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invernomuto

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  1. Dipende dal materiale, se è PLA sicuramente molto meglio con ventola accesa. Sono secondo me tutti molto validi, ognuno gestisce meglio qualche aspetto rispetto ad altri. Io uso Cura, ma Ideamaker è fatto molto bene e anche Prusaslicer (o Superslicer, ancora meglio) sono ottimi software. No, devi usare dei supporti, non puoi "stampare nel vuoto", se non per brevi tratti fra due pezzi che poggiano sul piatto: è il cosiddetto bridging, gli slicer sono in grado di riconoscere tali situazioni e in alcuni casi applicare delle impostazioni ottimizzate per ridurre l'effetto della gravità - main ogni caso non possono violare le leggi della fisica 😄 Mi sembra comunque un ottimo risultato.
  2. A quel prezzo è davvero un gran acchiappo. L'unica cosa che avevo letto dei Sunlu è che non aveva molta potenza per il riscaldamento, ma funziona lo stesso, come hanno scritto è una cosa lenta. Sai / sapete se i Sunlu consentono di tenere la bobina entro l'essiccatore anche durante la stampa? Hanno i rulli per farla scorrere? Perché se sì se trovo un'offerta ne prendo uno anch'io.
  3. Ciao, io ho un essiccatore per alimenti modificato. Funziona bene, ma secondo me ormai non convengono più tanto. Avevano senso quando un prodotto dedicato ai filamenti costava 80-90 euro. Oggi trovi essiccatori per bobine a 50 euro, a volte pure meno se in offerta o con coupon, tipo questo scontato del 20% (NB NON LO CONOSCO, è qui solo per il prezzo). https://www.amazon.it/Filamento-Stampante-Stoccaggio-Mantiene-Compatibile/dp/B08H4V96C2/ref=sr_1_3?__mk_it_IT=ÅMÅŽÕÑ&crid=2246G61CEIR1P&keywords=essiccatore%2Bper%2Bbobine&qid=1642491824&sprefix=essiccatore%2Bper%2Bbobine%2Caps%2C80&sr=8-3&th=1 Ormai con un essiccatore per alimenti spendi la stessa cifra, se non di più e devi considerare la quesi mezza bobina di PETG necessaria alla modifica.
  4. Guarda, magari è una questione di sensibilità diverse, ma non mi sembra che si sia consigliato di fare misurazioni con chissà quali strumenti, basta un termometro vagamente funzionante (non certificato al centesimo di grado, ma che dia temperature sensate) per fare una verifica. Se per te è normale avere una macchina, sia essa un'auto o una stampante 3D, che dia su alcuni sensori rilevazioni completamente sballate, non so che dirti. Oltretutto sei abbastanza esperto per sapere che i test che hai citato servono per fare fine tuning sulla stampa, non certo per compensare via software errori marchiani o porcherie hardware. Ripeto, magari sul punto abbiamo sensibilità diverse, ma se ho il telaio completamente sbilenco mi prodigo per metterlo in squadro, non vado a compensare via software i problemi di un telaio non in asse. Poi d'accordo con te che non ha senso stampare 1000 cubi di calibrazione per avere una precisione dei pezzi al centesimo di mm. Vedi sopra, non faccio la torre di temperatura per correggere un errore marchiano del termistore, lo faccio quando non so a che temperatura stampare un materiale nuovo che non ho mai stampato prima o che può essere umido, vecchio, ecc. Ma poi a me sembra assurdo, se ho due stampanti, di ricordarmi le peculiarità di ciascuna, perché una stampa a 20 gradi in più e una a 20 gradi in meno. Se mi confondo butto la stampa. Il tutto perché non voglio cambiare e correttamente configurare un pezzo da 10 centesimi. Peraltro, vale quanto detto da @Truck64 sulla tenuta del sistema nel complesso, su cui mi ritrovo completamente (e che ho sperimentato di persona).
  5. Se la stampante non l'hai toccata, ammesso che il tuo strumento di misurazione dia risultati credibili, mi rivolgerei al produttore segnalando il problema.
  6. Scusami, ma mi sembra un po' voler far polemica gratuita. Qui non parliamo di scarti di centesimi di gradi, leggi il post iniziale di chi ha aperto la discussione. L'autore riferisce uno scarto di 20-30 gradi, largo circa, rispetto al reale, a 200 gradi. Non mi pare una cosa trascurabile visto che peraltro lui stesso se ne è accorto e si è messo a misurare (per scarti di pochi gradi non ti faresti nessun problema perché manco te ne accorgeresti). Per differenze del genere, puoi usare qualunque cinesata per capire se il termistore è configurato male oppure no, basta tararla con l'acqua in ebollizione per capire se da una temperatura vagamente in linea con la realtà o meno. Non vorrei poi dire una sciocchezza, ma dire che il termistore più o meno a temperatura ambiente legge la temperatura reale è poco significativo, perché lo scarto non è lineare all'aumentare della temperatura. Poi non è che se non hai uno strumenti non certificato non puoi far nulla, io uso un calibro cinese da 10 euro, ovviamente non mi sogno di fare misure accurate al centesimo di mm, ma per capire se un pezzo che ho stampato è 21 o 19 cm va bene. Altrimenti nessuno di noi misurerebbe un tubo, bisognerebbe usare solo strumenti certificati da centinaia di euro, suvvia! Se il forno segna 180 e invece sono 130, poi però non piangere se la ricetta non ti viene se la segui alla lettera. Boh, posso capire il non incaponirsi su dei particolari insignificanti, ma in questo caso non mi sembra una cosa tanto trascurabile, specie se dovesse stampare materiali che richiedono temperature più alte, come ABS o TPU. Uno scarto significativo di temperatura segnala un problema, hardware o software, che poi tu possa stampare lo stesso con quel problema non ci piove, ma trovo un po' stucchevole che su un forum tecnico la risposta sia in sostanza: "tienitela così e fottitene".
  7. Verificherei innanzitutto di aver impostato nel firmware il corretto modello di termistore. Dovrebbe essere possibile modificare a mano la lettura dei valori del termistore in marlin ma io non ho mai provato.
  8. Dipende dalla temperatura che raggiunge dentro l'armadio. Fai molto in fretta con un piccolo termometro da ambienti. Se siamo su temperature sui 30-40 gradi, non mi preoccuperei troppo, anzi, potresti stampare meglio materiali che beneficiano di camera chiusa riscaldata.
  9. Beh certo, il fondo va scelto con criterio sulla base dei colori da dare, su questo non ci piove. Io posso farti l'esempio delle basette su cui incollo le miniature in resina, che generalmente mi stampo in PLA, con il filo che ho in macchina. Primer grigio, a bomboletta, poi marrone, un paio di passate e sei a posto. Posso tranquillamente saltare questo passaggio, ma se dipingo direttamente sul pezzo di pla o ci butto colore con il badile oppure di mani ne devo dare diverse, perché prima di coprire il colore del pla ce ne vuole, specie se il PLA non ha una colorazione neutra o che si avvicina al colore da dare. Per intenderci, se ho il filo verde brillante e voglio la basetta marrone terra non è proprio una mano e via per coprire con acrilici Vallejo. Non ha poi senso, a mio avviso, usare i colori (non propriamente economici) per dare un fondo quando ho il molto più economico primer che è fatto apposta. Sì vero, peraltro con la già citata tecnica del contrast paint il primer diventa veramente fondamentale e l'effetto cambia parecchio, ovviamente, da fondo scuro o chiaro.
  10. Per aerografo non so perché non lo possiedo. Con pennello normale, se non metti il primer devi fare molti più strati per avere una copertura uniforme sul colore base, specie su superfici lisce come roba stampata in PLA. Questa la mia esperienza.
  11. Non lo dico io, lo dice il sacro verbo della pittura delle miniature, tramandato nei secoli per via orale. Scherzi a parte, il primer è quasi d'obbligo, fa da aggrappante, fai molta meno fatica poi a stendere il colore e con quello a bomboletta fai in fretta. Cercati qualche tutorial di pittura in rete per miniature, sono spiegati tutti i passaggi, ce ne sono a bizzeffe.
  12. Normalmente usi un primer (da modellismo preferibilmente, io uso vallejo in bombolette o quello per pennello) e poi usi degli acrilici ad acqua (Vallejo, Army Painter e Citadel sono i più usati, io uso i primi, linea game color che va bene per miniature da uso "gioco", se la metti su uno scaffale c'è la linea model della stessa casa).Per ombreggiare uso gli inchiostri della stessa linea. Ci sono kit introduttivi abbastanza economici per tutti i gusti (II guerra mondiale, fantasy, ecc). Citadel al momento è l'unica marca che produce la linea "contrast", colori relativamente nuovi (2019) e rivolti ai principianti: sono una sorta di mix fra colori e inchiostri che permettono, dopo aver dato il fondo con il primer, di ombreggiare / illuminare il pezzo in un'unica passata, con un risparmio di tempo notevolissimo. Da febbraio anche Army Painter farà uscire la sua linea. Io non li ho ancora usati ma ne ho sentito parlare bene e ho visto dei risultati in rete tutto considerato molto validi in relazione al tempo impiegato. PS Visto che siamo stampatori, consiglio a tutti di stamparsi una wet palette (ce ne sono diverse su thingiverse), strumento molto comodo per pitturare.
  13. Io ripeto il PLA gesso non l'ho usato, ma dalle foto che ho visto dovrebbe avere una certa porosità. Non costa una fortuna, io lo prenderei. Se lo dipingi, se non usi colori troppo coprenti come acrilici da modellismo o colori ad acqua la porosità dovrebbe rimanere. In alternativa può sempre usare del materiale da modellismo per rendere ruvide parti lisce ci sono prodotti specifici per elementi scenici tipo le basi per miniature. Non so quanto sia grande il pezzo, se non è enorme (i prodotti da modellismo purtroppo non sono economici) questo è da valutare: https://www.vendiloshop.it/it/manga-gadget-accessori-e-action-figures/593843-vallejo-vallejo-texture-fine-white-pomice-26212-colori-8429551262125.html
  14. "Internet" non è strettamente necessario. Il procedimento è: Creazione del GCode (su PC, con Cura o altro slicer) invio del GCode al Raspberry con Octoprint (via Wireless sulla tua rete di casa, anche qui, se sei all'interno della tua rete domestica non serve neppure che ci sia internet, serve che il Raspberry si "veda" con il tuo PC nella tua WLAN) Raspberry invia il GCode alla stampante e fa andare avanti la stampa Ne consegue che la rete serve solo per il punto due una volta che il GCode è sul Raspberry la rete puoi pure disattivarla, la stampa andrà avanti lo stesso (ovviamente non vedrai più lo stato sul PC, ma per la stampa non fa differenza)
  15. E' PLA caricato con polvere di gesso, per renderlo più resistente. Mai provato, dalle foto che ho visto pare avere una buona resa estetica pur mantenendo la facilità di stampa del PLA. Unica cosa, occhio che la lampada non scaldi troppo perché se è PLA non va d'accordo con il calore.
  16. Regoli solo l'offset (la differenza) fra altezza del sensore e altezza del nozzle (Z-Offset). Maggiore lo Z-Offset, più scenderà il nozzle verso il piatto quando farà lo zero. Minore lo Z-Offset, meno scenderà il nozzle verso il piatto. Lo devi regolare da LCD in modo che quando fai lo zero il nozzle sia a 0.2 dal piatto (o comunque all'altezza corretta per il primo strato).
  17. Normalmente non tocchi l'altezza del nozzle (che "lavora" a 0,2 mm di solito rispetto al piano a prescindere dal sensore) ma agisci sullo Z-Offset, che può essere impostato da LCD. Non conosco però la versione del firmware geetech. Io non metto nulla nel GCODE.
  18. Se ne è discusso molte volte, di sicuro la resina richiede qualche accorgimento in più rispetto ad una stampante a filo (che pure non è salubre, in quanto emette particolato durante la stampa). Nel dettaglio: La resina va obbligatoriamente trattata con i guanti (possibilmente in nitrile) e va evitato il contatto con la pelle (e soprattutto occhi). Questo vale sia per la resina in forma liquida sia per i pezzi non "curati" sotto luce UV. È materiale tossico e come tale va trattato: a lungo termine (o prima a seconda dell'organismo), si potrebbero sviluppare reazioni allergiche quindi meno stai a contatto meglio è. Fai conto che conosco persone che NON possono stampare con la resina perché solo l'odore gli causa reazioni avverse (gonfiore agli occhi), anche senza aver mai avuto contatti con prodotti di questo tipo, per cui dipende anche molto da persona a persona. Fai poi conto che è un materiale molto "invasivo", devi pulire in continuazione, se sta sugli oggetti li incrosta e li rovina (è molto aggressiva, mi ha scolorito pinzette, squamato delle spatole in plastica, ecc). Per cui guanti, occhiali, maschere, ecc. La resina emette odori e vapori durante la stampa che sicuramente non sono salubri. Dovrebbe contenere formaldeide, che è cancerogena. E' molto difficile stabilire quanto siano tossici perché non ci sono studi e si legge un po' di tutto, ma per un principio di precauzione partiamo dal presupposto che facciano male al nostro organismo. Personalmente, leggendo qua e là e dall'esperienza pratica, l'idea che mi sono fatto è che le mascherine da chirurgo che danno insieme alla macchina non servano a nulla. Ho investito una 60ina di euro in una maschera 3M, occhiali di protezione e filtri FP3 + filtri per vapori organici (inclusa formaldeide) e la uso se devo stare nella stanza in cui la macchina sta stampando o ha finito di stampare. Sicuramente potrà da alcuni essere considerato un eccesso di prudenza, ma meglio prevenire che curare. Ovviamente un materiale del genere non puoi versarlo nel water a fine stampa. Al netto della tossicità nei nostri confronti, è estremamente tossica verso la flora e fauna acquatica, quindi se si ha un minimo di coscienza ambientale (e anche d'intelligenza, inquinare la falda acquifera dove uno vive non è propriamente una mossa furba!) i liquidi di scarto contenenti la resina o la resina stessa va raccolta in contenitori e smaltita correttamente In generale secondo me ci va una stanza dedicata, con un'area di lavoro, possibilmente un lavandino e possibilità di areazione. Fai conto che prima di trasferirla dentro un mobiletto con ventola e filtri a carbone attivo con la stampante in tavernetta (con aerazione forzata) la puzza mi penetrava dalla porta chiusa e mi risaliva in casa. Scordati in sintesi di tenerla in salotto. Qui sul forum tempo fa avevano pubblicato una guida molto dettagliata su questi aspetti, prova a fare una ricerca (guida stampante a resina).
  19. invernomuto

    Anycubic Mega Zero

    Cosa intendi che "il filamento si concentra più da un lato che dall'altro"? E' più schiacciato da una parte? Può essere il piano, ma non torna con quanto scrivi qui: Forse ho capito male io, ma se lo fa solo su questo tenderei ad escludere un problema generale (piatto non livellato). Esistono comunque test molto veloci per vedere se il piatto necessita di un livellamento, guarda qui, scaricati il GCODE e stampalo: https://teachingtechyt.github.io/calibration.html#firstlayer
  20. Puoi fare una foto alla scheda? Come driver consiglio spassionatamente i 2209 invece dei 2208.
  21. Non ho compreso l'ultima parte. Eventuali problemi su parti lisce possono dipendere dai supporti stessi o dall'orientamento del pezzo. Lo schermo ti dura di meno (lo schermo, insieme al FEP e alla resina, è un consumabile della stampante a resina) e il tempo di stampa di un pezzo diventa più alto, tutto qui. Sì ma come abbiamo già detto quelli sono valori "di base" che vanno tarati sulla base delle resine e delle condizioni ambientali. Esistono test di esposizione per tarare correttamente la propria stampante, parti da quei valori e fai i dovuti test. D'altronde se stampi a 10 gradi centigradi qualche compromesso lo devi fare.
  22. Assolutamente NO, usa lo sdoppiatore su Z1 e vivi felice. Quella doppia presa per Z della tua scheda è di fatto uno sdoppiatore "saldato" sulla motherboard. Hai sempre un driver che comanda due motori, con la metà della forza. Essendo Z, va più che bene. Comunque puoi usare il doppio driver rimappando E1 nel firmware, sempre che tu non abbia bisogno di un doppio estrusore (e mettendo un driver su E1, ovviamente).
  23. Vetril e panno. Eviterei prodotti chimici troppo aggressivi. Tieni conto che il FEP è uno dei consumabili della stampa a resina, prima o poi va cambiato. Ne basta un sottilissimo strato Boh, vedi tu, io già trovo molte differenze fra 18 e 20 gradi, a 14 gradi so già che la stampa avrà qualche problema. Considera che basta un box in legno con uno sportellino: ci metti un tappetino riscaldante per rettili e hai risolto. C'è qui chi ha messo la stampante sul balcone, basta isolare bene termicamente il tutto. La FDM soffre meno le basse temperature, al limite consumi più corrente, la resina cambia le sue proprietà chimiche con temperatura (e umidità) ed è sconsigliato andare sotto i 20 gradi.
  24. Non saprei, ma credo di no, più spesso è e più è resistente, ma io uso FEP comprati su Aliexpress a pochi euro e vanno bene. Il tuo problema è la temperatura, 14° sono pochissimi, stai buttando via tempo e soldi, per esperienza personale vai incontro ad una % di stampe fallite decisamente più alta della norma. Prova ad aumentare l'esposizione e la densità dei supporti, anche nelle impostazioni automatiche di solito ti permette di impostare una densità dei supporti da creare sul pezzo. Fai conto che per certi pezzi io uso densità anche molto elevate rispetto allo standard dello slicer. La stampa a resina è già rognosa quando la stampa riesce, quando hai un piatto pieno di pezzi che si sono formati male e che ti hanno lasciato residui su tutto il FEP a me viene la voglia di spegnere tutto e riprendere in altri giorni. Altra cosa, dopo aver pulito tutto e tirato tutto a lucido potresti provare a passare un panno imbevuto di grasso al litio o simile sullo strato di FEP a contatto con la resina. Deve rimanerne un leggerissimo velo, non deve opacizzarlo ovviamente. Aiuta a non far aderire la resina al FEP. La mia tecnica per far durare di più il FEP è la seguente: Passata di spatola per far muovere i residui rimasti attaccati sul FEP qualora la stampa non sia perfettamente riuscita rigorosamente con la vaschetta ancorata alla stampante. L'obiettivo è solo quello di "smuovere" i pezzi rimasti attaccati, con delicatezza, in modo da non rovinare il FEP. Rimozione della vaschetta, filtraggio resina per togliere i pezzi già staccati Eliminazione manuale dei pezzi rimasti ancora a contatto con il FEP (che però ho smosso al primo punto) o con un paio di pinzette (facendo molta attenzione a non graffiare il FEP) o tramite dita / carta Nei casi più gravi pulizia della vaschetta con detergente e lucidatura del FEP per ripartire da una situazione ottimale e per capire in che condizioni è il FEP
  25. No, questo penso sia l'esposizione base degli strati dopo i primi. Esposizione dei primi strati. Quanti primi strati fai. In questo caso, o provi ad aumentare l'esposizione base, oppure metti più supporti. Se ti stampa correttamente la prima parte e poi i pezzi si attaccano al FEP significa che il pezzo non è ben supportato: il pezzo si stacca dai supporti durante la stampa, quando lo strato che hai esposto deve staccarsi dal FEP. Nella stampa a resina è normale che il pezzo rimanga attaccato SIA al FEP SIA al piatto durante l'esposizione di un dato layer. Il FEP è flessibile, il piatto no. Ad ogni layer esposto, il piatto viene fatto risalire: durante questa fase la plastica del FEP flette finché la parte attaccata al FEP si stacca e rimane solo attaccata al piatto. A tal proposito, è del tutto normale, anzi direi salubre, sentire il rumore dello stacco (una sorta di schiocco) quando il piatto risale appena ha finito l'esposizione di uno strato. E' il FEP che flette e rilascia il pezzo quando il piatto sale. Come puoi immaginare, questa flessione del FEP durante la risalita sollecita il pezzo: se i supporti sono troppo deboli, il pezzo si stacca dai supporti e rimane attaccato al FEP. Da quello strato in poi hai perso il pezzo, ti stamperà quella parte tutta attaccata al FEP. Per cui stacca i pezzi dal FEP con la spatolina in plastica, facendo attenzione a non rovinarlo, filtra la resina dei pezzi solidi che stanno dentro la vaschetta e riparti con più supporti / maggiore esposizione di base. Tieni conto che tipo di resina e temperature incidono molto su tali comportamenti. NB per quanto ovvio NON stampare se non hai rimosso i pezzi duri dal FEP, c'è il rischio di spaccare lo schermo quando il piatto fa lo zero.
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