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Steelform

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  1. Ciao, se non ti crea problemi, posta un igs, parasolid o formato da concordare e ti genero io l'STL così lo provi e vediamo se i buchi esistono davvero o hanno altre spiegazioni.
  2. Ciao Share, ok, vorrà dire che era una trial a scadenza. Sto scaricando tutorial così approfondisco il tema.
  3. Ciao Share, sì non avevo letto Artcam, anche se poi per risponderti il tuo msg l'ho letto più volte. Ma va bene così. Per me Delcam è Powershape, non l'ho visto citato. Certo, c'è Artcam e tanto basta. Aspire lo definisco hobbistico perchè lo avevo usato decenni fa nelle prime versioni. Credo che addirittura la prima release fosse freeware o trial a scadenza. Forse ce l'ho ancora in un qualche CD. E' evidente che la software house che lo produce non sia al top di gamma, ma questo non vuol dire che non sia un prodotto validissimo, magari più valido di altri in funzione del costo. Sul resto del discorso mi trovi abbastanza d'accordo. Circa l'uso di Catia, devo prima rivedere che fa Aspire per poter dire se Catia sia proprio out. Da quello che dite mi pare comunque ovvio che il rapporto qualità/prezzo è tutto a favore di Aspire, includendo anche la curva di apprendimento e il tempo per realizzare un elaborato. Spero con queste righe che l'argomento modellatori ingegneristici applicati al campo artistico sia chiuso, almeno fino a quando non potrò offrire al forum delle novità da dibattere. Non mi rimane che prendere nota di dare un'occhiata a quel software (Aspire) per capire se un domani potrà servirmi. Grazie e buon lavoro.
  4. Grazie Mauro. Ok, mi pare di capire da quello che scrivi e che ha scritto Share che sullo specifico della modellazione artistica i vs. software sono decisamente più performanti. L'esempio che hai dato chiarisce la cosa. In Catia la modifica della piega si fa in ambiente Freestyle 'pizzicando' i vertici di un graticolato che hai creato appositamente. Vien da dire che lavorare in quell'ambiente ha un costo spropositato e magari le funzionalità offerte sono più a largo raggio che specifiche (sono programmi factotum). E' un aspetto piuttosto complesso che al momento non ho affrontato e che non posso commentare. Aspire lo seguo da mille anni (mi arriva puntuale una newsletter) ma non l'ho mai preso in mano seriamente, come un pò tutto il settore CAM. Devo avere un manuale in PDF da qualche parte, magari non aggiornatissimo però sufficiente per capire come si comporta. Buona giornata.
  5. Dimenticavo: Catia è multibody. Questo vuole dire che se hai un bassorilievo con giraffe e leoni e ti ricordi che il leone lo hai già fatto in un altro bassorilievo, lo devi solo scalare/ruotare/specchiare, lo copi e lo incolli. Detto così è banale ma all'atto pratico è una chicca. Aspire non lo fa vero?
  6. Ciao. Vedo che non leggi le mie risposte. L'ho anticipato io che i modellatori professionali sono troppo costosi e offrono troppe features (non paradigmi) che magari esulano da un utilizzo limitato alla modellazione di un bassorilievo. Ciò non toglie che chi già conosce un software di quel tipo, magari non solo parametrico ma anche in modellazione diretta (Catia e S.E. già lo fanno, Inventor un pò fino alla 2013, non so adesso, SWorks non ho idea) può utilizzarlo con soddisfazione. Non ho alcun dubbio sul fatto che un pacchetto come Catia (per i fortunati che lo possono utilizzare) offra infinite possibilità di modellazione. Quello che ignoro sono le eventuali funzioni (traduco così features) che magari Aspire ha per poter rendere tridimensionale una immagine raster o vettoriale. Mi spiego: procedure specifiche focalizzate sull'importazione dell'immagine e la sua estrusione. Tieni presente che con Catia importi direttamente le nuvole di punti della scansione laser (del bassorilievo, visto che ne stiamo parlando) per poi elaborarti la mesh e le superfici. In realtà le possibilità di modellazione sono ben più elevate, ma ovviamente inadatte per uso amatoriale in virtù del loro costo (decine di miliaia di euro). Circa il fatto del percorso CAM tieni presente che 'gli ingegneristici' generano il codice da tempo, alcuni (come Catia) hanno veri e propri ambienti CAM/CAE. Il costo poi non è l'unico parametro, bisogna tener presente anche la curva di apprendimento e il tempo di esecuzione. Senza dubbio per la modellazione di oggettistica artistica a livello di hobbista Aspire è un ottimo prodotto. Ma ne esistono tanti, specie per l'utenza professionale (non hai citato la gamma Delcam). Detto questo abbiamo fatto ancora un minuetto, estetico ma privo di contenuto tecnico. Sarebbe interessante, se lo puoi riassumere in poche parole, che mi spiegassi un esempio di cosa può fare Aspire e che sia difficile da replicare con altri modellatori. Le immagini che vedo non mi disarmano: i letti barocchi e i capitelli li facevo già con S.E. mentre se dovessi prendere in considerazione un manufatto artistico userei la scansione laser. Per riassumere: non c'è dubbio che Aspire sia un prodotto più che ottimale sullo specifico di quello che stai proponendo ora, magari se ne dettagliassi un pò più approfonditamente le caratteristiche potrei imparare qualcosa. Hai il link di un manuale?
  7. I modellatori di fascia alta e media sono molto più costosi e fanno tanto cose in più che magari non servono nella modellazione artistica. Aspire è un software specifico su quel segmento e dal costo contenuto. Bastava dire questo. Se vuoi specificare un'operazione che Aspire ti permette di fare e Catia invece no... ne discutiamo tranquillamente...
  8. Ops, la fretta.... ho sbagliato tread. In realtà chi deve dare la riposta è Sharemind o persona in analoghe occupazioni occupata. Ad ogni modo il consiglio resta valido. Ciao a tutti!
  9. Certo, se la grafica è troppo complessa puoi andare in un Fablab (o analogo servizio, in questo forum ne trovi parecchi che partecipano attivamente) e fartela stampare con macchine che siano più performanti di una stampante low cost in kit. Sempre da quelle parti mi pare facciano anche la modellazione, invito chi ne sa di più a darti una risposta più completa. Se vuoi crearti tu le matematiche 3D (termine che non mi è mai piaciuto ma che si usa nel settore) puoi scaricarti dalla rete un programma di modellazione diretta fra i tanti disponibili (Sketchup, Rhinoceros, altri) e iniziare col fare i tutorials per guadagnare quel minimo di pratica che ti permetta di disegnarti il modello. Ovviamente la strada non sarà breve, ma ciò rientra nella logica delle cose. Io lavoro con modellatori parametrici da oltre un ventennio e quindi non mi sono mai interessato di modellazione diretta con software più o meno freeware. I parametrici sono sistemi più complessi da usare, sono piuttosto esigenti in termini di hardware minimo e alle volte non hanno vere versioni di prova. Ma se le avessero sarebbero comunque un passo eccessivo per chi voglia solo farsi una targhetta. Non essendo al corrente delle tue condizioni di più non so dirti per ora, se non che se hai fretta e vuoi un prodotto fatto in modo impeccabile è meglio che ti rivolga a un service. Ciao.
  10. Ok, ecco il condotto con l'accorgimento che serve a non soffiare sull'ugello. In pratica si comporta come la spazzola dell'aspirapolvere, ma al contrario. Il condotto potrebbe stare un paio di mm sopra il layer in stampa. La parte a scatto è colorata per distinguerla più facilmente. Se a qualcuno viene in mente una miglioria è invitato a partecipare. Allego PDF. Assieme condotto.pdf
  11. Mi son dimenticato un conetto centrale che eviti il raffreddamento dell'ugello e defletta il flusso sullo stampato. Vediamo se stasera. PS Ho trovato un PDF reader con il 3D, SODA, ma naturalmente si incarica di trasferire ogni informazione a server che non conosco, come fa Adobe. L'ho bannato.
  12. Mi sono divertito a disegnare un condotto, magari il weekend lo stampo dopo averne verificato i dimensionamenti. Allego il 3D in PDF VRML, bisogna usare Adobe aggiornato per vederlo. Anzi, se qualcuno conosce un lettore PDF alternativo che veda anche i VRML me lo comunichi graxie. Ciao a tutti in area. Assieme condotto.pdf
  13. Ciao. Da quel che mi dici c'è un problema di flessione del materiale tra l'ingranaggio e la bocca dell'ugello. In effetti c'è un certo cammino prima di arrivare all'ugello riscaldato, che credo sia voluto per tenere la parte riscaldata un pò distante dall'alimentatore. Se guardo il mio gruppo non vedo dove rosicchiare lunghezza, forse pochi mm. Bisognerebbe cambiare sistema, fare un condotto teflonato più lungo che porti fino al fusore, prima del condotto un gruppo di ingranaggi, magari tipo roller, che danno una decisa spinta al filo 'accompagnandolo' giù ma con pressioni su lati opposti, non come nel mio gruppo dove lo stepper ha un ingranaggio dentato che 'pinza' il filo da un solo lato e lo spinge facendogli fare una leggera rotazione prima di intubarlo nel condotto. A me interessa la flessibilità, il pezzo deve avere caratteristiche similari alla gomma, va benissimo anche uno Shore 55 tipo la nitrilica degli anti-shock. Ho aperto Craftware alcuni giorni fà (è gratuito) e alcune cose mi sono piaciute molto. Ad esempio il fatto che colora ogni specifico percorso così da permettere al neofita di identificare le singole fasi di stampa. Spesso succede che smanetti una variabile senza sapere a cosa sia collegata, con quel software le cose appaiono più evidenti. Poco pratico il menu ai 4 lati e poco visibili le finestrone delle opzioni col fondo nero e le scritte in microbo, ci sono più o meno tutti i parametri di Slic3r, forse qualcuno in più. Potrebbe essere un'alternativa a Host+Slic3r ma devo ancora vedere il lato 'controllo manuale' com'è. Mi piace smanettare mentre la macchina stampa, magari quando vedo melma fusa che necessita di aumento velocità ventolina o altro. Alle volte con quella flessibilità mi 'salvo le terga' sul pezzo prodotto.
  14. Dimenticavo: valutare l'opzione piano rigido togliendo il piano riscaldato, rimpiazzandolo con apposito piano calibrato in alluminio. Perdo la possibilità di riscaldarlo ma guadagno molto in precisione e semplicità di gestione. Vedremo.... è come mettere i cerchi in lega componibili alla vecchia 500.
  15. Non ti ho risposto sul piatto. Quel genere di kit del quale io ho l'ennesimo versionismo ha il supporto a farfalla, avvitato sui cuscinetti a pattini e che regge il piano riscaldato in alluminio, in metacrilato. In tutti i kit che lo adottano il medesimo ha spessore 80/10. Lo stesso succede con il resto della struttura, si suppone che si tagli un'unica lastra di metacrilato da 80/10 dalla quale si ricavano a taglio laser CO2 o acqua tutti i particolari che compongono la printer. E invece no. Nel mio caso tutto è 80/10, pure il supporto della bobina che potevano farlo più snello, tranne il supporto di cui prima che è 50/10. Sulle prime non ti accorgi della differenza, tranne quando pretendi di livellare il piano riscaldato. Tirando le viti con le rispettive molle 'a pacco' ho il piano in alluminio relativamente planare. Appena ne svito una per sollevare il suddetto piano anzichè alzarsi si piega il supporto a farfalla. Magari si alza di qualche decimo, ma non è sua madre. Tra le altre cose pure il piano riscaldato è leggermente a gobba di mulo, motivo per cui l'intersecarsi di varie problematiche rende quel genere di settaggio un'impresa degna di Sisifo. Per risolvere devo togliere tutto: 1 - mettere vere barre rettificate al posto delle mie stecche di ombrello 2 - mettere veri cuscinetti e non questi che fanno scrock-scrock e salti 3 - sostituire il supporto sottiletta con analogo in alluminio, da valutare se 60/10 o più (valutare il peso) 4 - sostituire il vetro temperato con analogo più stretto che lasci scoperte le viti 5 - utilizzare al posto delle viti volantini analogo diametro M o superiore. Il supporto riporterà la filettature e i volantini saranno svitabili a mano 6 - (opzionale) adottare righe serrate (una sorta di piccolo frame) per rimettere in squadra il piano riscaldato che fa la gobba. Valutare l'inerzia al riscaldamento che il frame comporterà perchè termicamente conduttore sul piano. 7 - comprare una stampante seria Ops, cancella l'opzione 7. Con questa spesa dovrei avere risolto il banco. Manca tutto il resto.
  16. Ciao. Hai ragione, si passa dai 28 minuti a oltre un'ora. Il fattore tempo è importante per me, anche se quello che faccio non ha finalità commerciali. Per questo quando vedo stampe oltre le 3 ore difficilmente lancio, a meno che non si tratti di pezzi di una certa dimensione e indispensabili o non altrimenti reperibili. Parlando della riduzione del diametro di ugello, in realtà non c'è sovrapposizione perchè essendo il layer H 0.2 ed essendo il fiamento di sezione cilindrica le passate si affiancano senza sovrapporsi. Per sovrapporsi dovrebbero essere strisciate ovali con diametro minore (l'altezza) di 0,2 e diametro maggiore (la larghezza) di 0,4 e ciò non succede. Mi spiego: quando poni l'H layer a 0.2 il sistema ricalcola il flow sulla base della nuova altezza. Il getto viene smagrito e le passate non sembrano poi affiancate. Circa il bowden la mia era solo un'idea teorica. Osservando il mio gruppo di stampa mi accorgo che è il suo movimento che genera il tiraggio del filo della bobina. Essendo la bobina avvolta a casaccio, non in modo ordinato con una bobinatrice industriale, spesso succede che le spire di filo si ingarbuglino con il risultato che la testa chiami a sè la bobina trascinandola sulla scrivania e portandosi dietro quello che incontra (mouse e compagnia). Questo mi obbliga a srotolare manualmente 2/3 mt di filamento prima di assentarmi o di fare altre cose, per evitare che la bobina si inceppi mentre non ci sono. Mi è capitato che il gruppo di stampa si sia tirato la bobina a morte trascinando di tutto, fino a bloccarsi o far perdere lo zero macchina al banco. Corro il rischio di rompere qualcosa. Morale: ogni venti minuti devo tornare a srotolare altro filo. Dupalle. Certo al kit mancava qualcosa, il castelletto in dotazione aveva una barra filettata sulla quale la bobina non scorreva per niente. Ero lì che ipotizzavo improbabili supporti centratori in legno (il diametro bobima è sempre quello) quando mi è venuto in mente che la stampante l'avevo presa per fare proprio le cose che non si vendono. Così mi sono fatto due belle rotelle centratrici e adesso basta toccarla che la bobina gira con minimo attrito. Nonostante ciò ho il filo che si ingarbuglia (come dicevo è stato avvolto in modo disordinato). Col bowden posso prevedere un sistema che sbrogli il filo prima di essere richiamato dallo stepper. Di sicuro ho il vantaggio che la lotta avviene separatamente dal gruppo stampa che non ne verrà quindi influenzato. In più la testa sarà scarica dal peso dello stepper e relativi ingranaggi. In più non vi saranno le vibrazioni della ritrazione del filamento. Troppi fattori concorrono verso il bowden come migliore opzione, anche se ha l'isteresi sulla ritrazione del filamento. Quello che dici sulla gomma mi allarma, devo fare molti particolari in gomma. Credo di capire che mi si approssimi un'ulteriore strada in salita.
  17. Anzi no. Il problema dell'eccessivo arrotondamento del cambio direzione è dato dal diametro dell'ugello. Se dichiaro l'ugello come più piccolo (si torna all'ugello virtuale) diminuisce il raggio di raccordatura. Da provare!
  18. Eccolo qua stampato in verticale a 0,2 mm layer. 1h e 20' per farlo. Gli ho disegnato un supporto a perdere per tenerlo in piedi, indentato in maniera da toglierlo con 3 colpetti di tronchesino. Il supporto è ottimo anche per toglierlo dal piano visto che offre leva. Nelle foto il modello col supporto. Col sole che entra forte faccio una gran fatica a fotografarlo bene. Ad ogni modo è totalmente privo di bave ed è molto 'smooth'. Questo modo di lavorare è ottimo per pezzi che non richiedano l'evidenziamento di spigoli (come gli artistici), per fare lettere ha la tendenza a smussare eccessivamente e questo diminuisce un pò l'apprezzamento sulla qualità generale, che è comunque ottima. Potrei fare di più scendendo sotto la soglia dei 0,2 mm/layer... ma bisogna vedere che dice la mia Prucina (help!) Allego fotacce:
  19. Ciao, la mia sorpresa deriva dal fatto che dalla lettura il PLA pareva poco utile nei pezzi strutturali. Un pezzo di PLA l'ho cotto su una superfice a 135° e non si è deformato. Ad ogni modo son contento così, costa meno e per quello che devo fare al momento va benissimo. Proverò a trattare un modello con la soda caustica, per vedere se può essermi utile come processo. Circa la ritrazione, gentilmente indicatami da un forista, ci sto lavorando. Purtroppo nella mia meccanica lo stepper del filamento è in semplice appoggio, la ritrazione provoca il buffo effetto di 'fargli alzare la cresta' e mi sa che questo renda vana l'operazione. Ad ogni modo non è detta l'ultima parola. Magari lo stepper potrei fissarlo in qualche modo. PS ho l'alimentazione diretta, e mi piacerebbe il Bowden per tenere la testa snella.
  20. Ciao, la tua targhetta è fatta meglio. Si, l'ugello schiaccia e allarga il materiale, ma lo fa sotto, sul primo layer e la cosa mi fa comodo perchè mi crea una base aderente e tanto non si vede. Purtroppo non posso tarare l'altezza del piano riscaldato perchè si sostiene su un foglio di carta velina, quando muovo le viti si deforma il supporto e non succede nulla. Mi tocca gestire il fine corsa e l'altezza dell'ugello, puoi immaginarti quanto sia scomodo. Un domani cambierò il supporto con una lamiera di ALU rigida e il sistema di fissaggio diventerà una regolazione, per adesso si viaggia così, con l'ugello che schiaccia al centro e sorvola ai lati. Dichiarare 0,2 anzichè 0,4 raddoppia la risoluzione orizzontale, e migliora il risultato. Anche se vedo che hai stampato meglio senza questo artificio. Nella foto che vedi sto già stampando a 0,25 (ho fatto anche lo 0,2 ma senza migliorie). Le stampe a 0,09 o 0,05 le fanno coloro che hanno macchine serie, dotate di una meccanica di precisione. Sul mio kit quando sollevo il banco col dito lo spostamento è di 2,2 mm, cioè fa ridere i polli, ma per imparare va benissimo lo stesso, e in più mi stampo quello che mi serve e che altrimenti non troverei. Come il giunto del semiasse della macchinina radiocomandata cinese di mio figlio che non esiste come pezzo di ricambio. Tornando alla targhetta vedo che hai fatto poche bave, nel mio caso invece non so se sia un problema di materiale o che perchè sto ancora valutando il primo (o meglio il secondo) che ho avuto e non ho paragoni. Ho pensato che le eventuali bobine di materiale 'scarso' possono essere comunque proficuamente realizzate per pezzi strutturali generici, non di piccole dimensioni, con ottima soddisfazione. Non butto via nulla. Probabilmente devo valutare l'acquisto di qualcosa di migliore, mi frena il fatto che dalla provincia rurale tocchi avvicinarmi alla città sorbendomi il viaggio in strada, è più comodo fare un click e ricevere la roba direttamente a casa da Amazon. Di tempo ne ho poco. Grazie per il link del manuale! E' proprio quello che mi serviva, comincerò con quello.
  21. Eccomi qua con il nuovo tentativo. Ho percorso la strada del dichiarare un ugello più stretto per aumentare la risoluzione orizzontale: funziona. Nel mio caso ho fatto un paio di prove, una con ugello virtuale da 0,25 e l'altra con ugello da 0,2. Il primo ostacolo si trova a livello del primo layer, ove con l'impostazione di altezza layer 0,4 e flow 200% riuscivo sempre a creare una base ben attaccata al vetro. Con ugelli dichiarati più piccoli e conseguentemente una minore altezza dei layer, il primo layer si trova a generare filini che difficilmente fanno presa in tutta l'area del modello e aumentando il flow aumentano gli interspazi tra le passate e quindi i problemi. Mi è stato più utile abbassare il flow a 150% per avere una maggiore compattezza anche se rimane il problema che non trovo la variabile per diminuire il gap tra perimetro e riempimento del primo layer, variabile che invece lavora sui layer successivi e che ho portato a 20% (parlo sempre di Slic3r). Non ho invece avuto alcun beneficio dal aumentare leggermente la temperatura, a riprova del fatto che questo materiale si stampa a 180° e punto. Ho provato invece a modificare il flow rate dei layer successivi al primo e... ci devo ancora lavorare, al momento non ho visto benefici. Ponendo nella variabile perimetri verticali valori attorno a 10 ho il beneficio di avere precise passate perimetrali che riempiono le lettere e fanno mancare la necessità di 'fillare' micro aree utili solo a sballarmi lo zero del banco con spostamenti a martello pneumatico (ho i movimenti rapidi a 60 ed è ancora troppo per aree così piccole) e a seminare bavette dappertutto. Appunto le 'bavette' sono ancora il mio grande problema. Nella foto se ne potrà apprezzare parecchie. Quali accorgimenti potrei adottare per minimizzare le filature che si hanno durante gli spostamenti rapidi del fusore? Ho provato a vedere se il programma gestisce il ritiro del filamento durante il crossing ma senza esito. Ciao a tutti. PS. allego STL Logo 82x21 altorilievo.rar
  22. Bello! Quanto tempo ci hai messo? PS. attenderò la risposta
  23. Dimenticavo gli STL. Ora li posto. Uhmm... vedo solo il bassorilievo, mi sa che l'altro l'ho cestinato. Anche qui c'è molto da dire, con vecchie versioni CAD e senza mettere mano alle opzioni escono i pezzi con una mesh ottimale, ma prima o poi dovrò affrontare il tema, può essere che una maggiore complessità delle mesh possa migliorare la qualità. Da sperimentare. Logo 82x21.rar
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