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ASA


Killrob

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Non e' che non ti credo, ma non mi convince.

L'imbarcamento e' dovuto al ritiro del pezzo per via del suo raffreddamento repentino.
Non e' che imbarca perche' "decide" di farlo. Fin qui siamo d'accordo?

Il pezzo che si e' gia' stampato ha una sua capacita' termica non indifferente e non vedo come una folata possa raffreddarlo al punto di farlo imbarcare.
Addirittura alitandoci sopra!

Fra l'altro tu dici che

9 minuti fa, Joker78 dice:

l'importante è che la temperatura rimanga costante

Ma la tempratura di che?
Dell'ambiente di stampa?

Perche' la temperatura del pezzo per definizione non e' costante.

La parte a contatto col bed e' a 80° circa, e via via va raffreddandosi.
Il pezzo non puo' stare a 80° costanti. Si avra' sempre una parte bollente e una parte no, e queste due parti man mano che si stampa vanno allontanandosi fino ad arrivare alla temperatura che c'e' dentro la teca.
Magari si arriva a 40-50° dentro la teca.

Ed e' questo che chiedo: quant'e' la tempratura nella teca?


Non e' che la "folata di vento" abbia una qualche capacita' mistica: semplicemente porta via calore/energia al pezzo facendone scendere la temeperatura, ma dobbiamo capire quanto.

Sara' che non mi e' (ancora) successo...
Cmq prima o poi mi dovro' attrezzare anche io con 4 pareti e un tetto di plexigass.

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3 minuti fa, Carsco dice:

Non e' che non ti credo, ma non mi convince.

L'imbarcamento e' dovuto al ritiro del pezzo per via del suo raffreddamento repentino.
Non e' che imbarca perche' "decide" di farlo. Fin qui siamo d'accordo?

Il pezzo che si e' gia' stampato ha una sua capacita' termica non indifferente e non vedo come una folata possa raffreddarlo al punto di farlo imbarcare.
Addirittura alitandoci sopra!

Fra l'altro tu dici che

Ma la tempratura di che?
Dell'ambiente di stampa?

Perche' la temperatura del pezzo per definizione non e' costante.

La parte a contatto col bed e' a 80° circa, e via via va raffreddandosi.
Il pezzo non puo' stare a 80° costanti. Si avra' sempre una parte bollente e una parte no, e queste due parti man mano che si stampa vanno allontanandosi fino ad arrivare alla temperatura che c'e' dentro la teca.
Magari si arriva a 40-50° dentro la teca.

Ed e' questo che chiedo: quant'e' la tempratura nella teca?


Non e' che la "folata di vento" abbia una qualche capacita' mistica: semplicemente porta via calore/energia al pezzo facendone scendere la temeperatura, ma dobbiamo capire quanto.

Sara' che non mi e' (ancora) successo...
Cmq prima o poi mi dovro' attrezzare anche io con 4 pareti e un tetto di plexigass.

Nella teca dopo 10 min. Si stabilizza la temperatura, se hai un estrattore la temperatura interna rimane sui 25/30° senza estrattore 45/50° lo puoi stampare anche senza teca, chiudi la stanza e ci rientri quando finisce, perché avvolte basta aprire la porta per fargli arrivare correnti di aria più fredda, non è la parte a contatto con il bed che si raffredda ma i layer superiori che sentono se cè una variazione di temperatura, lo stesso dicasi quando tende a delaminare, il layer si imbarca e non si attacca, ma tutto questo dipende sempre se la temperatura di dove stampi rimane costante. 

Io non sono un tecnico però con la teca stampi senza problemi, mettendo della semplice lacca sul piano, puoi avere anche un super collante che non te lo fa staccare dal piano ma avrai sicuramente problemi di delaminazione sugli strati superiori, abs e asa se non vuoi problemi vai di teca.

Comunque puoi fare una prova attiva la ventola layer e guarda in quanto tempo si imbarca o delamina  

Da quello che ho capito è che abs e asa hanno tempi di raffreddamento precisi, se cerchi di raffreddarlo prima del tempo questo si contorce, non chiedermi perché ma non lo so, credo che sia un'addittivo chimico che provoca questo.

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Secondo me una teca e' improponibile per la maggior parte delle persone, a parte lo sbattimento per tagliarlo e fare i supporti per unirlo, c'e' quello di dove conservarlo.

Appena riaprino i negozi giusti devo fare una prova con un rotolo di acetato molto alto, da chiudere a cerchio e mettere intorno alla stampante a mo' di recinto.
Quando non serve si apre e si ripone dietro un mobile, oppure si arrotola.

 

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5 minuti fa, Carsco dice:

Secondo me una teca e' improponibile per la maggior parte delle persone, a parte lo sbattimento per tagliarlo e fare i supporti per unirlo, c'e' quello di dove conservarlo.

Appena riaprino i negozi giusti devo fare una prova con un rotolo di acetato molto alto, da chiudere a cerchio e mettere intorno alla stampante a mo' di recinto.
Quando non serve si apre e si ripone dietro un mobile, oppure si arrotola.

 

Esatto è la cosa più fattibile, mi piaceva farlo cosi ma in plexiglas stile campana di vetro, in maniera che se non serve lo sfilo e lo metto da una parte, solo che il plexiglas te lo fanno pagare caro.

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2 ore fa, Carsco dice:

Secondo me una teca e' improponibile per la maggior parte delle persone, a parte lo sbattimento per tagliarlo e fare i supporti per unirlo, c'e' quello di dove conservarlo.

Appena riaprino i negozi giusti devo fare una prova con un rotolo di acetato molto alto, da chiudere a cerchio e mettere intorno alla stampante a mo' di recinto.
Quando non serve si apre e si ripone dietro un mobile, oppure si arrotola.

 

C'è un mobile ikea che per molte stampanti va una favola, costa pure molto poco, c'è il Lack che costa 10 euro l'uno e che messo uno su l'altro gestisce una Ender 3:

https://www.pinterest.at/pin/456763587205538219/

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Ok, mi sono ricordato della soluzione un po' meno fai da te, sempre Ikea (cosa che potrebbe peraltro rendere più tollerabile il pellegrinaggio periodico verso il mobilificio svedese con la moglie / compagna):

https://www.ikea.com/it/it/p/platsa-struttura-bianco-10330972/    --> 28 euro

https://www.ikea.com/it/it/p/vaerd-anta-a-vetro-bianco-60347319/  --> 17 euro

Serve poi una cernera e un pomello per l'anta, ma con una cinquantina di euro circa hai una struttura 60x55x60, se la stampante ci sta (e una ender ci dovrebbe stare, non ho idea dello scarrellamento ma credo ci dovremmo stare) hai una enclosure ben fatta a costo tutto sommato contenuto e con un assemblaggio alla portata di tutti.
Si potrebbe poi sigillare l'anta con della gomma ed eventualmente montare un filtro con ventola nella parte superiore per stare proprio strasicuri 
Nella soluzione che avevo visto l'anta era montata con la cerniera in alto, dall'alto verso il basso.

PS
Non ho realizzato personalmente tale enclosure, l'ho vista però in un gruppo di stampa 3D ed effettivamente è molto economica se si vuole provare a stampare materiali che necessitano di camera chiusa. Peraltro è anche poco ingombrante, non molto di più della stampante stessa viste le dimensioni del mobile...

Edit: qui un progetto per una Prusa Mk3, con anche il mobile in basso:
https://www.thingiverse.com/thing:3417593

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3 ore fa, invernomuto dice:

Ok, mi sono ricordato della soluzione un po' meno fai da te, sempre Ikea (cosa che potrebbe peraltro rendere più tollerabile il pellegrinaggio periodico verso il mobilificio svedese con la moglie / compagna):

https://www.ikea.com/it/it/p/platsa-struttura-bianco-10330972/    --> 28 euro

https://www.ikea.com/it/it/p/vaerd-anta-a-vetro-bianco-60347319/  --> 17 euro

Serve poi una cernera e un pomello per l'anta, ma con una cinquantina di euro circa hai una struttura 60x55x60, se la stampante ci sta (e una ender ci dovrebbe stare, non ho idea dello scarrellamento ma credo ci dovremmo stare) hai una enclosure ben fatta a costo tutto sommato contenuto e con un assemblaggio alla portata di tutti.
Si potrebbe poi sigillare l'anta con della gomma ed eventualmente montare un filtro con ventola nella parte superiore per stare proprio strasicuri 
Nella soluzione che avevo visto l'anta era montata con la cerniera in alto, dall'alto verso il basso.

PS
Non ho realizzato personalmente tale enclosure, l'ho vista però in un gruppo di stampa 3D ed effettivamente è molto economica se si vuole provare a stampare materiali che necessitano di camera chiusa. Peraltro è anche poco ingombrante, non molto di più della stampante stessa viste le dimensioni del mobile...

Edit: qui un progetto per una Prusa Mk3, con anche il mobile in basso:
https://www.thingiverse.com/thing:3417593

molto interessante e da tenere in considerazione

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Allora: la mia esperienza continua.

Dovendo stampare altri 2 di questi male-benedetti manici di pentola, sto provando a fare variazioni sul tema.
Non mi convince per niente il discorso di chiudere la stampante proprio perche' il pezzo avra' comunque zone molto piu' calde (in basso) e zone piu' fredde (in alto) con differenze fino a 40-50° l'una dall'altra.
Ho provato a chiuderla con un cubo di compensato e a far stampare senza mai aprire o chiudere porte e finestre. Monitoravo tutto con la camerina.
Il pezzo si e' sollevato sempre nel bordo interno (fra pezzo e brim) ma il brim ha resistito nel suo anello piu' esterno.

Non so se mi spiego: il bordo del pezzo si e' effettivamente sollevato ma il brim (essendo ben 15mm) e' rimasto incollato al bed nei suoi anelli piu' esterni (diciamo 5-6mm) evitando la completa deformazione del pezzo.

Il pezzo e' ostico, lo ammetto, perche' per i primi 4mm (20 strati) e' composto da due pezzi.
Eccone una foto:

Image1.jpg.e095000a76daeb033b8eac794af66190.jpg

 

Ecco dove ho verificato il problema:

Image1.jpg.ed8f148f5fe67f474a0a2f177c3298d2.jpg


Una deformazione c'e' stata, e' chiaro, ma minima rispetto a quella che avrei avuto se il brim avesse ceduto. Tutto cio' e' stato possibile solo grazie a un brim grande e un primo strato leeeeeeentissimi (7mm/sec) e ventola al minimerrimo solo dopo i primi 4 layer. Il primo strato ha impiegato un'ora.

Oggi ho voluto fare un esperimento: primo layer sempre lentissimo ma ventole spente del tutto (sebbene comunque l'aria arriva dal fatto che il pezzo si muove, non dimentichiamolo) e soprattutto porta e finestra aperta.
La porta e' vicina (50cm) ma la finestra e' lontana (circa 2 metri).
Ovviamente non c'e' corrente ed in casa ho circa 23°.
La zona immediatamente sopra la stampante segna 28° (c'e' un termometro apposta).

Ebbene, ho superato il ventesimo strato (cioe' quando i due pezzi vengono uniti) e il brim ha resistito perfettamente. La differenza e' stata solo lo spegnimento completo della ventola, sebbene non sia proprio proprio indicato per i dettagli, e porte e finestra stavolta aperti.

Non c'e' alcun cedimento, ZERO sollevamento tranne in un piccolissimo punto, ma ormai il tappetino e' veramente vecchio e non e' piu' perfetto.
Il tutto ovviamente senza lacca ed a appena 80 gradi.

Sono convinto che se facessi layer ancora piu' sottili (0.15 invece di 0.20) le tensioni accumulate si rilascerebbero ancora meglio.
Anche una velocita' ancora piu' bassa (diciamo 15-20mm/sec) favorisce il rilascio di tensioni.

Sono solo le mie prove, nulla di che, e su un tappetino ormai rovinato che non e' piu' ruvido come una volta.

Quindi, PER ME, l'ASA va stampato lentissimissimo nel primo strato (brim e primo strato), poi lentissimo fino a quando termina di stampare tutti gli strati inferiori, poi lento in tutto il resto. Ventola completamente spenta oppure messa in manuale da accendere al minimo al raggiungimento di zone ostiche (ponti, sbalzi, etc).

Credo, quindi, che debba essere rallentato il rilascio di tensioni accumulate durante la stampa semplicemente rallentandola o usando layer piu' sottili.
E' chiaro che tenendo tutto il pezzo a 80-90° avremmo lo stesso risultato, ma superando i 5-10mm e' praticamente impossibile anche chiudendo la stampante.

Capisco perfettamente che cosi' incrementiamo la durata della stampa di un buon 50-70% ma l'ASA o l'ABS sono materiali che dovrebbero essere usati solo per scopi specifici (resistenza al calore e agenti atmosferici) e al di fuori di questo dovrebbero essere evitati a favore per lo meno del PET/PETG.

Se non avessi dovuto stampare dei manici di pentola... col fischio che avrei usato l'ASA 🙂

 

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1 ora fa, Carsco dice:

Non mi convince per niente il discorso di chiudere la stampante proprio perche' il pezzo avra' comunque zone molto piu' calde (in basso) e zone piu' fredde (in alto) con differenze fino a 40-50° l'una dall'altra.

Io in questo punto non ti seguo tanto: premesso che non ho esperienza diretta di stampa di quel tipo di materiale (ABS o ASA), l'efficacia della camera chiusa è nota. La camera chiusa però serve perché il pezzo rimanga il più possibile "al caldo", non a prevenire sbalzi di temperatura, a meno che tu non abbia la stampante a polo nord e apra la finestra durante la stampa.

Leggi qui:

Cita

Warping is caused by internal stress in the 3D printed part; there is one cause for internal stress when printing amorphous materials.

1. As the filament is extruded through the small diameter of the nozzle, the polymer chain of the filament is stretched and will want to return back to its ‘normal’ state, much like a stretched elastic band will go back to its position when it is released. At temperatures moderately close to the materials glass transition temperature, the polymer chain will 'relax', releasing the internal stress and preventing warping

NB: si parla di ABS ma per l'ASA dovrebbe essere lo stesso applicabile la cosa.
La temperatura di transizione  dell'ABS è 100°, la camera chiusa deve essere calda per l'ABS, sennò non serve a molto. Consigliano minimo 50°, ma l'ideale sarebbe 60°-70°.

La camera chiusa peraltro non è obbligatoria, ma consigliata perché semplifica la vita e non ti obbliga a fare quello che hai fatto tu, applicando velocità ultra lente per evitare l'imbarcamento del pezzo. Peraltro se non vuoi la camera chiusa esistono prodotti specifici molto validi creati apposta per l'adesione dell'ABS/ASA, tipo il famoso Dimafix che mi risulta abbia dato ottimi risultati con questo tipo di materiali per cui la lacca risulta poco efficace date le temperature del bed (anzi, al contrario della lacca il dimafix garantisce massima adesione proprio alle alte temperature). 

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