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Marco Ardesi

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Risposte pubblicato da Marco Ardesi

  1. 2 ore fa, Alessandro Tassinari ha scritto:

    Collaborando con scuole e Istituti di diverso tipo, questa visione mi sembra utile (a livello di didattica). Chiaro, per l'azienda produttrice/venditrice deve essere sostenibile a livello economico. Però mentre scrivo, penso già che potrebbe essere un modello di business: vendo il kit, sul kit immagino non possa essere pretesa chissà quale assistenza, e vendo successivamente servizi, upgrade o componenti che possono "aumentare" l'esperienza.

    Facciamo un kit "Stampa 3D forum"? 🤠

    Grande, 😁

    penso anche io la stessa cosa... sono anni che cerco di convincere persone a collaborare nello sviluppo di una stampante in kit ma poi tutti vedono il kit come una perdita di tempo... 

    Sarei onorato di collaborare e partecipare allo sviluppo di un kit. Qualsiasi sia il nome del progetto.

    Ho conosciuto personalità grazie al mio canale youtube poco conosciute ma molto competenti che sarebbero liete di dare una mano secondo me!

    Se anche secondo te Alessandro è una buona idea comincio a spargere la voce e tastare la disponibilità di alcuni personaggi.

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  2. 1 ora fa, Mino ha scritto:

    Raise non ha fatto nulla di singolare nel campo della stampa 3D in quanto, a parte Simplify3D, tutti gli slicer più diffusi sono scaricabili gratuitamente, compresi quelli di Ultimaker e Makerbot...

    Per quanto riguarda i progetti open source, ripeto, il web ne è pieno. Prusa, Ender e Creality, giusto per citare le più diffuse, forniscono liberamente i loro progetti per chi, come me, ama fare da solo e senza kit. Tra l'altro si tratta di stampanti la cui tecnologia non è certo un segreto, in quanto derivano tutte dalle prime cartesiane, delta e coreXY proposte su RepRap.

    Puoi linkarmi questi kit per favore disponibili online? Così per i prossimi acquisti per la didattica ci faccio un pensiero. Non dico i progetti però ma i kit printi per essere montati. Come ben sapranno anche altri docenti, non è possibile lasciare libera una classe da 20 studenti nell'auto-produzione dei componenti... neanche nell'acquisto...

    Grazie.

    La Raise è un esempio come anche gli altri citati da te, che hanno fatto un progetto e distribuito gratuitamente per incentivare la diffusione del logo Raise.

    2 ore fa, Mino ha scritto:

    Se hai un obiettivo formativo lo strumento esiste da sempre e si chiama RepRap.org. I progetti sono chiari, dettagliati e altamente educativi. Puoi decidere di iniziare con una Mendel che, a parte l'elettronica, necessita solo di parti stampate, tiranti, viti e bulloni; tutte cose facilmente reperibili in ferramenta, mentre le parti stampate le stampi tu, magari coinvolgendo gli studenti, che inizierebbero a vedere come funziona questa tecnologia e dimostrando loro il suo lato più affascinante: l'autoreplicazione.  Oppure potresti puntare immediatamente sulla Prusa i3, i cui progetti sono tutti open source e  che di "complicato da reperire" ha solo il frame che, di fatto, puoi far realizzare in plexiglass, legno, alluminio. La Prusa ha il vantaggio di essere molto più semplice da assemblare, oltre che conforme a buona parte delle stampanti hobbistiche in commercio.

    Assemblare una stampante in kit equivale a montare un mobile IKEA; costruire una stampante da zero è tutt'altra cosa.  

    Inizialmente, viste le difficoltà di insegnare ad un gruppo classe molto vasto, sarebbe meglio un kit come hai detto te. Mi spiace solo che ci sia solo prusa disponibile...

    14 ore fa, marcottt ha scritto:

    mah... io penso che ci sia anche un problema di gestione garanzia... che i cinesi alla fine gestiscono un po' come vogliono ma un'azienda italiana non so come farebbe a gestire tanti privati che iniziano a stampare e non  riescono e danno la colpa alla stampante... lo abbiamo visto tanti volte su questo forum gente arrivata con domande assurde e poi scomparsi... quasi sempre gli si è data una mano ma non raramente ci sono stati  riscontri non positivi... pensate ad una azienda che avrebbe il dovere di gestire la garanzia (2 anni)... 

    secondo me solo per questo è un'idea fallimentare...

    concordo... motivo per cui credo che il kit debba essere diffuso alle scuole, studenti e docenti per imparare ad usare le stampanti. Una azienda non ha vantaggio nel distribuire il kit, come dici te si trascina dietro molte rogne costose in termini di tempo ed assistenza.

    Il vantaggio è sono in termini di marketing. O il vantaggio potrebbe essere benissimo strutturare un prodotto/servizio personalizzato per le scuole con assistenza e formazione pagata.

  3. Ciao @AndreMo, la versione Beta non so se ha migliorato il calcolo. Mentre con le versioni precedenti ho notato anche io errore nel calcolo. Calcola circa il 15/20% in difetto.

    Mi hanno spiegato che dipende però anche dal firmware della stampante 3D. Sulle mie stampanti ho notato che, pur con lo stesso gcode, vanno a velocità diverse.

    3 minuti fa, FoNzY ha scritto:

    è normale, fa sempre cosi'.

    puoi aggiungere direttamente dallo slicer una % di tempo fissa da aggiungere alla stima, per il filamento non saprei...

    per il filamento puoi variare il peso specifico nelle impostazioni del filamento in genere

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  4. IL TEMPO PASSA ed riferimenti nel mercato si fanno sempre più PRESENTI.

    Una cosa interessante secondo me che dovrebbero fare le imprese Italiane è creare una stampante 3D entry-level e distribuire il progetto gratuitamente. Sono convinto che le risorse ci siano ed anche le macchine per creare le componenti.

    Anche le competenze ci sono vedendo lo stato attuale delle imprese Italiane e le community attive come questa.

    Questo provocherebbe molta visibilità.

    In alcuni stati la visibilità è la base del marketing!

     

    La Raise per esempio ha applicato lo stesso meccanismo con lo slicer.

  5. 14 ore fa, Mino ha scritto:

    Se voglio un’automobile, vado dal concessionario e ne acquisto una, non ordino tutti i pezzi in scatola di montaggio; lo stesso vale per qualunque altro strumento/macchinario che desidero utilizzare.

    All’utilizzatore finale non frega nulla di saper montare una stampante, ha necessità di utilizzarla e  si aspetta che sia il più “user friendly” possibile. 

    La tecnologia deve essere accessibile a tutti, affinché possa prendere piede. Se l’informatica non avesse investito sulla semplicità di utilizzo, oggi il mondo non sarebbe lo stesso. 

    Come dice @FoNzYchi vuole fare un uso produttivo della stampa 3D vuole caricare il GCode, premere un bottone e aspettare il risultato finale. Senza se, senza ma e a costo di spendere 10.000€ piuttosto che 200. Per cui alle aziende che puntano su questo target, di fornire i kit non frega nulla anzi, preferirebbe che non esistessero. 

    Ciao @Mino, concordo con te sull'uso della stampante 3D professionale per aziende. Sul fatto che vogliono "chiavi in mano" e che la stampante produca... o meglio vorrebbero.

    Lavorando con le scuole però mi sono accordo di questa lacuna... Nella scuola dove insegno io per esempio hanno motori che smontano e montano... Sono meccanici. Per l'uso delle stampanti 3D invece hanno solo il pre-assemblato. Esiste solo Prusa che ha fra l'altro un prezzo alto che favorirebbe anche un ricarico discreto per chi le fa. Tralasciando la questione economicità e costi:

    non dico che le stampanti dovrebbero essere in tutte in kit... dico che nn ce ne sono più sul mercato neanche per coloro che vorrebbero imparare a montarla. Non ci sono proprio progetti Italiani per questa applicazione in particolare.

    Questo è un grosso peccato... Questo dimostra la povertà culturale ed etica che è rimasta nell'aria dagli anni scorsi. Povertà che è rimasta anche all'interno delle scuole e che aleggia anche negli imprenditori che sono convinti che investire in cose che non ti fanno guadagnare non abbia senso... Tipo la cultura.

    Inoltre ho conosciuto imprese che hanno speso molti soldi in stampanti 3D per avere meno problemi... Oggi non si sono pagati i macchinari, sono obsoleti e non hanno neanche capito come metterci le mani. L'atteggiamento chiavi in mano oggi prevede un alto rischio vista la quantità enorme di stampanti 3D sul mercato.

     

    Io non ho apprezzato per niente la scelta di non produrre più stampanti 3D in kit come la Evo di Nicola P. Come non ho apprezzato anche che alcuni collaboratori non abbiano voluto portare avanti un progetto in kit per favorire l'apprendimento per questioni economiche.

     

    Sono proprio due obiettivi diversi secondo me... Io ho un'obiettivo formativo e chi fa stampanti ha un'obiettivo di guadagnare giustamente. Vendendo una stampante 3D assemblata devi fare in modo che la stampante funzioni... Vendendo un kit devi fare in modo che il consumatore sia formato e competente.

     

     

     

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  6. Ciao a tutti, ho appena finito una diretta sulla nuova versione di Cura 3D 4.9.0 Beta.

    Ho riscontrato un errore che vorrei chiedere se risulta anche a voi o no...

    In pratica tutte le volte che clicco sull'icona ad ingranaggio "impostazioni" mi si apre l'intera schermata dei parametri partendo dall'inizio.

    Nelle vecchie versioni invece c'era un'ancora che portava lo schermo li nella sezione corretta.

     

    Succede anche a voi?

     

    Ecco il link della diretta:

     

  7. 2 ore fa, gregorio56sm ha scritto:

    La versione 3.6 stabilissima e comoda con i profili di default ho stampato immediatamente con buoni risultati.

    Attualmente non posso lamentarmi della 4.8 per me ottima, mi tengo molto sui profili di default e cerco di non complicarmi la vita con l'aggiunta di troppi parametri

    grazie mille per il feedback. Stasera studio un po' la nuova versione in beta per capire come lavora.

    La versione 3.6 invece me la terrò ben stretta 🙂

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  8. 15 minuti fa, dnasini ha scritto:

    @Marco Ardesi in effetti i risultati "migliori" in fase 1 li ho ottenuti a 30mm/s. L'impostazione di default era 50mm/s ed in effetti prima i ponti venivano un po' "panciuti". Per la ventilazione al momento ho optato per un fan duct che soffia sul filamento a 360 gradi e le stampe stanno migliorando. Purtroppo sto usando il fan duct con la ventola radiale di default che mi da l'impressione di essere un po' deboluccia. Ho ordinato una turbofan radiale 5015 ma arrivera' a babbo morto, quindi per il momento ho ripiegato su una radiale sempre 5015 che dovrebbe arrivarmi tra una settimana. Con quella conto di adattare il mio attuale fan duct per ospitarla e li mi aspetto una resa della ventilazione superiore.

    ottimo lavoro. Io non me ne intendo molto di elettronica e meccanica ma apprezzo sempre componenti con prestazioni elevate che massimizzano il lavoro fatto a slicer. Buona stampa!

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  9. Ciao a tutti, nel mio canale youtube ho fatto un sondaggio in cui hanno votato in 150 persone. 

    https://www.youtube.com/c/MarcoArdesi/community

     

    Che slicer utilizzi per la maggiore per fare i file da stampa?

    il risultato:

    ideaMaker 26%

    Prusa Slicer 22%

    Simplify 8%

    Cura 40%

    Altro 3%

     

    Sto quindi pensando di approfondire una delle tante versioni di Cura 3D. 😀

    La versione più stabile e semplice di Cura 3D secondo voi quale è?

     

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  10. Ciao @dnasini, ho visto che hai già ottenuto ottimi risultati con i ponti.

    Se può esserti d'aiuto, ti dico come opero io con ponti più lunghi di 30mm:

    Tendenzialmente con ideaMaker metto una colonnina centrale di supporto manuale per smezzare il carico. Una buona gestione dei ponti più qualche supporto nel punto giusto rende la stampa migliore. 

    I ponti hanno bisogno di una ventilazione alta, una velocità ridotta ed un percorso macchina che agevoli la disposizione delle linee in modo favorevole. Oltre a queste accortezze non guasta mai usare piccoli punti di supporto 😀

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  11. 6 ore fa, Alessandro Tassinari ha scritto:

    Ciao @Marco Ardesi,

    penso che l'unica problematica siano i costi. Reperire piccole parti e impacchettarle sotto forma di kit può risultare difficoltoso in Italia, visto che la realizzazione delle componenti ha costi maggiori rispetto ad altri paesi.

    D'altro lato però sono d'accordo con te: se si trovasse il giusto compromesso tra costo e qualità, forse qualcuno si avvicinerebbe a quel prodotto. Anzi, probabilmente sarebbe una valida modalità per fidelizzare il consumatore al prodotto.

    Ciao Alessandro, prima di tutto complimenti per la community attiva che hai creato. Concordo con te sui costi di assemblaggio. Ma non coincide con la politica attuale della aziende, in quanto oggi forniscono l'assemblato. Per chi fornisce l'assemblato ci sono sicuramente più costi di manodopera.

    Detto questo capisco benissimo la scelta di tutte le imprese Italiane che hanno deciso di dare l'assemblato per questioni di garanzia e qualità. Il target delle aziende Italiane che fabbricano stampanti 3D infatti è aziendale.

    Per un mercato "home", che nessuno aggredisce in Italia, secondo i miei calcoli c'è più possibilità di rendere il prodotto economico... in quanto prevede solo la preparazione di un kit. Ovviamente le componenti non dico che devono essere tutte Italiane perchè è impossibile. Quindi il costo dei componenti del kit dovrebbe essere comunque basso ed il linea con il mercato.

    Concordo con te sul fatto che per fidelizzare il cliente, o meglio per catturare la sua attenzione fin dalla prima esperienza, un kit sia molto utile,

     

    3 ore fa, Mino ha scritto:

    Oltre all’impossibilità di commercializzare un prodotto a prezzi competitivi, esiste un aspetto ancor più importante: “stampante 3D di qualità in kit” è quasi un ossimoro, in quanto la qualità è strettamente legata alla competenza di chi la assembla, a meno che non progetti una stampante in kit a prova di deficiente, ma in questo caso i costi aumenterebbero ulteriormente.

    Ciao @Mino concordo con te. L'obiettivo infatti del kit, secondo me, è quello educativo. Il fatto che "se la stampante non è assemblata con cura non hai la qualità", secondo me è costruttivo e positivo.

    2 ore fa, FoNzY ha scritto:

    il discorso secondo me è lo stesso che vale per tutta "l'elettronica di consumo".

    Se uno vuole creare il suo kit "economico" deve prendere per forza componenti cinesi i quali avranno i loro costi di importazione,spedizione etc.. (che in Italia sono piu' alti che da tante altre parti) e gia' questo di per se' ti butta fuori dalla fascia di mercato che tenti di "aggredire", poi ci devi aggiungere le spese dell'azienda (manodopera,personale,gestione fiscale etc...) che ancora una volta in Italia sono piu' alte che da molte altre parti. Questi due fattori ti chiudono ogni possibilita' di aggredire una fascia di mercato "economica" perche' devi competere con il cinese che prende la roba sotto casa(nessuna spesa di importazione, dogane, moduli, burocrazia etc..), non ha grosse spese di gestione, ha un sistema fiscale nazionale basato proprio sull'esportazione ed un sistema di movimentazione merce internazionale (corrieri) che fa paura(questo fa fuori dalla fascia di mercato praticamente tutti i paesi civilizzati, qualche anno fa' la Polonia ha fatto il boom con la stampa 3d ma adesso hanno imparato anche li ad alzare le tasse)

    Sulla frase "poi al maker prodotti più professionali." non mi trovo d'accordo. in linea di massima il professionista è un incompetente in materia di "stampa 3D" e si limita ad essere l'utilizzatore quindi se gli vendi una "photon" con scritto "brand" a 50.000$ è anche contento. Quando in ambito professionale nomini marche che fanno anche "cinesate" subito si storce il naso perche' subito si associa la marca al prodotto scadente da 200$ e anche se questa marca poi tira fuori un prodotto "da professionisti" nessuno ci si avvicina perche' verrebbe giudicato male(un po' come se Bulgari si mettesse a fare gli orologi a 120euro).

    insomma nel mondo della stampa 3d professionale Italiano (ma in generale un po' su tutti i mercati) il nome ed il prezzo fanno la differenza e devi indirizzare la tua azienda verso la fascia di mercato hobbystica o quella professionale, farle entrambe è sempre molto difficile in tutti i settori anche in quello degli "strumenti" dove in teoria ed in pratica non dovrebbe fregartene un cavolo.

     

     

     

     

     

    Ciao@FoNzY, riassumo ciò che hai scritto affermando che, come dici te, la gestione di un'impresa oggi è complicata in Italia. Io ho 2 attività ed a breve avvierò la terza e spesso mi sono trovato ad affrontare problemi molto complessi e demotivanti.

    Detto questo oggi ci sono due grossi "dati di fatto":

    Il kit non ha concorrenti

    In Italia oggi puoi avviare l'azienda senza troppi problemi (stando in un mercato ovviamente molto tassato)

    Come dico sempre, ogni prodotto ha un target di riferimento. Quando un target non trova il suo prodotto, li nascono le possibilità di avviare una start-up che soddisfi quel bisogno IL PRIMA POSSIBILE.

     

  12. Ciao, un argomento di cui spesso discuto è la "sparizione" dei kit e delle stampanti 3D auto-assemblate.

    La cosa che mi colpisce di più è vedere le aziende italiane che hanno scelto di non coprire questo mercato perdendo il cliente fin dalla prima stampante... 

    Mi hanno spiegato molte volte che in Italia i costi si alzano, ma trovo contro-producente lasciare il mercato delle prime stampanti ad aziende estere che proporranno poi al maker prodotti più professionali.

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