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Le migliori guide alla stampa 3D, curate dalla redazione di Stampa 3D forum. Guide all'acquisto, guide all'uso, consigli pratici e molto altro.
Alessandro Tassinari

Client software per la stampa 3D

Pubblicato da Alessandro Tassinari, in Guide,

Il client software è quello che ci permette di comandare la nostra stampante 3D in modo diretto e veloce, anche durante la procedura di stampa.
Attraverso questo software è possibile lanciare un oggetto 3D in stampa, metterlo in pausa o bloccarlo, impostare parametri come le temperature del piatto e dell'estrusore. Solitamente, i client sono anche dotati di un'interfaccia che ci aiuta a livellare il piano di stampa e a correggere la posizione degli assi di stampa.
Client software nella stampa 3D: cosa sono e a cosa servono
In base alla stampante che avete a mano potete utilizzare client software open source o proprietari. Tra i software open source i più famosi sono Repetier-Host (al quale potete trovare una guida dedicata a questo link) e Printrun.
Da notare è che alcuni di questi client, ad esempio Repetier-Host, offrono anche la possibilità di eseguire lo slicing del modello 3D da stampare, permettendovi di evitare di utilizzare uno slicer apposito. I software client proprietari sono quelli dedicati esclusivamente a stampanti di marche specifiche, ad esempio MakerBot e Solidoodle, i quali integrano sempre più spesso maggiori quantità di comandi e favoriscono l'interazione con le macchine.
C'è però da segnalare una nota molto importante: i software client non sono necessari, o meglio, si può evitare di usarli. Questo perché la stragrande maggioranza delle stampanti 3D permette di ricevere i comandi del file G-code anche attraverso SD-card e USB-pen.
Non sarà necessario collegare la stampante 3D via cavo USB ad un computer perdendo però la possibilità di averne il pieno controllo durante la stampa. Le comodità di non collegare la stampante 3D al computer sono molteplici, ad esempio il poter posizionare la stampante dove si preferisce o spostare il computer durante la stampa.
Ora che abbiamo visto tutti i software che è necessario saper usare per stampare in 3D e soprattutto abbiamo chiarito cosa sono e a cosa servono i client software, possiamo iniziare a vedere cosa potremmo stampare in 3D prendendo qualche spunto dalla prossima guida!
Hai ancora dubbi su questo argomento? Chiedi aiuto sul nostro forum!

Alessandro Tassinari
Thomas Sanladerer è un YouTuber molto famoso per video di vario tipo sul mondo della stampa 3D. Nel suo video “3D printing guides – Plastic destruction” effettua uno Stress Test, ossia testa la resistenza di quattro provini di diversi materiali comunemente utilizzati per la stampa 3D.
Caratteristiche dei provini
Campione Formlabs SLA: Formlabs Form1+, Formlabs di resina bianca e strati di 100 µm. Campione ABS:  stampato con  una Mendel90 w/E3Dv6, 250°C, 60 mm/s, far-est nero, Slic3r e strati di 200 µm. Campione PLA Printrbot: Simple Metal w/UBIS hot-end, 208°C, 40 mm/s, color porpora, Printrbot Simple PLA Cura e strati di 200 µm. Campione Taulman Bridge: Nylon, Mendel90 w/E3Dv&, 250°C, 50 mm/s, Slic3r e strati di 200 µm.
Con un piacevole dialogo e un certo livello di divertimento, Sanladerer esamina, durante il suo “semi-esperimento scientifico” (lui stesso lo definisce così), la qualità dei campioni per ogni prova alla quale li sottopone. Il suo metodo è sostanzialmente quello di “torturare” i provini per testare come e quanto reggono.
Qualità dei materiali
Sanladerer si prende un momento preliminare per esaminare le qualità estetiche prodotte da ciascuno dei processi utilizzati nella stampa dei provini:
Cominciando con quello di Formlabs, puntualizza che il provino al contatto risulta molto forte. Nota che presenta un buon dettaglio e una buona riproduzione, che le sporgenze si delineano piuttosto bene e che nel complesso è dotato di una grande qualità. Il campione ABS, dice, assomiglia a un pezzo a buon mercato made in China, è piuttosto scadente. Il font non è molto leggibile sul campione e il logo non è facilmente comprensibile. Complessivamente sembra piuttosto dozzinale e anche le sporgenze sul fondo sono davvero di bassa qualità. Sanladerer ne dona una presentazione povera in generale. Sul campione di PLA stampato con una Printrbot Simple Metal e Slicing effettuato con Cura, i font sono poco leggibili, ma la qualità di stampa complessiva è buona. Il taglio si è rivelato piacevole e nel complesso il provino è “buono”. Il campione semi-lucido da Taulman Bridge è gradevole, con una facile stampa di Nylon co-polimero, che è un po’ filante a causa delle sue proprietà intrinseche (è più morbido). La qualità della produzione e il dettaglio sono taglienti e Sanladerer sottolinea quanto bene il Nylon gestisca le sporgenze senza presentare stringhe visibili e quanto sia il materiale più vicino alla perfezione possibile tra tutti i provini. La sua opinione su questo campione pare essere molto buona. Prova di rottura manuale
E ora la parte divertente! Sanladerer inizia il primo test di “tortura”, puntualizzando che si tratta di una prova soggettiva. Tenta di rompere il campione con le mani e afferma che non è un’esperienza così gradevole (ne mostra l’arrossamento). Il suo commento finale a questo test è che i provini erano abbastanza resistenti, ad eccezione dell’ABS e del Taulman Bridge. Vediamo la descrizione completa di ciascun campione:
Nel testare la resina prodotta con la Formlabs semplicemente, nonostante gli sforzi, non è in grado di romperlo con la punta delle sue dita. Con il campione ABS, Sanladerer è in grado di romperne facilmente alcuni pezzi dalla sporgenza con la punta delle sue dita, usando nessuna forza significativa. Questo risultato non è per nulla una sorpresa, poiché il campione ABS è prodotto economicamente. Il campione PLA con la “stessa procedura, stesse dita utilizzate”, ha prodotto gli stessi risultati del primo campione (non riesce a rompere nulla). Testando il campione Taulman Bridge, nota che pezzi della sporgenza vengono via facilmente, ma non si rompono subito, prima si piegano. Il materiale viene via molto facilmente e gli sembra quasi come strappare del tessuto, questo a causa delle proprietà intrinseche del Nylon. Prova di tensione
Nel successivo Stress Test, Sanladerer usa dei morsetti, una morsa e un sistema di carico (un secchio d’acqua) per cercare di strappare i campioni. Incastra i provini tra due morsetti e a essi (appoggiati alla morsa) lega due fili, che sono collegati al secchio d’acqua, che carica man mano. Vediamo le diverse reazioni dei provini:

Il campione di Formlabs non si è rotto fino a che il secchio d’acqua non è stato riempito completamente fino in cima, con Sanladerer che lo alzava e lo lasciava andare. Il secchio era arrivato a pesare 17.4 chili. Dal momento che c’è voluto un po’ di tempo perché si rompesse, alla fine sicuramente il campione non ha ceduto facilmente. Il campione ABS ha fallito miseramente e rapidamente. Come ci tiene a sottolineare Sanladerer questo campione è l’unico che non ha “superato il round”. Il campione PLA Printrbot è molto simile al provino di Formlabs, ma gli è occorsa una forza leggermente maggiore per spezzarsi. Il campione Talman Bridge è molto forte e gli c’è voluto un po’ di tempo per rompersi. Risulta infatti abbastanza impressionante il fatto che ha sostenuto quasi completamente il peso di Sanladerer, insieme al secchio pieno d’acqua. Non ha ceduto per niente facilmente e quando si è spezzato, lo ha fatto con la consistenza della stoffa. Prova di compressione
La prova successiva è quella di comprimere i provini con la morsa con la quale prima erano incastrati per la prova di tensione. Ecco i risultati:

Il campione Formlabs esplode rapidamente, creando una grande sorpresa in Sanladerer (con anche alcune imprecazioni nel sottofondo). Il campione ABS cede gradualmente alla compressione, senza esplodere come quello precedente. Il campione di PLA agisce come l’ABS, ma necessita un po’ di vigore in più alla fine. Il campione di Nylon - impressionante di nuovo – è difficile da distruggere, presenta infatti la performance migliore in questo campo. Conclusioni
La resina di Formlabs è molto dettagliata e piuttosto resistente, però a trazione mostra evidenti limiti strutturali, quindi se si stanno progettando parti che devono sostenere forze di tensione o carico, è opportuno usare qualche materiale diverso. ABS ha fallito in un paio di discipline, ma si può tranquillamente utilizzare per le parti base, dove non sia essenziale una grande resistenza (oggetti più a buon mercato). Il più sorprendente è stato il classico PLA stampato con una Printrbot, che è un materiale abbastanza forte e quello più rigido di tutti e quattro i provini. Presenta una rispettabile forza d’incollaggio tra gli strati. Il campione di Nylon Taulman ha avuto una solida performance. Non è rigido come gli altri, però presenta complessivamente strati d’incollaggio molto forti e il materiale stesso ha ceduto in maniera moderata, nel senso che la sua spaccatura è più simile allo strappo di una stoffa che alla rottura della plastica. Ecco il video completo:
 

Alessandro Tassinari
Una volta che scopri la stampa 3D, il funzionamento dei vari modelli in commercio, i materiali e tutto quello che ci ruota attorno, una domanda sorge spontanea: mi conviene comprare una stampante 3D oppure meglio affidarsi ad un service esterno?
La varietà tecnologica della stampa 3D e la velocità con cui sta diffondendosi sul mercato e nell’industria rendono la maggior parte delle persone allo stesso tempo eccitate e dubbiose nel buttarsi a capofitto in quella che viene definita (e sembrerebbe proprio diventare) la terza rivoluzione industriale.
La moltitudine di materiali utilizzabili, delle stampanti disponibili ma, più di tutto, il prezzo decrescente delle nuove uscite sono motivi più che validi per molti di entrare nel mondo della digital fabrication.
Si è in potere, in questo modo, di soddisfare i propri bisogni creativi autonomamente, senza affibbiarsi a uno dei tanti servizi la fuori che offrono la stampa di un qualunque file 3D (entro i limiti del materiale scelto) e la pronta consegna alla propria porta.
Tuttavia bisogna considerare qualche aspetto importante prima di prendere la decisione di diventare indipendenti o di avere ancora a che fare con servizi di stampa esterni, partendo da delle domande chiave.
E’ il momento migliore per comprare una stampante 3D?
Da due o tre anni a questa parte la scalata alla competitività nel mercato emergente della stampa 3D ha prodotto un gran numero di possibilità di scelta in termini di stampanti 3D, ed è un trend che non sembra possa cambiare molto presto.
Le notizie più allettanti che abbiamo sentito nell’ultimo anno sono di stampanti a basso costo, veramente alla portata di tutti.
Queste stampanti, oltre al prezzo ridotto rispetto alla media, presentano caratteristiche e capacità relativamente inferiori alle compagne di fascia alta, che possono essere dimensioni di stampa minori (si aggirano intorno ai 15x15x15cm o anche meno), altezza di layer maggiore (intorno ai 0,2mm quindi 200 microns) o ridotta scelta di materiali (quasi sempre PLA e in alcuni casi ABS).
Queste non sono tuttavia da considerare come le ultime e migliori offerte sul mercato, al contrario. Per la stessa natura dell’ondata tecnologica che ha portato la stampa 3D ai consumer, il tempo porterà sempre più scelta, con capacità di stampa sempre migliori e più allettanti.
Questo non vuol dire che comprare una stampante 3D oggi sia una cattiva idea (essere dei pionieri tecnologici non è mai stato più entusiasmante e allettante), ma che non ci si abbatta se le opzioni odierne non soddisfano i requisiti di tutti i creativi. Se una particolare caratteristica servirà ad un numero abbastanza elevato di persone, prima o poi si presenterà.
Quali servizi di stampa 3D esistono?
Il concetto dietro alla stampa 3D come servizio è molto semplice: previo invio del file che si desidera stampare, la scelta del materiale e del pagamento, la società scelta si attiva a procedere con la stampa dell’oggetto, a rifinirlo (nel caso in cui rimangano strutture di supporto o sabbie residue le si elimina) e a spedirlo all’indirizzo del cliente.
Il motivo per cui sono così popolari è che permettono di attingere ai benefici della stampa 3D senza possedere una stampante e di stampare in materiali normalmente ottenibili solo con costosissime stampanti di fascia professionale/industriale.
Servizi come Shapeways, avendo uffici sia negli USA che in Europa, riescono a raggiungere un gran numero di clienti e, inoltre, un’ampia gamma di materiali tra cui scegliere e un interfaccia online semplice ma comprensiva permettono a molte persone di fare a meno di comprarsi la stampante 3D.
Oltre a Shapeways alcuni notabili “marketplace” per servizi di stampa 3D sono Ponoko, i.Materialise e Vectorealism.
 
Quale scelta è meglio per te?
Alla fine dei conti la decisione che viene presa nel dubbio di abbracciare la nuova ondata maker personalmente o di relegare il “lavoro sporco” a qualche altro ente esterno dipende effettivamente da quanto si vuole mettere le mani in pasta attivamente nel momento di stampa o no, un irrinunciabile brivido di orgoglio ed emozione di molti maker.
Tuttavia bisogna considerare che l’ampia gamma di materiali e la facilità di accesso ai servizi di stampa 3D sono una comoda alternativa per coloro che desiderano anche solo provare ciò che la stampa 3D può creare. Inoltre, in base agli obbiettivi di ciascuno di noi, si potrebbe aver bisogno di stampare in materiali che, a comprare la stampante che lo permetta, svuoterebbe le tasche della gran parte dei consumer di fascia medio/bassa.
Riassumendo, chi è un maker “smanettone” che non necessita di una gamma ampissima di materiali con cui sperimentare (ma che comunque con la varietà di plastiche a disposizione non avrà problemi) allora avere una stampante può essere un tuffo nel futuro che porterà emozioni e ispirazioni inaspettate.
Chi ha requisiti di stampa di alto livello in termini di materiali e livello di dettaglio e non ha i fondi per investire in una macchina da 10’000€ per soddisfare i propri bisogni, o più semplicemente chi si sta ancora aprendo alle possibilità della stampa 3D e ha voglia di sperimentare senza buttarvisi a capofitto, allora si troverà benissimo con uno dei tanti servizi che garantiscono una produzione ottimale dei vostri modelli.

stampa3D
La coppia edilizia - stampa 3D fa parlare sempre più di sé. Sono numerosi i progetti che arrivano da tutto il mondo e che cercando di rivoluzionare il mondo delle costruzioni. Diverse tecnologie, unico obiettivo: costruire interi edifici in poco tempo e con basse spese.
Se in Italia siamo messi male, causa crisi economiche e quant'altro, c'è chi ci ha creduto ed è riuscito a costruire qualcosa di epico. D-Shape è un progetto tutto italiano.
Partendo da un file CAD, D-Shape è in grado di stampare forme di qualsiasi dimensione, trasformando la sabbia in roccia e depositandola strato su strato. Il progetto D-Shape è stato messo al mondo dalla mente dell'ingegnere toscano Enrico Dini, con l'intento di rivoluzionare il mondo della progettazione.
 
D-Shape stampa in 3D elementi in scala 1:1 utilizzando semplice sabbia e un secondo componente inorganico ed ecocompatibile che fa solidificare la sabbia o un materiale granulare con stesse caratteristiche in roccia. La stampante 3D è composta da una struttura reticolare in alluminio e 300 ugelli che estrudono il materiale. Gli oggetti stampati possono essere blocchi interi o elementi trasportabili e assemblabili in una seconda sede.
 


 
 
Un'altra caratteristica di questa stampante di grandi dimensioni è la capacità di abbinare più materiali scegliendone lo spessore e la distribuzione nell'oggetto. Non servono sostegni, casseforme o stampi.
Inoltre, è possibile utilizzare materiali granulari reperibili sul luogo in cui deve essere stampato l'oggetto desiderato senza avere la necessità di trasportare sabbia in giro per il mondo, limitando le emissioni dovute al trasporto.
 
La tecnologia di D-Shape può essere utilizzata in tantissimi settori: edilizia, architettura, design e scultura sono quelli che si prestano meglio. Alcuni esempi? Elementi costruttivi su misura, arredi urbani, strutture per ponti, torri.
 

 
Insomma, l'Italia si è mossa ben in anticipo rispetto ad altri paesi, considerato che il progetto D-Shape risale al lontano 2006. Un'eccellenza di innovazione e ricerca che ha riscosso interesse anche nell'ESA (European Space Administration), la quale sta valutando la possibilità di stampare in 3D delle basi sulla luna. L'integrazione col materiale roccioso sarebbe totale. Staremo a vedere.
 

Alessandro Tassinari
L'adesione al piatto di stampa è la capacità della plastica stampata in 3D di "attaccarsi" al piano di costruzione durante la stampa. Quando le stampe 3D non rimangono in posizione sul piano di costruzione, puoi ottenere risultati pessimi risultati, con modelli spostati e deformati.
Si tratta di un problema molto comune, che può essere risolto con qualche accortezza che permette di migliorare l'adesione del materiale al piatto di stampa, tenendo il modello in costruzione fermo ed evitando deformazioni.
In genere si utilizzano diversi tipi di superfici di stampa 3D per aiutare diversi materiali ad aderire alla lastra durante la stampa. Su di queste spesso vengono applicati altri materiali, come colla spray, colla stick, nastro adesivo.
Vediamo quindi quali sono i migliori materiali per migliorare l'adesione al piano di stampa, nonché alcuni modi per aumentare le possibilità di ottenere un attaccamento perfetto.
In questa guida:
> Nastro adesivo di carta
> Nastro Kapton
> Colla stick
> 3DLac colla stick e spray
> 3DMilk spray adesivo
> Dimafix
> Lacca per capelli
> Problemi di adesione - Cause e soluzioni
> Un problema su tutti: il warping
Nastro adesivo di carta
Economico e disponibile praticamente ovunque, il nastro adesivo per stampante 3D è una delle soluzioni più veloci e convenienti per migliorarenl'adesione al  piano di stampa 3D.

Si tratta di un nastro costituito da un sottile strato di carta rivestito con un adesivo che si stacca facilmente. Esistono gradi di adesivo indicati da un numero fino a 100, con diverse finiture superficiali della carta indicate da colori. E' molto facile da applicare e rimuovere e relativamente economico per ogni applicazione.
Attenzione però: se non posizionato con cura, oppure se non cambiato ad ogni stampa, sarà molto facile da rimuovere. Così facile che probabilmente si staccherà insieme al pezzo stampato o, addirittura, durante la stampa.
Devi fare  attenzione a come lo posizioni. Essendo il suo spessore limitato, dovrai per forza incollato più strati uno vicino all'altro. Fai attenzione a non lasciare fessure. Inoltre, non è indicato se usi il piatto riscaldato.
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Nastro Kapton
Il nastro in poliimmide, detto anche nastro Kapton o Kapton tape, è un nastro adesivo per alte temperature con adesivo in silicone su un lato. E' disponibile in una gamma di dimensioni e può sopportare temperature fino a 280ºC. La marca più conosciuta di nastro in poliimmide è il nastro Kapton di DuPont.

Questo tipo di nastro adesivo si trova in diverse larghezze e spesso non è necessario fare giunzioni tra più strati. Presenta una superficie molto liscia che offre un'ottima adesione e una finitura di base lucida. Può gestire piatti riscaldati fino a 270 gradi, ben al di sopra di quanto è necessario per la stampa 3D. Rimuovere i pezzi è molto semplice, eppure la superficie del nastro Kapton non si usura molto. In genere si riesce a riutilizzarlo più volte.
Bisogna fare molta attenzione nel suo posizionamento, evitando che si scrino bolle tra il piano e la superficie del nastro. Nella rimozione, sappi che tenederà a strapparsi in sottili strisce. Dovrai quindi assicurarti di non rovinare il piatto di stampa mentre lo rimuovi per sostituirlo.
Il nastro Kapton è facilissimo da trovare online ed è disponibile in dimensioni o forme diverse.
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Colla stick Magigoo
La colla stick Magigoo è un adesivo appositamente formulato destinato all'uso nella stampa 3D. Si tratta di una colla liquida che viene depositata attraverso una membrana di feltro. Sebbene questa non sia tecnicamente una colla stick nel suo senso tradizionale, l'applicatore stick a bastoncino ricorda le classiche colle che usano a scuola.

La colla liquida è ad alta densità, si applica in modo incredibilmente fluido. Inoltre, Magigoo si disattiva una volta raffreddato il piano di stampa riscaldato. L'azione di rilascio semplifica la rimozione del modello stampato in 3D una volta terminato il lavoro.
Disponibile in diverse versioni, assicurati di acquistare quella che va meglio con i tuoi materiali di stampa.
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3DLac colla stick e spray
Facilissima da applicare, 3DLac offre diverse soluzioni che vanno inconro a ogni necessità:
3DLac colla stick; 3DLac colla spray; 3DLac Plus.
 
3DLac è una colla ideale per essere usata sia con piatto caldo che con piatto freddo. Crea un'ottima adesione, ottima per stampare PLA, ABS e PETG.
La versione 3DLac spray è facilissima e veloce da applicare, soprattutto se monti un piatto in vetro. E' sufficiente applicare un sottile strato e aspettare che la colla asciughi per poi iniziare a stampare. Con PLA e PETG non è necessario usare il piatto riscaldato, ma il produttore consiglia di riscaldare a rispettivamente a 50 e 60 gradi a fine stampa: il conseguente raffreddamento del piatto aiuterà notevolmente la rimozione dei pezzi stampati.
3DLac Plus è una versione spray potenziata, ideale per i materiali più difficili da tenere sul piatto.
In alternativa, se ti da fastidio l'idea di disperdere spary per aria o vuoi maggiore precisione nel posizionamento, 3DLac stick è il prodotto che fa per te.
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3DMilk spray adesivo
3DMilk è una colla spray molto apprezzata. SI applica con facilità e può essere usata più volte. La base della colla è atossica e addirittura biodegradabile, rendendo questo prodotto davvero utilizzabile da tutti.

L'applicazione è facilissima e, a differenza degli stick di colla, per esempio, è anche molto pulita. Basta pulire il letto di stampa, poi spruzzare lo spray adesivo e si è pronti a stampare. Lo spray adesivo deve essere applicato solo ogni tanto. Quindi non si spruzza ogni volta che si usa la stampante 3D.
Per pulire il piatto di stampa, lo spray può essere comodamente lavato via con un po' d'acqua senza lasciare alcun residuo.
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Dimafix
Dimafix è una delle colle spray più conosciute e utilizzate. Disponibile in bombolette da 400ml, è ideale per stampanti 3D con tecnologia FFF con il letto riscaldato. Fornisce un ottimo grip tra plastica e vetro facendo in modo che la deformazione non sia più un problema, anche nelle parti in ABS di grandi dimensioni.

Dimafix si comporta bene con tutti i tipi di materiali termoplastici. Mentre il letto è caldo, l’effetto adesivo funzionerà anche con stampe di grandi dimensioni. Quando la temperatura del letto riscaldato diminuisce, l’effetto di adesione si riduce e il modello si stacca facilmente. Alle alte temperature l’adesione è fortissima.
Non è necessario applicarlo ogni volta: basta pulire ogni tanto il piatto con alcohool, giusto per tenere la stampante sempre pulita e in ordine e per permettere l’adesione su uno strato pulito, senza troppi residui dalle stampate precedenti.
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Lacca per capelli
Potete dire quello che volete, ma tutti l'abbiamo usata almeno una volta. La lacca per capelli della nonna ha sempre avuto un'adesione ottima diventando un prodotto che non può mancare a fianco di una stampante 3D FDM.
La lacca per capelli non è altro che una colla spray... ed effettivamente fa proprio il lavoro che deve fare una colla spray, cioè tenere i pezzi in stampa attaccati al piatto.

La lacca Splend'or tipo forte è stata individuata dalla community della stampa 3D come una delle più efficaci. In seguito, lascita di prodotti ad-hoc ha sicuramente preso la maggior parte del mercato.
Io però te la segnalo, almeno per due motivi:
è un prodotto economico e in genere disponibile in bombolette di grandi dimensioni; è un prodotto di facile utilizzo e che tutti già conosciamo. Poi è chiaro: non sarà mai un prodotto fatto apposta per essere usato nella stampa 3D, quindi non aspettarti miracoli a bassi costi!
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Problemi di adesione - Cause e soluzioni
Le più comuni soluzioni per migliorare l'adesione dei materiali al piatto di stampa prevedono piani in alluminio, acciaio inossidabile, vetro, BuildTak, nastro Kapton, nastro PET, nastro adesivo o pellicola PEI. Ma attenzione, non esiste una superficie di stampa che va bene per qualsiasi tipo di filamento.
Per risolvere in modo definitivo i problemi di adesione dei materiali nella stampa 3D è necessario capire quali sono le caratteristiche che influenzano l'adesione al piano. Vediamole di seguito!
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Un problema su tutti: il warping
Il warping è un problema comune che può verificarsi durante la stampa 3D. Si verifica quando le estremità del modello si piegano o si deformano durante il processo di stampa, rendendo il risultato finale imperfetto e non conforme alle specifiche desiderate.
Se anche le tue stampe a volte sono affette da warping, ti consiglio di leggere la mia guida dedicata:
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Alessandro Tassinari
I filamenti in gomma e flessibili sono materiali comuni nella stampa 3D e permettono di realizzare modelli con caratteristiche molto particolari. In base al filamento che usi puoi ottenere modelli flessibili, elastici o morbidi al tatto. 
L'ampia categoria di filamenti in gomma e flessibili offre caratteristiche di elasticità, durata, resistenza, oltre ad altre molto tecniche come il ritardo di fiamma, la sicurezza alimentare e persino proprietà antibatteriche. Esistono filamenti flessibili per la stampa 3D che possono eliminare le scariche elettrostatiche, resistere allo sbiadimento dovuto alla luce UV e resistere ai solventi chimici, il che li rende adatti per applicazioni automobilistiche e industriali.
Oggi puoi trovare anche filamenti flessibili approvati per il contatto con la pelle, ideali per realizzare protesi e dispositivi indossabili. Esistono anche filamenti flessibili realizzati con materiale riciclato al 100%.
Allora, ti è salita la curiosità di saperne di più? In questa guida puoi scoprire interessanti dettagli sui filamenti in gomma e flessibili per la stampa 3D: quali sono, come si stampano e infine, quali sono i filamenti migliori - e i più economici - da usare per le tue stampe.
Riscaldiamo gli estrusori e via!
In questa guida:
> Introduzione ai materiali flessibili nella stampa 3D
> eSUN filamento TPU flessibile
> AmazonBasics TPU
> GEEETECH TPU filamento flessibile
> ZIRO 3D filamento flessibile TPU
> Overture filamento TPU
> 3DFILS TPU
> SUNLU TPU
> Tipi di filamento flessibile
> Caratteristiche dei filamenti flessibili
> Suggerimenti per la stampa con filamento flessibile
> Impostazioni dell'estrusore
Introduzione ai materiali flessibili nella stampa 3D
Il filamento flessibile è realizzato con vari materiali, tra cui TPU, TPE, TPC, PEBA e miscele proprietarie che offrono combinazioni uniche di caratteristiche di stampa.
Sul mercato sono disponibili tantissimi filamenti flessibili molto economici, proprio perché la richiesta nei confronti di questi materiali è aumentata tanto nel tempo. Devi però fare attenzione: a meno che il tuo filamento non provenga da un marchio o da un rivenditore di cui ti fidi e sia accompagnato da una scheda tecnica completa, se acquisti un filamento molto economico rischierai ore di frustrazione e tante stampe fallite.
Inutile dirlo... come su tutti i materiali un po' più tecnici, risparmio non sempre è sinonimo di convenienza. In questa guida ho selezionato esclusivamente materiali di buona qualità, facendo attenzione a variare tra i più economici e i più costosi. Anche se alcuni risulteranno un po' più costosi rispetto ad altri, fidati, noterai la differenza nelle tue stampe!
In fondo a questa guida trovi un'intera sezione dedicata alle info tecniche sui materiali flessibili per la stampa 3D. Ti spiego quali sono, le loro caratteristiche e come stamparli. Di seguito invece, la lista dei migliori filamenti in gomma e flessibili.
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eSUN filamento TPU flessibile
Uno dei marchi più conosciuti per uno dei filamenti speciali più richeisti: eSUN è un marchio amato dal grande pubblico e spesso è sinonimo di buona qualità e risparmio. eSUN offre un filamento flessibile con diametro 1.75 mm in TPU 95A.

Il filamento è prodotto con una precisione dimensionale di +/- 0.05mm ed è firnito in bobine da 1 kg. Disponibile in diverse colorazioni tra cui bianco, trasparente, rosso, arancio, giallo, arcobaleno, si tratta di un materiale molto apprezzato e recensito.
Il TPU flessibile 95A offre una durezza Shore 95A caratterizzata da forte flessibilità, alta resilienza, alta trasparenza e buone resistenze meccaniche. Resiste allo strappo e alla flessione, oltre che tenere bene graffi o il contatto con olio e solventi.
Il filamento è fornito in un imballaggio sottovuoto sigillato con un sacchetto essiccante, come dai migliori standard di fornitura ormai consolidati nei produttori di materiali per la stampa 3D.
Il TPU 95A di eSUN ha un costo di € 37.99 per la bobina da 1 kg e lo trovi spesso in offerta su Amazon.
Vedi offerta su Amazon
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AmazonBasics TPU
Se mi segui da un po' di tempo saprai che sono un grande fan dei materiali forniti dal marchio AmazonBasics, e ho delle ottime ragioni per esserlo.
Come prima cosa, se hai l'abbonamento ad AmazonPrime, hai le spedizioni veloci con consegna in 1 giorno assicurate. Ma oltre a questo bisogna parlare di qualità. Il marchio AmazonBasics offre filamenti per la stampa 3D molto vari con qualità ottime e a prezzi accettabili. Sono sempre disponibili in varie colorazioni e dimensioni di bobina. Grazie a questo fornitore non potria più restare senza materiali per stampare.

Il filamento in poliuretano termoplastico TPU AmazonBasics funziona con una vasta gamma di comuni stampanti 3D. Il filamento presenta un diametro di 1,75 mm (+/-0,05 mm) ed è stato specificamente ideato per ridurre gli inceppamenti. Per una maggiore praticità, nella bobina è integrata una barra di stato che indica sia la percentuale di materiale sia la lunghezza approssimativa residue. 
Un filamento resistente e allo stesso tempo flessibile, il poliuretano termoplastico (TPU) è di facile impiego per il processo di stampa e offre un’eccellente unione degli strati, evitando problemi di stampa come delaminazione e warping. La plastica appositamente progettata, con durezza shore di 95A, è resistente a olio, grasso, solventi e graffi, per cui è la scelta ideale per articoli che richiedono una maggiore resistenza all’usura.
Il filamento AmazonBasics viene consegnato in una confezione sottovuoto, all’interno di busta essiccante, per mantenere il prodotto fresco, asciutto e privo di polvere e garantire risultati di stampa 3D ottimali.
Lo trovi a € 34 sullo store Amazon, disponibile in numerose colorazioni.
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GEEETECH TPU filamento flessibile
GEEETECH è un altro dei marchi economici più conosciuti nella stampa 3D desktop. Fornitore di numerosi materiali, il TPU che propone a mercato è molto apprezzato e recensito. Fornito in diametro da 1.75 mm e bobine da 500 gr o da 1 kg, il TPU GEEETECH è caratterizzato da una buona elasticità.

Si stampa facilmente non qualsiasi stampante 3D. Estusione a 200-220 °C, piatto riscaldato consigliato ma non necessario, velocità di stampa 40 mm/s. 
Il filamento ha tolleranza di 0,02 mm e risulta facile da stampare con le giuste impostazioni. Lo trovi su a € 24.99 per la bobina da 500 gr.
Vedi offerta su Amazon
 
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ZIRO 3D filamento flessibile TPU
Tra i marchi a buon mercato troviamo senza dubbio ZIRO 3D. Fornitore di diversi materiali per stampa 3D, il TPU ZIRO risulta facilmente stampabile e davvero economico. La tolleranza del diametro di +/-0,03 mm sicuramente incide sul rendere questo materiale meno preciso sulla dimensione del filo, ma se la tua stampante riesce a gestirlo... ottima scelta!

Temperatura consigliata di estrusione 200-230 ℃, piatto di stampa a 50-60 ℃, velocità di stampa 30-50 mm/s. Se stampato con i parametri consigliati, il materiale non presenta bolle nell'estrusione e viene stampato senza problemi.
Il filamento in TPU ZIRO è in vendita in bobine da 800 gr al costo di € 24.99.
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Overture TPU
Il filamento flessibile TPU Overture è un filamento a base di poliuretano termoplastico (TPU) progettato per funzionare sulla maggior parte delle stampanti 3D desktop. Ha una durezza shore di 95A e presenta una buona adesione al piattodi stampa, bassa deformazione, non emette odori.

Il filo è prodotto tramite una misurazione avanzata del diametro CCD e un sistema di controllo autoadattativo nella produzione, il che garantisce che questi filamenti in TPU morbido abbiano tolleranze rigorose. Diametro 1,75 mm, precisione dimensionale +/- 0,05 mm.
Il filo è fornito in confezioni sottovuoto sigillate con sacchetti essiccanti in busta richiudibile in foglio di alluminio. L'avvolgimento del filo è meccanico e dovrebbe evitare qualsiasi tipo di nodo dovuto a una sovrapposizione non controllata del filamento nella bobina.
La bobina da 1 kg costa € 27.99. Sicuramente uno dei TPU a miglior mercato.
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3DFILS TPU
Il filamento in TPU 3DFILS è disponibile in diverse tipologie e durezze. Si tratta probabilmente dell'unico produttore che fornisce una gamma così varia al grande pubblico, riuscendo a tenere i costi molto bassi.
3DFILS è senza dubbio una piacevole scoperta se sei alla ricerca di un materiale di qualità ad un costo contenuto.

Disponibile in versioni Shore 90A, 85A e 60D, il TPU 3DFILS è apprezzato per la falicità con cui si stampa. Il filamento flessibile realizzato con durezza 90A si caratterizza dala grande flessibilità: può allungarsi fino al 470% senza rompersi.
La tolleranza massima nella realizzazione del filo è di 0,05 mm. Non presenta warping e non necessita di piano riscaldato. Dettagli che denotano una grande attenzione nel realizzare la matrice del materiale.

Confezionato sottovuoto in sacchetti da 120 micron con gel di silice all'interno per garantire la conservazione e l'assenza di umidità.
DIsponibile in bobine da 1 kg, 500 gr o 250 gr. La bobina da 1 kg costa € 32.99. Provalo.
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SUNLU filamento flessibile TPU
Sunlu non necessita di presentazioni, uno dei marchi più economici con filamenti di buona qualità, mette a disposizione un filamento flessibile in TPU molto recensito e apprezzato. Principalmente... per il prezzo.

Filamento TPU flessibile è davvero facile da stampare. Eccellente nell'adesione tra gli strati, resistente a oli, grassi e abrasione. Può essere allungato fino a tre volte la sua lunghezza. Anche durante la stampa si deforma molto poco, emettendo poco odore nell'ambiente.
I filamenti Sunlu TPU per stampanti 3D sono prodotti con una tolleranza di +/- 0.03 mm. Indipendentemente dalla stampante 3D utilizzata, i diametri circolari a bassa ovalità garantiscono un flusso ottimale attraverso l'ugello dell'estrusore. Quasi tutte le stampanti 3D con specifiche da 1,75 mm presenti sul mercato sono configurate per funzionare con i filamenti di stampa 3D TPU prodotti s Sunlu.
Il filo arriva correttamente sigillato sottovuoto insieme a un pacchetto essiccante. Questo materiale è conforme alla direttiva sulla restrizione delle sostanze pericolose (RoHS) ed è privo di sostanze potenzialmente pericolose.
€ 23.99 la bobina da 0.5 kg. Disponibile in più colori tra cui rosso, blu, arancione, giallo, grigio, trasparente.
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Tipi di filamento flessibile
Di seguito trovi una veloce descrizione delle varie tipologie di materiali flessibili utilizzati in generale nell'ambito dell'industria. Questi elastomeri vengono anche utilizzati nella stampa 3D e presentano caratteristiche diverse tra loro.
TPE (elastomeri termoplastici)
I TPE sono una classe di materiali che mescolano plastica e gomma. TPU è in questa classe insieme a TPC, ma ce ne sono altri. Queste plastiche sono molto morbide e simili alla gomma. Sono comuni nello stampaggio a iniezione e le parti realizzate con essi possono essere piegate o allungate senza alcuna deformazione.
TPU
Il TPU (poliuretano termoplastico) è un sottoinsieme del TPE ed è diventato il filamento più popolare nella stampa 3D perché la sua durezza può essere altamente modificata. I TPU possono essere morbidi come la gomma o duri come la plastica rigida. I TPU sono anche generalmente più durevoli e possono offrire una maggiore resistenza all'abrasione, agli oli, agli agenti chimici e alle alte e basse temperature rispetto ai filamenti in TPE.
TPC
TPC (copoliestere termoplastico) è un altro tipo comune di TPE che vanta resistenza alle alte temperature, elevata resistenza ed eccellente resistenza ai raggi UV. È particolarmente apprezzato nelle applicazioni biomediche e per i dispositivi medici e indossabili. Più comunemente usati nella stampa 3D con fusione a letto di polvere, questi polimeri hanno una memoria di flessione e creano parti molto resistenti ma simili alla gomma.
TPS
Il TPS (elastomero termoplastico a base di stirene) si caratterizza per il suo tocco morbido. Rispetto ad altri materiali flessibili, mostra migliori proprietà antiscivolo, ideali per le pinze. I TPS non assorbono tanta umidità quanto gli altri TPE, il che consente la stampa senza pre-asciugatura.
PEBA
PEBA (ammide a blocchi di polietere) è un TPE che può rimanere flessibile in condizioni molto fredde. Presenta una densità molto bassa, che gli conferisce eccellenti proprietà di smorzamento, ritorno di energia e flessibilità. È ampiamente utilizzato nelle attrezzature sportive e anche nei componenti elettrici.
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Caratteristiche dei filamenti flessibili
Se hai bisogno che le tue parti finali abbiano un certo grado di flessibilità, ti consiglio di prestare attenzione alle caratteristiche che sono descritte nella scheda tecnica dei tuoi filamenti. Alcuni filamenti chiamati "flessibili" potrebbero non rivelare esattamente di cosa sono fatti, quindi per sapere come si comporteranno - molto flessibili o rigidi - dovrai comprendere i seguenti termini un po' tecnici.
Durezza Shore
La durezza Shore è un termine comune che sentirai quando si tratta di polimeri e identifica la flessibilità del materiale. Ad esempio, il filamento più flessibile ricade nella categoria Shore A e all'interno della categoria A ci sono valori individuali, come la durezza Shore 95A. Potresti anche vedere i valori Shore nella categoria C o D, che più spesso denotano gomme dure e plastiche semirigide. Il valore Shore più comune per i filamenti flessibili è 95A.
Allungamento a rottura
L'allungamento a rottura è quanto una parte può allungarsi prima di rompersi. Questa misura viene mostrata in percentuale e maggiore è il numero, migliore sarà la resistenza del materiale alla deformazione quando viene allungato. I filamenti flessibili hanno una media di circa il 600% di allungamento alla rottura. In confronto, il normale PLA ha una media di circa l'8%.
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Suggerimenti per la stampa con filamento flessibile
Oggi esiste una gamma così ampia di tipi di filamenti flessibili che è quasi impossibile dare una direzione generale, ma ci sono sicuramente alcuni punti importanti da tenere a mente.
Essicare il filamento prima della stampa
Il filamento flessibile è spesso, ma non sempre, molto igroscopico, nel senso che assorbe l'umidità dall'aria. Se apri il filamento sigillato e lo esponi all'aria, avrà un effetto negativo sul comportamento di stampa e, naturalmente, sulla qualità della stampa finale. Anche se segui esattamente le impostazioni della stampante, puoi comunque ottenere stampe mediocri o non ottimali a causa del filamento umido.
Se il tuo filamento è stato lasciato fuori, dovrai asciugarlo in un essiccatore per filamenti. Quanto tempo e a che temperatura? Bene, questa può essere la parte difficile perché spesso non c'è modo di sapere quanta umidità ha assorbito il filamento. Ricorda però: se vedi del vapore che sale dalla tua estremità calda, il tuo filamento è bagnato.
Riscalda il piano di stampa
Molti produttori di filamenti flessibili affermano che i loro prodotti non richiedono un letto riscaldato, ma la maggior parte dei filamenti funziona e aderisce meglio con una temperatura del letto di circa 40 ºC ma di solito non superiore a 60 ºC.
Il tuo filamento verrà fornito con le temperature consigliate. I filamenti flessibili non richiedono quasi mai una camera chiusa, ma ancora una volta, mantenere il calore costante è sempre un aiuto. La necessità o meno di nastro adesivo, colla o adesivi sul letto dipende dal tipo e dalla marca del filamento.
Temperatura dell'ugello
Il tuo filamento viene fornito con temperature di stampa consigliate per un motivo. Sì, un ugello più caldo può rendere la stampa più veloce, ma la temperatura di stampa può influire sulla flessibilità della stampa finale.
Idealmente, la tua stampante 3D avrà un profilo di stampa per la marca esatta di filamento flessibile che stai utilizzando; in caso contrario, preparati a sperimentare e raggiungere l'equilibrio ideale tra calore e velocità.
Stampa lentamente
Per ottenere quelle linee di strato quasi invisibili e una finitura uniforme e morbida al tatto, il tuo filamento flessibile avrà bisogno di tempo. Gli elastomeri termoplastici sono lenti da stampare e in genere si stampano meglio a velocità più basse e con altezze dello strato inferiori.
Se il tuo filamento flessibile ostruisce l'estrusore, l'alta velocità è il probabile colpevole.
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Impostazioni dell'estrusore
Molti filamenti flessibili funzionano bene con gli estrusori Bowden, ma la maggior parte funzionerà meglio con un estrusore Direct Drive. Il motivo è che la distanza tra l'ingranaggio conduttore e l'estremità calda dovrebbe essere la più breve possibile per alimentare in modo efficiente il filamento nell'ugello senza allungarlo.
Come con qualsiasi materiale, segui i tuoi profili di stampa, ma se non ne hai o vuoi sperimentare, ci sono alcune cose da tenere a mente per quanto riguarda la velocità di retrazione dell'estrusore. Potresti imbatterti in consigli che dicono di disabilitare i ritiri quando si stampa con filamento flessibile, ma mi sembra una soluzione estrema. Gli estrusori più recenti e le stampanti FDM professionali non dovrebbero avere problemi con la retrazione.
Anche nelle migliori stampanti FDM, potrebbe essere necessario sperimentare le impostazioni di retrazione. Mantieniti a 2 mm e 20 mm/s è un buon punto di partenza. Se noti che il filamento si accumula nell'estrusore, continua a regolare le impostazioni di retrazione finché non trovi il punto giusto.
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Alessandro Tassinari
Nella realizzazione di un oggetto stampato in 3D particolarmente complesso, i supporti sono fondamentali. Dopo che si assume un po' di esperienza con la stampa 3D, una domanda sorge spontanea:
Considerando che le stampanti 3D FDM depositano il materiale a strati muovendosi in verticale, com'è possibile stampare un oggetto avente parti aggettanti che NON hanno materiale al di sotto su cui appoggiarsi?
Mistero della fisica? Nient'affatto! Il tutto è risolvibile mediante dei supporti removibili a fine stampa, generati in automatico dal software di slicing.
In questa guida ti spiego nel dettaglio cosa sono i supporti e come utilizzarli grazie a un esempio pratico stampato direttamente da noi!
In questa guida:
> Cosa sono i supporti
> Materiali idrosolubili per i supporti
> Supporti e slicer
> Esempio pratico di uso dei supporti
Cosa sono i supporti
I supporti sono strutture che vengono generate dal software slicer quando l'oggetto da stampare presenta delle superfici inclinate, dei ponti, degli sbalzi o degli aggetti. La funzione delle strutture di supporto è quella di sostenere queste parti del modello durante la stampa, evitando il collasso delle superfici a causa della forza di gravità, che farebbe colare il materiale.
Tali supporti possono essere rimossi a mano oppure, nei casi in cui si disponga di una stampante 3D con doppio estrusore, possono essere realizzati estrudendo un materiale diverso da quello principale e che, a contatto con una determinata soluzione liquida, si dissolve.
In genere, nel software slicer è possibile attivare o disattivare la generazione automatica dei supporti. Se attivata, viene abilitata la possibilità di modificare i parametri che ne gestiscono la realizzazione, come ad esempio la geometria, la densità, lo spessore o la velocità di stampa.
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Materiali idrosolubili per i supporti
Tra i materiali di stampa più indicati per la realizzazione dei supporti troviamo al primo posto il PVA. Il PVA - alcol polivinilico - è un composto chimico biodegradabile, non tossico e solubile in acqua, non necessariamente calda.
Grazie a questa proprietà, il PVA è impiegato spesso come materiale di supporto per oggetti di ABS, PLA o PETG, materiali con cui lega bene. Un materiale idrosolubile alternativo al PVA è l'HIPS, il quale si dissolve nel Limonene ed ha un costo inferiore al PVA.
Inutile dire che il PVA è molto apprezzato grazie al fatto che dissolve in semplice acqua, evitando ai consumatori la movimentazione di composti chimici.
Nella nostra guida pratica ci focalizzeremo sull'impiego e la rimozione dei supporti realizzati con lo stesso materiale dell'oggetto da produrre.
Come modello da realizzare, abbiamo scelto una statuetta in scala del Cristo Redentor di Rio de Janeiro (eh si, abbiamo voglia di caldo e mare!). Come puoi vedere dall'immagine sottostante, la figura ha un corpo centrale e presenta le braccia aperte fortemente aggettanti. Sarà proprio sotto le braccia che andremo a realizzare i supporti.

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Supporti e slicer
I programmi di slicing offrono la possibilità di scegliere se posizionare o meno un supporto a sostegno delle parti sporgenti del modello 3D. Inoltre, è possibile impostare, a seconda delle proprie esigenze, un angolo di sbalzo massimo superato il quale verrà generato il supporto (solitamente, il limite è impostato generalmente a 60°).
In funzione dello slicer che si sceglie, potrebbero esserci delle variazioni nel volume del materiale di supporto. Se, per esempio, consideriamo lo slicer Simplify3D, si potrà ottenere un supporto ottimizzato. Ciò comporta un risparmio di materiale, una riduzione dei punti di contatto con il modello da stampare e una maggiore facilità di rimozione.
Un'altro software molto utilizzato è Meshmixer il quale ottimizza i supporti e minimizza l'apporto di materiale. L'ottimizzazione dei supporti è un aspetto non trascurabile nella stampa 3D FDM, tant'è vero che nel tempo sono stati implementati diversi algoritmi per la creazione di supporti "intelligenti".
In questa guida abbiamo adoperato lo slicer opensurce Cura e l'oggetto è stato stampato con una Printerbot Simple.
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Esempio pratico di uso dei supporti
Dopo aver caricato l'oggetto nello slicer e impostato i parametri relativi alla qualità di stampa, al riempimento ed alla velocità e temperatura di estrusione, abbiamo tre possibilità di scelta relative al tipo di supporto:
attivarli ovunque; posizionarli in modo che il supporto si innalzi solo dal piatto di base; non attivarli.
L'opzione va impostata dalla tendina evidenziata in turchese nell'immagine in alto e, una volta scelta l'impostazione che fa per noi, il volume del supporto sarà creato automaticamente dal programma. Generato il G-code, la stampante sarà in grado di riconoscere il supporto e di conseguenza lo tratterà in maniera diversa rispetto all'oggetto.
Il supporto corrisponde al volume azzurro che si vede sempre nell'immagine in alto. In questo caso l'opzione selezionata è "Touching buildplate", ovvero il supporto si innalza solo dal piatto di base, fino alle parti aggettanti.
Nell'immagine in basso, invece, abbiamo selezionato l'opzione "Everywhere". Come puoi notare, il software genera i supporti anche sotto al mento del nostro modello, appoggiandoli direttamente sul petto della figura. Un dettaglio non da poco in quanto i supporti sotto al mento potrebbero rovinare la superficie del modello.

In funzione dell'oggetto che si stampa è possibile scegliere, volta per volta, se adoperare o meno i supporti.
Nel nostro caso di esempio, l'uso è strettamente necessario, ma avremmo potuto optare, quasi indifferentemente, sia per l'opzione "Everywhere" mettendoli ovunque, che per l'opzione "Touching buildplate" facendoli partire solo dal piatto di base. Per la nostra stampa abbiamo scelto la seconda opzione anche se, a livello teorico sarebbe stata più corretta la prima.
Siccome l'oggetto è molto piccolo abbiamo ritenuto opportuno usare l'opzione "Touching buildplate" poichè, secondo noi, la stampante avrebbe gestito discretamente il piccolo sbalzo sotto al mento, come infatti ha fatto.
Le immagini seguenti mostrano l'oggetto con i supporti ancora attaccati e lo stesso oggetto dopo la rimozione dei sostegni.


Si può notare come il supporto sia dotato di un riempimento inferiore rispetto all'oggetto, per evitare spreco di materiale e per agevolare la rimozione manuale.
Per puro divertimento abbiamo provato anche a non mettere affatto il supporto ed a stampare comunque loggetto, in modo tale da mostrare le conseguenze di tale scelta. Il risultato è stato che la stampa non è andata a buon fine e le immagini sottostanti lo dimostrano.


Se hai ancora dubbi o curiosità in merito oppure se hai fatto esperimenti e vuoi condividerli con il network di stampa3d-forum, non esitate a scrivere sul forum!
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Alessandro Tassinari
Il PVA è un filamento idrosolubile, utilizzato nella stampa 3D FDM per la realizzazione dei supporti.
L'alcool polivinilico, o PVA, è un polimero idrosolubile da non confondere con il PVAc, o polivinilacetato, che è una colla bianca idrosolubile. Il PVA è un polimero sintetico incolore e inodore con notevoli proprietà di biocompatibilità.
Nella stampa 3D, il PVA è popolare come materiale di supporto perché è solubile in acqua. Detto questo, non è il materiale più semplice da usare.
In questo articolo ti spiego cos'è che rende il PVA così speciale e come usarlo. Di seguito invece trovi una lista di materiali che potrai acquistare, accuratamente selezionati.
In questa guida:
> Perché usare il materiale idrosolubile PVA
> Come si stampa il PVA
> PrimaSelect PVA+
> eSun PVA
> Polymaker PolyDissolve S1
> Formfutura AquaSolve
> Smartfil PVA
> Come usare il filamento PVA
Perché usare il materiale idrosolubile PVA
Per la stampa 3D, il PVA è meglio conosciuto come materiale di supporto utilizzato con stampanti 3D con doppio estrusore. Normalmente  le macchine FDM realizzano sia il modello in stampa che le eventuali strutture di supporto utilizzando lo stesso materiale, in quanto dotate di un solo estrusore. La rimozione dei supporti può essere un lavoro complicato a seconda della loro posizione, per non parlare dei brutti segni che possono essere lasciati sul modello.
Le stampanti FDM a doppia estrusione, invece, consentono l'utilizzo di materiali diversi per la parte e i supporti, ed è qui che torna utile il PVA. Il più grande vantaggio del filamento PVA è che è solubile in acqua, quindi le strutture di supporto stampate con questo materiale possono essere rimosse senza sforzo immergendo il modello in acqua per alcune ore.
Questo metodo impedisce inoltre che vengano lasciati segni sul pezzo stampato e riduce la necessità di post produzione. Tuttavia, non è così semplice come sembra: la stampa 3D con due estrusori può essere un po' difficoltosa, soprattutto per un principiante, e richiede diverse calibrazioni per ottenere stampe 3D di qualità.
Come materiale di supporto, il PVA generalmente funziona bene con i filamenti PLA poiché richiede condizioni di stampa simili. Il PLA è un materiale che non reagisce se resta immerso in acqua, quindi se una parte in PLA viene stampata con supporti in PVA, solo i supporti si dissolveranno in acqua lasciando la parte in perfette condizioni.
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Come si stampa il PVA
I requisiti di temperatura dell'ugello del filamento PVA possono variare notevolmente, ma generalmente rientrano tra 180 e 200 °C. Fai sempre riferimento alle impostazioni del produttore per i valori ottimali, ma tieni presente che è noto che le alte temperature degradano rapidamente il PVA, il che può causare l'ostruzione degli ugelli.
Per quanto riguarda l'adesione al piano di stampa, una temperatura del piatto compresa tra 45 e 60 °C dovrebbe essere più che sufficiente per il PVA. Anche se usi il piano riscaldato, ti segnalo utili suggerimenti per migliorare l'adesione ed evitare problemi di warping. Nella stampa dovresti tenere accesa una ventola di raffreddamento, ma fai attenzione a non raffreddare eccessivamente: se raffreddato troppo velocemente il PVA può diventare piuttosto fragile.
La corretta conservazione del filamento è fondamentale. Il PVA è un materiale che assorbe l'umidità molto più velocemente di qualsiasi altro filamento. Assicurarti di conservare la tua bobina in un contenitore ermetico quando non stampi, preferibilmente conservarla anche con materiale essiccante.
Inoltre, potresti trovare beneficio nell'uso di un essiccatore per filamenti. Si tratta di un piccolo contenitore che riscalda la bobina prima o durante la stampa, rimuovendo l'umidità che il filamento ha assorbito restando all'aria aperta. L'uso di un essiccatore per filamento è consigliatissimo nella stampa 3D in PVA, ma ti permette di stampare meglio anche tutti gli altri filamenti.
Ecco un riepilogo dei parametri di stampa per il PVA:
Temperatura dell'ugello: 180-200 °C Temperatura letto: 45-60 °C Raffreddamento parziale della ventola, velocità indicativa al 50% Solubile: in acqua Ora che conosci le caratteristiche dell'alocol polivinilico, vediamo alcune delle migliori marche di filamenti PVA sul mercato.
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PrimaSelect PVA+

Il PVA+ PrimaSelect è molto apprezzato per le sue caratteristiche costanti. Venduto nel diametro da 1.75 mm in confezioni da 500 gr, il filamento non ha colorazione ed è fornito nella versione "naturale".
Si tratta di un materiale prodotto in Europa, più stabile rispetto ai PVA economici che puoi trovare sul web. Si lega molto bene al PLA, ABS e PETG, il che agevola la stampa pur restando facile da rimuovere in acqua.
Il piatto riscaldato è consigliabile, ad una temperatura di 80-90 °C. PVA+ aderisce perfettamente al piano BuildTak o a lastre in vetro ricoperte di colla stick o spray.
Si tratta del PVA migliore che ho usato. Il costo è di 99 €/kg, la bobina da 500 gr è venduta a € 49.
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eSun PVA

eSun è uno dei produttori di filamenti più popolari in circolazione. Produttore cinese dotato di un vastissimo catalogo un vasto portafoglio. eSun PVA è disponibile in bobine da 500 g e solo in 1,75 mm. Il PVA è uno dei filamenti più costosi offerti da eSun, ma rientra ancora nella fascia di prezzo entry level.
La temperatura di stampa ideale è tra i 190 e i 220 °C. Il piatto riscaldato fortemente consigliato per evitare distacchi, a 60-80 °C. Il colore del materiale è natural (no colore). Il costo è di 35 € per la bobina da 500 gr.
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Polymaker PolyDissolve S1

Polymaker è un produttore di filamenti di buona qualità e uno dei pochi che offre a mercato numerose miscele particolari.
Il PVA di Polymaker PolyDissolve S1 è stato progettato per funzionare come materiale di supporto per i filamenti più comuni, come PLA, ABS e PETG. Come la maggior parte dei filamenti Polymaker, il PVA è disponibile in bobine da 750 g con contrassegni della scala di peso in modo da poter tenere traccia della quantità di filamento rimasta sulla bobina.
La bobina da 750 grammi ha un costo di € 77. Si stampa a 215-225 °C con il piatto riscaldato a 25-60 °C. Disponibile in doppio diametro 1,75 mm, 2,85 mm.
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Formfutura AquaSolve

 
Formfutura è uno dei produttori europei più noti, anche in questo caso grazie alla qualità dei prodotti e alla vasta gamma a catalogo.
Formfutura Aquasolve è un PVA di alta qualità composto da alcool polivinile (>75%), poliolo alifatico (<20%) e distearato di calcio (<5%). È disponibile in 1,75 mm e 2,85 mm di diametro ed è comodamente avvolto su una bobina contenente 300 grammi di filamento.
Il filamento PVA avvolto a bobina è confezionato in plastica sottovuoto con un sacchetto di gel di silice all'interno, così da farlo arrivare a casa tua integro e performante.
Si tratta di un materiale ben fatto: il costo è di 140 €/kg. La bobina da 300g è venduta a 42 €. Costa, ma è il migliore che abbia mai usato.
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Smartfil PVA

Il filamento in PVA prodotto da Smartfil è disponibile in due diametri, 2.85 mm e 1.75 mm. Viene venduto in bobine da 750 grammi, il che solitamente è uno standard quando si tratta di materiali meno convenzionali rispetto ai soliti PLA, ABS o PETG.
Stampabile ad una temepratura più elevata, circa 220°C, questo PVA ha un costo di circa 58 €/kg. La bobina da 750 gr è disponibile a € 43 su Amazon.
Fai attenzione: è un materiale abbastanza economico ma se non stampato correttamente può causare fastidiosi blocchi all'estrusore.
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Come usare il filamento PVA
Stampare il filamento di PVA non è semplicissimo, essenzialmente per due motivi:
bisogna saper gestire una stampante 3D a doppio estrusore; bisogna che la stampante sia dotata di alcune accortezze. Usare una stampante 3D con doppio estrusore è un po' più complicato rispetto a usare una normale stampante 3D. Ci sono più parametri da impostare e, solitamente, i processi di stampa da gestire sono più complessi.
Questo però non significa che la stampa 3D con doppio estrusore sia una prerogativa dei più esperti! Se hai già esperienza con la stampa 3D FDM, sicuramente ti risulterà abbastanza semplice passare all'uso di due ugelli in contemporanea.
Se sei un principiante, potresti comunque valutare l'acquisto di una stampante 3D con doppio estrusore... tutto dipende da cosa devi stampare.
Se sei alle prime armi con la stampa 3D, ma sai per certo che dovrai stampare stampare modelli composti da più materiali, allora il mio consiglio è quello di non aspettare: puoi acquistare subito una stampante 3D di media fascia dotata di una serie di componenti che non ti deluderanno.
Con un budget di € 500 puoi portarti a casa delle ottime stampanti 3D dotate di doppio estrusore, piatto riscaldato, sensore di presenza filamento, autolivellamento e struttura rigida. Magari anche preassemblata, così in appena una decina di minuti potrai subito stampare.
Qui di seguito ti lascia la mia guida a una selezione delle migliori stampanti 3D sotto i € 500. Dacci una guardata, probabilmente troverai quello che fa al caso tuo!
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Alessandro Tassinari
Uno dei problemi più comuni nella stampa 3D è il problema di adesione del materiale al piatto di stampa. Si tratta di un problema che si presenta nella stampa 3D FDM e, in genere, basta qualche accortezza per risolverlo.
In questo articolo esploreremo le cause di questo problema e forniremo alcune soluzioni per risolverlo.
In questa guida:
> Cosa caratterizza l'adesione al piano di stampa?
> Cause del problema di adesione dei materiali
> Soluzioni per risolvere il problema di adesione dei materiali
> Consiglio bonus 1: rimuovere umidità dal filamento
> Consiglio bonus 2: eliminare il warping
> Consiglio bonus 3: test per stampante 3D
Cosa caratterizza l'adesione al piano di stampa?
L'adesione al piatto di stampa è la capacità della plastica stampata in 3D di "attaccarsi" al piano di costruzione durante la stampa.
Quando le stampe 3D non rimangono ferme sulla piano di costruzione, quello che ottieni sono risultati del tutto inaspettati: stampe fuori asse, materiale colato, geometrie deformate. Nel peggiore dei casi, il modello potrebbe staccarsi dal piano durante la sua stessa realizzazione, rischiando di causare dei danni anche alla meccanica della stampante 3D.
Sul mercato esistono diversi tipi di superfici comunemente usate per far aderire diversi materiali alla lastra durante la stampa. In genere, quando acquisti una stampante 3D una di queste soluzioni viene fornita direttamente dal produttore della stampante.
Le più comuni soluzioni per migliorare l'adesione dei materiali al piatto di stampa prevedono piani in alluminio, acciaio inossidabile, vetro, BuildTak, nastro Kapton, nastro PET, nastro adesivo o pellicola PEI. Ma attenzione, non esiste una superficie di stampa che va bene per qualsiasi tipo di filamento.
Per risolvere in modo definitivo i problemi di adesione dei materiali nella stampa 3D è necessario capire quali sono le caratteristiche che influenzano l'adesione al piano. Vediamole di seguito!
Facilità di adesione
Quando il filamento viene estruso sul piano di stampa, cerca di conformarsi alla superficie di costruzione. Idealmente, la plastica aderirà alla superficie di costruzione "aggrappandosi" in modo meccanico a microfessurazioni o fori, oppure agevolando l'adesione in modo chimico tramite l'uso di colle o superfici di stampa specifiche.
Nella stampa di modelli di grandi dimensioni, la superficie a contatto con la piastra di costruzione è assume molta importanza. In genere è buona norma sfruttare il brim o il raft, così da aumentare la superficie di adesione ed evitare fastidiose deformazioni dovute a ritiri sui bordi.
Espansione e ritiro termico del materiale
L'espansione termica è variazione delle dimensioni di un oggetto in base alla temperatura in cui si trova. Nella stampa 3D siamo in battaglia continua con espansioni e ritiri del materiale, questo perché portiamo le termoplastiche a variare di stato scaldandole e raffreddandole.
Le differenze di temperatura tra la parte inferiore di una stampa e la parte superiore possono causare distacchi o fessurazioni sulle superfici del modello, un problema abbastanza comune nella stampa dell ABS. Gli strati di plastica devono raffreddarsi lentamente per poter costruire un oggetto 3D, ma non tanto da causare distacco dei bordi o deformazioni.
I ritiri termici possono causare distacchi dal piatto di stampa proprio a causa di variazioni di temperatura della superficie dell'oggetto che sta a contatto col piano.
La temperatura del piano e del volume di stampa sono entrambi aspetti importanti dell'adesione al letto.
La temperatura del piano di stampa definisce quale sarà la temperatura a cui sono mantenuti gli strati inferiori e la temperatura dell'aria nella stampante definisce l'espansione termica o i ritiri delle superfici del modello.
Una temperatura uniforme durante la stampa 3D rende meno probabile la deformazione, oltre che assicurare una migliore adesione.
Livellamento e distanza dell'ugello dal piano
Per far aderire il filamento al piano, è importante che l'ugello si trovi a una distanza costante e ragionevole dal piano di stampa.
Se l'ugello si trova trova troppo vicino al piano, strapperà i materiali precedentemente posizionati o stampati, o rischierà di grattare il piano stesso. E' fondamentale che la distanza tra l'ugello e il piano sia ben impostata, così da evitare collisioni e assicurare accuratezza dimensionale.
In secondo luogo, bisogna che il piano sia ben livellato. Stampare su una superficie inclinata può essere un vero incubo.
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Cause del problema di adesione dei materiali
Cause del problema di adesione dei materiali:
Temperatura troppo bassa del piatto di stampa: la temperatura del piatto di stampa è un fattore importante nell'adesione del materiale. Se la temperatura è troppo bassa, il materiale non si attaccherà correttamente e potrebbe staccarsi durante la stampa.
Piatto di stampa troppo sporco o troppo pulito: un piatto di stampa non pulito può impedire al materiale di attaccarsi correttamente a causa di residui che facilitano il distacco. Allo stesso modo, se la superficie del piatto è troppo liscia e pulita, il materiale non riuscirà a fare adesione. Fai molta attenzione allo stato del tuo piano di stampa e assicurati che la superficie sia idonea a una corretta adesione.
Uso di materiale inadeguato: alcuni materiali non sono adatti per la stampa 3D e possono avere problemi di adesione. Assicurati di utilizzare materiali consigliati dal produttore della stampante o dal produttore del filmalmento che hai in uso. Alcuni materiali adeiriscono esclusivamente a superfici di stampa specifiche.
Calibrazione scorretta del piatto di stampa: una calibrazione scorretta del piatto di stampa può causare problemi di adesione. Assicurati di calibrarlo correttamente prima di ogni stampa.
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Soluzioni per risolvere il problema di adesione dei materiali
Soluzioni per risolvere il problema di adesione dei materiali:
Regolare la temperatura del piatto di stampa: assicurati che la temperatura del piatto di stampa sia adeguata per il materiale che stai utilizzando. La maggior parte dei produttori di stampanti 3D fornisce le temperature consigliate per ogni materiale.
Pulire il piatto di stampa: pulisci il piatto di stampa con un panno umido o un detergente per rimuovere la polvere e le particelle che possono impedire all'adesivo o al materiale di attaccarsi correttamente. Allo stesso modo, non pensare di poter stampare su una superficie perfettamente pulita con sgrassatore: il filamento non aderirà.
Usare adesivi: alcuni materiali possono avere bisogno di un adesivo per attaccarsi correttamente al piatto di stampa. Assicurati di utilizzare un adesivo adeguato per il materiale che stai utilizzando.
Calibrare correttamente il piatto di stampa: assicurati di calibrare il piatto di stampa correttamente prima di ogni stampa per garantire un'adesione ottimale del materiale.
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Consiglio bonus 1: rimuovere umidità dal filamento
Nella stampa 3D ci sono aspetti che spesso non si tengono in considerazione. Uno di questi riguarda la caratteristica capacità dei filamenti di assorbire umidità dall'aria... Si chiama igroscopia ed è una comune caratteristica dei materiali porosi.
Se il filamento per stampa 3D utilizzato ha assorbito umidità posso affermare con certezza che ti darà problemi di adesione al piano di stampa. Il motivo è semplice: l'acqua assorbita verrà a sua volta scaldata nella fase di estrusione, causando bolle, fessurazioni e deformazioni non volute.
Ho parlato in modo dettagliato di questo problema in una guida dedicata che mi sento di consigliarti se pensi di avere anche tu "problemi di umidità" coi tuoi filamenti.
Fortunatamente una soluzione ce l'abbiamo: gli essiccatori per filamenti!
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Consiglio bonus 2: eliminare il warping
Se si parla di problemi di adesione al piano di stampa, nel 90% dei casi si fa riferimento al warping.
Il warping e una deformazione dei primi strati di stampa e solitamente si presenta sui bordi o negli angoli del modello. E' causata da ritiri del materiale, in genere dovuti a:
temperature di stampa e del piatto non idonee; materiale scadente o non correttamente essiccato. Ti lascio di seguito una guida approfondita dove ti spiego anche come affrontare questo fastidioso problema:
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Consiglio bonus 3: test per stampante 3D
A volte ci ritroviamo con la curiosità di scoprire fino a che punto possiamo spingerci con le nostre stampanti 3D. Magari hai raggiunto livelli di precisione e qualità molto buoni, ma... senza fare comparazioni non puoi sapere esattamente che livello hai raggiunto!
Se hai risolto i tuoi problemi di adesione al piano e ti senti in grado di ottenere il massimo dalla tua stampante, posso consigliarti una serie di test per verificare in modo oggettivo la qialità dei tuoi modelli.
Non dovrai fare altro che seguire la mia guida, stampare alcuni modelli del tutto gratuiti scaricabili dalla community e verificarne la qualità.
Non dimenticare di mostrarci i tuoi risultati nel forum, mi raccomando!
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Alessandro Tassinari
Gli slicer per la stampa 3D a resina sono software che permettono di realizzare con grande precisione i nostri modelli 3D. In questa guida vediamo quali sono i migliori slicer per stampanti 3D a resina.
Nella stampa 3D, il termine “slicing” fa riferimento al processo di preparazione di un modello tridimensionale digitale per la stampa 3D vera e propria. I software di slicing sono in qualche modo simili alle funzionalità CAM in quanto collegano il mondo digitale al mondo reale.
Nella stampa 3D in resina, invece di generare file G-code, il software di slicing crea una serie di immagini corrispondenti a ogni strato da polimerizzare. Il software di slicing controlla tutti i parametri di stampa di base oltre alla creazione e al posizionamento delle strutture di supporto.
In passato, era abbastanza comune per gli utenti usare slicer predefiniti e forniti con la propria macchina o rilasciati dallo stesso produttore. Tuttavia, con l'arrivo di slicer di terze parti che supportano più macchine per resina, oggi ci sono slicer per stampanti 3D a resina che offrono più funzionalità.
In questo articolo ho elencato i migliori slicer per stampanti 3D a resina attualmente disponibili, inclusi software ufficiali e universali.
In questa guida:
> Come ho selezionato i migliori slicer per stampa 3D a resina
> Chitubox
> Prusa Slicer
> Lychee Slicer
> Z-Suite
> Photon Workshop
> Preform
> NanoDLP
> Le 5 migliori stampanti 3D a resina
> Come pulire i pezzi stampati in resina
Come ho selezionato i migliori slicer per stampa 3D a resina
In rete puoi trovare diversi software slicer per la stampa 3D a resina, quindi una selezione andava fatta per forza.
I software slicer che trovi in questa guida li ho selezionati in base a una serie di caratteristiche che, a mio parere, non possono mancare in un software per la stampa 3D a resina. Di seguito ti spiego quali sono.
Esportare file pronti alla stampa: alcuni software, come Meshmixer, preparano il file in termini di orientamento e posizionamento di supporti, ma non generano il file di stampa. Tutti gli slicer in questo elenco, invece, generano file pronti all'uso nel formato corretto per le stampanti in resina supportate. Software gratuito: tutti software slicer che trovi in questa guida hanno una versione gratuita disponibile, anche se alcune con funzionalità limitate. Supporto multipiattaforma: gli slicer selezionati sono compatibili con almeno due diversi sistemi operativi Windows, MacOS o Linux. Bene, direi che non ci sia tempo da perdere... ecco la lista dei migliori slicer per stampanti 3D a resina!
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ChiTuBox
ChiTuBox è uno slicer realizzato da CBD-Tech, un'azienda nota per lo sviluppo di hardware per la stampa 3D. È uno degli slicer più popolari per la stampa 3D a resina, che offre supporto nativo per un'ampia gamma di stampanti. Infatti, ChiTuBox è il software di slicing ufficiale fornito con la serie Elegoo Mars.
Ci sono molti strumenti utili in questo slicer. E' possibile incavare parti o realizzare fori di drenaggio. La funzione di supporto automatico è efficiente i tempi di elaborazione sono veloci. Tutto sommato, ChiTuBox è un'ottima alternativa alle opzioni del software di slicing proprietario.
Sebbene ChiTuBox Basic sia gratuito, esiste anche una potente versione Pro che aggiunge una serie di funzionalità tra cui l'analisi e la riparazione del modello, ma che ti costerà circa $ 170 all'anno.
Tecnologia: Resina Piattaforme: Windows, MacOS, Linux Prezzi: gratuito o ~ $ 170 all'anno per la versione Pro Torna all'Indice
Lychee Slicer
Un'altra eccellente opzione molto conosciuta è Lychee Slicer. Disponibile in tre versioni:
gratuita, con funzionalità limitate; una versione Pro con tutte le funzionalità avanzate incluse; una versione Premium che aumenta il supporto tecnico, aggiunge la riparazione del modello e altre funzionalità. Lychee Slicer supporta quasi 75 stampanti diverse. La configurazione della stampante è rapida e il layout è semplice, contribuendo a creare un ambiente user-friendly adatto ai principianti.
Le caratteristiche uniche includono il " Magic Menu ", uno strumento automatico per ottimizzare l'orientamento del modello, l'allocazione del supporto e il posizionamento.
Tecnologia: Resina Piattaforme: Windows, MacOS, Linux Prezzi: Gratuito , ~$6/mese per la versione Pro , ~$10/mese per la versione Premium Torna all'Indice
Prusa Slicer
Prusa Research ha il proprio slicer 3D proprietario per stampanti 3D FDM e resina. Si chiama PrusaSlicer ed è un software gratuito e open-source basato sul precedente Slic3r PE (Prusa Edition).
Per quanto riguarda la stampa in resina, offre come caratteristiche di base la generazione automatica del supporto e lo svuotamento delle parti. L'interfaccia utente chiara e intuitiva contribuisce alla popolarità di PrusaSlicer, così come la possibilità di esportare STL.
Ciò consente agli utenti di preparare un modello utilizzando gli strumenti come l'orientamento automatico e le strutture di supporto, esportarlo come STL, quindi di effettuare lo slicing nel proprio slicer per stampante 3D compatibile.
Tecnologie: Resina, FDM Piattaforme: Windows, MacOS, Linux Prezzo: gratuito Torna all'Indice
Z-Suite
Z-Suite è il software di slicing 3D di Zortrax destinato alle sue stampanti 3D proprietarie. Zortrax è un'azienda di stampa 3D polacca nota per le sue stampanti FDM e in resina, con il software Z-Suite che funziona come soluzione completa per controllare le stampanti tramite Wi-Fi.
Z-Suite può funzionare anche con altre stampanti in resina, sebbene la configurazione venga eseguita manualmente. Offre funzionalità di slicing avanzate come la riparazione della mesh, il rilevamento di pareti sottili e molteplici opzioni di riempimento.
Tecnologie: Resina, FDM Piattaforme: Windows, Mac OS Prezzo: gratuito Torna all'Indice
Photon Workshop
La serie Anycubic Photon include alcune delle stampanti a resina più popolari ed economiche di tutti i tempi. Photon Workshop di Anycubic è lo slicer 3D ufficiale per queste stampanti.
Sono presenti tutte le funzionalità comuni, come i supporti automatici, lo svuotamento delle parti e il posizionamento del foro di scarico.
Più recentemente, Photon Workshop ha introdotto quello che viene chiamato "slicing in tempo reale", una funzione in cui l'utente può analizzare singolarmente ogni slice 2D prima di eseguire lo slicing.
Tecnologia: Resina Piattaforme: Windows, Mac OS Prezzo: gratuito Torna all'Indice
Preform
Formlabs è stata la prima azienda a sviluppare e produrre macchine desktop per la polimerizzazione in vasca. PreForm è il software di slicing di Formlabs, che supporta tutte le sue stampanti a resina.
Inutile dire che è un software eccezionale. Davvero rapido, fa molto affidamento su funzionalità automatiche come l'orientamento e l'allocazione del supporto.
Inoltre, offre funzionalità di slicing adattivo, che applicano diverse altezze di strato nella stessa parte per ridurre i tempi di stampa mantenendo finiture di alta qualità.
Tecnologie: Resina, SLS Piattaforme: Windows, Mac OS Prezzo: gratuito Torna all'Indice
NanoDLP
NanoDLP è un software di stampa 3D in resina che va oltre lo slicing. È un'interfaccia web completa per monitorare e controllare la tua stampante 3D da remoto, simile a ciò che OctoPrint è per FDM.
NanoDLP viene eseguito tramite un Raspberry Pi e si presenta come una soluzione all-in-one. Le funzioni di slicing includono svuotamento, mascheratura, motivo di riempimento e supporto anti-aliasing. Per il posizionamento dei supporti personalizzati avrai bisogno di NanoSupport, anch'esso gratuito e multipiattaforma.
NanoDLP può essere configurato per la maggior parte delle stampanti in resina sul mercato.
Tecnologia: Resina Piattaforme: Windows, MacOS, Linux, Raspberry Pi Prezzo: gratuito Torna all'Indice
Le 5 migliori stampanti 3D a resina
Se hai letto fino qui significa che davvero sei alla ricerca del software di slicing migliore per le tue esigenze.
La curiosità però non si ferma mai e, forse, vorrai anche sapere quali sono le migliori stampanti 3D a resina disponibili sul mercato.
Beh, ho preparato una guida apposita e che periodicamente aggiorno proprio per agevolare questa tua ricerca. Eccola!
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Come pulire i pezzi stampati in resina
Stampare a resina è diventata una pratica semplice e alla portata di tutti. Anche la fase di pulizia e post produzione si son semplificate tantissimo rispetto a qualche anno fa, diventando facili da gestire.
Soprattutto i principianti non danno molta considerazione alla fase di pulizia e polimerizzazione dei pezzi... sbagliando!
Un errore grave perché se i modelli stampati a resina non vengono puliti e polimerizzati bene, resteranno sempre appiccicosi e molto deboli.
Se ti interessa saperne di più, sei nel posto giusto. Ho scritto una guida dedicata alle stazioni di lavaggio e polimerizzazione della resina, spiegando nel dettaglio come funzionano e lasciando molti consigli. Lascio il link qui di seguito. Buona lettura!
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Alessandro Tassinari
L'acrilonitrile butadiene stirene, abbreviato in ABS, è una plastica comune che si trova tutto intorno a noi, con uno degli usi più noti dei mattoncini Lego.Le sue proprietà, come l'elevata resistenza meccanica e la buona resistenza alla temperatura, lo rendono una buona scelta per una grande varietà di applicazioni.
L'ABS offre anche una buona finitura superficiale. L'ABS si dissolve in acetone, che tende a levigare e lucidare la superficie. È anche un materiale facile da carteggiare, quindi ci sono ottime opzioni per la post-produzione dei modelli.
L'ABS può essere un po' difficile da stampare. Potresti avere difficoltà a far aderire ABS al piano di stampa in modo adeguato. Le parti stampate tendono a deformarsi ai lati e agli angoli e, per di più, i fumi generati durante la stampa possono essere sgradevoli.
In questa guida ti darò consigli utili sulla stampa dell'ABS. Scoprirai quali sono i parametri di stampa migliori per ABS, con particolare attenzione alle temperature di estusione e del piano di stampa.
In questa guida:
> Problemi di warping, deformazioni e ritiri con l'ABS
> Temperatura di estrusione
> Temperatura del piatto di stampa
> Altre impostazioni di supporto
> Camera calda per stampare ABS
> L'importanza di essiccare il filamento
Problemi di warping, deformazioni e ritiri con l'ABS
Il warping, le deformazioni e i ritiri sono i principali nemici nella stampa 3D in ABS. Nelle prossime righe ti spiego brevemente il perché.
Quando un filamento viene riscaldato nell'hot end, il materiale tende ad espandersi. Una volta allo stato fuso, la plastica viene depositata sul piano di stampa strato dopo strato dove poi torna allo stato solido, raffreddandosi e contraendosi.
Durante la fase di stampa, fatta eccezione per lo strato depositato più di recente, gli altri strati saranno più freddi di quelli più vicini al piano di stampa, in quanto questi vengono generalmente mantenuti caldi per mantenere l'adesione del piatto.
La differenza di temperatura tra gli strati più freddi e contratti sopra la superficie e gli strati ancora caldi ed espansi contro la superficie del piatto può causare il distacco di una stampa dal piatto.
Un altro problema comune nella stampa in ABS è la delaminazione. In questo caso si creano fessure sulle superfici verticali del modello e la causa è sempre e solo una: le contrazioni dovute alle temperature di stampa.
Alcune materie plastiche si espandono e si contraggono molto più di altre. L'ABS è un materiale che, rispetto ad altri termopolimeri, contrae e ritira di più. Il PLA, ad esempio, è un materiale invece che ritira molto poco.
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Temperatura di estrusione
Stampare con l'ABS può essere un po' difficile, ma con le giuste impostazioni qualsiasi problema può essere risolto. Nella stampa dell'ABS la maggior parte dei problemi deriva dalle temperature di stampa e, in particolare, dell'estrusione.
L'ABS fonde tra i 210 e i 250 °C. Se non viene indicato nulla di specifico dal produttore, dovresti essere libero di giocare con le impostazioni di temperatura in questo intervallo.
In genere, i 235 °C sono un buon compromesso, anche se a volte è necessario spingersi a temperature ben più alte di 250-260 °C in base alle condizioni del filamento e all'estrusore che monta la tua stampante.
Se imposti l'ugello troppo caldo, noterai molte righe sulle pareti della tua parte. Se stampi a bassa temperatura, potresti incappare in una sottoestrusione.
Se hai appena acquistato un nuovo filamento in ABS, il consiglio che posso darti è quello di fare almeno un test di stampa. Prova il materiale a temperature diverse e vedi che risultati ottieni a livello di finitura dei pezzi. In questo modo potrai trovare la condizione migliore per stampare ABS con la tua stampante 3D.
E se vuoi fare le cose fatte bene... prova a stampare il nostro cubo di calibrazione XYZ. Oltre ad aiutarti nella calibrazione step/mm della tua stampante, è sempre un buon modello per fare test veloci come questo!
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Temperatura del piatto di stampa
Lo scopo di un letto riscaldato è favorire l'adesione del modello al piano di stampa. Tuttavia bisogna fare attenzione: è necessario che la temperatura sia sufficiente per far aderire il primo strato al piano, evitando però che questo deformi o si surriscaldi.
Scaldando troppo il piano di stampa corri il rischio che il primo strato di stampa rimanga troppo morbido e che l'intera stampa manchi di precisione.
La temperatura alla quale una plastica cambia di stato da uno stato solido a uno stato più morbido (ma non ancora fuso) è nota come temperatura di transizione vetrosa. L'ideale è di impostare la temperatura del piatto riscaldato appena sopra a questa temperatura.
Più si sale al di sopra del range di temperatura di transizione vetrosa, minore sarà lo sbalzo termico con la temperatura di estrusione. Allo stesso modo, se dovessi tenere la temperatura del piatto riscaldato al di sotto del range di transizione vetrosa... beh, sarebbe come avere il piatto spento.
Per l'ABS, la temperatura di transizione vetrosa è attorno ai 105 °C. La temperatura consigliata per il piatto riscaldato è quindi di 110 °C.
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Altre impostazioni di supporto
Tutti i software di slicing mettono a disposizione una serie di impostazioni e parametri molto utili ad agevolare la stampa 3D di modelli complessi. Alcune di queste tornano utili anche nella stampa in ABS, dove il controllo di ritiri e deformazioni è sempre fondamentale.
Brim and raft
Le opzioni brim e raft nelle impostazioni dello slicer forniscono parametri per la gestione del contatto del modello con la superficie del piatto di stampa.
Il Brim consiste in un ampliamento del primo layer di stampa, il che aiuta nel limitare warping e deformazioni. In pratica, se il materiale ritira, ritirerà prima il Brim piuttosto che il modello stesso.
Il Raft invece è una vera e propria "zattera" su cui viene a sua volta stampato il modello. Il Raft usa più materiale ma, se ben impostato, fornisce anche i migliori risultati, aiutando anche nel distacco del pezzo.
Spessore dell'estusione
Avere un primo strato più spesso può essere vantaggioso, in quanto aumenta il contatto con la superficie del piano di stampa, che a sua volta mantiene la stampa saldamente in posizione.
Potresti valutare di aumentare lo spessore dell'estrusione del primo layer per un valore compreso tra il 100% e il 150% del diametro del tuo ugello. Attenzione a non esagerare, otturazioni dell'ugello sono sempre in agguato.
Velocità di stampa
Riduci la velocità di stampa del primo layer e non avere fretta. Il primo strato di stampa è fondamentale per una buona riuscita della tua stampa in ABS. Il primo strato deve aderire bene e arrivare alla temperatura del piano senza subire shock termici.
Nel resto della stampa, considera che l'ABS è stampato ad una temperatura abbastanza alta. Potrebbe essere necessario stampare lentamente per assicurarti stampe dettagliate, magari negli angoli o in quei punti dove le forze di ritiro agiscono maggiormente.
Ventole di raffreddamento
Le ventole di raffreddamento hanno lo scopo di generare un flusso d'aria attorno all'ugello e raffreddare rapidamente la plastica depositata. Sfortunatamente, questo può avere un effetto negativo quando si stampano i primi strati in ABS.
Assicurati di spegnere le ventole per i primi 3-5 strati di stampa: in questo modo il materiale resterà saldo al piano e non si attiveranno forti ritiri a causa delle ventole.
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Camera calda per stampare ABS
Quello della camera calda è sempre un tema di discussione nella stampa 3D in ABS e, in genere, distingue le stampanti 3D economiche da quelle professionali.
Le stampanti 3D professionali, infatti, solitamente presentano un volume di stampa chiuso che è possibile riscaldare all'interno. Questo aiuta nella stampa 3D di materiali tecnici come ABS, PEEK, Ultem, ecc, cioè materiali che si stampano ad alte temperature e che rischiano di subire uno shock termico con conseguenti ritiri e warping.
Le stampanti 3D economiche in genenere non hanno la camera calda e questo potrebbe essere un problema per limitare l'effetto di warping sul piatto di stampa. Ci sono però delle soluzioni altrettanto economiche da adottare.
Sul Amazon si possono trovare involucri con cui ricoprire la stampante: questo involucro garantisce un ambiente controllato e stabile attorno al tuo modello durante la stampa.
Per esperienza posso assicurarti che i pezzi in stampa possono deformarsi anche se usi tutti parametri corretti: se stampi col telaio aperto in una stanza a temperatura ambiente, il rischio di warping è sempre molto molto alto.

 
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Il mio consiglio? Dai una chance a uno degli involucri per stampante che trovi su Amazon. Ti aiuteranno a ottenere i migliori risultati di stampa non solo con l'ABS, ma anche con qualsiasi altro materiale.
Inoltre, un dettaglio: la stampa 3D di ABS e altri materiali emette nell'aria odori, micropolveri e fumi tossici. L'involucro per stampante non è una soluzione definitiva, ma sicuramente è un prodotto utile per controllare questo aspetto.
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L'importanza di essiccare il filamento
In particolare con l'ABS, dove warping e deformazioni sono sempre dietro l'angolo, usare un filamento ben disidratato è fondamentale per ottenere il massimo dalle tue stampe.
I materiali per la stampa 3D sono soggetti a una proprietà fisica chiamata "igroscopia". Spiegata in modo semplice, l'igroscopia è una proprietà fisica che permette ai materiali di assorbire umidità dall'aria. Tutti i filamenti per stampa 3D sono soggetti a igroscopia e, a lungo andare, questa caratteristica potrebbe diventare un grosso problema per te che vuoi stampare.
Un filamento che ha assorbito umidità, infatti, risulta praticamente instampabile. Se provi a stamparlo, sentirai degli scoppiettii nei pressi dell'ugello e noterai che le temperature di stampa saranno completamente sballate. Questo perché la presenza di acqua nel filo rende tutto il processo più complicato.
Il rischio per noi qual è? Beh, semplice: se compri una bobina di ABS, la apri e poi la lasci all'aperto in una stanza, puoi dire per certo che nel giro di qualche giorno faticherai a stampare.
Per preservare al meglio le tue bobine di ABS e assicurarti sempre una qualità di stampa massima potresti utilizzare un essiccatore per filamenti. Si tratta di uno strumento molto simile a un fornetto.
Al suo interno inserisci la bobina da deumidificare e, a processo finito, la ritroverai come nuova. Si tratta di un modo semplice ed efficace per recuperare vecchie bobine o assicurarti che quelle nuove non degradino velocemente.
L'essiccatore Sunlu è uno deipiù venduti in assoluto:

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Invece, se vuoi saperne di più sull'asciugatura dei tuoi filamenti, puoi leggere la mia guida dedicata:
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Alessandro Tassinari
In questa guida ti spiego come si stampa il PETG, mostrandoti i parametri da usare e lasciandoti importanti consigli.
Il PETG è un materiale molto usato nella realizzazione di tantissimi prodotti: bottiglie, contenitori per alimenti, imballaggi, utensili da cucina e tantissimi altri prodotti di plastica.
PETG è l'abbreviazione di polietilene tereftalato glicole modificato, si tratta di una plastica riciclabile e può essere stampata a iniezione, soffiata, termoformata, piegata, tagliata e, ovviamente, anche stampata in 3D.
In questo articolo non entreremo nei dettagli della chimica del PETG, ma ci concentreremo invece sulla stampa 3D del PETG sotto forma di filamento.
Proprio così, perché i filamenti di PETG sono diventati molto comuni nella stampa 3D FDM. Addirittura, qualcuno preferisce stampare il PETG rispetto al filamento di PLA. E forse ti starai chiedendo per quale motivo... Beh, te lo spiego nel dettaglio nei prossimi paragrafi!
In questa guida:
> Caratteristiche del PETG
> Come preparare il piatto di stampa per il PETG
> Temperatura e retraction
> Velocità della ventola e raffreddamento
> Supporti
> Velocità di stampa
Caratteristiche del PETG
Il PETG è un materiale dotato di buone proprietà meccaniche e estetiche. Ecco alcune caratteristiche del materiale:
Temperatura di transizione vetrosa: 80 °C; Densità: 1,27 g/cm3 (che è superiore a PLA e ABS); Resistente alla maggior parte delle sostanze chimiche (come acidi e solventi). Si tratta di un materiale che, una volta trovati i parametri giusti, si presta bene a essere stampato tramite stampa FDM. In molti riescono a stamparlo in modo del tutto sumilare al PLA, ma fai attenzione, perché non tutte le stampanti sono uguali e può essere che tu debba trovare le giuste impostazioni per ottenere buoni risultati.
Il PETG sostanzialmente riprende le caratteristiche del PLA ma aggiunge resistenza meccanica e chimica ai pezzi stampati.
Inoltre, è un materiale economico: il costo di una bobina di PETG varia tra i 18 e i 30 €/Kg, in base alla qualità del filo.
 
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Come preparare il piatto di stamapa per il PETG
Rispetto ad altri filamenti con i quali potresti avere problemi di adesione al letto, potresti avere il problema completamente opposto con il PETG.
A causa della sua natura, il PETG si attacca molto bene al piatto di stampa. Pertanto, probabilmente ti servirà uno strato protettivo per il tuo letto, come colla stick o nastro adesivo blu. In questo modo potranno staccarsi col pezzo stampato.
Se hai già stampato con PLA o ABS, saprai che lo spazio tra l'ugello e il letto deve essere ridotto. Nella stampa 3D del PETG è diverso: ha bisogno di un spazio abbastanza ampio. Se normalmente usi un pezzo di carta per regolare lo spazio tra il letto e l'ugello per PLA, usa tre fogli di carta per PETG.
Sebbene sia possibile stampare PETG senza un letto riscaldato, ne consigliamo uno. La maggior parte dei produttori suggerirà temperature comprese tra 70 e 80 °C, ma puoi arrivare fino a 100 °C. Inizia con 70 °C e aumenta gradualmente se si notano problemi di adesione al letto.
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Temperatura e retraction col PETG
Le impostazioni di temperatura e retrazione per la stampa di PETG sono strettamente correlate.
Temperatura
Il PETG in genere si stampa a temperature comprese tra 220 e 265 °C. Ma prima di riscaldare l'ugello, ricorda che gli hot end incorporano tubi in PTFE che resistono fino a 250 °C: qualsiasi temperatura superiore danneggerà l'hot-end.
La temperatura dell'ugello gioca un ruolo importante nella qualità di stampa. Usa una temperatura troppo alta e ti ritroverai con molte strisce o calture di materiale, ma con una temperatura troppo bassa l'estrusore inizierà a saltare dei passi.
Ecco un semplice test per verificare se la temperatura dell'hot end è corretta: inizia con una temperatura di appena 220 °C ed esegui alcune stampe di prova. Se senti un rumore di colpi durante la stampa significa che l'estrusore salta dei passi: devi aumentare la temperatura dell'ugello di 5 °C. Ripeti il test fino a quando l'estrusore non salta più.
Come accennato, quando si stampa ad alte temperature, c'è il rischio di striature. E poiché il PETG è un materiale molto resistente ed elastico, questi difetti sono difficili da rimuovere. Il consiglio è quello di regolare al meglio la retrazione.
Retrazione
Mi raccomando, non esagerare con la velocità dell retraction. Imposta la velocità di retrazione a circa 25 mm/s sia per gli estrusori Bowden che per quelli a trasmissione diretta.
La distanza di retrazione deve essere impostata a circa 6 o 7 millimetri per gli estrusori Bowden e 3 o 4 millimetri per gli estrusori a trasmissione diretta. Con PETG, la velocità di retrazione è più importante della distanza. Se hai ancora vedi materiale colare o restano residui sulla stampa, prova ad abbassare la velocità di ritrazione.
Un altro parametro che aiuterà a ridurre la caduta di materiale è la velocità di travel. Il PETG tende a gocciolare dalla punta dell'ugello, soprattutto se la temperatura dell'ugello è elevata. Per combattere questo, prova ad aumentare la velocità di travel il più in alto possibile.
Regolando bene temperatura e retrazione del filo dovresti ottenere stampe con finitura perfetta.
Se così non fosse, o se vuoi divertirti ancora di più, ti lascio di seguito la mia guida alla post produzione dei pezzi: potrai rifinirli e colorarli come un vero professionista!
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Velocità della ventola e raffreddamento
PETG si  stampa abbastanza bene con le ventole spente. A differenza di altri materiali che richiedono ventole durante la stampa, il PETG funziona meglio senza.
Se noti crepe e delaminazioni nelle tue stampe, spegni le ventole perché stampare senza aumenta l'adesione degli strati e favorisce una coesione nel materiale.
Dovresti usare le ventole solo se vuoi maggiori dettagli nella tua stampa o se stai stampando ponti. In questi casi però, ricorda di ridurre anche la velocità di stampa.
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Supporti
Poiché il PETG ha un'ottima adesione dello strato, potrebbe essere molto difficile rimuovere i supporti. Se hai una una stampante 3D a doppio estrusore, l'opzione migliore è utilizzare filamenti solubili, come PVA o HIPS.
Ma se hai una stampante a estrusore singolo, non tutto è perduto. Lascia uno spazio tra il supporto e la tua parte (distanza Z o Z-hop).
Uno spazio di 0,1 mm è un buon punto di partenza e di solito dà buoni risultati. Come con tutti gli altri parametri, dovresti giocare con i valori per trovare la soluzione migliore.
Velocità di stampa
Il PETG è molto sensibile alla velocità di stampa. Se stampi troppo velocemente avrai scarsa adesione dello strato e rischierai di sentire che l'estrusore salta dei passi. Se stampi troppo lentamente ti ritroverai con parti deformate e residui di materiale.
Devi trovare il giusto equilibrio, come con tutti i materiali da stampa 3D. Un buon punto di partenza sono i 50 mm/s.
Puoipartire con 25 mm/s per il primo strato e la parete esterna, mentre i movimenti di avanzamento o travel possono andare a 120 mm/s.
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Alessandro Tassinari
Il filamento PLA è di gran lunga il materiale più popolare utilizzato nella stampa 3D FDM desktop.
Il PLA è un materiale da stampa 3D facile da usare, sicuro, economico ed è disponibile in una vasta gamma di compositi, rendendolo ideale per (quasi) qualsiasi applicazione.
In questa guida ho raccolto tutte le informazioni che riguardano il filamento in PLA per la stampa 3D, entrando nel dettaglio di alcuni temi che spesso non vengono trattati: ti spiegherò come si produce il PLA, i suoi pro e contro, i migliori metodi di post-produzione e capiremo se si tratta di un materiale tossico o meno.
Ready? Scaldiamo gli estrusori e iniziamo!
In questa guida:
> Che cos'è il PLA
> Come si produce il PLA
> I pro del PLA
> I contro del PLA
> Quando usare filamento in PLA
> Impostazioni di stampa PLA
> Finitura del filamento in PLA
> Il PLA è tossico?
> Il PLA è idoneo al contatto alimentare?
> Come mantenere e asciugare il PLA
Che cos'è il PLA
PLA è l'abbreviazione di acido polilattico, un polimero termoplastico derivato da risorse naturali, in particolare amido di mais o canna da zucchero. Ciò distingue il materiale da altre plastiche comunemente utilizzate ottenute attraverso la distillazione e la polimerizzazione di riserve di petrolio non rinnovabili.
Il PLA è considerato un materiale biodegradabile in larga misura grazie alle sue origini organiche. Ciò significa che, se lasciato decomporre, alla fine verrà scomposto da microrganismi presenti in natura come batteri e funghi. In realtà serve molto tempo per far sì che il processo di decomposizione avvenga. In condizioni di compost ideali, la plastica PLA impiega tre mesi per decomporsi.
Tuttavia, altri materiali termoplastici possono impiegare fino a mille anni per decomporsi, facendo risaltare il PLA come un materiale più rispettoso dell'ambiente, quantomeno sulla carta.
Il materiale PLA è usatissimo nella stampa 3D FDM e, di conseguenza, il filamento PLA è disponibile in vari colori e miscele e i materiali innovativi.
Al di fuori della stampa 3D, il PLA viene utilizzato anche per produrre imballaggi alimentari e stoviglie usa e getta. Ma all'interno della sfera della stampa 3D FDM, il filamento PLA è ampiamente considerato come un materiale facile da stampare, con finalità estetiche, e meglio utilizzato per la prototipazione.
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Come si produce il PLA
Per produrre il filamento PLA, i produttori iniziano con una resina granulata grezza di colore chiaro. Il materiale viene inserito in una macchina tipo blender, miscelandolo con i pigmenti e/o gli additivi che producono un particolare colore o proprietà meccaniche.
Da lì, il materiale viene solitamente asciugato a 60 – 80 °C, il che riduce la possibilità che il filamento PLA scoppi o ostruisca l'ugello della stampante 3D. Questo processo è a tutti gli effetti una prima fase di essiccazione del filamento.
Il materiale granulato entra in un estrusore a vite singola, dove viene riscaldato, miscelato ed estruso in un filamento solido. Questo filamento viene quindi inserito in un serbatoio di acqua calda, che raffredda il materiale in una forma rotonda. Infine, il filamento rotondo viene fatto passare attraverso un serbatoio di acqua fredda e avvolto su una bobina.
Il filamento PLA è disponibile in due dimensioni per la stampa 3D FDM: 1,75 mm e 2,85 mm. Questa dimensione del diametro è determinata dalla velocità con cui il produttore del materiale tira il filamento attraverso lo stampo.
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I pro del PLA
Ci sono una serie di vantaggi nella stampa 3D con filamento PLA, soprattutto se sei un principiante o cerchi un'esperienza di stampa senza intoppi.
Facile da stampare: il PLA è semplicissimo da stampare. Praticamente tutte le stampanti 3D possono stampare questo materiale in quanto non richiede nemmeno un letto riscaldato. Il PLA richiede temperature relativamente basse rispetto ad altri materiali di stampa, non richiede un volume di stampa chiuso e può essere stampato piuttosto velocemente (circa 60 mm/s). La post-elaborazione è anche più semplice quando si tratta di PLA, consentendoti di migliorare la qualità della superficie con un po' di levigatura e rifilatura.
  Economico: il PLA è piuttosto economico da acquistare rispetto ad altri materiali di stampa più speciali come nylon o policarbonato (PC), rendendolo un'ottima opzione per la prototipazione rapida e, in generale, per i produttori con un budget limitato.
  Ampia gamma di colori e opzioni: il filamento PLA è disponibile in tanti colori diversi perché il materiale stesso è facilmente pigmentabile. I produttori hanno realizzato questo filamento in quasi tutti i colori immaginabili. Inoltre, in questa guida ho elencato le miscele composite e speciali.
  Biodegradabile ed ecologico: poiché il PLA proviene da fonti naturali, viene considerato sostenibile a livello ambientale a differenza di altre materie plastiche (ad esempio l'ABS) prodotte dalla raffinazione del petrolio greggio.
  Non tossico: il PLA non è tossico quando può essere mantenuto incontaminato, espandendo le sue applicazioni ad aree come l'industria medica e alimentare.
  Limite a fumi dannosi: i fumi vengono inevitabilmente rilasciati quando i materiali termoplastici vengono sciolti e questi fumi, in particolare da materiali tossici come l'ABS, possono contenere sostanze nocive e persino agenti cancerogeni. Il PLA può rilasciare alcuni fumi, ma in genere questi sono inodori e i relativi rischi sono limitati rispetto ad altri polimeri. Torna all'Indice
I contro del PLA
Sebbene vi siano numerosi vantaggi nell'utilizzo del filamento PLA, questo materiale presenta alcuni inconvenienti.
Ad esempio, il filamento in PLA tende a deformarsi o fondersi quando viene avvicinato al calore, rendendolo poco pratico per le parti che richiedono resistenza al calore. È anche meno robusto dell'ABS o del PETG, rendendolo migliore per usi estetici piuttosto che meccanici.
Inoltre, il PLA non è sicuro per gli alimenti ed è di natura piuttosto fragile, il che lo rende più incline a rompersi sotto stress.
Fragile e relativamente debole: lo svantaggio più evidente del PLA è la sua bassa resistenza alla flessione. Le parti in PLA stampate in 3D sono significativamente più deboli delle parti stampate a iniezione e persino delle parti stampate in 3D in altri materiali come PETG e ABS. Anche le parti in PLA di solito non si piegano, si spezzano molto rapidamente dopo aver applicato una forza sufficiente, il che significa che il materiale è molto fragile. Bassa temperatura e resistenza chimica: oltre a non essere il materiale più resistente in circolazione, il PLA non è nemmeno molto resistente al calore. Il PLA ha una bassa temperatura di transizione vetrosa, quindi le parti stampate con questo materiale tendono a deformarsi in condizioni di caldo, rendendo il PLA un materiale meno ideale per l'uso esterno. Inoltre, alcune sostanze chimiche fanno sì che il PLA rilasci le sue sostanze chimiche grezze, vale a dire l'acido lattico, che possono essere dannose in quantità elevate.
  Decomposizione lenta: anche se il PLA è biodegradabile, ci vuole molto tempo per decomporsi. In condizioni di composizione ideali, la plastica PLA impiega tre mesi per decomporsi, che è molto tempo rispetto ad altri materiali.. Come con la maggior parte dei materiali di stampa 3D, il fatto che il filamento PLA sia o meno la scelta giusta dipende interamente da ciò che si intende stampare in 3D.
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Quando usare filamento in PLA
Il filamento PLA è un ottimo materiale per numerose applicazioni. Sebbene manchi delle proprietà meccaniche che si trovano in altri tipi di filamento, il PLA è facile da stampare ed è disponibile in molti colori e stili.
Pertanto, la maggior parte dei tipi di filamenti PLA sono ottimi per stampe estetiche e prototipazione rapida, in particolare nei casi in cui la parte stampata in 3D non subirà troppi stress o sforzi e quindi non dipenderà da proprietà meccaniche, durata o degradabilità.
Probabilmente vorrai anche evitare di utilizzare il filamento PLA per oggetti stampati in 3D che saranno piegati o attorcigliati, come manici di utensili o custodie per telefoni. Questo materiale di solito non è molto resistente al calore, quindi è meglio usare un filamento con migliori proprietà meccaniche.
Oltre a questo, il filamento PLA è un'ottima opzione per quasi tutte le altre applicazioni. Alcuni degli usi più popolari del PLA includono modelli estetici, action figures e personaggi, giocattoli a bassa usura, parti di prototipi non funzionali e contenitori.
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Impostazioni di stampa PLA
A seconda del tipo o della miscela di PLA che stai utilizzando, le impostazioni di stampa ottimali saranno leggermente diverse. Il filamento PLA medio ha un punto di fusione compreso tra 180 e 200 °C.
La migliore temperatura per un filamento PLA che ha un diametro di 1,75 mm sarà inferiore a un materiale con un diametro di 2,85 mm. Un altro fattore decisivo per la temperatura di stampa da inserire è la miscela di PLA che stai utilizzando.
Sebbene un letto riscaldato possa aiutare con l'adesione del filamento PLA, non è necessario. Questo è il motivo per cui il PLA è un'opzione particolarmente allettante per gli utenti di stampanti 3D alle prime armi, poiché è possibile utilizzare una colla stick o un nastro da pittore per far aderire il primo strato.
Dovresti anche tenere presente che il PLA ha una temperatura di transizione vetrosa compresa tra 60-65 °C, che è il punto in cui la plastica inizia a diventare viscosa o gommosa.
Quando lavori con il filamento PLA, assicurati di consultare il produttore per capire le impostazioni di stampa ottimali. Poiché il PLA è disponibile in molte sfumature e miscele, non esiste una temperatura precisa che funzioni per tutti.
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Finitura del filamento in PLA
Esistono numerosi modi per la post-produzione del filamento PLA e questi metodi a volte dipendono dal tipo di PLA che stai utilizzando.
Uno dei metodi più popolari è la levigatura, che fa miracoli levigando lo strato superficiale della tua stampa 3D. La levigatura è un passaggio essenziale, indipendentemente dal tipo di tecnica di post-elaborazione che si desidera utilizzare, in particolare quando si tratta di dipingere il modello.
Dopo aver levigato il modello, puoi utilizzare un primer o uno stucco per coprire eventuali altre fessure che influiranno sul modo in cui la vernice si deposita sulla stampa. La vernice acrilica è l'opzione migliore per il filamento PLA, è generalmente conveniente ed è disponibile in molti colori.
Se vuoi scoprire materiali e metodi per la post produzione dei tuoi modelli, ti segnalo la mia guida dedicata:
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Il PLA è tossico?
Rispetto ai fumi tossici emessi dall'ABS, il filamento PLA è un'alternativa molto più sicura. Tuttavia, ciò non significa che questo materiale sia completamente sicuro.
Mentre l'ABS è noto per emettere stirene, che è una sostanza chimica tossica e cancerogena, il filamento PLA emette una sostanza chimica benigna e meno pericolosa chiamata lattide. Alcuni hanno sostenuto che la sostanza chimica emessa dal PLA è essenzialmente innocua.
Ad ogni modo, non si può negare che il PLA sia un materiale molto più sicuro con cui stampare rispetto all'ABS. Se stampi in una stanza di grandi dimensioni e ti assicuri di tenerla ventilata, non dovresti preoccuparti eccessivamente della tossicità del filamento PLA.
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Il PLA è idoneo al contatto alimentare?
Il filamento PLA è costituito da amido di mais, un materiale generalmente considerato sicuro per gli alimenti. Ma una volta che il materiale viene iniettato con additivi per colore o forza, tutto può cambiare rapidamente.
Ci sono alcuni filamenti che sono commercializzati come sicuri per gli alimenti. Puoi anche controllare la scheda di sicurezza dei materiali sul tuo filamento PLA, che ti informerà sulle proprietà chimiche e ti dirà se è approvato dagli organismi di sicurezza locali.
Tuttavia, non importa quanto possa essere sicuro per gli alimenti il tuo filamento PLA, corri comunque il rischio che i batteri si accumulino tra gli strati di stampa. Per evitare ciò, puoi sigillare la superficie di una stampa 3D con una resina epossidica o sigillante per alimenti, che copre le fessure che potrebbero altrimenti raccogliere germi e rimasugli di cibo.
Un altro consiglio è quello di tenere il tuo oggetto stampato in 3D lontano dalla lavastoviglie. Dovresti lavarlo con acqua tiepida e un detergente antibatterico delicato, che ridurrà il rischio di proliferazione di batteri e impedirà anche alla tua stampa di sciogliersi.
Infine, dovresti probabilmente montare un ugello in acciaio inossidabile, considerato sicuro per gli alimenti. Questo potrebbe essere un investimento importante per chi ha intenzione di stampare solo pezzi da usare in cucina.
Restano però alcuni dubbi che, a mio avviso, dovrebbero convincerti a non usare componenti stampati 3D in cucina. I filamenti sono materiali porosi e vengono depositati in strati. Il PLA restiste poco alle alte temperature e i detergenti chimici possono accumularsi a loro volta in micro fessure. E poi, l'intero processo di stampa dovrebbe essere pulito: dalla bobina all'estrusore non dovresti avere interferenze con polvere o altri materiali se non acciaio inossidabile.
Insomma... per quanto il materiale possa essere certificato sulla carta, l'uso vero e proprio in ambito alimentare è una questione delicata. Il mio consiglio è di non usare il PLA in cucina.
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Come mantenere e asciugare il PLA
La conservazione del filamento di stampa 3D è estremamente importante. Le materie plastiche tendono ad assorbire l'acqua dall'aria e questa umidità può causare enormi problemi nella tua esperienza di stampa 3D.
Questo fenomeno è chiamato igroscopia, che è una caratteristica che fa sì che il filamento della stampa 3D assorba le molecole d'acqua. Per filamenti speciali come nylon e PVA, il problema può verificarsi nel giro di poche ore. Pertanto entrambi dovrebbero essere conservati immediatamente in un contenitore ermetico.
Sebbene il filamento PLA abbia una durata di conservazione più lunga, l'umidità può insinuarsi nel materiale e a sua volta avrà un impatto negativo sulle stampe.
Una volta che l'assorbimento d'acqua avviene, è possibile riscontrare una maggiore fragilità, aumento del diametro, bolle del filamento, degradazione del filamento.
Per evitare ciò, è necessario conservare il filamento PLA all'interno di un contenitore ermetico che sia in grado di essiccare il filamento, eliminando l'acqua in eccesso e riportando la bobina allo stato iniziale.
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Alessandro Tassinari
Le stampanti 3D in grande formato permettono di stampare 3D modelli di grandi dimensioni senza doverli tagliare e assemblare successivamente.
Un secondo vantaggio, è la possibilità di stampare più modelli in una sola sessione di stampa. Il che ti fa risparmiare tempo e denaro.
Trovare stampanti 3D a grande formato economiche non è affatto facile, soprattutto se stai cercando una stampante 3D da utilizzare tutti i giorni per i tuoi progetti.
In questa guida ho selezionato per te le più economiche stampanti 3D grande formato, focalizzandomi su una serie di caratteristiche che tutti vorremmo avesse la nostra stampate 3D di grandi dimensioni.
Ready? Ecco la tua guida!
In questa guida:
> Considerazioni sulle stampanti 3D grande formato
> Creality Ender 5 Plus
> Tronxy X5SA-400 PRO
> Tronxy X5SA PRO
> Tronxy X5SA-500 PRO
> Ti serve davvero una stampante 3D a grandi dimensioni?
> Quale stampante 3D scegliere?
> Le migliori stampanti 3D economiche
Considerazioni sulle stampanti 3D grande formato
La scelta di queste stampanti 3D a grande formato si è basata sull'analisi di 3 caratteristiche di base:
possibilità di utilizzo a casa; affidabilità/caratteristiche tecniche; prezzo. In primo luogo ho privilegiato le stampanti 3D a grande formato che possono essere facilmente utilizzate a casa. Questa scelta potrebbe sembrare banale, ma è tutt'altro che scontata.
Quando si parla di stampanti 3D a grandi dimensioni si pensa subito a macchine che raggiungono dimensioni di stampa molto, molto grandi, che raggiungono anche 1 metro di dimensione di stampa. Il problema è che pochi di noi potrebbero permettersi di acquistare macchine di questo tipo.
Le stampanti 3D che trovi in questa guida sono stampanti 3D che hanno volume di stampa di circa 40-50 cm di lato. Sono stampanti 3D che tutti possiamo tenere in casa o in garage senza alcun problema.
In secondo luogo, ho valutato le caratteristiche tecniche e l'affidabilità. Eh sì, perché più una stampante 3D aumenta di dimensioni, più si rischia di avere fastidiosi problemi con il livellamento del piatto, con la precisione e con il distaccamento dei pezzi durante la stampa.
Una stampante 3D di con grande volume di stampa deve essere affidabile, altrimenti rischia di diventare soltanto un complemento d'arredo per le nostre case!
Infine ho valutato il prezzo, cercando di presentarti le stampanti 3D a grande formato più economiche in assoluto. Anche per questo motivo non ho potuto inserire in questa guida stampanti che avessero un volume di stampa troppo grande, altrimenti il prezzo sarebbe stato esagerato.
Bene, ora che ho finito con le premesse, vediamo quali sono le stampanti 3D a grande formato più economiche!
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Creality Ender 5 Plus
Le stampanti 3D Creality sono molto conosciute sul mercato. Si tratta di stampanti 3D comuni, estremamente economiche e tutto sommato ben fatte. Non è un caso se queste hanno riscosso tanto successo negli ultimi anni.
Il modello Creality Ender 5 Plus è una stampante 3D desktop con grande volume di stampante e ottime prestazioni. Prende spunto dal modello Ender e lo scala in dimensioni, fornendo quindi una versione maggiorata del modello tanto amato dagli appassionati.

Con un volume di stampa di 350 x 350 x 400 mm, Creality Ender 5 Plus offre un volume di costruzione superiore alla media. Tra gli altri elementi interessanti, troviamo il sistema di auto livellamento del piatto BLTouch, il sensore di rilevamento del filamento e una meccanica che prevede un piatto di stampa fermo sul suo piano XY di riferimento
Attenzione però a certi dettagli. Si tratta di una stampante 3D molto economica e che prevede l'uso di componenti idonee a strutture più ridotte. I motori passo passo usati per muovere l'asse Z potrebbero spostarsi a lungo andare, inclinando il piatto di stampa. Inoltre, i cavi che stanno attorno alla struttura rischiano di essere d'intralcio.
Insomma, su questa macchina c'è da fare attenzione a specifiche regolazioni e a blocchi involontari, magari aggiungendo fascette qua e la.
Il prezzo è di circa € 590, davvero molto molto competitiva!
 
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Tronxy X5SA-400 PRO
A pari merito con Creality arriva Tronxy, altro marchio conosciutissimo per le sue stampanti 3D estremamente economiche e comuni. Quando si sale di dimensioni però la scelta deve essere ben ragionata.
Eh sì, perché il modello X5SA-400 PRO non è facilissimo da utilizzare, anche se il suo volume di stampa di 400x 400 x 400 mm può fare gola a tanti.

Per gli utenti medio-esperti questa stampante 3D può essere davvero un'ottima scelta. Il volume di stampa generoso permette di stampare pezzi grandi, mentre la struttura e le componenti sono conosciutissime e facilmente aggiornabili.
La versione base prevede l'estrusore Titan, sensore di filamento e recupero della stampa se salta l'alimentazione: tutto quello che serve per essere operativi al 100%.
Il prezzo è di € 649. Mi raccomando, assemblala con cura!
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Tronxy X5SA PRO
Tronxy si presenta bene anche con un secondo modello, che riduce il volume di stampa ma che guadagna in prestazioni.

Il modello X5SA Pro ha volume 300 x 300 x 400 mm e non varia molto dalla sorella maggiore.
Anche in questo caso il kit è da assemblare e prevede tutte le componenti che ci si aspetta da una stampante 3D di questo tipo. Scheda madre silenziosa, autolivellamento del piano di stampa, ecc.
Il costo è di € 359 e farà gola a tantissimi!
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Tronxy X5SA-500 PRO
Le stampanti della serie X5S di Tronxy non si fermano però ai due modelli che ho presentato in precedenza.
La versione X5SA-500 Pro infatti porta il tutto ad un livello di dimensioni ancora maggiore, proponendo un volume di stampa maggiorato e alcune conformazioni tutte particolari.

Notiamo subito le barre di irrigidimento laterali, le quali aiutano la struttura essere più solidale e rigida. Queste sono fondamentali se pensiamo che la struttura della stampante è realizzata con profili metallici identici a quelli delle due versioni con volume di stampa più piccolo.
Il suo volume di stampa di 500 x 500 x 600 mm risulta molto ampio e sicuramente prestazionale se devi stampare oggetti di grandi dimensioni.
Attenzione al piano di stampa, il quale deve essere livellato alla perfezione. Attenzione anche alla struttura, che deve essere montata in modo ottimale per limitare oscillazioni involontarie.
Lo schermo LCD è posizionato in alto a sinistra sul fronte stampante, mentre in verticale troviamo le barre filettate che permettono al piano di muoversi in asse z.
Le caratteristiche tecniche sono le stesse delle due versioni X5SA più piccole: autolivellamento, salvataggio stampa in caso di mancata energia elettrica, sensore di presenza filamento, ecc.
Nel momento in cui sto scrivendo, la trovi su Amazon al prezzo pieno di € 1099. La spedizione prevede almeno 6-10 giorni di preparazione dell'ordine.
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Ti serve davvero una stampante 3D a grandi dimensioni?
Anche se le stampanti 3D a grande volume che trovi in questa guida cadono in una fascia di prezzo accessibile, i più esperti avranno notato che caratteristiche tecniche sono molto simili a quelle delle stampanti 3D desktop un po' più piccole.
Le componenti come l'hot-end, i sensori, il piatto, l'hardware in generale e anche il software, sono gli stessi - il che può essere un punto di vista positivo, perché sai che dovrai usare queste macchine esattamente come usi quelle più piccole!
A parità di componenti, l'unica variabile è il volume di stampa che aumenta e, all'aumentare del volume, il prezzo sale.
Questo non significa che una stampante 3D a grande dimensione non preveda soluzioni strutturali ad-hoc, come abbiamo visto nei modelli precedenti. Semplicemente però, a volte, queste sono le uniche vere differenze.
Ma ora la domanda è: ti serve davvero una stampante 3D a grandi dimensioni?
Se sei un principiante, probabilmente ti direi di no. Il rischio sarebbe quello di bloccarti su problemi di assemblaggio e funzionamento, quando invece con una stampante più piccola puoi ottenere maggiori soddisfazioni sin da subito.
Una stampante 3D più piccola - e di conseguenza più economica! - ti permette comunque di realizzare modelli di grandi dimensioni, magari spezzandoli in più pezzi e successivamente assemblandoli con un po' di post-produzione, che può essere un'attività molto divertente da fare!
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Quale stampante 3D scegliere?
Prima di comprare la tua stampante 3D chiedi sempre di cosa hai bisogno. Devi stampare modelli di piccole dimensioni e provare materiali diversi? Oppure devi realizzare modelli molto piccoli e precisi? Che budget hai?
In base a queste considerazioni potresti scegliere una stampante 3D a resina oppure FDM, oppure altre ancora diverse.
Nella guida seguente ti aiuto a scegliere, dacci una letta se stai cercando di fare la scelta migliore!
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Le migliori stampanti 3D economiche
Infine, un'ultimo consiglio. Se la curiosità è ancora alta e vuoi cercare al meglio tra i modelli di stampanti 3D più economici in assoluto, ho la guida che fa per te.
Non troverai macchine a grandi dimensioni, ma sicuramente potrai risparmiare molti soldi e, magari, con lo stesso budget acquistare due stampanti 3D invece che una 🤩
Questa è la mia guida alle stampanti 3D economiche: buona lettura!
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Alessandro Tassinari
Dove si butta il PLA? In questa guida ti do tutte le informazioni che riguardano il riciclo degli scarti in PLA, spiegandoti dove buttarlo e dantoti qualche consiglio per un corretto riciclo.
Il PLA è il materiale più utilizzato nella stampa 3D a filamento. Dopotutto è normale, perché il PLA presenta numerosi benefici rispetto agli altri  filamenti per stampa 3D .
Il PLA si stampa facilmente a basse temperature e non richiede un letto riscaldato. Il PLA ha un costo basso rispetto a materiali più tecnici e si trova disponibile in miscele speciali che permettono di ottenere risultati estetici o finiture davvero singolari.
Per tutti questi motivi, ti ritroverai senza dubbio ad avere numerose stampe realizzate in PLA sulla scrivania o sparse in casa.
Probabilmente alcune, le migliori, le terrai in bella vista per farle vedere al primo visitatore fortunato... ma come sappiamo, ad ogni stampa 3D ben riuscita spesso corrispondono scarti e stampe malriuscite.
Gli scarti possono essere semplici filamenti, rimasugli di brim, skirt o raft. Le stampe malriuscite invece sono veri e propri fallimenti di stampa che forse hai accumulato in uno scatolone a fianco della tua stampante, chiedendoti cosa puoi fartene o come buttarle nella raccolta differenziata.
Beh, le buone notizie in questo caso sono due:
la prima, è che potresti riciclare tu stesso il PLA, usandolo per altre stampe; la seconda, è che in questa guida trovi utili consigli sul corretto riciclo del PLA. In questa guida:
> Che cos'è il PLA
> Dove buttare il PLA nella raccolta differenziata
> PLA: differenze tra biodegradabile e compostabile
> Il PLA è biodegradabile?
> Come riutilizzare il PLA per altre stampe
> Recuperare stampe fallite con la post-produzione
Che cos'è il PLA
Il PLA, anche noto come acido polilattico o polilattide, è ottenuto a partire da scarti grezzi che provengono da fonti naturali naturali come il mais.
L’amido (glucosio) è estratto dalle piante e convertito in destrosio tramite l’aggiunta di enzimi. Questo viene fatto fermentare da microorganismi in acido lattico, a sua volta trasformato in polilattide. Infine, la polimerizzazione produce lunghe sequenze molecolari le cui proprietà assomigliano a quelle dei polimeri a base di petrolio.
A differenza di altri materiali, come l'ABS o il PETG, il PLA presenta caratteristiche interessanti che derivano dai suoi materiali di origine.
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PLA: differenze tra biodegradabile e compostabile
I termini “biodegradabile” e “compostabile” e le relative differenze sono di importanza fondamentale e sono spesso fraintesi.
Molte persone confondono “biodegradabile” con “compostabile”, il che crea grande confusione perché i due termini indicano due processi molto diversi tra loro.
In senso ampio, “biodegradabile” significa che un oggetto può essere suddiviso biologicamente, mentre “compostabile” specifica tipicamente che tale processo darà origine a compost.
Un materiale “biodegradabile” può essere decomposto in determinate condizioni anaerobiche o aerobiche. Tuttavia, quasi qualsiasi materiale si decomporrà nel tempo in natura. Quindi occorre definire esplicitamente le condizioni ambientali precise per la biodegradabilità del materiale stesso.
Il compostaggio è invece un processo realizzato dall’uomo. Secondo lo standard europeo EN13432, un polimero o packaging è considerato “compostabile” se entro 6 mesi in un impianto di compostaggio industriale almeno il 90% di esso è convertito in emissioni di carbonio da parte di microorganismi e additivi presenti in una percentuale massima pari all’1% della massa iniziale e innocui.
Per riassumere potremmo dire che il compostaggio, essendo un processo indotto dall'uomo, comprende la biodegradazione, ma la biodegradazione non è compostaggio.
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Il PLA è biodegradabile o compostabile?
Nelle pubblicità o descrizioni del PLA leggiamo spesso “PLA biodegradabile” il che suggerisce che il PLA, proprio come i rifiuti della cucina, si può buttare nell'organico domestico o nella natura.
Ma te lo dico subito in modo chiaro: NO, le tue stampe in PLA non sono biodegradabili.
Il PLA può essere definito compostabile, e lo è solo ed esclusivamente:
in specifiche condizioni di compostaggio industriale; in specifiche condizioni dimensionali dello scarto. Le dimensioni dello scarto infatti incidono tantissimo nel definire la compostabilità o meno del'oggetto stesso.
Infatti, anche se sulla carta il PLA risulta biodegradabile e compostabile in determinate condizioni di compostaggio industriale, se l'oggetto presenta spessori di qualche millimetro non è compostabile.
Il motivo è semplice: gli impianti di compostaggio industriale sono studiati per rielaborare materiali a base organica come bucce di banana o i sottilissimi sacchetti di plastica biodegradabile che trovi al supermercato. Questi impianti non sono in grado di elaborare elementi con spessori maggiori, perché impiegherebbero troppo tempo per compostare.
Ti faccio un esempio semplice: un tronco d'albero è biodegradabile, ma non è compostabile a causa del suo spessore elevato.
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Dove buttare il PLA nella raccolta differenziata
In conclusione quindi, dove puoi buttare il PLA nella raccolta differenziata?
La risposta è chiara: il PLA va buttato nei contenitori di raccolta indifferenziata, proprio come viene specificato in questa discussione sul forum:
Come riportato nella discussione, il PLA:
POTREBBE essere conferito come rifiuto organico se conferito in filamenti molto sottili; visto il particolare processo di produzione che noi usiamo con la stampa 3D, dove solitamente gli spessori sono maggiori rispetto a quanto tollerato negli impianti di compostaggio, l'indicazione migliore è quella di conferire il PLA come rifiuto indifferenziato. A sottolineare la situazione si aggiungono anche i coloranti, i pigmenti e le polveri che possono essere contenute nei nostri filamenti da stampa 3D. Questo ci fa affermarmare ulteriormente che il PLA da stampa 3D è un materiale da buttare nella raccolta indifferenziata.
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Come riutilizzare il PLA per altre stampe
Lo sapevi che i tuoi scarti potrebbero essere recuperati e usati per stampare nuovamente? Un'ottima occasione per generare meno rifiuti e risparmiare denaro!
Le tue stampe fallite o i filamenti di scarto possono essere riciclati in casa, facendoli tornare sotto forma di filamento per stampa 3D pronto per essere stampato direttamente sulla tua scrivania.
Produrre filamento per stampanti 3D è un processo semplice che può essere effettuato anche in ambienti di piccole dimensioni. Per farlo devi solamente procuranti un estrusore di filamento e della plastica in pellet.
Prima di tutto, per estrudere le proprie stampe 3D e trasformarle in filamento occorre sminuzzarle in piccoli pezzettini: non serve che siano della stessa dimensione, l’importante è che siano abbastanza ridotti da entrare nel serbatoio dell'estrusore di filo e da lì passare nella camera di estrusione. Per fare questa operazione, puoi utilizzare un trituratore o in alternativa anche un normale frullatore da cucina.
Se il PLA con cui vuoi lavorare non è fresco di produzione, consiglio vivamente di usare un essiccatore per filamenti per evitare noiosi problemi: il PLA infatti tende ad accumulare umidità, che rovina la qualità dell’estrusione.
Per semplificare il processo posso consigliarti di utilizzare sempre una certa quantità di PLA vergine, più facile da trattare. In questo modo, la qualità dell’estrusione aumenterà notevolmente. Sappi però che è possibile creare nuovo filamento utilizzando esclusivamente PLA riciclato.
Riciclare il PLA è davvero semplice. Se vuoi saperne di più, di seguito ti lascio il link alla mia guida dedicata:
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Recuperare stampe fallite con la post-produzione
Il modo più semplice per ridurre la quantità di plastica da riciclare è di evitare di buttare le stampe fallite.
Ti sembrerà banale, però pensaci un attimo: a volte ci ritroviamo a scartare delle stampe perché le superfici piene non si sono chiuse bene, perché si sono presentati difetti di finitura superficiale, oppure perché staccandole dal piatto si sono rovinate.
Spesso in questi casi la stampa può essere recuperata, evitando di dover spendere altre ore per realizzarla nuovamente, facendo un po' di post produzione sulle superfici esterne.
La post produzione nella stampa 3D FDM consiste in una serie di operazioni che permettono di:
riempire buchi, fessure, dislivelli, difetti di stampa in generale; coprire imprecisioni; colorare la stampa a tuo piacimento. Una post produzione ben fatta può davvero dare nuova vita a modelli venuti male, evitando di generare scarti per la raccolta indifferenziata. E ti dirò di più... si tratta di un'attività davvero divertente e creativa!
Nella guida che trovi di seguito ti do tutte le informazioni necessarie per fare la post produzione dei tuoi modelli, consigliandoti strumenti, materiali e modalità operative.
Insomma, voglio che tu ottenga il miglior risultato possibile. Buona lettura 😄
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