così ampio spazio a questo tema nel suo nuovo libro? In che modo la modellazione parametrica può interagire con la fabbricazione digitale? AT - Relativamente al libro precedente, lo spazio dedicato alla fabbricazione digitale deve essere rapportato alla dimensione complessiva dell'opera e all'anno di pubblicazione (2010). In quel periodo la stampa tridimensionale non godeva dell'appeal mediatico attuale ed i FabLab italiani non erano ancora nati. Pertanto, nel nuovo libro e nell'ambito di uno scenario mutato, abbiamo naturalmente ampliato i contenuti, cercando di presentare le tecniche e le tecnologie oggi disponibili. Lo abbiamo fatto ponendoci dal punto di vista del designer che, attraverso la fabbricazione digitale, può esplorare nuove direzioni progettuali. La modellazione parametrica è basata sulla possibilità di riconfigurare rapidamente modelli tridimensionali molto complessi, con una velocità e controllo senza precedenti. Questo aspetto influenza indirettamente, ma radicalmente il processo di fabbricazione digitale sia da un punto di vista operativo (le modifiche ad un modello non sono più "onerose" e richiedono tempi pressoché istantanei) che di esplorazione formale (la scomposizione degli oggetti da fabbricare è completamente delegata al computer). Molto interessante, inoltre, il processo di ottimizzazione topologica che è basato su algoritmi in grado di individuare e rimuovere il materiale ridondante (in termini di resistenza statica) da geometrie tridimensionali. Le forme ottimizzate generate da questo processo raggiungono un livello di complessità tale da imporre la fabbricazione mediante tecniche additive. S3DF - A volte si ritiene, erroneamente, che la qualità finale di un oggetto, realizzato mediante le tecniche di prototipazione rapida, dipenda esclusivamente dalle prestazioni e dalle caratteristiche della stampante 3D adoperata. Nel suo libro, in particolare nel capitolo "digital fabrication", si dedica ampio spazio al tema della corretta modellazione di oggetti destinati alla stampa 3D. Relativamente alla sua esperienza, quanto ed in che modo può incidere una modellazione corretta sull'intero processo di stampa 3D? AT - Le stampanti 3D hanno introdotto un nuovo concetto, ovvero la possibilità di fabbricare oggetti senza la necessità di scomporre gli stessi in componenti più piccoli progettati per un corretto assemblaggio. Questo aspetto ha semplificato la progettazione degli oggetti e spostato, pertanto, l'attenzione dalla modellazione all'hardware. Al contrario, sappiamo bene che i modelli tridimensionali devono rispettare caratteristiche precise affinché possano essere correttamente stampati. Dunque, una maggiore consapevolezza nella costruzione delle geometrie, affiancata dalla conoscenza delle caratteristiche della specifica tecnica di stampa e del materiale impiegato, rappresentano una condizione necessaria per controllare l'intero processo di stampa. http://www.stampa3d-forum.it/wp-content/uploads/2014/11/AAD_-Algorithms-Aided-Design-Arturo-tedeschi-recensione-digital-fabrication-4.jpg S3DF - In collaborazione con Maurizio Degni ed Alessio Spinelli ha realizzato le NU:S parametric shoes mediante la sinterizzazione laser di polveri di nylon. Si tratta di un modello dalle geometrie molto complesse, fabbricato, tuttavia, in maniera accurata ed in tempi molto rapidi. Secondo lei, la chiave di lettura della cosiddetta "terza rivoluzione industriale" sta nel passaggio diretto dall’idea del designer all’oggetto reale? AT - Stanno cambiando le tecniche di fabbricazione e, come dicevamo, ciò sta avendo conseguenze evidenti sulla definizione degli oggetti e sulla semplificazione della fase di concept. Parallelamente, la ricerca sul software sta sperimentando nuove interfacce e nuove tecniche di interazione tra utente e computer. Consapevolmente o meno, il mondo della fabbricazione e quello della modellazione viaggiano verso una meta condivisa, dove il passaggio diretta dall'idea all'oggetto reale sia effettivamente possibile e rapido. S3DF - Dal 2012 è co-director del AA Rome Visiting School per la Architectural Association School di Londra. Sebbene in Italia l'interesse verso i processi di fabbricazione digitale e di modellazione parametrica sia in forte crescita, pare che, soprattutto in ambito universitario, domini ancora un approccio troppo conservativo. Qual'è la sua opinione a riguardo? AT - L'approccio conservativo sopravvive ed esiste, in parallelo, un interesse per i nuovi paradigmi che resta confinato ad episodi formativi estemporanei o ad attività secondarie. Non bisogna tuttavia dimenticare che non si tratta di sostituire vecchi modelli con nuovi, ma di favorirne l'integrazione. Le tecniche digitali, da sole, non bastano. Oggi occorre proporre un approccio sistemico in grado di trasmettere conoscenza e stimolare creatività attraverso il ricorso a strumenti innovativi. A mio avviso la logica algoritmica (che alla base della mia nuova pubblicazione) appare come insegnamento fondamentale, soprattutto se intesa come linguaggio condiviso per un dialogo concreto tra diverse discipline: geometria, rappresentazione, statica, ambiente. Il libro è disponibile su amazon al prezzo di 39,87 euro, mentre se volete maggiori informazioni vi invitiamo a consultare il sito web ufficiale dell'autore: Arturo Tedeschi.
  13. In occasione della conferenza annuale dell'ACADIA (Association for Computer Aided Design in Architecture), tenutasi quest'anno a Los Angeles, dal 23 al 25 Ottobre, Stratasys, leader mondiale in ambito 3D printing, ha esplicitato le potenzialità delle proprie stampanti 3D multi-materiale, producendo oggetti di arredamento ed accessori per la moda in collaborazione con architetti e designers di fama internazionale. http://www.stampa3d-forum.it/wp-content/uploads/2014/11/Stratasys-stampanti-3D-multi-funzione-polijet-1.jpg La nuova tecnologia PolyJet di stampa a larga scala e multi-materiale brevettata da Stratasys ha amplificato le possibilità espressive dei designers, ottimizzando, per esempio, il rapporto forma/performance degli oggetti prodotti. La sedia progettata da Zaha Hadid Architects, immagine in alto, è stata pensata per essere leggera ma al contempo resistente e ciò è reso possibile, oltre che dalla geometria dell'oggetto, anche dalle densità del materiale, diversificate in funzione delle necessità strutturali di ciascuna parte della sedia; le venature blu corrispondono alle zone più dense ed in cui è richiesta una resistenza maggiore. http://www.stampa3d-forum.it/wp-content/uploads/2014/11/Stratasys-stampanti-3D-multi-funzione-polijet-2.jpg Un discorso analogo può esser fatto per la "Durotaxis Chair" di Alvin Huang, immagine in alto, che sfrutta la proprietà della tecnologia PolyJet di poter stampare in gradienti di dimensione, densità, colore e rigidezza. [pull_quote_center]In some parts my chair is thicker and more rigid, but thinner and softer where it needs to be; this makes for an optimal relationship between form and performance. Without multi-material 3D printing, the gradient distribution of material properties and performance would be impossible.[/pull_quote_center] Le "Molecule shoe" di Francis Bitonti, immagine in fondo, sono state concepite mediante un modello matematico che fa si che unità elementari possano creare geometrie molto complesse quando interagiscono tra di loro. [pull_quote_center]For me, using 3D printing in my work is not a choice, it is part of a design philosophy that is emerging as a new industrial revolution.[/pull_quote_center] http://www.stampa3d-forum.it/wp-content/uploads/2014/11/Stratasys-stampanti-3D-multi-funzione-polijet-3.jpg Sempre per l' ACADIA, l'architetto Jenny Wu realizza una serie di collane ed anelli ispirati a geometrie complesse ed elementi intricati evidenziando come, le nuove tecnologie di stampa 3D multi-materiale, consentano, in aggiunta, di colmare il gap tra " rapid prototyping" e "rapid manufacturing". http://www.stampa3d-forum.it/wp-content/uploads/2014/11/Stratasys-stampanti-3D-multi-funzione-polijet-4.jpg La tecnologia PolyJet La stampante 3D PolyJet deposita e immediatamente polimerizza, mediante raggi UV, minuscole gocce di fotopolimeri liquidi. Strati sottili, fino a 16 micron, si accumulano, l'uno sopra l’altro, creando un modello o un pezzo tridimensionale molto preciso, con un’accuratezza che può arrivare fino a 0,1 mm per superfici lisce, pareti sottili e geometrie complesse. Nel caso in cui il modello di partenza presenti sporgenze o forme che richiedano un sostegno, la stampante 3D deposita un materiale di supporto facilmente rimovibile a mano, dalla conistenza simile a un gel. Dopo il processo di stampa, gli oggetti non necessitano di nessun trattamento di finitura e sono immediatamente pronti per l'uso. http://www.stampa3d-forum.it/wp-content/uploads/2014/11/Stratasys-stampanti-3D-multi-funzione-polijet-8.jpg http://www.stampa3d-forum.it/wp-content/uploads/2014/11/Stratasys-stampanti-3D-multi-funzione-polijet-5.jpg http://www.stampa3d-forum.it/wp-content/uploads/2014/11/Stratasys-stampanti-3D-multi-funzione-polijet-6.jpg Tra i vantaggi offerti da una tecnologia di questo tipo vi è sicuramente la possibilità di creare oggetti molto precisi, capaci di rendere perfettamente l’estetica del prodotto finale, data la possibilità di integrare in un unico oggetto, materiali diversi, nonchè colori diversi. In particolare, le stampanti della serie Objet Connex, ovvero quelle adoperate dai designers di cui sopra, sono dotate di un sistema a triplo getto e quindi non solo consentono di realizzare oggetti costituiti da materiali diversi ma permettono, di volta in volta, di creare dei compositi ad hoc, detti "materiali digitali", mescolando tra loro due o tre resine di base, in configurazioni predefinite. Ogni singolo prototipo può contenere fino ad 82 diverse proprietà del materiale, tutte create in un’unica sessione di stampa. Un'altro vantaggio delle stampanti PolyJet serie Objet Connex è quello di poter di stampare oggetti di dimensioni rilevanti in scala 1:1 (volume di stampa di circa 500 x 400 x 200mm per le Objet500 e di 1000 x 800 x 500mm circa per le Objet1000). http://www.stampa3d-forum.it/wp-content/uploads/2014/11/Stratasys-stampanti-3D-multi-funzione-polijet-7.jpg http://www.stampa3d-forum.it/wp-content/uploads/2014/11/Stratasys-stampanti-3D-multi-funzione-polijet.jpg
  14. Esatto, è rettangolare e non lo utilizza tutto.. il volume di stampa è "solo" 10x10x10..Guarda, io la consiglio.. (io ho preso il kit del 2014) ad un prezzo molto abordabile hai una macchina discreta.. consiglio il kit perchè montandola si impara moltissimo, anche perchè poi di tanto in tanto dovrai ricalibrarla, quindi sapere dove mettere le mani è fondamentale.. per la qualità degli oggetti puoi vedere la foto di yoda che ho postato..secondo me qualità/prezzo è una delle migliori..inoltre ho avuto modo di testare anche il forum/servizio clienti e devo dire che mi ha soddisfatto.. poi ovviamente dipende da cosa cerchi.. secondo me come entry level va benissimo.. cmq per qualsiasi altra informazione, sono a disposizione! =)
  15. MbSt

    Stampanti 3D musiciste

    Chi riesce a fare una cosa del genere secondo me è un genio.. non so se avevate mai visto un video come questo, con le stampanti 3D ci si può anche fare della musica!!!
  16. hahahahaha.. anche io ho letto questo articolo ieri su Repubblica però nn so.. mi è sembrato di capire che loro offrono un catalogo di 200 prodotti, al momento.. e tu, utente, puoi scegliere colore, materiale e dimensioni e personalizzarlo (forse con nome o scritte, immagino..) però se al momento le cose stanno così nn sono proprio entusiasta.. \ nel senso.. secondo me una delle potenzialità più grandi è che io posso stamparmi oggetti immaginati/modellati da me.. dei 200 del catalogo me ne faccio poco.. secondo me la vera rivoluzione della stampa 3d non è tanto la tecnologia in se o i materiali ma il fatto che ognuno crea l'oggetto al 100% come vuole lui.. svincolandosi da quelli che sono i processi di produzione di massa.. > poi cmq ci sono un sacco di posti in cui se vuoi stampare qualcosa lo puoi fare, fablab e non solo.. boh, vedremo come funzionerà.. non voglio criticare senza prima aver capito bene come funzionerà il servizio al momento però sono scettica..
  17. View full post
  18. MbSt

    Guida a Repetier-Host - Parte II

    Dopo aver affrontato la prima parte della guida a Repetier-Host (qui il LINK), ecco a voi la seconda parte che conclude la guida: Attivazione dell'estrusore Prima di lanciare la stampa devo attivare l'estrusore premendo l'apposito pulsante evidenziato in rosso nell'immagine sottostante. Noto che in alto, nel pannello dei comandi manuali, compare la scritta "Heating Extruder" che rappresenta la conferma del riscaldamento dell'estrusore, inoltre, si può osservare che il valore in gradi della temperatura, subito sotto il pulsante appena premuto, aumenta gradualmente fino ad arrivare, nel mio caso, a 200 °C. Controllo della temperatura e stampa Cliccando sul tab "Temperature Curve", sotto il pulsante di connessione PC-stampante, si passa dalla visualizzazione dell'oggetto nello spazio tridimensionale ad una schermata con due grafici. Il primo è costituito dai minuti, in ascissa, e dalla temperatura, in ordinata La curva viola rappresenta la temperatura di estrusione ed è costante, al valore, nel mio caso, di 200°C. Le altre due curve, la rossa e l'arancione rappresentano rispettivamente la temperatura effettiva dell'estrusore e la media delle temperature fino a quel momento registrate. Come si può notare, non sono costanti e manifestano un comportamento crescente fino ad attestarsi, entrambe, alla temperatura di estrusione. Solo quando entrambe le curve raggiungono la curva viola, è possibile far partire la stampa premendo sul pulsante "Run Job" evidenziato in rosso. Dopo qualche secondo inizierà il processo di stampa. Nel caso in cui si voglia interrompere la stampa, basta premere sul pulsante "Kill Job" accanto a "Run Job". Controlli manuali Cliccando sul tab "Manual controls" in alto a destra, compare un pannello che consente di controllare in maniera diretta gli spostamenti dell estrusore lungo i tre assi, ma non solo. Le frecce presenti nel riquadro evidenziato in verde rappresentano i movimenti possibili. Cliccando opportunamente sulle freccie possiamo incrementare o decrementare gli spostamenti. Per esempio, nel mio caso, si può notare che mentre l'asse X e Y sono entrambi fermi a 0, l'asse Z è a +10mm, questo perchè, cliccando sulla freccia, in direzione positiva, ho imposto uno spostamento dell'estrusore, verso l'alto, di 10mm. Cliccando, invece, sulle icone delle case, si riporta l'estrusore in posizione "Home", tale posizione può essere generale, icona senza lettere, oppure relativa a ciascun asse, separatamente. Gli spostamenti manuali, come già anticipato, sono fondamentali per calibrare la stampante e possono farci anche capire, soprattutto la prima volta, se tutto funziona correttamente, ovvero, se imponendo uno spostamento verticale di 10mm la mia stampante rimane impassibile, oppure lo spostamento avviene in senso contrario a quello che mi aspetto, capisco che c'è qualcosa che non va. Tuttavia il pannello dei controlli manuali è utile anche per controllare l'estrusore, come abbiamo visto precedentemente, l'eventuale piatto riscaldato e la ventola, come si può notare nel riquadro in rosso. Siete curiosi di vedere il risultato finale? ecco come la nostra Printrbot Simple ha stampato lo squalo adoperando lo slicer Slic3r. Concludendo, sia Repetier-Host che Cura sono due software molto validi, in particolare consiglio Cura ai meno esperti, sicuramente è più intuitivo ed i parametri sono gestibili più facilmente (qui potete trovare la guida a Cura: LINK). Nel libro "La caffettiera del masochista" di Donald A. Norman vi è una riflessione molto interessante sul paradosso della tecnologia, ovvero che "..l'aumento di funzionalità generalmente viene a prezzo di un aumento di complessità". Repetier-Host consente di effettuare più operazioni ma è sicuramente più complesso, il primo impatto a volte può essere anche un po' traumatico, vista la quantità di impostazioni da settare. Risulta sicuramente imprescindibile nel caso in cui si vogliano usare i comandi manuali o nel caso in cui si voglia avere un controllo più accurato del processo di stampa. Per qualsiasi domanda o dubbio, non esitate a scrivere sul forum.
  19. Rispondo ad entrambe le domande =) allora si, sicuramente bisogna starci dietro e per starci dietro intendo calibrare manualmente il piatto ogni tot tempo.. dipende dall'uso che se ne fa.. diciamo che io la ricalibro più o meno ogni mese.. usandola 3/4 volte a settimana.. la fase di calibrazione porta via circa 10-15 minuti però poi una volta che ci si impratichisce il tutto diventa più rapido.. secondo me chi prende una stampante del genere è una persona che sicuramente ama un po smanettare.. oltre che stampare.. non la consiglierei a chi vuole stampare e basta, ecco.. anche se devo ammettere che montando una stampante e standoci dietro si imparano molte cose. Per quanto riguarda la stabilità, anche io inizialmente avevo delle perplessità.. avevo paura che potesse ribaltarsi.. e invece no! è abbastanza stabile..almeno a me non ha mai dato problemi e che io sappia in generale non ne da, sotto questo punto di vista.. per quanto riguarda gli upgrades, so che sul sito della printrbot ci sono degli accessori per pimparla.. tipo so che c'è un kit XL per aumentare il volume di stampa.. poi ovviamente ad una stampante del genere si possono fare mille modifiche.. autostampandosi i pezzi.. Tipo io mi sono innamorata della ventola a drago (vedi immagine) ahahahaha.. forse un giorno la farò.. devo testarne prima l'efficacia però.. hahahahaha...
  20. Il kit era completo ma.... 4 barre erano di dimensioni palesemente errate.. tuttavia è stato anche un bene in un certo senso perchè ho avuto modo di testare l'efficenza del servizio clienti e del forum di Printrbot.. quindi ho segnalato il problema sul forum e nel giro di poco tempo, boh, una decina di giorni se ben ricordo, mi hanno mandato i pezzi giusti.. Io però fremevo, volevo finire di montarla prima possibile per iniziare a stampare... > e fortunatamente gli amici di Makeinbo, il fablab di Bologna, sono riusciti a procurarmi le barre delle dimensioni giuste.. l'importanza dei fablab!!!!!! =D Comunque diciamo che uno dei requisiti che deve avere una stampante, secondo me, è anche un buon servizio clienti.. quindi soddisfatta al 100%.. la qualità di stampa è discreta, 0,1 lo fa tranquillamente.. in allegato ti metto un'immagine, ormai anche fin troppo abusata, per darti un'idea stampata con layer height: 0,2.. se ben ricordo il riempimento era 30% e lo shell 0,7.. difetti, stampa solo in PLA o cmq materiali che non necessitino piano riscaldato e temperature di estrusione troppo alte... però anche qui, dipende dall'uso che se ne vuol fare...
  21. MbSt

    incollaggio PLA

    Figurati, è sicuramente una questione importante e che potrà essere utile anche ad altri utenti.. Incuriosita oggi pomeriggio ho fatto una prova.. Ho preso due pezzi piatti che avevo stampato, sempre in PLA, e li ho incollati.. Li ho scelti piatti proprio pensando di simulare dei petali.. E ti dirò che nel mio caso ho avuto un'adesione perfetta.. Ho tirato e contorto i pezzi in tutte le direzioni e nonostante tutto sono rimasti attaccati.. La superficie di contatto, come si vede dalle foto in allegato, è di circa 0.7x2.5 cm... Quindi andando ad esclusione mi verrebbe da dire che forse nel tuo caso la mancata adesione dipende proprio dalla forma dell oggetto.. Non so cosa consigliarti..
  22. Volume di stampa 10x10x10 cm.. che può sembrare piccolo (e lo è se paragonato a quello di altre stampanti..) però ad essere sincera al momento non ho mai avuto necessità di stampare oggetti più grandi.. poi ovviamente dipende dall'uso che se ne vuole fare
  23. MbSt

    incollaggio PLA

    Ciao! Io una volta ho usato il super attack e ha funzionato.. penso cmq che una qualsiasi colla cianoacrilica potrebbe fare al caso tuo.. non so quanto può incidere il fatto che i pezzi siano piccoli (piccoli quanto?)
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