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Fermato uomo in possesso di un fucile stampato 3D, passerà 8 anni in carcere


stampa3D
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È notizia di qualche giorno fa e, tutt'ora, resta sulle prime pagine di numerosi quotidiani internazionali. Un uomo americano ha illegalmente stampato 3D un fucile AR-15 ed è stato arrestato con una sentenza che prevede ben otto anni di prigione.

Tutto questo è accaduto in Texas. Già nel 2017 Eric Gerard McGinnis fu arrestato fuori Dallas mentre stava letteralmente testando e sparando con un'arma da fuoco nei pressi di un'area ricca di alberi. Gli ufficiali lo trovarono con una lista di persone, soprattutto giuristi e politici, possibili vittime del suo fucile stampato 3D (riporta NPR).

armi stampa 3d

In un paese liberale come gli USA dove il possesso di armi da fuoco è la normalità, l'idea di autoprodursi la propria arma non esce troppo dagli schemi. Infatti, nel paese oltreoceano non possiamo affermare che sia illegale stampare 3D una pistola. Anzi, anche l'acquisto di piccole componenti non va contro la legge americana. Queste possono essere acquistate da chiunque e utilizzate per assemblare pistole e fucili. McGinnis è stato molto abile in questo: assemblando piccole componenti e pezzi stampati 3D su misura, è stato in grado di realizzare un'arma da fuoco completamente funzionante.

In agosto 2018 un giudice federale ha reso illegale la condivisione online di progetti relativi alla stampa 3D di armi da fuoco, un tema diventato abbastanza comune nelle community online di appassionati.

Per quanto il tema delle armi da fuoco sia molto meno sentito in europa rispetto agli Stati Uniti d'America, la questione si presenta molto delicata. Anche l'Unione Europea si è iniziata a porre il problema, decidendo di andare a combattere tutte le opere illecite in relazione a sicurezza e proprietà intellettuale. Non è un caso, infatti, se nel 2018 è stato indetto un congresso dove si è discusso il diritto alla produzione e riproduzione tramite stampa 3D, soffermandosi in particolar modo sulla difficoltà di regolamentare i soggetti singoli in possesso di stampanti 3D - quelli che tutti noi oggi chiamiamo in modo amichevole "makers".

Dobbiamo dargliene atto, McGinnis si è comportato da vero e proprio maker, riuscendo a fare da sé un'oggetto estremamente complesso e allo stesso tempo pericoloso per la società. Peccato, perché pur dimostrando le grandi possibilità offerte dalla tecnologia, questo ci mette in guardia nei confronti della nuda e cruda realtà.

In futuro speriamo di avere a che fare con idee estremamente geniali, sì, ma dotate di un fondo più genuino.

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