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Scelta Sensore induttivo per z-probing


jacopo99

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Ciao a tutti, dopo ore spese a settare il piano dopo quasi ogni stampa, mi sono deciso a passare all'auto Z-probe utilizzando il metodo induttivo.


Premetto che la mia stampante ha un greg, un MK2B e uno specchio posto sopra questo come piano stampa.


Ho pensato di ovviare il problema della distanza elevata utilizzando un SC 3020A NPN-NO come switch e porre, per sicurezza, un foglio di carta di alluminio tra il piano e il vetro, cosicchè il sensore riveli la lastra e da li si adatti il piano.


Ho scelto quel sensore perchè mi sembrava il modo più semplice per non dover fare un qualcosa che doveva andare a pelo del piano stampa ma semplicemente fissato al blocco estrusore.


Secondo voi potrò andare in contro a qualche complicazione?


Grazie mille in anticipo per il vostro aiuto.


 


http://s.click.aliexpress.com/e/nAqnimyrz?af=141947308


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Ciao a tutti, dopo ore spese a settare il piano dopo quasi ogni stampa, mi sono deciso a passare all'auto Z-probe utilizzando il metodo induttivo.

Premetto che la mia stampante ha un greg, un MK2B e uno specchio posto sopra questo come piano stampa.

Ho pensato di ovviare il problema della distanza elevata utilizzando un SC 3020A NPN-NO come switch e porre, per sicurezza, un foglio di carta di alluminio tra il piano e il vetro, cosicchè il sensore riveli la lastra e da li si adatti il piano.

Ho scelto quel sensore perchè mi sembrava il modo più semplice per non dover fare un qualcosa che doveva andare a pelo del piano stampa ma semplicemente fissato al blocco estrusore.

Secondo voi potrò andare in contro a qualche complicazione?

Grazie mille in anticipo per il vostro aiuto.

 

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perchè devi calibrare ogni volta il piatto di stampa?....

 

secondo me la complicazione è la calibrazione automatica.

 

fai fare alla macchina ogni volta un'operazione delicata, e poi non ho capito bene una cosa.....te la espongo brevemente:

se sul lato sinistro del piatto hai 2mm+ "esagero" e sul lato destro 1mm- la calibrazione permetterà di stampare invece di un parallelepipedo retto un parallelepipedo con lati romboidali (inclinato).

 

se la macchina è concepita correttamente la calibrazione viene eseguita una sola volta ...e magari ripetuta dopo alcuni interventi di manutenzione, ovviamente dopo centinaia ore di lavoro.

 

normalmente la calibrazione automatica è necessaria per le seguenti tipologie costruttive:

piatto a sbalzo - sostenuto da una vite centrale e due colonne (nella parte posteriore)

piatto scaldante - realizzato con una o più termoresistenze scaldanti, le quali creano una disomogeneità di temperatura sul piatto ed a seconda della dilatazione termica fanno flettere il piatto.

finecorsa meccanici - hanno una ripetitibilità di posizione di gran lunga inferiore ai finecorsa ottici.

 

scusa la narrazione insostenibile, ma hai evidenziato un punto (molto interessante); ho avuto modo di analizzare sia con teoria sia con pratica le differenze costruttive sopracitate su diverse macchine.

 

la calibrazione automatica del piatto di stampa è un artificio elettronico per ovviare a lacune meccaniche.

Saluti

Marco Capolino

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perchè devi calibrare ogni volta il piatto di stampa?....

 

secondo me la complicazione è la calibrazione automatica.

 

fai fare alla macchina ogni volta un'operazione delicata, e poi non ho capito bene una cosa.....te la espongo brevemente:

se sul lato sinistro del piatto hai 2mm+ "esagero" e sul lato destro 1mm- la calibrazione permetterà di stampare invece di un parallelepipedo retto un parallelepipedo con lati romboidali (inclinato).

 

se la macchina è concepita correttamente la calibrazione viene eseguita una sola volta ...e magari ripetuta dopo alcuni interventi di manutenzione, ovviamente dopo centinaia ore di lavoro.

 

normalmente la calibrazione automatica è necessaria per le seguenti tipologie costruttive:

piatto a sbalzo - sostenuto da una vite centrale e due colonne (nella parte posteriore)

piatto scaldante - realizzato con una o più termoresistenze scaldanti, le quali creano una disomogeneità di temperatura sul piatto ed a seconda della dilatazione termica fanno flettere il piatto.

finecorsa meccanici - hanno una ripetitibilità di posizione di gran lunga inferiore ai finecorsa ottici.

 

scusa la narrazione insostenibile, ma hai evidenziato un punto (molto interessante); ho avuto modo di analizzare sia con teoria sia con pratica le differenze costruttive sopracitate su diverse macchine.

 

la calibrazione automatica del piatto di stampa è un artificio elettronico per ovviare a lacune meccaniche.

Saluti

Marco Capolino

Ciao, come hai detto anche tu, quelle sono le ipotesi per le quali dovrei mettere un sensore induttivo: bene, la mia stampante ne rispetta due su tre:

Piatto a sbalzo e finecorsa meccanici.

Il motivo per il quale mi serve é proprio questo: ogni volta l'altezza del.primo layer é diversa, e mi tocca fare una skirt oppure il brim più larghi per monitorare l'andamento, e nel caso, settarla come dovuto.

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perchè devi calibrare ogni volta il piatto di stampa?....

 

secondo me la complicazione è la calibrazione automatica.

 

fai fare alla macchina ogni volta un'operazione delicata, e poi non ho capito bene una cosa.....te la espongo brevemente:

se sul lato sinistro del piatto hai 2mm+ "esagero" e sul lato destro 1mm- la calibrazione permetterà di stampare invece di un parallelepipedo retto un parallelepipedo con lati romboidali (inclinato).

 

se la macchina è concepita correttamente la calibrazione viene eseguita una sola volta ...e magari ripetuta dopo alcuni interventi di manutenzione, ovviamente dopo centinaia ore di lavoro.

 

normalmente la calibrazione automatica è necessaria per le seguenti tipologie costruttive:

piatto a sbalzo - sostenuto da una vite centrale e due colonne (nella parte posteriore)

piatto scaldante - realizzato con una o più termoresistenze scaldanti, le quali creano una disomogeneità di temperatura sul piatto ed a seconda della dilatazione termica fanno flettere il piatto.

finecorsa meccanici - hanno una ripetitibilità di posizione di gran lunga inferiore ai finecorsa ottici.

 

scusa la narrazione insostenibile, ma hai evidenziato un punto (molto interessante); ho avuto modo di analizzare sia con teoria sia con pratica le differenze costruttive sopracitate su diverse macchine.

 

la calibrazione automatica del piatto di stampa è un artificio elettronico per ovviare a lacune meccaniche.

Saluti

Marco Capolino

 

 

Non so perchè ma ti lovvo !!  :wub:   

 

Finalmente uno che la pensa come me !!

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Non so perchè ma ti lovvo !!  :wub:   

 

Finalmente uno che la pensa come me !!

si, okay, vi lovverei tanto anch'io se solo rispondeste alla mia domanda iniziale... :D

comunque se non fosse per il fatto di ricalibrare il piano, figurati se mi andavo ad imbelinare nell'auto probe..

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si, okay, vi lovverei tanto anch'io se solo rispondeste alla mia domanda iniziale... :D

comunque se non fosse per il fatto di ricalibrare il piano, figurati se mi andavo ad imbelinare nell'auto probe..

il sensore induttivo è il migliore....per la carta con alluminio..non sò dato che sarebbe meglio una lamina di ferro.

ciao

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Non so perchè ma ti lovvo !!  :wub:   

 

Finalmente uno che la pensa come me !!

immaginati che prima la pensavo così.....e dopo mille richieste ....."e ma la tua non ha L'AUTOBED LEVELING" ......terminando con comodissimo".

poi un cliente molto ingamba e preparato ha introdotto l'autobed leveling sulla mia stampante appena acquistata (dato che nel firmware basta attivarlo ...ed inserire la parte hardware) per poi convenire che la Z in fase di stampa del layer non si muoveva di una virgola (quindi piano perfettamente planare...per una, due tre...stampe).

Qundi ho potuto toccare con mano e sperimentare a posteriori l'effettivo vantaggio ( sulla mia stampante).

Ciao!

Marco capolino

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