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Roberto Coppa

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  1. Alcuni ricercatori dell’Università dell’Illinois hanno creato un nuovo tipo di stampante 3D capace di produrre forme complesse utilizzando dello zucchero, che può essere utilizzato per far crescere tessuti biologici. La stampante usa un processo chiamato ‘free-form printing’, letteralmente "stampa a forma libera", per creare intricate strutture che non potrebbero essere ottenute con la normale stampa 3D a layer. E lo fa utilizzando l’isomalto, uno zucchero ottenuto dalla barbabietola, impiegato solitamente per creare decorazioni in pasticceria o nelle pastiglie per il mal di gola. Il risultato finale è una struttura solubile in acqua che potrebbe avere una grande varietà di applicazioni nella ricerca medica o in ingegneria biomedica. Bisogna dire che non è certo nuovo il concetto si stampa 3D free-form (possiamo banalmente sperimentarlo con una classica penna 3D da poche decine di euro), bensì lo è questa particolare applicazione in campo medico. “Si tratta di un metodo per creare forme attorno alle quali possiamo modellare materiali morbidi o far crescere cellule e tessuti, facendo poi dissolvere l’impalcatura”. Questo è il commento di Rohit Bhargava, professore di bioingegneria e direttore del Cancer Center in Illinois. “Ad esempio, una possibile applicazione è quella di coltivare tessuti o studiare i tumori in laboratorio. Le colture cellulari vengono solitamente effettuate su piatti piani, questo ci dà alcune caratteristiche delle cellule, ma non è un modo molto corretto per vedere come un sistema funzioni effettivamente. Nel corpo umano ci sono forme ben definite, e forma e funzione sono strettamente correlate”. Il dispositivo e il processo della stampa a forma libera ad isomalto sono stati descritti in un nuovo studio pubblicato su Additive Manufacturing. Rohit Bhargava, professore di bioingegneria (a sinistra) e Matt Melber, ricercatore. ‘Free-form’ significa che l’ugello letteralmente produce l’oggetto a mezz’aria, con il materiale che si solidifica quasi immediatamente dopo l’estrusione. La stampa 3D con sostanze a base di zucchero in questo modo presenta tuttavia una serie di sfide. I tentativi precedenti hanno avuto frequenti problemi con lo zucchero che tendeva a bruciare o cristallizzare. Per evitare ciò, i ricercatori hanno fatto in modo che il materiale fosse mantenuto ad una temperatura e pressione specifiche. Inoltre, anche il diametro dell'ugello e la velocità di spostamento sono mantenuti stabili per garantire che l'isomalto solidifichi in una struttura relativamente forte. I ricercatori sperano che un giorno la tecnologia possa essere utilizzata per stampare in 3D gli interi organi umani da zero.
  2. Vi siete mai chiesti quale fosse il modo per rendere i processi di stampa 3D più veloci? Qualcuno lo ha fatto: ad esempio Carbon 3D, nella stampa 3D SLA, grazie al metodo di stampa CLIP. E per la produzione tramite tecnologia FDM? Possibile che ancora nessuno abbia trovato un modo per migliorare e velocizzare i processi di fabbricazione? Ebbene, oggi vi presentiamo Essentium, l'azienda che ritiene di aver rivoluzionato la tecnologia di stampa 3D tramite estrusione di livello professionale. Se sei nuovo nel mondo della stampa 3D, ti consiglio di leggere la nostra guida alle tecnologie additive. Magicamente, tutto sarà più chiaro! Essentium FlashFuse - I dettagli della tecnologiaEssentium è una azienda statunitense dotata di un forte background nel campo della stampa 3D. La sua grande innovazione è stata FlashFuse, una tecnologia teoricamente applicabile a più macchine, studiata per risolvere il problema della resistenza dei modelli in Z. Come noto, i pezzi prodotti con tecnologia FDM sono costruiti dalla sovrapposizione di strati. Questo porta ad una notevole differenza di resistenza rispetto al piano X-Y, che talvolta sfocia anche in delaminazione dei layer. Flashfuse interviene proprio per correggere questa disparità: attraverso l’utilizzo del plasma e di un campo magnetico che attraversa l’estrusore passando per il pezzo stampato, i layer interni aumentano di temperatura in modo controllato e si legano tra loro. In quest’ultima immagine è possibile vedere, attraverso una camera sensibile alla temperatura, il confronto tra una estrusione con tecnologia FlashFuse ed una tradizionale. Essentium dichiara che i modelli prodotti con questa tecnologia hanno una resistenza assolutamente paragonabile a quella di modelli ottenuti per iniezione. Trattasi di una innovazione importante, che ha però trovato difficoltà nell'implementazione in stampanti 3D di altri produttori: per questo motivo, Essentium, ha deciso di darsi da fare e produrne una propria. Essentium HSE 180S - Velocità e produttivitàNasce così la HSE 180S, una macchina altamente professionale caratterizzata da prestazioni incredibili e numerose innovazioni, tra le quali proprio FlashFuse. È una stampante 3D che ha una incredibile capacità di riscaldare l’ugello da 20 a 600°C in circa 3 secondi, dotata di motori lineari e un piano di stampa che raggiunge i 200°C. Ma il fattore più rilevante è la velocità di stampa. La sigla HSE significa High Speed Extrusion, ovvero estrusione ad alta velocità: è in grado di stampare ad una velocità di dieci volte superiore ad una normale stampante 3D. Per ottenere questo risultato si è resa necessaria una meticolosa progettazione e l’adozione di una meccanica superiore. Motori, processori ad alte prestazioni e un complessivo sistema di movimento la cui precisione tocca i 30 micron, risultato assolutamente notevole a tali velocità operative. Tutto ciò unito al volume di stampa di 740x510x650 millimetri rende la HSE 180S una ottima macchina per la piccola produzione in serie. Vediamo inoltre le altre caratteristiche tecniche: - diametro filamento 1.75 mm - diametro ugello 0,4 – 0,8 – 1,2 - camera interamente chiusa e riscaldata >110°C - velocità operativa >1000 mm/s - motore estrusore con potenza >40Nm Essentium HSE 180S è capace di stampare la maggior parte dei filamenti in commercio, tra cui quelli caricati al carbonio, vetro e metallo. Essentium stessa produce una propria gamma di materiali tecnici studiati in collaborazione con BASF. HSE 180S è venduta ad un prezzo di 75.000 dollari, prezzo sicuramente competitivo per il mercato delle stampanti FDM di fascia professionale.
  3. Il mondo della stampa 3D è più accessibile di quanto si possa pensare. A patto di spendere più tempo in calibrazioni e manutenzioni, chiunque ormai può cimentarsi nella prototipazione rapida. Dopotutto, scegliere come primo acquisto una stampante 3D economica può avere anche dei vantaggi. Molto spesso infatti, le macchine di fascia bassa sono anche quelle più semplici a livello costruttivo, solitamente sono anche vendute in kit; ciò significa che hanno un grande valore a livello didattico. Sarà più semplice apprenderne il funzionamento e capire i fondamentali della tecnologia, ottenendo una migliore consapevolezza in un futuro acquisto di una macchina più costosa. Come da tradizione, abbiamo selezionato per i nostri lettori quelle che secondo noi sono le migliori stampanti 3D economiche del 2018. Appena in tempo per consigliarvi qualche alternativo regalo di Natale! Le migliori stampanti 3D economiche del 2018 - Lista completa CETUS 3D La Cetus 3D è una stampante che fa del minimalismo il carattere principale. Si monta in 5 minuti e con solamente 9 viti, ha una struttura cantilever ed elettronica racchiusa totalmente nel box sotto al piatto. Tanto scarna da non avere un display, ma compensa con la connettività wifi. La calibrazione del piatto è elettronica e, come tutto il processo di stampa, viene gestita dal software proprietario. L’ultima versione, la MK3 è venduta tra i 350 e i 450€ a seconda del modello base o extended; la prima ha un volume di stampa di 180x180x180 centimetri, mentre la versione più grande ha una altezza su asse Z aumentata a 280 millimetri. La trovate su Amazon. CREALITY ENDER 3 Costruita sul modello Prusa, è una stampante che offre un piano riscaldato, volume di stampa di 220 x 220 x 250 millimetri, display lcd ad un prezzo che scende spesso sotto i 200€ anche negli store italiani. Viene venduta in kit e può essere montata facilmente in circa un’ora. La calibrazione del piatto va fatta manualmente e molto spesso, ma con la giusta calibrazione può tirare fuori modelli degni di nota. In vendita su Amazon al costo di 210€. CREALITY CR-10S Sorella maggiore della Ender 3, è anch’essa tra le più vendute dell’ultimo periodo. È frutto di molte evoluzioni: è partita dalla CR-10 base per poi arrivare al modello S risolvendo i problemi del modello precedente. È stato aggiunto un secondo motore sull’asse Z e il sensore di fine filo. Il piatto è riscaldato e presenta il sistema di estrusione è di tipo bowden. Per la fascia di prezzo che occupa, con un costo di circa 500€, ha un volume di stampa molto elevato. Si può stampare infatti per un volume massimo di 300 x 300 x 400 millimetri. Esistono più modelli di CR-10S con volumi maggiori, ma crescendo con le dimensioni, piatto e struttura soffrono maggiormente di problemi di stabilità e allineamento. Oltre questi, l’opzione CR-X, il modello a doppio ugello. In vendita su Amazon. ANYCUBIC PHOTON Photon di Anycubic è una DLP tra le più economiche, è possibile acquistarla tra i 400 e i 500 €. Ha risultati estremamente migliori di una FDM ma con tutti i contro di lavorare con le resine, compresi i costi delle stesse. Il design è molto compatto e il volume di stampa è modesto, di 115 x 65 x 155 millimetri, ma in linea con altre macchine di analoga tecnologia. Venduta sempre attraverso Amazon, che assicura una spedizione veloce. Consigliata agli amanti dei gioielli e delle miniature. LUMIPOCKET LT LumiPocket LT non è solo una stampante a resina. Con circa 400 € avremo anche un’incisore laser e fotoincisore per circuiti, ne abbiamo parlato in questo articolo. È una azienda tutta italiana ed il progetto è stato un successo su kickstarter. Ideale per i maker tuttofare, permette grandi possibilità nelle lavorazioni. Il suo essere ‘pocket’ la limita nel volume di lavoro, che risulta di 60x70x50 millimetri. ANET A8 È diventata col tempo una delle stampanti 3D più diffuse proprio grazie al suo prezzo che supera di poco i 100€. Ricalca anch’essa il progetto della Prusa, ma con componentistica essenziale e modesta. Risulterà non semplice ottenere dei buoni risultati da una macchina con così poche pretese. Risulta comunque una stampante che con una piccola spesa ci permetterà di sperimentare e imparare a conoscere la stampa 3D. Ha un volume di stampa di 220x220x240 millimetri. Su Amazon è disponibile la versione originale, oltre che una serie di cloni. GEEETECH I3 PRO Analogo discorso per la Geeetech I3 Pro: la qualità costruttiva lascia spazio alla semplicità. Sono molte le cose in comune con la Anet tra cui il telaio. In questo caso, con qualche decina di euro in più a seconda delle configurazioni (circa 170€), la Geeetech guadagna il piano riscaldato ma con delle dimensioni di stampa leggermente più contenute: 200 X200 X 180 millimetri. Disponibile anche in versione con doppio estrusore. Acquisto veloce tramite Amazon. PRUSA i3 MK3 Se parliamo di repliche, è impossibile non citare la Prusa originale, ovvero il modello che ha dato il via a questo progetto vincente. Il prezzo è superiore, ma tutto ciò si riflette nella qualità si stampa. Il merito è dei vari upgrade accumulati negli anni e nella generale qualità costruttiva. Il nozzle E3D V6, la meccanica di precisione, piatto riscaldato, ventole Noctua e sensore di livellamento del piano sono solo alcune delle caratteristiche di spicco di una stampante che nel complesso da sempre la sicurezza di una stampa riuscita e di ottima qualità. Il modello MK3, l’ultimo, è venduto ad un prezzo di 769€ per il modello in kit e 999€ per rispettivamente a 619€ o 919€. M3D MICRO+ La M3D Micro+ ha l’approccio opposto rispetto alle cinesi open source. La stampante punta tutto nel costruire un’esperienza di stampa plug and play, ovvero acquista la stampante ed inizia a creare. Ideale per chi vuole spendere poco ed ottenere risultati con poco sforzo. Ci si concentra solo nel processo di stampa, anche grazie allo slicer proprietario che potremmo definire limitato o semplice, a seconda dei punti di vista. È comunque possibile utilizzare slicer di terze parti. È compatta e con un volume di stampa molto modesto, appena 10,9x11,4x11,6 centimetri circa. Solitamente venduta a circa 300€, ora in sconto a 175€. BEEVERYCREATIVE BEETHEONE Lo stesso principio della M3D lo possiamo trovare nella Beetheone, dedicata appunto ad un pubblico consumer. A differenza della stampante statunitense troviamo un piatto più grande (190 x 135 x 125 millimetri) non riscaldato Tutto, compresa la bobina di filamento, è integrato nel design semplice e pulito. È dotata di funzione di pausa della stampa. Beeverycreative vende la sua stampante a circa 1500€. Che cosa aspetti? Ora che conosci le migliori stampanti 3D economiche del 2018 non ti resta che sceglierne una ed entrare nel mondo della stampa 3D! Sei curioso di saperne di più? Clicca qui per iscriverti al nostro forum: la community sarà felice di aiutarti! Resta aggiornato sulle ultime novità, seguici su Facebook e Twitter.
  4. Siamo in procinto della fine dell'anno ed è quindi arrivato il momento di tirarne le somme. Il 2018 della stampa 3D ci ha messo di fronte a una serie di nuove interessanti proposte che, insieme ad alcune delle ottime macchine già in commercio, stanno davvero portando il mercato della stampa 3D verso una nuova direzione. È per questo motivo che, ogni anno, noi di Stampa3Dforum raccogliamo una lista delle migliori stampanti 3D in commercio: una selezione delle macchine che si distinguono dal resto del mercato per innovazione, qualità costruttiva e prestazioni. Senza avere l'intenzione di fare una classifica, siamo quindi andati alla ricerca di quei modelli che si fanno notare nel proprio ambito di utilizzo, andando a coprire tutte le tecnologie di stampa 3D più conosciute e aggiungendo brevi ed esaustive descrizioni dei prodotti. Cosa aspettiamo allora, avanti con la lista delle migliori stampanti 3D del 2018! MARKFORGED MARK TWO La Mark Two è l’unica desktop di Markforged in grado di stampare sia fibra di carbonio che vetroresina, ma anche Kevlar, e Onyx. Ha un ecosistema che va dal software al materiale (proprietari) per ottenere i migliori risultati grazie al pieno controllo nell’intero processo. Una macchina costruita per ottenere prototipi e pezzi pronti all’uso con una definizione di 100 micron. L’interfaccia è di tipo touch e la stampa è gestita dallo slicer Eiger. Sei interessato a materiali tecnici e metallo? Leggi anche: Markforged Metal X, stampante 3D a metallo a basso costo Markforged MarkOne, la prima stampante 3D a fibra di carbonio ZORTRAX M200 PLUS Zortrax si è pian piano ritagliata la sua fetta del mercato FDM grazie alla solidità e alle prestazioni delle sue macchine. La M200 ha aperto la strada per le sue evoluzioni: la più grande M300, normale e Plus, e la M200 Plus. Quest’ultima, come tutta la gamma a fusione di filamento, è una stampante costruita per essere pronta all’uso. È forse il modello più completo della categoria, integra infatti molte raffinatezze che costruiscono una esperienza d’uso senza compromessi: piano riscaldato microforato, livellamento del piatto automatico, videocamera per monitorare le stampe e sensore di fine materiale. Cosa pensa la nostra community della Zortrax M200? Leggi qui! ROBOZE ONE +400 XTREME Roboze ha appena ampliato la sua offerta con la nuova serie Xtreme presentata al Formnext di Francoforte. Ne parliamo in questo articolo. Le nuove stampanti 3D fanno della costruzione il principale punto di forza, con un nuovo sistema di movimento beltless che porta la precisione di movimento a 15 micron. Le elevate temperature raggiungibili (500 gradi per l’estrusore e 180 gradi per il piano) consentono l’uso di materiali tecnici. Roboze per questo offre Carbon Peek, Carbon PA, Glass PA e altri polimeri ad alte prestazioni. Leggi l'articolo completo su Roboze Xtreme PRUSA MK3 È il modello che ha generato il maggior numero di repliche di altri produttori, grazie alla sua natura open source e al grande rapporto prestazioni/prezzo. Ha una meccanica molto semplice ma ogni parte della struttura è studiata e si è evoluta nel tempo per avere la maggiore efficacia con il minor peso ed ingombro, per mantenere la macchina tra le più performanti nella fascia bassa del mercato. ULTIMAKER 3 e S5 Anch’essa ormai da tempo tra le stampanti più conosciute del panorama. Affidabilità e prestazioni alla base con un prezzo più alto dei diretti competitor. Ma guardando con attenzione la macchina si comprende come possa essere giustificato. L’ingegnerizzazione di elementi come il sistema di ugelli intercambiabili denota la cura e lo studio del dettaglio. Ampia gamma di filamenti proprietari ma con la possibilità di caricarne di terze parti. La Ultimaker 3 risulta una ottima macchina disponibile anche nella sua versione Extended con una altezza di stampa ampliata a 300 millimetri. Ultimaker S5: prime considerazioni e scheda tecnica FORMLABS FORM 2 Passando alla tecnologia SLA non possiamo non chiamare in causa la Formlabs Form 2. Regina della classe, può contare in una ampia gamma di resine tecniche ed una risoluzione massima di 25 micron, anche per la produzione di pezzi finiti. Per il lavaggio e la fotopolimerizzazione post-stampa, Formlabs ha prodotto Form Wash e Form Cure, creando un intero ecosistema di stampa 3D professionale. Video - Presentazione materiale ceramico per la Formlabs Form2 SINTERIT LISA Sinterit Lisa è una stampante SLS compatta e performante. Rende di semplice utilizzo ciò che di base non lo è. Una ottima macchina che porta al target desktop la stampa a polveri, unica nel panorama 3D per i vantaggi di stampa senza supporti. Lisa ha un volume di stampa di 150 x 200 x 150 millimetri. Ne abbiamo parlato in modo completo qui. DESKTOP METAL Una rivoluzione, quella della stampa 3D in metallo, dove troviamo Dekstop Metal in prima fila a tirare il mercato. L'azienda americana propone un sistema a estrusione di un materiale che contiene polveri di metallo. Il pezzo, una volta prodotto, viene rifinito e sinterizzato, seguendo altri due step di lavorazione. In questo modo, il materiale legante viene sciolto e il metallo assume solidità. Sei curioso di saperne di più? Clicca qui per iscriverti al nostro forum: la community sarà felice di aiutarti! Resta aggiornato sulle ultime novità, seguici su Facebook e Twitter.
  5. Liquid Printed Pneumatics è il nome del progetto a cui stanno lavorando il laboratorio di ricerca MIT Self Assembling Lab e BMW. Assieme stanno elaborando nuove soluzioni per gli interni delle automobili di nuova generazione. Il progetto, ancora in fase di sperimentazione, propone spunti interessanti per capire come, in futuro, la materia che comporrà gli abitacoli sarà in grado di adattarsi alle esigenze rispondendo a stimoli esterni. La tecnologia scelta da BMW: stampa 4D per le proprie automobili Il concetto base che permette questo è la stampa 4D, tema che abbiamo già trattato in questo articolo. Sostanzialmente, gli oggetti stampati hanno delle capacità dinamiche, possono quindi cambiare forma. Questo non in modo casuale, perché il modo in cui questi si comportano dopo la stampa può essere progettato, adattando forma e i materiali. In questo caso gli oggetti sono dei dispositivi pneumatici, ovvero meccanismi che agiscono grazie allo stimolo di pressione di un fluido. Sono dotati di una o più camere grazie alle quali ognuna di queste determina due possibilità di movimento. La sottrazione o l’immissione di un fluido permettono all’oggetto di comprimersi o estendersi. La combinazione di più movimenti in un oggetto permette trasformazioni multiple. Il MIT mostra più esempi dove gli elementi compiono movimenti differenti a seconda della loro forma. Le parti sottili subiscono una deformazione maggiore di quelle spesse. Sfruttando questo principio i movimenti possono essere previsti in fase progettuale posizionando opportunamente il materiale. La tecnologia utilizzata dal laboratorio dell’università del Massachusetts si chiama Rapid Liquid Printing. È un metodo di stampa estremamente rapido che sfrutta un fluido più denso dell’aria (in questo caso un gel) come ambiente di stampa. In questo modo il materiale depositato non cade sotto il suo stesso peso ma rimane nel punto in cui viene estruso. Questo permette la stampa 3D di elementi complessi senza problemi per le parti a sbalzo, dove il limite dimensionale risiede solo nella vasca di stampa. Nello specifico, Liquid Printed Pneumatics è solo un concept che mostra le capacità di questa tecnologia. In futuro questi smart objects potranno essere impiegati per rendere più confortevoli i veicoli adattandosi ai nostri bisogni. Staremo quindi a vedere come BMW porterà la stampa 3D all’interno delle sue auto e in che modo potranno incrementare il comfort dei nostri viaggi. Il progetto sarà mostrato il 4 Novembre 2018 al V&A Museum di Londra come parte della mostra ‘The Future Starts Here’.
  6. Si è conclusa domenica l'edizione 2018 della Maker Faire Rome, tra conferme e novità. Un'edizione senza dubbio riuscita, che ha visto una grandissima partecipazione di un pubblico vario. Come vi avevamo anticipato nell’articolo di anteprima, la stampa 3D ha avuto un ruolo centrale, comparsa in tutte le sfaccettature e con modelli di macchine per ogni portafoglio. Come tutti gli anni, a distanza di qualche giorno dalla chiusura, giunge per noi il momento di fare un bilancio dell’evento, con l'obiettivo di risaltare cosa ha maggiormente lasciato il segno per ogni categoria merceologica e quali sono i prodotti che più ci hanno colpito. Stampanti 3D FDM - Maker Faire Rome 2018 Proprio quando sembra ci sia poco ancora da innovare nel campo delle stampanti a fusione di filamento, arriva puntuale il produttore in grado di aggiungere qualcosa di interessante. WreckLab è una piccola realtà che, oltre che produrre stampanti delta tradizionali, ne fabbrica una molto particolare. La differenza sta nel telaio, la cui parte superiore viene ruotata e le barre prima verticali assumono una forma a traliccio. Una modifica che ne irrigidisce la struttura senza stravolgerne il funzionamento. Robot Factory, altra italiana, mostra la sua macchina che stampa a 45 gradi e con l’asse Y a rullo e quindi infinito. Tra le conferme c’è invece la presenza di WASP, che porta in fiera linea delle stampanti clay (argilla) per la felicità di grandi e piccoli maker, mostrando le possibilità di lavorazione con workshop dedicati. Stampanti 3D a resina - Maker Faire Rome 2018 La prossima volta che visitate un museo, portate con voi una luce UV - alcuni dei reperti storici che vi circondano potrebbero nascondere indizi che rivelano l’uso di moderne tecnologie di restauro, inesistenti fino a pochi anni fa. Grazie alla collaborazione tra Formlabs e l’Opificio delle Pietre Dure di Firenze è stato possibile il restauro marmi, stucchi e intagli lignei con una precisione estrema, altrimenti difficilmente ottenibile con altri processi. Parliamo sempre di resine cambiando però approccio, perché Lumi Industries promette di rendere portatile questa tecnologia. La New Lumifold TB infatti è studiata per funzionare con un tablet come fonte di luce per polimerizzare. Studiata a misura di iPad mini ma compatibile con dispositivi di dimensioni anche minori. Prusa fa il suo esordio nel campo con la SL1 mentre la fiorentina Kentstrapper rinnova la sua Aura. Poi XFAB e molti altri. Filamenti - Maker Faire Rome 2018 Tra i filamenti più innovativi troviamo quelli di RadChemLab, team del laboratorio di chimica dell’Università di Pavia. Sono infatti riusciti a produrre filamenti a base di PLA con una componente di funghi o addirittura con cellulosa estratta dai mozziconi di sigarette. Altri come il FabLab di Caserta hanno portato filamenti caricati a scarti della lavorazione di birra, caffè o canapa. Resina speciali - Maker Faire Rome 2018 Di resine speciali ne esistono a decine: dalle gommose alle calcinabili, fino a quelle resistenti ad alte temperature. Ma ancora l’Università di Pavia si distingue in modo sorprendente producendo una resina composta per il 60-70% di olio vegetale esausto. Il prodotto finito ha una colorazione che varia dal giallo all’arancio a seconda della varietà di olio utilizzato (girasole, colza, ecc…) e una consistenza gommosa, che può comunque essere modificata additivando opportunamente la resina. Il materiale è ad oggi in fase di brevetto. Estrusori - Maker Faire Rome 2018 In più stand abbiamo visto estrusori alimentati a pellet o scarti provenienti da altre stampe, come i supporti. I produttori li hanno applicati sia in autonomia, per l’autoproduzione di filamento, che direttamente alle stampanti (come Kentstrapper). In questo ultimo caso, tutte le applicazioni avevano un sistema di estrusore a vite. A spingere nell'utilizzo di questo sistema di alimentazione è la voglia di avere stampe con variazioni di colori, mentre in altri casi una maggiore attenzione all’ecologia ed al riciclo. Altre tecnologie - Maker Faire Rome 2018 Lumi Industries porta in fiera anche un prototipo di stampante a sinterizzazione di zucchero e il suo visore volumetrico VVD: un dispositivo per visualizzare modelli tridimensionali senza supporti esterni. Suscitano molta curiosità, soprattutto tra il pubblico giovanissimo, le stampanti 3D a cioccolato, di cui abbiamo visto la versione di 3Drag e quella di Stampa3DSud. Da menzionare è anche il progetto di ‘The Tactigon’. Per quanto riguarda la stampa 3D offrono un visore VR ed un controller con cui si potrà vedere da remoto e ad ogni angolazione lo stato del processo di stampa. Maker Faire Rome 2018 è stata una vera dimostrazione di come sta evolvendo il movimento dei maker. Una festa che ha coinvolto tutti, dal professionista ai bambini e che ha dimostrato quanto le tecnologie di stampa 3D siano costantemente in fase di sviluppo e ottimizzazione. Assisteremo a grandi novità nei prossimi anni. Resta aggiornato sulle ultime novità, seguici su Facebook e Twitter. Sei interessato alla stampa 3D? Entra subito nella community italiana per la stampa 3D, clicca qui per registrarti!
  7. Sono già passati tre anni da quando venne presentata al mondo la BIG Delta - correva settembre 2015 e noi la presentammo in questo report. Il progetto ambizioso di creare qualcosa di innovativo è sfociato in una trasposizione in grande del concetto di delta, da sempre marchio di fabbrica del gruppo WASP. Una struttura tralicciata di dodici metri che ha destato grande stupore nel mondo dell'additive manufacturing. E non solo, perché in quel periodo la notizia era rimbalzata un po' ovunque, anche nelle testate non specializzate. La curiosità era molta perché non si trattava solamente di un vezzo per tecnici. Il mito della casa stampata 3D abbraccia temi etici, economici e sociali. Aggiungendo inoltre il fattore ecologico, perché ad alimentare la grande delta c’era un estrusore per terra cruda e paglia. Quello che è stato un bell’esperimento è poi risultato un mattone fondamentale per ciò che oggi WASP ha costruito. Il progetto è servito anche per comprendere i limiti della tecnologia. Il sistema richiedeva una macchina troppo grande in relazione al volume di stampa e per mettere a frutto le premesse bisognava costruire qualcosa di più efficiente e portabile. Infatti, con i prototipi successivi si cambia approccio: il modello da seguire diventa la struttura delle gru. Il peso e gli ingombri vanno al minimo e nasce pian piano la Crane beta. È uno step cruciale: compare il movimento circolare nel piano XY che permette finalmente di testare i materiali sulla forma della casa. Attraverso la scansione del modello stampato si testano i risultati. Focus sui ritiri del materiale che risultano rientrare nei limiti delle aspettative. Si passa quindi alla fase finale e prende vita la definitiva Crane. Ha 4 volte meno pezzi del primo modello e 3 volte più volume di stampa. Crane WASP inoltre acquista la caratteristica di “infinite 3D printer”. Infinita perché potenzialmente espandibile ad un numero indeterminato di moduli esagonali. La Crane WASP ha un’area circolare di stampa con un diametro di 6,3 metri per un’altezza massima di 3 metri. L’ugello ha un diametro variabile da 18 a 30 millimetri. La Crane WASP è contenuta nel Maker Economy Starter Kit, un container che contiene tutti gli strumenti necessari per stampare un villaggio con un impasto naturale a km 0. Il punto di forza risiede nella relativa semplicità di messa in opera del cantiere, infatti la stampante si monta in 1,5 ore e WASP dichiara che ci sono prospettive di miglioramento. Gaia - Il primo prototipo di casa stampata 3D Gaia, la casa stampata 3D, è il prodotto finale degli anni di ricerca e sviluppo di WASP. Si tratta di un modulo abitativo di 20 metri quadri con un involucro composto per il 25% da terreno prelevato in sito (30% argilla, 40% limo e 30% sabbia), per il 40% da paglia di riso trinciata, per il 25% da lolla di riso e il 10% da calce idraulica. Il tutto stampato in 10 giorni e meno di 100 ore di stampa con un costo complessivo di 900€. L’involucro è stato progettato con la finalità di integrare al proprio interno i sistemi di ventilazione naturale, di isolamento termo-acustico e di impiantistica. La forma ondulata degli strati facilita l’essiccamento del materiale. Grazie alla stampa 3D è stato possibile infatti mettere in opera pareti con forme complesse e adattabili ad ogni tipo di esigenza tecnica o funzionale. Con queste caratteristiche l’edificio raggiunge un fabbisogno energetico pari ad una classe A4. Ma a stupire è anche l’ecosistema circolare che si crea assieme alla costruzione della casa. Dalla porzione di terra dove il terreno viene asportato si può dare forma ad uno stagno, dove confluiranno anche le acque reflue della copertura. Una volta popolato di pesci, lo stagno muterà in una condizione ideale per l’approvvigionamento idrico di una agricoltura acquaponica. Ecco che il sistema diventa autosufficiente ed in grado di produrre cibo. La stampante 3D Crane è una macchina estremamente concreta, i cui sviluppi sono sicuramente da seguire. Sarà curioso vedere quando WASP proporrà una soluzione con copertura stampata in 3D assieme al resto e soprattutto soluzioni di moduli multipli all’opera per la creazione di ambienti più grandi. Nel frattempo, il presente ci regala la prima casa stampata 3D da WASP con un risultato più che soddisfacente. Se vi siete persi l'evento della settimana scorsa, non disperate: avrete la possibilità di incontrare il team di WASP alla Maker Faire Rome 2018, che si terrà a Roma dal 12 al 14 ottobre. Lo stand espositivo sarà interamente in tema "stampa 3D in argilla" e, sicuramente, ci sarà la possibilità di parlare della prima casa stampata 3D. D-Shape, la stampante 3D che stampa pietra a qualsiasi dimensione. MX3D e il primo ponte in metallo stampato 3D Resta aggiornato sulle ultime novità, seguici su Facebook e Twitter. Sei interessato alla stampa 3D? Non sei l'unico! Entra subito nella community italiana per la stampa 3D. Clicca qui per registrarti.
  8. È finalmente arrivato l’appuntamento annuale che riunisce il meglio del mondo del "fai da te digitale": la Maker Faire Rome 2018. L’evento sarà una grande occasione per scoprire le nuove frontiere dell’artigianato digitale e toccare con mano le innovazioni pronte ad invadere il futuro prossimo. Maker Faire Rome 2018, cosa ci aspettiamo Design, elettronica, salute e qualità della vita, arte, droni, energia, sostenibilità, open source, il negozio del futuro, area kids, aerospazio e ovviamente stampa 3D saranno i temi principali. Ma vediamoli in modo approfondito: Area Kids & Education: i giovanissimi, bambini e ragazzi dai 4 ai 15 anni, hanno un’area espositiva a loro dedicata, in cui possono sperimentare in prima persona il vero spirito maker, con laboratori di elettronica, robotica, programmazione e creatività digitale. Parola d’ordine “imparare facendo”! Maker for Space: uno “spazio” per parlare di spazio, un’area dedicata alla celebrazione del Programma Apollo, un’anteprima assoluta del cinquantennale del primo sbarco sulla Luna che si celebrerà nel 2019. Protagonisti di quest’area i pionieri che realizzarono i primi satelliti della serie San Marco; Agrifood e Agritech: la sensoristica e le nuove tecnologie digitali applicate all’agricoltura e al cibo. Gli show case sul food e altre sorprese; Negozio 4.0: come potenziare il punto vendita tradizionale con le nuove tecnologie digitali 4.0 … ma non solo quelle, senza snaturarlo; Robotics-AI Area: dopo il grande exploit del 2017, che ha visto la presenza delle migliori realtà italiane, quest’anno l’area della robotica cresce di importanza e si arricchisce di set up dimostrativi provenienti da tutta Europa; Economia Circolare: Sostenibilità, Riciclo, Bioeconomy and Green Energy – coinvolgenti giochi a tema, laboratori e dimostrazioni pratiche, dibattiti e workshop, con l’obiettivo di sensibilizzare ed informare il grande pubblico. Insomma, un’immersione nell’innovazione che rende il mondo migliore. La stampa 3D, come ormai da alcune edizioni, sarà sparsa all’interno delle varie aree della fiera. E' ormai riconosciuto che, in molti, utilizzano le proprie stampanti 3D per dar vita a progetti che prima potevano essere difficili da ideare. Per questo motivo, molti dei prototipi in mostra saranno il risultato dell’uso della tecnologia additiva. Nel settore del 3D printing ci saranno vecchie conoscenze e nuove proposte. Tra i primi non mancheranno Prusa Research di Joseph Prusa (che abbiamo intervistato nell'edizione 2015 e che, con alta probabilità, porterà in mostra la nuova Original Prusa SL1, stampante a resina), Formlabs e Kentstrapper. Sarà presente anche Sliding 3D, la stampante a 45 gradi tutta italiana di cui abbiamo parlato in un recente articolo. Molta attenzione sarà dedicata al mondo dei musei: stampa e scansione 3D saranno al centro dei progetti di conservazione e fruizione delle opere. Poi ancora nuove stampanti, strumenti per la stampa e tanto altro. E non solo esposizione. Alla Maker Faire si terranno centinaia tra conferenze, seminari e workshop su temi come industria 4.0, domotica, droni e robotica, stampa 3D, IoT – Internet delle cose, tecnologia applicata ai mezzi di trasporto, cucina e musica. Da non perdere i demo-workshop, ovvero, i corsi dimostrativi sulle applicazioni della fabbricazione digitale. Maker Faire Rome 2018 - Il programma Venerdì 12 ottobre 2018 – mattina Ore 9.00/13.00 – Educational Day Ingresso in fiera gratuito riservato esclusivamente alle scuole che hanno effettuato la prenotazione Venerdì 12 ottobre – pomeriggio Ore 14.00/19.00 – Apertura di Maker Faire Rome al pubblico Sabato 13 ottobre Ore 10.00/19.00 – Apertura al pubblico Domenica 14 ottobre Ore 10.00/19.00 – Apertura al pubblico Saranno circa 700 gli espositori distribuiti nei 50.000 metri quadrati di una fiera che promette grandi sorprese. Il tutto sarà coordinato da Andrea Banzi, co-fondatore di Arduino. I biglietti possono essere acquistati in biglietteria direttamente in fiera oppure online a questo link.
  9. Molti produttori hanno già percorso la strada della stampa 3D a colori, ciascuno in modo diverso e originale. Abbiamo visto in passato esempi di stampanti che sovrappongono fogli di carta con bordi colorati come le Mcor, macchine a polvere con tecnologia inkjet come quelle di HP o 3D Systems e molto altro - qui la nostra guida alle tecnologie di stampa 3D. E per la stampa 3D a fusione di filamento? Gli esempi di FDM a colori presentati finora arrivano solitamente ad un massimo di 4 colori. I motivi di questa limitazione sono di carattere tecnico. Con le tecnologie attuali, infatti, per la gestione di 4 colori sono necessari 4 filamenti, 4 motori, un estrusore apposito (o più estrusori) e una scheda di elettronica che ne supporti la lavorazione. Per garantire una stampa senza sbavature e colori mescolati è spesso obbligatorio ricorrere, contemporaneamente alla stampa del pezzo, alla costruzione di torri per spurgare l’ugello, con conseguente spreco di tempo e materiale. da Vinci Color - La tecnologia di XYZ Printing XYZ printing ha quindi introdotto da Vinci Color, una stampante 3D FDM in grado di stampare a 16 milioni di colori partendo da una sola bobina di filamento. Il segreto non sta nel filamento, ma nell’estrusione. La da Vinci Color infatti, è dotata di quattro cartucce di colore proprietarie (Ciano, Magenta, Giallo, Nero) che imprimono il colore subito dopo l’estrusione del filo. Il tutto avviene in modo molto semplice e immediato. Il materiale di base può essere PLA o PETG, entrambi semitrasparenti e studiati appositamente per essere colorati dall’inchiostro. Ora tutto questo è possibile ad un prezzo più basso. XYZ Printing ha infatti presentato, con una campagna Indiegogo, la versione mini della sua da Vinci Color. Stessa tecnologia ma con costi contenuti. da Vinci Color - Caratteristiche tecniche Queste le caratteristiche tecniche: tecnologia di stampa: stampa a getto d'inchiostro con texture dei colori Struttura 3D, fabbricazione filamento fuso (FFF); avolume di stampa (LxPxH): 130 x 130 x 130 mm; risoluzione degli strati: 100 - 400 micron; formati file supportati: .amf, .ply, .obj, .stl; software di stampa: XYZmaker (proprietario); incisore laser (opzionale); auto livellamento del piano; velocità di stampa: media: 30-60 mm / sec, max: 120mm / sec; Interfaccia utente: pannello LCD touch da 5 pollici; Dimensioni del prodotto (LxPxH): 600 x 581 x 640 mm. Tutto è gestito dal software proprietario XYZmaker. Il processo di stampa è controllabile dallo schermo touch LCD da 5 pollici, con la possibilità di mettere in pausa la stampa. La resa dei pezzi finiti è buona, ma si notano le differenze tra un normale PLA colorato e le stampe prodotte dalla da Vinci Color mini. La finitura infatti ha un leggero effetto trasparente dato dal PLA di base e i colori risultano leggermente slavati, come ricoperti da una patina. Nonostante questo, da Vinci Color ha introdotto un'interessante visione verso il futuro della tecnologia FDM. La resistenza dei pezzi, rispetto ad un modello analogo prodotto con tecnologia a layer di carta (Mcor) è senza dubbio maggiore, mantenendo costi sono molto minori rispetto ad una stampante inkjet a polveri. Rimanendo in tema di costi, la XYZ Printing da Vinci Color mini viene venduta su Indiegogo un prezzo di 999$ per i primi 100 esemplari, 1199$ per i successivi, con spedizione prevista per dicembre 2018. Vuoi saperne di più? Iscriviti al nostro forum, la community sarà felice di aiutarti! Resta aggiornato sulle ultime novità, seguici su Facebook e Twitter. Guida per il neofita: guida introduttiva alla stampa 3D Velocità o qualità? I parametri di stampa corretti per ottenere risultati migliori.
  10. In questi giorni è rimbalzata in moltissime testate giornalistiche la notizia che riguarda la liberalizzazione delle armi stampate in 3D. Al centro della questione si trova spesso la foto di un’arma in plastica, capace di sparare un colpo calibro .380 ACP. Inutile dire che in molti si sono allarmati. Il fatto riguarda in modo diretto gli Stati Uniti, paese che non è nuovo a stragi con armi da fuoco. ARMI E STAMPA 3D: COME TUTTO E' INIZIATO Ad aprire la porta alle preoccupazioni è stato l’esito della battaglia legale condotta Cody Wilson, trentenne originario del Texas, Stati Uniti. La sua storia legale comincia cinque anni fa, quando diventò la prima persona ad aver stampato in 3D un’arma da fuoco funzionante. Non si limitò però all’uso personale. Decise infatti di caricare i modelli sul proprio sito Defcad.org, portale dedicato alla liberalizzazione del possesso di armi. Il lancio della piattaforma venne inaugurato con un video, dichiarando che il possesso delle armi non sarebbe mai più stato lo stesso in un’era dove ognuno può scaricare e stampare la propria arma con pochi click. Nei giorni seguenti al lancio, la sua pistola venne scaricata più di 100.000 volte. Il sito non è passato inosservato alle autorità americane e, meno di una settimana dopo, ricevette una lettera dal Dipartimento di Stato che ne chiedeva la chiusura; ciò che veniva contestata era la violazione delle norme sul commercio di armi. La vicenda non ha però scoraggiato Wilson, che nel 2015 ha fatto causa al governo americano. Il suo team di avvocati sottolineò che, vietando a Wilson di pubblicare i suoi dati, il Dipartimento di Stato non stava solo violando il suo diritto di portare armi, ma il suo diritto di condividere liberamente le informazioni. Di fatto veniva violata la libertà di espressione sancita dal primo emendamento degli Stati Uniti. Poche settimane fa il giudice ha dato fine al processo, riconoscendo a Wilson il diritto di diffondere i suoi modelli 3D, confermando però, come dalla sentenza precedente, il divieto di vendita. I RISVOLTI DELLA VICENDA Cody Wilson non ha perso tempo e, attraverso la sua azienda ‘Defense Distributed’ ha rilanciato il suo sito Defcad.org con l’obiettivo di trasformarlo in un enorme database di modelli di armi scaricabili. Ma non solo. Un ulteriore passo è stata la commercializzazione della ‘Ghost Gunner’, una macchina CNC appositamente studiata per produrre armi. È un dispositivo desktop, quindi studiato per essere facilmente utilizzato in casa, open source e semplice da utilizzare. Permette di produrre armi molto più resistenti e con capacità di fuoco superiori. ARMI FAI-DA-TE, PERICOLI E PROSPETTIVE Sembra proprio che si siano spalancate le porte al possesso di armi per chiunque. La sentenza americana potrebbe scatenare un effetto domino in altri paesi dove, facendo leva sullo stesso principio di libertà di espressione, si potrebbe arrivare ad un risultato analogo. Sono molti i timori che sorgono dalla questione: il possesso di un oggetto così pericoloso non sarebbe precluso a nessuno. Tra le tante criticità rivolte alle armi in plastica è necessario sottolineare la mancanza di un numero di serie in quanto non sono soggette a registrazione. Sarebbe quindi impossibile ricondurle al proprietario in caso di crimini. Inoltre, sono difficilmente individuabili. Sarebbe piuttosto semplice infatti eludere un metal detector ed entrare in un tribunale come in un aeroporto. Per sostenere la sua tesi, Wilson afferma che il codice che compone un modello per stampa 3D è paragonabile alla 'parola' e, in quanto tale, il codice non può subire limitazioni di censura. Sicuramente la visione liberale di Wilson apre numerosi spunti su cui ragionare. Non a caso, l'Unione Europea sta pensando di introdurre nuove regolamentazioni per tutelare la riproduzione di modelli tramite stampa 3D. Probabilmente è questo il momento giusto per approfondire il tema. Vuoi sapere cosa ne pensa la nostra community? Leggi subito la discussione cliccando su questo link. Visione europea verso la stampa 3D: leggi l'articolo.
  11. Stiamo assistendo in questi anni ad una grande diffusione della prototipazione rapida. Si sperimenta con materiali, mentre le macchine incrementando in velocità e precisione. Vecchi e nuovi produttori portano nuova linfa in campo e arricchiscono il settore. Ma anche se dobbiamo ancora esplorare a pieno questo campo, ecco che si presenta una evoluzione della stampa 3D. Stampa 4D: invenzione dei media o realtà? Chi ha già sentito parlare di stampa 4D? A che cosa si riferisce la quarta dimensione? Facciamo un po' di chiarezza. Parliamo esattamente di oggetti che vanno oltre la semplice riproduzione di un modello 3D: con stampa 4D, infatti, si parla di materiali e modelli in grado di cambiare la loro forma nel tempo, dopo essere stati prodotti. Una volta stampato, un oggetto 4D sarà in grado di mutare nelle sue caratteristiche morfologiche se sottoposto a determinati stimoli esterni. Ma il cambiamento non avverrà casualmente. La forma finale sarà infatti decisa da chi ha progettato l’oggetto, ottenendo quindi ad un prodotto che risponde al concetto di ‘materia programmabile’. Un grande successo in materia è lo studio eseguito dall’università di Zurigo. Attraverso la progettazione di uno speciale polimero a memoria di forma, un metamateriale attivo, i ricercatori hanno stampato un oggetto in 4D. Questo è formato da una complessa microstruttura che acquisisce una forma regolare a seguito del raffreddamento ad una specifica temperatura. Come si può vedere dall’immagine seguente, l’oggetto originario acquisisce la forma di una scritta, sigla dell’università di Zurigo. Dimostrazione molto esplicativa di come si possa ‘programmare’ un materiale per ottenere oggetti più funzionali e adattabili. Un'altra applicazione è stata messa in opera dal MIT in collaborazione con Stratasys e Autodesk. Proprio una Stratasys Connex Multi-Material, stampante di fascia high-end, è stata utilizzata per produrre un a figura planare che, una volta immersa in acqua, acquisisce la forma di un poliedro rigido. Le applicazioni potranno essere utili in moltissimi campi, dall’automotive alla robotica, dall’architettura allo spazio. Le frontiere per questa tecnologia sono assolutamente ampie. La mutazione/programmazione degli oggetti potrebbe riguardare infatti non solo la forma, ma anche le caratteristiche fisiche. La mutazione potrebbe essere innescata da diversi fattori come un cambiamento di temperatura, di umidità, di luce o un contatto con dell’elettricità. La materia programmabile costituisce una logica estensione della stampa 3D in quanto usa le sue fondamenta e le amplia a nuovi sviluppi. È una convergenza di tante e diverse tecnologie, dove ognuna di queste apporta un suo contributo, dandoci una visione alternativa di come potrebbe evolversi nei prossimi anni il mondo dell'additive manufacturing.
  12. Proseguono le nostre prove di filamenti per la stampa 3D, sempre alla ricerca dei migliori produttori. Le bobine devono essere garanzia della migliore qualità perché sono in primo luogo responsabili della resa dei nostri prodotti stampati. Essere sicuri di avere tra le mani un buon filamento ci da la certezza che, quando invieremo il gcode alla macchina, tutto andrà per il verso giusto. Oggi, quindi, è il turno di Arianeplast, produttore francese ancora poco conosciuto nella nostra penisola. Facendo un giro sul sito web dell'azienda possiamo subito notare la vasta offerta di materiali, che varia dai soliti PLA e ABS ai filamenti speciali come legno (uno dei pochi produttori ad offrire una scelta di più essenze) e solubili. RECENSIONE PLA ARIANEPLAST – UNBOXING Da Arianeplast ci arriva la sua gamma di PLA ‘metallizzati’. Sette bobine di colore: alluminio, rosso, viola, ocra, blu e nero. Arrivano con una confezione essenziale dove sono indicati i parametri di stampa. Non tutte le bobine sono sotto vuoto ma tutte sono provviste di sacchetti di argilla disidratante per evitare il fastidioso problema dell’accumulo di umidità dei filamenti. A primo impatto hanno una buona resa cromatica, sicuramente molto particolari. Li abbiamo messi alla prova con una Prusa i3 senza piatto riscaldato. Abbiamo utilizzato l’ugello stock da 0.4 mm. Lacca Splend’Or per l’adesione al piano. RECENSIONE PLA ARIANEPLAST – TEST DI STAMPA 1: VITE E BULLONE Settiamo la temperatura a 210°, valore intermedio tra quelli indicati in confezione, e al primo tentativo otteniamo ottimi risultati. Da Cura 3.4.0 impostiamo una altezza di layer di 0.12 mm, nessun raft per l’adesione, solo due giri di skirt per avere l’estrusione pronta e pulita già dall’inizio del pezzo. Sia la vite che il bullone sono stati stampati ad una velocità di 35 mm/s. Già al primo pezzo si nota una qualità ottima e una buonissima resa soprattutto nelle superfici piane. I top layer si distinguono molto a fatica dalle parti che aderiscono direttamente al piano, estremamente uniformi. In altezza zero problemi di wobble, anche in questo caso abbiamo superfici molto lisce e si fa fatica a vedere i layer. Per quanto riguarda i colori, tutti assomigliano più ad un glitterato che ad un metallizzato, ma il colore si distingue bene da un normale PLA opaco. RECENSIONE PLA ARIANEPLAST – TEST DI STAMPA 2: PARTENONE In questo caso, stesse impostazioni delle stampe precedenti. Particolare attenzione alla retraction. Il pezzo è scelto infatti per mettere alla prova il comportamento del filamento di fronte alle numerose colonnine, quindi alla possibile formazione di fastidiose imperfezioni dovute ad una estrusione non continuativa. I nostri parametri di ritrazione sono: distanza 6.5 mm, velocità 35 mm/s. Risultati molto buoni, con sbavature quasi assenti e facilmente ripulibili. La resa si conferma ottima in tutte le direzioni e la stampa non ha prodotto le classiche sbavature a cui questo tipo di pezzi sono talvolta soggetti. Il colore, più che all’ocra semplice, tende al marrone. Corrisponde circa ad un RAL 8001. RECENSIONE PLA ARIANEPLAST – TEST DI STAMPA 3: VASO E FIBBIA Terzo test con un focus sulla finitura. Abbiamo messo a confronto due oggetti con altezza di layer differenti: un vaso con altezza layer 0.06 mm e una fibbia a risoluzione 0.2 mm. Il vaso è stato stampato con la modalità ‘contorno spiraliforme’ (o modalità ‘vaso’) e una velocità di 50 mm/s, la fibbia a 40 mm/s. Si nota fin da subito la completa assenza dei layer del pezzo di sinistra. Una incredibile finitura che non tradisce neanche al tatto. Precisione estrema che ci ha assolutamente stupito. La differenza tra le due stampe è molto visibile. Anche nella fibbia la resa è molto buona ma la maggiore altezza dei layer porta per forza di cose ad una finitura più ruvida e stratificata. Molto simile all’alluminio il colore. I glitter inseriti all’interno del filamento producono punti luce interessanti e risaltano le sfaccettature del vaso. Nella fibbia, i layer più visibili somigliano vagamente ad un alluminio spazzolato. RECENSIONE PLA ARIANEPLAST – CONCLUSIONI Per concludere, facciamo anche un bilancio sul prezzo: il listino prezzi è allineato a quello di molte altre marche di filamenti (tra i 25 e i 30 €/Kg). Al momento in cui scriviamo tutti i prodotti sono scontati per un tempo limitato. Nel complesso, i filamenti Arianeplast si sono dimostrati un prodotto assolutamente valido, che ci ha stupito in modo positivo sia per la resa che per la semplicità di impiego, con una stampa perfetta già al primo tentativo. Vi siete incuriositi? Tutta la gamma filamenti Arianeplast è acquistabile sul sito internet arianeplast.com. Hai ancora delle domande? Non lasciarle in sospeso, iscriviti sul nostro forum!
  13. Il mercato della stampa 3D è in piena espansione e le potenzialità di questa tecnologia sono innumerevoli. Le stampanti 3D sono macchine sempre più semplici ed economiche e non è un azzardo pensare che fra qualche anno saremo in molti a possederne una in casa. Si tratta di un business che è destinato a raggiungere i 9,64 milioni di euro nel 2021. Come avviene per ogni nuova grande tecnologia, la sua diffusione comporta una necessità di regolamentazione. Questa tecnologia apre nuove possibilità, ma se usata nel modo sbagliato può sfociare in opere illecite, che ricadono nell'illegalità. Esempi di cattivo utilizzo hanno portato in passato a violazione di licenze o, addirittura, alla riproduzione di oggetti pericolosi come le armi da fuoco. STAMPA 3D E TRASCORSI GIURIDICI DI ILLEGALITÁ - IL CASO EBAY È del 2015 un precedente di violazione dei diritti che ha coinvolto un utente eBay. Questo, infatti, fu sorpreso a vendere sulla nota piattaforma di e-commerce oggetti stampati in 3D coperti da una licenza Creative Commons (CC) che non ne permetteva la commercializzazione. L’utente scaricava i modelli 3D dal sito Thingiverse.com. Su questa piattaforma è il singolo utente a decidere cosa è possibile fare con le proprie creazioni, sfruttando le varie versioni della licenza Creative Commons, dove la maggiore differenza riguarda la possibilità di commercializzare i prodotti e l’attribuzione di quest’ultimo al creatore dell’opera. Accertata la violazione, Makerbot (proprietaria di Thingiverse) ha contattato l’utente per vie legali mentre eBay ha rimosso tutti gli articoli presenti nell’account incriminato. LA RISPOSTA EUROPEA Ma l’Europa come agisce di fronte alle problematiche sul tema? È chiaro infatti che sia necessaria una legislatura in materia per definire chiare risposte. A tal proposito il 3 luglio 2018 il Parlamento europeo ha appoggiato la relazione non legislativa dell’eurodeputata francese Joëlle Bergeron. Questa solleva numerose questioni nell’ambito dell’uso della stampa 3D. Una di queste riguarda la responsabilità di fronte ad un oggetto stampato che si riveli poi difettoso o pericoloso. In questo caso si applicano le regole sulla responsabilità civile (generale), come previsto dalla direttiva sul commercio elettronico. Tuttavia, in caso di incidente la responsabilità per il prodotto difettoso potrebbe potenzialmente ricadere su molteplici attori: colui che ha creato il file 3D, sul produttore della stampante 3D, sul fornitore del materiale utilizzato per creare il prodotto o, ancora, sulla persona che ha fabbricato l’oggetto, a seconda dell’origine del difetto. La catena delle responsabilità può essere lunga e complicata, perciò sta alla Commissione Europea analizzare poi attentamente le questioni legali. Le proposte fatte dall’eurodeputata in materia di responsabilità sono le seguenti: creazione di una banca dati mondiale per gli oggetti stampabili, con l'obiettivo di controllare le riproduzioni di oggetti tridimensionali protetti dal diritto d'autore; progettazione di stampanti collegate a un sistema in grado di gestire i diritti di proprietà intellettuale; l'introduzione di un limite di legge per il numero di copie private di oggetti tridimensionali, per evitare riproduzioni illecite; l'imposizione di una tassa sulla stampa 3D per compensare il danno subito dai titolari del diritto di proprietà intellettuale per le copie private di oggetti in 3D. Ad una prima analisi proposte che sembrano in gran parte poco efficaci e difficilmente applicabili, è infatti la stessa Bergeron a dichiarare che nessuna di queste soluzioni è completamente soddisfacente. Bisogna dire che molte stampanti 3D hanno per natura un’anima open source e chiunque abbia dimestichezza con l’elettronica e il fai-da-te può costruirsene una facilmente. Sembrano quindi surreali delle misure restrittive della libertà di autocostruzione o di produzione. Si deve tenere a mente che le stampanti 3D non sono affatto pericolose, ma rappresentano esclusivamente un mezzo di produzione di oggetti. Così come altri mezzi, tipo la rete internet, possono essere utilizzate in modo lecito o illecito, ed è il comportamento che il singolo adotta nell’utilizzo o nella diffusione dei pezzi prodotti che dovrebbe essere giudicato. Il parlamento europeo dovrà esprimersi regolamentando la stampa 3D. Quello che ci auguriamo è che, con una legislazione chiara indirizzata a tutelare i proprietari dei diritti, si faccia chiarezza sulle responsabilità di chi invece produce, tutelando anche quello che è lo spirito maker che da sempre accompagna un movimento in grande crescità.
  14. La stampa 3D è una enorme risorsa per la produzione di prototipi e molte grandi aziende hanno già integrato questa tecnologia nei propri laboratori di ricerca, proprio come Nike. Abbiamo già visto l’approccio al tema di un’altra grande casa di abbigliamento sportivo: Adidas, infatti, ha prodotto l’intersuola delle sue Futurecraft 4D utilizzando la fotopolimerizzazione, un processo che utilizza un polimero sottoforma di resina e una sorgente luminosa per produrre pezzi finiti. Stesso processo è stato seguito da New Balance - qui le nostre foto - e da altre aziende leader del settore. Questa volta, invece, Nike ha annunciato un nuovo modo di utilizzare la stampa 3D per la produzione di sneakers occupandosi, nello specifico, della tomaia - la parte superiore della scarpa. NIKE STAMPA 3D - LA TECNOLOGIA UTILIZZATA La tecnologia di stampa 3D usata da Nike è quella che prevede la deposizione di filamento (FDM). Come spiega l’azienda, sono state modificate macchine già esistenti ed è stato perfezionato il metodo di stampa per poter creare il tessuto delle loro calzature. Nike utilizza una speciale formula a base di TPU, quindi materiale flessibile e impermeabile all'acqua. Allo stesso tempo, grazie alla struttura della scarpa e alla spaziatura tra i filamenti, è permesso all’umidità di uscire. CONTROLLO DI OGNI SINGOLA LINEA Come ben sappiamo, i normali tessuti sono composti da maglie regolari e ben definite, con caratteristiche fisiche costanti in tutta la stoffa, ed è solo controllando il processo di produzione di quest’ultima che si può riuscire ad ottenere trame performanti e soprattutto rispondenti a diverse sollecitazioni derivanti dal tipo di uso. La tecnologia utilizzata da Nike permette di controllare con definizione micrometrica la posizione dei singoli filamenti e di variarla a seconda delle esigenze. Il cuore del progetto è l’algoritmo che traduce i dati derivanti dalle performance degli atleti in geometrie digitali, che a loro volta possono essere modificate anche spostando ogni filamento indipendentemente dagli altri, senza ridisegnare tutto il modello. Nike dichiara che la prototipazione con le stampanti 3D è 16 volte più rapida rispetto altri metodi precedenti di produzione. Questo permette di ridurre notevolmente i cicli di test-revisione e soprattutto di realizzare sneakers completamente personalizzate. NIKE STAMPA 3D PER INSEGUIRE I RECORD Nike ha utilizzato questa tecnologia per la prima volta col modello Zoom Vaporfly Elite Flyprint ai piedi di Eliud Kipchoge, che ha corso e vinto la maratona di Londra lo scorso mese. E chissà che con qualche piccolo aggiustamento all’algoritmo non si riesca a scendere anche sotto le 2 ore di maratona, come lo stesso Eilud si era prefissato. Per ora, Nike ha rilasciato solo 100 esemplari delle nuove sneakers, ognuno ad un prezzo di 600 dollari. Non certo un prodotto accessibile, ma sicuramente un ottimo esempio di come con la stampa 3D può aprire la porta a nuove modalità di produzione.
  15. Questa estate si è conclusa con successo una nuova campagna su Kickstarter in ambito stampa 3D a fusione di filamento. In questo campo, quando sembra si sia arrivati ad un punto cieco, arriva puntuale una innovazione in grado di rendere questa tecnologia sempre più interessante. Opencreators BS210 è la stampante dai piatti multipli, ovvero una macchina in grado di cambiare il piatto una volta finita una stampa, per poi inserirne un altro ed iniziare in autonomia la produzione del modello seguente. Opencreators BS210 - è davvero la soluzione per tagliare i tempi di produzione? In effetti la mancanza di automazione nell’alternanza delle stampe è un grande limite nella stampa 3D. Ciò si traduce infatti in necessità di manodopera e maggiore lentezza nel processo. Se immaginiamo di dover produrre svariati modelli in poco tempo le soluzioni sono poche: o si possiedono più stampanti così da farle lavorare contemporaneamente oppure ci si arma di tempo e pazienza ed al termine di ogni processo si avvia manualmente il successivo. Nel primo caso i lati negativi sono diversi: in prima istanza l’aspetto economico, in secondo luogo la difficoltà di gestione di più macchine. Più macchine significa caricare/cambiare filamento e livellare il piatto più volte a seconda del numero di stampanti. Per il secondo caso è palese che, soprattutto se facciamo lavorare la stampante di notte, è difficile essere presenti alla fine di ogni stampa. Opencreators ha cercato risposta proprio a questo problema sviluppando la BS210, modello che porta la stampa 3D ad un nuovo livello. La macchina promette un flusso di lavoro senza intoppi con una capacità massima di 10 piatti. Ha un sistema a doppio estrusore che permette quindi di stampare con due filamenti differenti, compreso il materiale solubile per i supporti. Il cuore del progetto è il ‘ABC Module’ (Automatic Build plate changer) ed è il sistema che permette alla stampante di cambiare piani di lavoro. http://www.stampa3d-forum.it/wp-content/uploads/2017/10/OC_BS210-ABC_Module-1024x593.png Nella parte inferiore è posto l’alloggiamento per caricare i piatti; a stampa ultimata il software aziona il processo di sostituzione che fa scorrere nel carrello anteriore il piatto con la stampa eseguita e carica il nuovo piatto. Ad una prima analisi il sistema potrebbe suscitare delle perplessità, ma l’azienda ha lavorato per creare una macchina che porti al minimo le possibilità di fallimento. La domanda che sorge spontanea è: come si può garantire che il piatto una volta sostituito sia livellato? Per questo Opencreators ha sviluppato il ‘360 SLP Module’ (360 degree Super Leveling Probe). http://www.stampa3d-forum.it/wp-content/uploads/2017/10/OC_BS210-360SLP_Module-1024x565.png Si tratta in sostanza di un sistema che integra dei sensori nell’estrusore. La stampante percepisce anche le minime curvature del piatto rilevando in modo costante ogni variazione della distanza con la punta dell’ugello. La compensazione di questo gap permette una perfetta aderenza del primo layer. Opencreators BS210 - caratteristiche tecniche BS210 possiede tutte le carte in regola per soddisfare la maggior parte del pubblico: un telaio ben costruito in metallo e una scheda tecnica di tutto rispetto. Vediamo quest'ultima nel dettaglio: - Type: FFF (Fused Filament Fabrication) - Filament diameter: 2.85 (Default) / 1.75 (Custom option) - Hot end: NP10 by OPENCREATORS - Standard nozzle size: 0.40mm - Option nozzle sizes: 0.25mm, 0.80mm - MAX Temp: 260 degrees C - MAX X/Y print area two heads printing: 210mm (8.26") x 210mm (8.26") - MAX Z height print area: 250mm Layer resolution: 0.05mm to 1mm or 50 micron to 1000 microns - Positional accuracy for X/Y: 12.5 microns - Positional accuracy for Z: 2.5 microns - Real world print accuracy: .0005" to .002" (depends mostly on filament diameter consistency) - Print speed: 10 to 150mm/s - Travel speed: 0 to 250mm/s - Build plate: Borosilicate tempered glass - Build plate temperature: 20 - 100 ºC - No. of Build Plate change capacity (sheet): Up to 10sheets (5.3mm/sheet) - Controller: AL7 by OPENCREATORS - Connectivity: USB port, SD Memory card - Power requirements: AC 100 - 240V, 500 W max. - Operating temperature range: 50-100 deg F (10-38 deg C) - Operating Noise: 35 to 50 dB Per ora siamo in attesa del feedback di coloro che riceveranno per primi la BS210. Nel frattempo l’azienda ha già reso noto che sta lavorando ad un nuovo progetto per una stampante con un volume di stampa di 300x300x300 mm, la Opencreators BS300.
  16. Prusa i3 fa parte del progetto RepRap, che significa sviluppo di stampanti 3D low-cost in grado di stampare alcuni dei loro stessi componenti. Il progetto originale nasce da Josef Průša (lo abbiamo intervistato qui) che arriva alla i3 nel 2012 con l’affinamento di altri due modelli precedenti. Il progetto ha avuto successo, al punto che molte aziende hanno deciso di riproporne la propria versione sfruttando la sua natura open-source. Prusa i3 - Caratteristiche tecniche Tra tutte analizzeremo una delle copie meglio riuscite: la Prusa i3 Hephestos del produttore spagnolo BQ, partendo dalla scheda tecnica: velocità di stampa: fino a 100 mm/s; risoluzione massima: 60 micron; volume di stampa: (x)215 x (y)210 x (z)180 mm; ugello da 0,4 mm e filamento da 1.75 mm; dimensioni (con bobina montata): (x)460 x (y)383 x (z)580 mm; interfaccia: display lcd, firmware Marlin modificato da BQ, lettore di schede SD, porta micro-USB tipo B. Per la fascia di prezzo in cui si colloca ha un volume di stampa molto generoso, ed è un fatto importante. La struttura è solida, composta da un telaio principale in acciaio con barre in cromo per reggere gli assi, il piatto è in vetro e si regola con quattro viti a brugola. Le parti stampate in 3D sono ben fatte, non creano problemi durante il montaggio e l’uso. Se tutto è correttamente assemblato non ci sono fastidiose vibrazioni. Non avendo il piatto riscaldato non possiamo stampare ABS, ma in compenso abbiamo testato con successo il filamento legno (PLA con 20% di fibra di legno), quello trasparente e quello flessibile, grazie a qualche accorgimento. Nelle nostre prove si è comportata bene, facendo pezzi con poche sbavature anche nelle piccole parti. Prusa i3 - Pro e contro Il principale punto di forza della i3 è il rapporto qualità-prezzo; bisogna però fare alcune precisazioni. Potremmo spendere molte parole sul fatto che possiamo ottenere buone stampe se settiamo tutto al meglio, ma bisogna prima di tutto capire a cosa si rinuncia per poter avere un prezzo competitivo. Non possiamo aspettarci una stampante high-end e pronta all’uso per poche centinaia di euro, perché i compromessi ci sono: - si acquista in kit, ciò significa che bisogna armarsi di pazienza, anche se con le istruzioni passo-passo si monta in circa 10 ore senza particolari problemi. Si perde un po' di tempo nella taratura per avere delle buone stampe; - come detto sopra non ha il piatto riscaldato, ma possiamo acquistarlo separatamente; - non c’è un sensore per l’autolivellamento del piatto, rimane la procedura manuale di Marlin. Le due viti interne si regolano con un po' di difficoltà in più a causa dell'ingombro delle barre dell'asse x; - nel nostro caso, i colori dei cavi dei motori passo-passo non corrispondevano con quelli delle istruzioni (si risolve cercando sul web lo schema della ramps). Prusa i3 - Conclusioni In sostanza la Prusa i3 è una stampante per chi ne fa un uso hobbistico o poco più, è adatta anche a chi non è esperto di elettronica e non ha un budget elevato, ma che non deve aspettarsi un prodotto plug and play. Serve solo un po' di manualità. Sia la i3 originale che la versione di BQ hanno avuto delle rivisitazioni con nuovi modelli in cui alcuni degli aspetti negativi sono stati corretti, ma il prezzo sale. La prima versione, di cui abbiamo parlato, è ancora in vendita e rimane una buona soluzione per chi non ha troppe pretese.
  17. Milano ha già ospitato lo scorso anno il 3D Print Hub, fiera interamente dedicata alla stampa 3D in cui anche noi di Stampa 3D forum eravamo presenti; quest’anno l'evento si ripete, proponendosi in veste ancora più in grande: dal 7 al 9 giugno Milano ospiterà il Technology Hub, un’incubatore dei settori che in ambito tecnologico risultano quelli con maggior tasso di crescita a livello mondiale, segnando un +4% rispetto al già importante incremento del 2014. E’ uno dei più grandi eventi in Italia dedicati alla tecnologia in campo professionale, una grande opportunità per rimanere aggiornati sulle più recenti innovazioni per il futuro. Gli ‘Hub’ appunto, o settori, portati all’interno della fiera riguarderanno droni, materiali, elettronica e IoT (internet delle cose), robot e ovviamente stampa 3D e tecnologie di manifattura additiva. http://www.stampa3d-forum.it/wp-content/uploads/2016/05/settori.png 3D Print Hub e Additive Manufacturing Hub Come si sta evolvendo il settore della stampa 3D professionale? In che modo è in grado di rivoluzionare i tradizionali processi produttivi? La lente d’ingrandimento cade su questi aspetti e attraverso la fiera si darà risposta a questi e ad altri quesiti connettendo il mondo imprenditoriale con i fornitori di tecnologie. All’interno di 3D Print Hub e Additive Manufacturing Hub sarà presente tutto ciò che riguarda il mondo della stampa tridimensionale, quindi: stampanti 3D desktop; materiali; plastica: ABS, PLA, PET, poliuretano, nylon e altre resine; tecnologia additiva Fused Deposition Modeling (FDM), Plastic Jet Printing (PJP), Stick Deposition Moulding (SDM), Digital Light Processing (DLP), Continuous Liquid Interface Production (CLIP), ecc; scanner 3D; software di simulazione, modellazione, progettazione tridimensionale; accessori per la stampa e la scansione 3D; service; nuovi servizi per la stampa 3D desktop e industriale. Il tutto riferito ai vari campi di applicazione, che spaziano dal settore dell’edilizia a quello della meccanica, dal dentale a quello delle calzature. Technology Hub - Convegni Per tutta la durata di Technology Hub si alterneranno workshop e convegni, di cui molti dedicati proprio alle tecnologie di stampa 3D. A questo link potete vedere l’elenco completo diviso per i tre giorni di fiera. Tra i tanti eventi in programma, ve ne segnaliamo due in particolare: Fabbricare con la stampa 3D Più che un convegno è una pura dimostrazione di come arrivare alla produzione di un oggetto definitivo, pronto per l’impiego, partendo da un modello digitale. L’area dimostrativa sarà divisa in tre zone. Nella prima è operativo un computer sul quale girano i programmi necessari per la stampa 3D, dal CAD che ha costruito il modello dell’oggetto da stampare ai software necessari per la sua conversione nel linguaggio adatto per pilotare la stampante e per il controllo dei file. Nella seconda zona è operativa una stampante 3D industriale, collegata direttamente con il PC. Non stampa direttamente il prototipo ma, per dimostrare nel dettaglio un tipico flusso industriale, realizza lo stampo che poi viene montato su una tradizionale pressa a iniezione presente nella terza zona dell’area dimostrativa. Mediante questa pressa si ottengono oggetti definitivi con i materiali standard della tecnologia a iniezione, che possono essere immessi direttamente sul mercato o usati come pre-serie. Ognuna di queste zone sarà pienamente operativa per tutta la durata della fiera. Non solo: esperti di modellazione, stampa 3D e stampaggio a iniezione sono a disposizione dei visitatori per rispondere a ogni domanda legata alla manifattura additiva. Previsti anche interventi di stampisti che hanno già adottato questa tecnologia, che consente loro di integrare con uno strumento in più la loro attività tradizionale. Per capire in pratica di cosa si tratta vi lasciamo ad un video che mostra la stessa dimostrazione già eseguita alla fiera MECSPE di Parma, organizzata da Stratasys e State Technologies. Additive manufacturing talks Sarà l’appuntamento conclusivo di Technology Hub e si terrà il 10 giugno a Milano presso il Vodafone Theatre. Tra i vari argomenti trattati, uno dei più interessanti sarà sicuramente quello riguardante il vetro trasparente prodotto con tecnologia additive manufacturing, e si focalizzerà sulla presentazione di una stampante 3D ad estrusione unica nel suo genere, in grado di stampare componenti in vetro. La piattaforma si compone di elementi modulari in grado di operare alle temperature elevate necessarie per lavorare il vetro dallo stato fuso fino al prodotto finale ricotto. L'evento sarà a cura di Peter Houk, Massachusetts Institute of Technology (Mit), Boston e Giorgia Franchin, Università degli Studi di Padova http://www.stampa3d-forum.it/wp-content/uploads/2016/05/vetro.jpghttp://www.stampa3d-forum.it/wp-content/uploads/2016/05/vetro2.jpg Technology Hub - Orari, ingressi, prezzi http://www.stampa3d-forum.it/wp-content/uploads/2016/05/planimetria.png LUOGO: fieramilanocity – Padiglione 3 DATA: 7 – 9 giugno 2016 ORARIO: 9.30 – 17.30 INGRESSO: Porta Colleoni, Gate 4, Viale Scarampo Ingresso a pagamento Reception: 25,00 euro. Biglietto acquistato in reception, valido 1 giorno, 1 ingresso Online: 15,00 euro. Biglietto acquistato con il pre-accredito online, valido 1 giorno, 1 ingresso (QUI il link) Parcheggi a pagamento Sono a disposizione dei visitatori 600 posti auto sul tetto del padiglione 4. La tariffa è di 14 euro al giorno, ridotta a 8,5 euro dopo le 14.00. Ingresso Studenti: Gli studenti universitari esibendo alla biglietteria la tessera universitaria (o un documento che attesti l’iscrizione all’università) hanno diritto ad un ingresso omaggio. Resta obbligatoria la compilazione di una scheda di registrazione cartacea alla biglietteria. Ciò che ci aspettiamo da Technology Hub è sicuramente una grande partecipazione e tante, tante novità in ambito di stampa 3D. Nell’attesa dell’inizio dell’evento vi rimandiamo ai reportage delle precedenti edizioni del 3D Print Hub.
  18. Lo scorso gennaio, 3D Systems ha presentato al CES di Las Vegas la sua serie ProJet MJP 2500, commercializzata addirittura in anticipo rispetto ai precedenti piani di lancio. La serie comprende due stampanti, MJP 2500 e MJP 2500 Plus, molto simili fra loro e dedicate alla fascia professional. Tecnologia MultiJet e compattezza nelle dimensioni sono un binomio vincente, facendole diventare un punto di riferimento nella fascia di prezzo che occupano. Design curato e minimale, estrema semplicità d’uso e manutenzione, silenziosità. Queste caratteristiche rendono la gamma 3D Systems MJP 2500 perfettamente adatta all’uso in ufficio, ideale per portare allo stato materiale un’idea magari nata il giorno stesso. Lo scopo principale che ha fatto nascere questo modello è, infatti, la produzione di prototipi in plastica in tempi ridotti, con un’altissima fedeltà dei modelli; ciò rende possibile la verifica del design, come anche quella di effettuare veri e propri test funzionali sui pezzi prodotti. http://www.stampa3d-forum.it/wp-content/uploads/2016/04/office.pnghttp://www.stampa3d-forum.it/wp-content/uploads/2016/04/office2.png Queste le specifiche tecniche comuni a entrambi i modelli: Volume di stampa: 295 x 211 x 142 mm Risoluzione XYZ: 800 x 900 x 790 DPI, layer da 32 micron Materiale di supporto: VisiJet M2 SUP Peso: 211 kg File di imput supportati: STL, CTL, OBJ, PLY, ZPR, ZBD, AMF, WRL, 3DS, FBX Rumore: < 65 dBa stimati (a media velocità delle ventole) Mentre i materiali a disposizione sono i seguenti: VisiJet M2 RWT – Rigid White VisiJet M2 RBK – Rigid Black VisiJet M2 RCL – Rigid Clear VisiJet M2 EBK – Elastomeric Black VisiJet M2 ENT – Elastomeric Natura La versione 3D Systems MJP 2500 limita l'utilizzo ai primi due materiali elencati, ossia due plastiche rigide, una bianca e una nera. Col modello MJP 2500 Plus si avrà a disposizione, in più, un materiale cosiddetto ‘traslucent’, quindi semitrasparente, e due elastomeri plastici. I due materiali con proprietà elastiche hanno una elongazione a rottura pari al 160-230% e possono essere combinati con gli altri materiali rigidi all’interno di un unico pezzo stampato. La ricarica dei materiali sembra addirittura più semplice che cambiare cartucce ad una normale stampante su carta, i ricambi sono forniti in bottiglie di plastica liquida da posizionare nel cassetto inferiore e la macchina è in grado di stoccarne fino a 2 alla volta. http://www.stampa3d-forum.it/wp-content/uploads/2016/04/cartucce.jpghttp://www.stampa3d-forum.it/wp-content/uploads/2016/04/clear.pnghttp://www.stampa3d-forum.it/wp-content/uploads/2016/04/pipe.png Le ProJet MJP 2500 utilizzano una speciale cera come materiale di supporto, la VisiJet M2 SUP, un materiale eco-compatibile che è possibile rimuovere in modo semplice senza inficiare la qualità della stampa; il processo di pulizia del pezzo è chiamato EasyClean e consiste nell’immersione in due vasche di acqua riscaldata che sciolgono la cera di supporto. http://www.stampa3d-forum.it/wp-content/uploads/2016/04/warmers.jpg 3D Systems ha lavorato con l'intento di portare la tecnologia MJP ad un prezzo più accessibile ai professionisti, semplificando l'utilizzo delle macchine e mantenendo la possibilità di utilizzare materiali con caratteristiche diverse. Insieme a queste macchine viene fornito anche un software di slicing e gestione del modello 3D proprietario: 3DSPrint. Il prezzo di mercato è di € 42.000,00 per il modello standard e di € 48.000,00 per il modello Plus.
  19. In campo professionale molte aziende si sono già affidate alle potenzialità delle stampanti 3D per la produzione di prototipi, in attesa che questa tecnologia si sviluppi a tal punto da permettere una produzione in serie con un rapido flusso di lavoro; alcuni produttori di stampanti 3D ci stanno lavorando, ma c’è ancora un po' di strada da fare. La diffusione di questo sistema aumenta, e sempre di più le nuove richieste si orientano verso modelli con capacità di stampa maggiori, perché le dimensioni del pezzo da stampare sono, a volte, un vincolo imprescindibile. I vantaggi di ottenere un prototipo in scala 1:1 riguardano la possibilità di testare il prodotto nell'ingombro, nelle funzionalità e nella sua ergonomia. A questo scopo ci sono già stampanti con un volume di stampa da primato, con prezzi però che risultano tutt’altro che accessibili. Per questo, 3D Platform ha sviluppato la sua stampante 3D FFF (a fusione di filamento) a grandi dimensioni, la 3DP Workbench. Il suo nome non è certo un caso: questa stampante 3D si presenta come un vero e proprio ripiano di lavoro, compresi cassetti per gli attrezzi e consolle di comando della macchina. Il volume di stampa corrisponde a 1000 x 1000 x 500 mm, riscaldato, in un ingombro totale di poco superiore, pari a 1420 x 1680 x 1520 cm. http://www.stampa3d-forum.it/wp-content/uploads/2016/04/3DP-printer.jpg http://www.stampa3d-forum.it/wp-content/uploads/2016/04/Volume-di-costruzione-della-stampante-3DP.jpg La scheda tecnica è sicuramente interessante: - tecnologia di stampa: FFF - risoluzione massima layer: fino a 70 micron (0.07 millimetri) - diametro estrusore: 0.6 mm - temperatura massima di estrusione: 295 °C - velocità: 70-100 mm/s - piatto riscaldato in vetro borosilicato (temperatura Massima 145 °C) - diametro filamento: 1.75mm , 3 mm (consigliato) - peso della stampante: 400 kg (comprensiva del carrello porta attrezzi) E’ possibile sostituire l’estrusore di serie con altri da 0.4 o da 1.2 mm. Montando quello più grande possiamo trarre vantaggio in una maggiore resistenza del pezzo e di una maggiore velocità di stampa, sacrificando qualcosa dal lato della risoluzione degli strati. Dal lato dei materiali, 3DP1000 lascia aperte moltissime possibilità grazie alla sua flessibilità e al grande range di temperatura di esercizio, possiamo stampare infatti PLA, ABS, PVA, HIPS, Nylon, Ninjaflex® oltre che materiali speciali come filamenti compositi, conduttivi e molti altri ancora. L’azienda da questo lato non vende bobine proprietarie ma lascia piena libertà di scelta di materiali open. Piena libertà c’è anche nello slicer, per generare G-code 3DP raccomanda ‘Simplify 3D’. http://www.stampa3d-forum.it/wp-content/uploads/2016/04/Products-Materials.jpg Per quanto riguarda la costruzione, abbiamo un telaio in alluminio e attuatori lineari PCB Linear, che garantiscono un’elevata precisione nei movimenti e una grande affidabilità, soprattutto se confrontati con i normali sistemi a cinghie. I motori sfruttano la SurePrint™ Technology, riducendo del 60% il consumo di energia e del 50% la temperatura di esercizio rispetto a motori classici. La scelta della tipologia di macchina FFF sta alla base dell’economicità della macchina, che ne beneficia non soltanto per questo aspetto, ma anche per una maggiore flessibilità in fase di produzione. E’ possibile interrompere la stampa per inglobare oggetti all’interno del pezzo stampato, ad esempio parti elettroniche come sensori o interruttori e parti strutturali come staffe metalliche. http://www.stampa3d-forum.it/wp-content/uploads/2016/04/chair.pnghttp://www.stampa3d-forum.it/wp-content/uploads/2016/04/prototyping.png I campi di applicazione come al solito sono molteplici, dal settore medico, all’arredamento, all’artistico; pensate che tra i prototipi realizzati da 3DP c’è anche un modello in scala 1:1 di Kecheng Lu (Marketing Specialist di 3DP) che è stato realizzato con una densità di riempimento del 7%, completamente in PLA. La replica in scala pesa 21 Kg, e ci sono voluti 7 Giorni per completare in toto la stampa, prodotta su una diagonale in due metà (porzione superiore e inferiore) e poi i due pezzi sono stati assemblati insieme. http://www.stampa3d-forum.it/wp-content/uploads/2016/04/cinese-fullscale.jpg Il costo della 3DP Workbench è di 27'000 $ , che secondo le stime di 3D Platform risulta circa venti volte inferiore al costo medio di una stampante professionale di pari volume di stampa.
  20. Come ogni anno, da ormai 15 edizioni, si rinnova l’appuntamento del MECSPE di Parma, l’evento di riferimento per quanto riguarda la tecnologia della meccanica nell’industria manifatturiera che si svolge da domani 17 Marzo, fino a sabato 19 Marzo. Lo scorso anno ha attirato più di 30’000 visitatori, distribuiti nei 79'000 metri quadri dei padiglioni del complesso fieristico. Troveremo tutte le innovazioni riguardanti le tecnologie di produzione a livello industriale, quindi: macchine, sistemi logistici, sistemi di controllo e elettronica per l’automazione. Proprio per quest’ultimo ambito segnaliamo la prima edizione del Robot forum, evento sulla robotica il cui tema di quest’anno riguarda l’Assemblaggio. http://www.stampa3d-forum.it/wp-content/uploads/2016/03/pianta_ingresso.jpg http://www.stampa3d-forum.it/wp-content/uploads/2016/03/ingresso-1024x685.jpg Ma concentriamoci su ciò che più interessa a noi. MECSPE ospita per il secondo anno di fila 3D Print Hub Parma, una grandissima occasione per dimostrare il ruolo fondamentale che la stampa 3D si sta ritagliando nel settore, un grande riflettore per presentare le tecnologie che consentono di incrementare l’efficacia e l’efficienza del processo produttivo e di prototipazione, garantire maggiore flessibilità a costi inferiori e a tempi ridotti. L’utilizzo della stampa 3D nell’ambito manifatturiero ha fondamentalmente due diversi tipi di applicazione: la produzione diretta e la creazione di stampi. Per questo ultimo ambito, nell’area dimostrativa verrà dimostrato nel dettaglio un piccolo flusso industriale, con la realizzazione di uno stampo che poi verrà montato su una tradizionale pressa a iniezione. Mediante questa pressa si ottengono oggetti definitivi con i materiali standard della tecnologia a iniezione, che possono essere immessi direttamente sul mercato o usati come pre-serie. Oltre a questo, durante tutta la durata della fiera avranno luogo vari workshops e convegni che toccheranno tematiche importanti nella sfera della stampa 3D con approfondimenti mirati dedicati a meccanica, prototipazione, modellazione e design industriale. Per informazioni più dettagliate a riguardo potete fare riferimento al programma completo del sito MECSPE a questo link. Per quanto riguarda i nomi presenti al MECSPE 2016 troviamo i nomi più importanti nel segmento professional della stampa 3D come 3D Systems, Stratasys e molti altri. Tutto ciò che riguarda il 3D-printing è esposto nel settore dell’Additive Manufacturing nel padiglione 6 della fiera, raggiungibile più facilmente dagli ingressi NORD e OVEST. http://www.stampa3d-forum.it/wp-content/uploads/2016/03/convegno-1024x678.jpghttp://www.stampa3d-forum.it/wp-content/uploads/2016/03/lab-stampi-1024x681.jpg
  21. Ogni cinque anni Canon tiene il ‘Canon EXPO’ per mostrare al pubblico i progressi dell’azienda e tutti i prodotti più all’avanguardia nel campo professionale. Quest’anno l’evento si è svolto a Parigi dal 13 al 15 di Ottobre. Proprio in questa occasione Canon ha ufficializzato il suo ingresso nel mondo della stampa 3D seguendo l’esempio di un’altro grande brand da sempre rivale come HP. Da leader nel campo del 2D si trova quindi a presentare la sua prima stampante 3D, interamente sviluppata all’interno dell’azienda. http://www.stampa3d-forum.it/wp-content/uploads/2015/11/stampante-3D-canon-01.jpg Stampante 3D Canon: le caratteristiche tecniche Debuttare con un prodotto 'ordinario’ sarebbe stato forse un passo falso, gettando di fatto nella mischia una delle tante stampanti in un mercato che ha molti competitor. Canon ha quindi deciso di puntare in alto. La nuova stampante 3D Canon è “Adatta non solo per la prototipazione rapida, ma anche per la manifattura rapida”, ciò non significa banalmente solo una maggiore velocità di stampa, bensì numerose caratteristiche che rendono più semplice e rapido tutto il processo di produzione e post-produzione, il tutto, portando “il più alto livello di precisione nell’industria”. http://www.stampa3d-forum.it/wp-content/uploads/2015/11/stampante-3D-canon-02.jpg http://www.stampa3d-forum.it/wp-content/uploads/2015/11/stampante-3D-canon-03.png Canon promette un prodotto di stampa dalle pregevoli caratteristiche estetiche, quindi con una superficie estremamente liscia, riducendo al minimo il bisogno di ritoccare il pezzo. Un altro importante fattore è il materiale di supporto, questo è studiato per essere rimosso in maniera estremamente semplice, grazie alla sua proprietà di idrosolubilità. Per quanto riguarda i materiali, Canon ha sviluppato un nuovo metodo resin-based in grado di rendere più veloce il processo e più resistente il prodotto, supportando tra i tanti: ABS, polietilene, polipropilene e PMMA. Il quadro non sarebbe completo senza un buon software per la gestione della stampante, per questo Canon ha sviluppato un programma proprietario, non solo per l’editing e lo slicing, ma per avere un ecosistema in grado di supportare device come gli scanner 3D e di gestire facilmente molti formati di stampa. Canon è supportata da 3DSystems, partner d’eccezione che curerà la commercializzazione, la vendita e il supporto delle nuove stampanti. Per ulteriori dettagli su prezzi, scheda tecnica e data di commercializzazione non resta che attendere nuove notizie dalla stessa Canon.
  22. Se da un lato la stampa 3D prende piede a gran velocità permettendo un forte abbassamento dei prezzi, di certo non si può dire lo stesso per gli scanner 3D. Abbiamo esempi di dispositivi “grezzi” come il Kinect di Microsoft o Cubify di 3D System che sono sì economici, ma cedono per quanto riguarda altri aspetti. Qualità costruttiva, precisione di scan e usabilità lasciano un po’ a desiderare e in fin dei conti viene da chiedersi se valga veramente la pena acquistare qualcosa che è più adatto ad un uso amatoriale. Rangevision è un’azienda di ingegneri russi nata con l’intento di creare finalmente una linea di scanner con un rapporto qualità-prezzo vincente, portando quindi un prodotto professionale ad un target di pubblico molto più ampio. I loro prodotti sono caratterizzati da una grande facilità di utilizzo: basta collegarli al computer e avviare la scansione attraverso il software proprietario; il risultato è modello 3D altamente dettagliato e comprensivo di texture, esportabile nei formati STL, OBJ e PLY. Funzionano mediante due fotocamere e una lampada alogena per la luce strutturata, quest’ultima proietta strisce di luce verticali e orizzontali per una durata di 5-7 secondi per ottenere i dati sulla profondità. http://www.stampa3d-forum.it/wp-content/uploads/2015/10/rangevision-2.png http://www.stampa3d-forum.it/wp-content/uploads/2015/10/rangevision-1.png Gli scanner Rangevision hanno un range operativo davvero ampio, riescono a elaborare senza difficoltà prodotti molto piccoli, come oggettistica da gioielleria, e molto grandi, come vere le automobili. http://www.stampa3d-forum.it/wp-content/uploads/2015/10/rangevision.jpg I modelli a listino sono 3: ‘Standard scanner’, ‘Standard plus’ e ‘Advanced’. Il primo dei tre possiede due fotocamere da 1.3 Megapixel (1280x1024) con una livello di dettaglio che, dipendentemente dal volume di scansione, varia tra 0.05mm e 0.35 mm. La versione “plus” si differenzia unicamente per lo chassis in metallo al posto della plastica del modello precedente. http://www.stampa3d-forum.it/wp-content/uploads/2015/10/rangevision-3.png Per i più esigenti, Rangevision ha sviluppato il modello top di gamma “Advanced” con una coppia di fotocamere da 2 Megapixel (1600x1200), che impiega un tempo di 12 secondi per scansioni di alta qualità. L’accuratezza varia da 0.043 mm a 0.3 mm, sempre a seconda del volume di scansione. Per quanto riguarda i campi applicativi, questi prodotti si collocano in diversi settori e campi: - educazione; - service 3D; - arte e sculture; - reverse engineering; - design industriale. Dimensioni e portabilità (7 kg) rendono gli scanner Rangevision dei dispositivi molto validi, senza dimenticare la possibilità di operare fino ad un’ora senza essere collegati a corrente elettrica; il prezzo, che parte da 2600 $, è la chiave per il loro successo. Ulteriori dettagli sono disponibili nel sito web di Rangevision.
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