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  1. Si parla di Lego, e quando si parla di Lego non si può non parlate dei mattoncini che ci hanno fatto sognare quando eravamo bambini. In tanti potrebbero vedere i Lego come il primo approccio al mondo dei maker. Vorremmo quindi condividere con voi questo interessante articolo scritto da Davide Sher per wired.it, nel quale sono sapientemente raccontante le mosse che Lego sta svolgendo per adottare le stampanti 3D nelle sue catene di produzione. "Abbiamo chiesto a Lego in che modo sfrutterà la stampa 3D in futuro e abbiamo scoperto che la usano già. Ecco come. http://images.wired.it/wp-content/uploads/2014/01/1388738158_lego-1-600x335.jpg (Foto: Davide Sher) Da un punto di vista puramente commerciale è la domanda da un milione (anzi, probabilmente, da diversi miliardi) di euro: in che modo Lego sfrutterà a suo vantaggio le possibilità offerte dalla stampa 3D? In passato l’azienda danese, nata nel 1934, è stata più volte in grado di reinventarsi seguendo gli sviluppi tecnologici, a partire dall’adozione della plastica (acetato di cellulosa) per i suoi mattoncini nel 1949 e a quella della stampa a iniezione (injection molding) nel 1947. Durante lo scorso decennio, in un momento storico che ha visto i videogiochi e i giocattoli interattivi affermarsi come possibili antagonisti, Lego ha reagito abbracciando le nuove tecnologie e, invece di soffrire per la concorrenza, è cresciuta in maniera esponenziale. Ad oggi sono stati venduti circa 560 miliardi di mattoncini Lego nel mondo, ma anche i suoi videogiochi, realizzati in collaborazione con alcuni dei più celebri game developer e publisher, hanno venduto milioni di copie, ottenendo spesso l’apprezzamento della critica specializzata. Nuovi software comeLEGO Digital Designer (che in pratica è un avanzato programma gratuito di grafica 3D ba base di mattoncini Lego virtuali) hanno iniziato diffondersi. Non sempre le nuove idee digitali sono state un successo, come nel caso del mondo virtuale online Lego Universe, chiuso dopo aver completamente disilluso le attese, ma in generale il bilancio è positivo, considerando anche i progetti di robotica legati alla serie Mindstorms e le possibilità aperte dal progetto LEGO Google Build with Chrome. http://images.wired.it/wp-content/uploads/2014/01/1388738240_LEGObot-3D-Printer-da-Instructables.jpg La sfida più grande Con l’avvento delle nuove tecnologie di stampa 3D, però, Lego si trova di fronte alla più grande sfida che abbia mai affrontato. Se si aprirà a un mercato digitale per i suoi modelli – cioè permettendo di acquistare un modello virtuale e di stamparlo (come pezzo unico o mattonino per mattoncino) nei negozi di giocattoli, nei 3D Print Shop o addirittura in casa – si esporrebbe allo stesso rischio di pirateria digitale che ha colpito le industrie dei contenuti. Allo stesso tempo aprirebbe le porte a molteplici, nuove possibilità di business e riuscirebbe a raggiungere milioni di nuovi potenziali appassionati, esattamente come accaduto per musica, film, videogiochi. Il passaggio, qualsiasi sia la decisione che Lego prenderà, sarà semplice. Basterà fare in modo che che i modelli creati attraverso software come Lego Digital Designer o Google Build with Chrome siano esportabili come file .OBJ, .STL o .3DS per essere stampati in bassa qualità via FDM (Fused Deposition Modeling), fondendo le plastiche ABS o PLA, e nel giro di uno o due anni, anche in altissima risoluzione attraverso le nuove stampanti 3D stereolitografiche, che usano resine che si solidificano quando vengono esposte ai laser o ai raggi UV. Resta la questione dei costi: stampare un mattoncino Lego in alta risoluzione oggi costa molto di più che acquistarlo originale. Allo stesso tempo andranno considerate anche diverse soluzioni intermedie, come ad esempio la possibilità di stampare i giocattoli nei negozi attrezzati con stampanti 3D industriali o magari solo di stampare un singolo mattoncino necessario per portare a termine un particolare progetto. O, ancora, la possibilità di creare mattoncini con forme che le fabbriche Lego non producono, come, d’altra parte, succede già da tempo s network di Shapeways,Cubify e Thingiverse. http://images.wired.it/wp-content/uploads/2014/01/1388738186_lego-2-600x335.jpeg (Foto: Davide Sher) Rischi e opportunità Quindi, la stampa 3D per Lego è più un rischio o un’opportunità?“Apprezziamo la concorrenza leale e crediamo che sia un fattore positivo per noi, per i nostri utenti e per l’industria del giocattolo in generale”, spiega Roar Rude Trangbæk, Lego Press Officer, External Media Relations, “ma per quanto riguarda la concorrenza sleale, abbiamo sempre difeso, e continueremo sempre a difendere, i nostri copyright, trademark, brevetti e proprietà intellettuali. Ciò significa che monitoreremo tutti i modi in cui la stampa 3D verrà utilizzata commercialmente e adotteremo le azioni necessarie per tutelare i nostri diritti – anche per assicurarci che i consumatori siano sempre in grado di distinguere chiaramente quando stanno acquistando un prodotto Lego di alta qualità – e quando, invece, stanno acquistando qualcos’altro”. Qualsiasi possibile sviluppo della stampa 3D avrà necessariamente un impatto sulle politiche di prezzo adottate da Lego, così come lo è stato per CD, DVD, Blu-ray e videogiochi. Oggi come oggi i prezzi dei prodotti Lego sono piuttosto inflazionati, anche considerando la qualità e il lavoro di licensing, sviluppo e marketing coinvolti. Eppure la “resistenza potrebbe essere inutile” e Lego probabilmente dovrà trovare – e in parte ha già trovato – il modo migliore per rendere la stampa 3D una risorsa.“Crediamo che la stampa 3D sia una tecnologia molto interessante– ha aggiunto Trangbæk – e la conosciamo molto bene. Da tempo utilizziamo diversi processi di stampa 3D per sviluppare i prototipi dei nuovi modelli Lego che poi andiamo a produrre su vasta scala”. Ciò non significa che Lego stamperà in 3D tutti i suoi giocattoli, almeno non nel futuro prossimo. “La stampa 3D non può ancora essere considerata un’alternativa valida alla stampa a iniezione per i prodotti Lego a causa dei nostri elevatissimi requisiti di qualità, durabilità e sicurezza che le attuali tecnologie di stampa 3D non sono in grado di soddisfare“, ha precisato Trangbæk.“Inoltre, al momento i costi e i tempi per la manifattura diretta attraverso la stampa 3D non sono commercialmente validi per noi – tranne che che per le attività di prototipazione. Solo nel 2012 abbiamo prodotto 45 miliardi di mattoncini”. Quante stampanti 3D ci vorrebbero?" (Qui il link all'articolo originale) Questo articolo è stato riprodotto nel rispetto della licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - No derivati 3.0
  2. stampa3D

    Storia della Stampa 3D

    Vi siete mai chiesti da dove sia nata la stampa 3D e come si è evoluta nel corso degli anni? Di seguito trovate una semplice infografica ricca di informazioni sulla storia delle stampanti 3D, pubblicata da www.computersciencehub.org/
  3. Dopo aver conquistato gli USA, il movimento 3D Hubs sta spopolando nel nostro paese. 3D Hubs è un servizio che permette a chi possiede una stampante 3D di registrarsi come Hub, ossia come centro di stampa 3D. Sul portale è possibile registrare la propria posizione, la stampante 3D che si possiede e stabilire i prezzi di stampa, in modo da dare accesso ad altri maker della zona alla propria stampante 3D. In questo modo sarà sufficiente inviare il file stampabile in formato .stl al proprio maker preferito caricandolo su sito, potendo scegliere anche il materiale di stampa. Una volta eseguito l'ordine, lo si potrà ritirare a mano o farselo spedire. In Italia sono state sbloccate numerose città, tra queste Bologna, Venezia, Napoli, Firenze, Torino, Milano e Roma sono quelle col maggior numero di hubs. La passione per la stampa 3D cresce rapidamente e sta iniziando a rendersi realmente accessibile a tutti anche grazie a queste innovative possibilità. Il nostro parere è che a breve sarà possibile vedere l'effettivo sviluppo di questa conoscenza amplificata grazie a un incremento della produzione di oggetti in modo creativo, quasi mainstream. La terza rivoluzione industriale è tra noi. Qui il sito di 3D Hubs.
  4. Allied Market Research, famosa compagnia specializzata in ricerche di mercato con base a Portland, in seguito ad un recente studio ha valutato in 46 miliardi di dollari il mercato della delle tecnologie 3D. I dati rilevati dal mercato sono divisi in tre categorie: - Prodotti: stampanti 3d, occhiali 3D, display 3D, ecc; - Applicazioni: industria della stampa 3D, entertainment, aziende impegnate nell’ healthcare, governi e agenzia per la sicurezza nazionale, enti spaziali, industrie manifatturiere e compagnie impegnate nell’ambito delle costruzioni; - Software: scanner 3D, modellazione 3D, rendering 3D, animazioni 3D, ricostruzioni 3D Tecnologie 3D: dati di mercato Il Nord America ha realizzato nel 2013 oltre il 40% dei ricavi del settore delle, guadagnandosi il primato di regione più avanzata nel campo delle tecnologie 3D. Il settore dell’entertainment, il quale comprende il mercato dei tv 3D e degli occhiali 3D, è quello che ha venduto di più nell'ultimo anno. Le stampanti 3D, unite a tutte le loro applicazioni, hanno segnato una crescita esponenziale. Si prevede che, grazie al continuo aumento di precisione delle stampanti e piattaforme di comunicazione più efficienti il mercato sia destinato a crescere di circa il 20% all’anno. Non a caso, le tecnologie di modellazione e stampa tridimensionale stanno diventando sempre più rilevanti nei settori produttivi più disparati. Solo l’industria dell’entertainment ha fatto segnare un incremento del 39% nel corso del 2013, mentre il settore più interessato a queste tecnologie è quello aerospaziale, seguito da quello della salute. La previsione generale è che entro il 2020 il mercato arriverà ad un valore di 175.1 miliardi di dollari con una crescita media annua del 20%.
  5. La Maker Faire Rome comprende una serie di grandi eventi completamente dedicati all'innovazione e all'artigianato digitale. Promuove il movimento dei maker, l'autoproduzione e lo sviluppo sociale partendo dalle piccole comunità e dalle singole persone. La prima Maker Faire europea è quella di Roma, chiamata Maker Faire Rome, e organizzata in collaborazione con Arduino e la rivista internazionale Make. MAKER FAIRE ROME: EDIZIONI 2013 E 2014 Alle Maker Faire si trovano espositori, i quali mettono in mostra le proprie produzioni e invenzioni. Stampanti 3D, utensili innovativi, macchine e robot sono solo alcuni degli oggetti messi in mostra, coi quali spesso si può interagire per testarne le capacità. La Maker Faire è anche un luogo di condivisione di conoscenza, dove i più grandi inventori del nostro tempo presentano i loro progetti e tengono conferenze sulle ultime tecnologie. L'ultima Maker Faire Rome si è tenuta a ottobre 2013, mentre quella del 2014 è già stata pianificata dal 28 settembre al 5 ottobre. Vi terremo informati sulle ultime informazioni riguardo questo grande evento, il quale può essere visto come una ventata di aria fresca per il nostro paese in grado di spingerlo verso un nuovo modo di pensare e ragionare. [gallery link=file" columns="1" td_select_gallery_slide="slide" ids="257,258,259]
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