I valori di step/mm sono frutto di calcoli matematici e non dovrebbero essere mai modificati.
Premesso questo, se proprio vogliamo verificare che la nostra macchina, quando gli diciamo di muoversi di x mm, lo fa con precisione, l'unica cosa che possiamo fare è utilizzare un comparatore e, nel caso non lo facesse, dobbiamo verificare in primis se la geometria degli assi è corretta, in quanto il meccanismo composto da ruota dentata, cinghia e motore non può nella maniera più assoluta generare errori di tale entità.
Il famoso cubetto di test, al massimo, può essere usato per una verifica di massima della corretta geometria degli assi e delle impostazioni generali di stampa, ma mai e poi mai per modificare gli step/mm.
Il motivo principale si chiama "coefficiente di dilatazione termica lineare". In parole povere, un oggetto stampato è soggetto a un restringimento, che nel caso della stampa 3D si verifica solo negli assi X e Y. L'entità del restringimento varia innanzitutto dal tipo di materiale (il PLA si restringe quasi la metà dell'ABS), ma anche dall'escursione termica tra la temperatura di stampa e quella ambiente. Per cui se stampiamo a 200° circa un cubetto da 20X20 in PLA e rileviamo 19,85X19,85, non dobbiamo modificare un bel niente, perché trattasi delle esatte misure che il cubetto deve avere, tenendo conto del coefficiente di dilatazione termica.
Quando modifichiamo gli step per ottenere un cubetto da 20X20 esatto, in realtà stiamo dicendo alla macchina di muoversi più del dovuto, senza contare che il giorno che decideremo di stampare ABS o PETG, otterremo un cubetto di dimensioni differenti, in quanto questi ultimi hanno un coefficiente di dilatazione maggiore del PLA.
L'unico metodo corretto per avere un cubetto da 20X20 è ingrandirlo in percentuale sulla base del coefficiente di dilatazione, ma solo per X e Y, in quanto la metodologia di stampa della tecnologia FDM non causa restringimenti sull'asse Z.
Regolazione step/mm - Guida operativa alla calibrazione assi X Y Z della stampante 3D
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I valori di step/mm sono frutto di calcoli matematici e non dovrebbero essere mai modificati.
Premesso questo, se proprio vogliamo verificare che la nostra macchina, quando gli diciamo di muoversi di x mm, lo fa con precisione, l'unica cosa che possiamo fare è utilizzare un comparatore e, nel caso non lo facesse, dobbiamo verificare in primis se la geometria degli assi è corretta, in quanto il meccanismo composto da ruota dentata, cinghia e motore non può nella maniera più assoluta generare errori di tale entità.
Il famoso cubetto di test, al massimo, può essere usato per una verifica di massima della corretta geometria degli assi e delle impostazioni generali di stampa, ma mai e poi mai per modificare gli step/mm.
Il motivo principale si chiama "coefficiente di dilatazione termica lineare". In parole povere, un oggetto stampato è soggetto a un restringimento, che nel caso della stampa 3D si verifica solo negli assi X e Y. L'entità del restringimento varia innanzitutto dal tipo di materiale (il PLA si restringe quasi la metà dell'ABS), ma anche dall'escursione termica tra la temperatura di stampa e quella ambiente. Per cui se stampiamo a 200° circa un cubetto da 20X20 in PLA e rileviamo 19,85X19,85, non dobbiamo modificare un bel niente, perché trattasi delle esatte misure che il cubetto deve avere, tenendo conto del coefficiente di dilatazione termica.
Quando modifichiamo gli step per ottenere un cubetto da 20X20 esatto, in realtà stiamo dicendo alla macchina di muoversi più del dovuto, senza contare che il giorno che decideremo di stampare ABS o PETG, otterremo un cubetto di dimensioni differenti, in quanto questi ultimi hanno un coefficiente di dilatazione maggiore del PLA.
L'unico metodo corretto per avere un cubetto da 20X20 è ingrandirlo in percentuale sulla base del coefficiente di dilatazione, ma solo per X e Y, in quanto la metodologia di stampa della tecnologia FDM non causa restringimenti sull'asse Z.