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Le migliori guide alla stampa 3D, curate dalla redazione di Stampa 3D forum. Guide all'acquisto, guide all'uso, consigli pratici e molto altro.
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Arrivano da Firenze e hanno diverse cose da mettere in mostra alla Maker Faire Rome 2014 - Kentstrapper non ci farà vedere nuove macchine, bensì diversi upgrade alle loro attuali stampanti 3D.

Siamo passati a trovarli qualche giorno fa, in una giornata molto soleggiata e calorosa. Le loro macchine, Galileo e Volta, erano attive in vetrina e producevano oggetti a tutto andare in vista della Maker Faire Rome. Oggetti piccoli, di grandi dimensioni e assemblati, con ottime qualità finali senza alcuna lavorazione post stampa. Quello che ci ha colpiti di più è stato il polipetto che saluta: la qualità di stampa era notevole.

Nelle immagini sottostanti trovate anche una foto del modello di Strati, la prima automobile stampata in 3D. Probabilmente potremo vederlo a Roma tra qualche giorno.

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Tutte le stampanti 3D di Kentstrapper saranno aggiornate, garantendo una maggiore affidabilità sia nell'elaborazione del modello durante la fase di stampa che nella gestione dell'oggetto.

Gli aggiornamenti più importanti che ci sono stati segnalati sono un aggiornamento firmware, che permette alle stampanti di gestire meglio il modello 3D, e un aggiornamento al sistema di raffreddamento durante la stampa, grazie al quale il materiale fuso avrà meno problemi nel raffreddarsi.

Ora le Kentstrapper sono più "pulite": quale pezzo di plastica in più ed elementi tagliati al laser ben studiati racchiudono le componenti più importanti per il funzionamento delle stampanti 3D, senza far perdere quella caratteristica "maker" che da sempre le contraddistingue.http://www.stampa3d-forum.it/wp-content/uploads/2014/09/maker-faire-rome-2014-kentstrapper-4.jpgNon ci resta che aspettare qualche giorno per studiarle e vederle in azione alla Maker Faire Rome 2014 - Kentstrapper sarà pronta a rispondere a tutte le vostre domande!

Tania182

FarmBot, una nuova rivoluzione agricola?

Pubblicato da Tania182, in Novità,

Il settore dell’agricoltura, fondato prevalentemente su un solo tipo di coltura per appezzamento di terreno (monocoltura), sta andando in crisi a causa di  un aumento della popolazione mondiale e quindi delle esigenze dell’uomo, che necessita sempre di più di un sistema policolturale. Il problema della policoltura è che richiede molto più tempo e lavoro, con un conseguente aumento dei costi. La soluzione a questo problema ce la fornisce il giovane ingegnere RoryAronson, con la sua FarmBot Project.

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La macchina FarmBot utilizza un sistema Arduino e RaspBerryPi ed è stata messa a punto dal giovane startupper per facilitare il lungo lavoro dell’agricoltore e per avere un maggiore rispetto nei confronti dell’ambiente (utilizzo limitato di pesticidi). La FarmBot può essere utilizzata con precisione per una varietà di operazioni come la preparazione del terreno, la semina, l’irrigazione, la concimazione, il diserbo e l’acquisizione dei dati. Insomma, si può seminare una pianta, farla crescere, irrigarla e aspettare fino a quando non sarà pronta per il raccolto e tutto questo online!

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Il sistema è completamente ottimizzato poiché regola automaticamente l’irrigazione, i fertilizzanti e i pesticidi. Inoltre la spaziatura del seme e le tempistiche sono tutte basate sulle condizioni del meteo e del terreno, così da formare un data base che registri ogni cosa e che determini per esempio in base a giornate di pioggia, se irrigare oppure no.

Dai piccoli letti rialzati, alle serre retrofit, ai tetti urbani, alle applicazioni industriali e commerciali, la FarmBot è scalabile e modulare per lavorare in qualsiasi situazione.

La visione di Aronson è quella di un open-source “per aiutare tutti a coltivare cibo e a coltivare cibo per tutti”. L’obiettivo è quello di formare una community, che aiuti a migliorare il software, l’hardware e il data base, per rendere a portata di chiunque la costruzione e la gestione di macchine agricole. Che tu sia un ingegnere, un inventore o un Garage Tinkerer poco importa, basta un idea.

Il grande interessamento di Aronson per l’agricoltura lo ha portato anche, più di un anno fa, a compiere una campagna su Kickstarter per promuovere una guida completa collettiva sulla coltivazione di qualunque tipo di pianta, specificandone il periodo migliore per la semina, il tempo di crescita e quello di raccolta, così da inserire passo passo i dati nella macchina FarmBot.

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Se scoprire quanto la stampa 3D stia rivoluzionando settori come la prototipazione, la produzione di oggetti e le creazioni artistiche non fosse abbastanza stupefacente, le ultime novità arrivano dalla biologia. O meglio dalla biostampa.

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Mentre la stampa 3D di base utilizza materiali termoplastici che vanno a realizzare un oggetto fisico sulla base di un modello 3D digitale, la stampa 3D biologica segue un iter del tutto simile ma invece di utilizzare polimeri plastici depone cellule vive in matrici biologiche fino a creare veri e propri tessuti vitali, ripropondendone l’architettura e potenzialmente la sua funzione.

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Organovo, la pionieristica società di stampa 3D biologica, ha annunciato ultimamente di aver usato la sua tecnologia per testare un farmaco, precedentemente dimostratosi tossico a livello epatico. A differenza degli approcci passati però, Organovo ha utilizzato un tessuto epatico umano biostampato che ha permesso di rilevare la tossicità del composto lì dove persino studi preclinici standard sugli animali e prove in vitro avevano fallito.

Secondo Keith Murphy, presidente di Organovo, i recenti risultati hanno mostrato come l'attività metabolica e la risposta tossicologica del “fegato” stampato sono paragonabili a quelle del tessuto nativo aprendo incredibili scenari futuri. Grazie a questi “neotessuti” sarà forse possibile studiare l'effetto di droghe e altri farmaci? Se questi test si dimostrano davvero capaci di predire effetti farmacologici impossibili da rilevare con i metodi classici, quali rivoluzioni sono in arrivo nel campo della sperimentazione farmacologica, nelle sue tempistiche e nelle spese associate? A detta di Organovo, se i risultati continuano a mostrarsi positivi, già entro la fine dell'anno i tessuti realizzati mediante biostampa 3D potrebbero essere commercializzati e il loro utilizzo diventare esponenziale, con conseguenze che finirebbero per interessare tutti noi.

Il 10 aprile, inoltre, la società americana ha pubblicato i risultati di studi effettuati su tessuti biostampati del seno grazie alla sua Novogen MMX Bioprinter. Tali ricerche hanno permesso di effettuare valutazioni specifiche di risposta ai farmaci in modelli di cancro al seno che fin'ora si erano dimostrati impossibili al di fuori di modelli in vivo.

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Se guardiamo alle problematiche collegate alla sperimentazione, tanto animale quanto umana, ci si rende conto che è in arrivo un'ondata di novità capaci di scardinare i luoghi comuni accademici e aprire le porte su campi applicativi completamente nuovi. Si parla non solo di tessuti stampati in 3D, ma anche di interi organi e il pensiero non può che andare verso il campo dei trapianti e della chirurgia, interessando persino la prostetica lì dove per ora, come nel caso dell'italiana Open BioMedical Foundation (OBM), si usano e si diffondono soluzioni via via più economiche e aperte all'innovazione grazie ai nuovi strumenti produttivi quali appunto le stampanti 3D. Viviamo in un tempo in cui accanto agli approcci tradizionali si affiancano punti di vista e percorsi i cui risultati li scopriremo non più nella nostra fantasia o nei film di fantascienza, ma direttamente sulla nostra pelle. Magari stampata in 3D.

Valentino Megale - Open BioMedical Foundation


"Biologo, geek, esploratore delle connessioni tra reale e virtuale e membro dell’ Open BioMedical Foundation (www.openbiomedical.org), un’ organizzazione nonprofit per la realizzazione e la diffusione di tecnologie biomedicali open source, low cost e stampabili in 3D. Unisciti alla community scrivendoci a openbiomedical@gmail.org o seguici sulla pagina Facebook https://www.facebook.com/openbiomedical.org"

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Crescita della stampa 3D: questione reale o visione futuristica? Per capirlo non esiste modo migliore che analizzare dei dati attendibili. Ogni mese 3D Hubs rilascia dei dati provenienti da un'analisi dei propri database. Questi dati, oltre a servire all'azienda per capire come e con che velocità sta crescendo, interessano anche a noi per vedere come il mondo della stampa 3D si sta evolvendo. Dopo un primo sguardo ai dati di agosto 2014 una cosa è certa: sì, la crescita della stampa 3D è reale.


I TRENDS

Se alla settimana numero 10 dall'apertura 3D Hubs ospitava 290 stampanti 3D, oggi - ossia alla settimana numero 67 - vanta 6377 stampanti 3D a livello globale. Questo significa che nel giro di un anno abbiamo assistito ad una crescita esponenziale del fenomeno, dimostrando a chi era scettico che il mercato è in crescita e che, confermando le previsioni, lo rimarrà ancora per almeno qualche anno (come si raccontava in questo articolo qualche mese fa).


CRESCITA DELLA STAMPA 3D: LA QUALITA' CONTA

Lo sappiamo, 3D Hubs permette l'incontro tra una domanda e un'offerta. La domanda proviene da chi richiede il servizio di stampa 3D e il prossimo dato riguarda proprio questa tipologia di consumatori. Secondo gli utenti di 3D Hubs, le stampanti 3D Projet 660 e Zcorp sono quelle che stampano con maggiore qualità. Si parla di macchine professionali, poco comuni sul territorio, questo dato però ci dimostra come i professionisti che utilizzano queste stampanti per il proprio lavoro si siano aperti ad una nuova tipologia di clientela. Dopo tutto, se il mercato chiama, l'imprenditore risponde.

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LE STAMPANTI 3D PIU' COMUNI

Ecco sorgere una prima domanda. Sull'offerta di oltre 6000 stampanti 3D di 3D Hubs, quali sono le stampanti 3D più comuni? Potete vedere la risposta nel prossimo grafico:

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Makerbot è in testa alla classifica delle stampanti più comuni su 3D Hubs con la Replicator 2, a ruota troviamo la Ultimaker 1 e, al terzo posto, la Prusa i3. Notiamo anche altri dati significativi:



nelle cinque prime posizioni, quattro sono occupate da Makerbot e Ultimaker, le quali si guadagnano il primato di aziende più comuni su 3D Hubs;
RepRap arriva a ruota in sesta posizione, ma in quanto a quantità rimane indietro;
sono ben due le italiane in classifica: la Sharebot NextGeneration e la PowerWASP.

Makerbot domina globalmente con le sue Original, 5° generazione, Replicator 2 e 2X, rappresentando complessivamente 1206 hubs. Un quinto dell'offerta totale. La Replicator 2X domina il Sud America mentre la Repicator 2 gli USA e l'Asia. L'Europa rimane invece di Ultimaker.

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CHI VENDE DI PIU'?

Ma se si sta assistendo ad una "crescita della stampa 3D", allora ci sarà anche una crescita nella vendita di queste macchine. Allora quali sono le stampanti che stanno vendendo di più?


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La Da Vinci 1.0 è in forte crescita, probabilmente grazie all'azione di marketing di XYZprinting che lancia la Da Vinci con un prezzo low cost rispetto ad altre concorrenti. La Replicator 5° generazione rimane in classifica ma scende, perdendo la gara con la Robo 3D printer e l'Afinia H480. Le stampanti 3D economiche stanno dando del filo da torcere alle grandi ormai conosciute, dimostrando che  comunque il prezzo conta.


CRESCITA DELLA STAMPA 3D: UTILIZZO

Se siete curiosi da sapere per cosa sono utilizzate le stampanti di 3D Hubs, ecco la risposta. Oltre la metà delle richieste riguardano prototipi e oggetti di hobbistica, il resto sono gadget, modelli, oggetti per la casa, oggetti d'arte o fashion.

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STAMPANTI 3D NELLE CITTA'

Ultima chicca: secondo voi, qual'è la città con più stampanti 3D al mondo?

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Milano! Sappiamo che 3D Hubs sta lavorando molto bene in Italia, ma bisogna ammettere che il nostro paese è stato molto ricettivo per quanto riguarda queste nuove forme di business, anche nei privati.

Insomma, ad un primo impatto sembra che le cose si muovano a grande velocità. Da un lato troviamo le aziende produttrici di stampanti 3D, le quali procedono con la battaglia per accaparrarsi più clienti possibili; dall'altra la richiesta di consumatori che si avvicinano sempre di più a stampanti professionali, probabilmente perché offrono un rapporto qualità/prezzo maggiore.
Intanto, se anche voi volete rimanere aggiornati sui dati pubblicati da 3D Hubs, basta inserire il vostro indirizzo email a questo link. Impossibile prevedere come si evolveranno le cose nei prossimi mesi, ma di sicuro noi saremo qui a raccontarvi cosa starà succedendo.

Tania182

FLX.ARM una stampante 3D non convenzionale

Pubblicato da Tania182, in Novità,

Si è spesso sentito parlare di progetti per ampliare le capacità delle stampanti 3D, come la fresatura, la scansione, lo spostamento e la collocazione di oggetti (il così detto “pick-and-place”), però non si era vista una stampante 3D che racchiudesse tutte queste caratteristiche in una, fino a che la Flux Integration LLC esordisse con il suo FLX.ARM.S16.Z8.

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Joshua Heckman e il suo team stanno lavorando da quattro anni al loro progetto e lo definiscono “SCARA”, ovvero “Selective Compliance Articulated Robot Arm”, un braccio robotico a basso costo che è rigidamente legato agli assi X-Y, con un attuatore supplementare per conferire il movimento sull’asse Z. La macchina è stata creata per avere un’area di lavoro maggiore rispetto alle altre stampanti 3D, dal momento che il braccio robot ha una portata di 16 pollici (circa 40,5 cm) sull’asse XY e può viaggiare di 8 pollici (circa 20 cm) su quello Z (S16.Z8). Con componenti modulari, gli utenti possono scambiare i portautensili del FLX.ARM per soddisfare diversi compiti. La stampante 3D modulare usa un metallo E3D hot-end con filamento bowden, mirato a stampare spessori sottili come 100 micron. La leggera fresatura dotata di un utensile rotante Proxxon IBS/E, conferisce alla FLX la possibilità di fresare legno, metalli, plastica, schiuma, cera e altro ancora. La testa pick-and-place SMT usa una pompa a vuoto per spostare i componenti e il team sta anche lavorando su un dispencer di pasta saldante per produrre manufatti elettronici. Infine hanno inoltre sviluppato una sonda di 2” per una misurazione più precisa.

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Ciò che il FLX.ARM ha in più rispetto alle altre macchine ibride e stampanti 3D desktop è il controllo a circuito chiuso. Come spiega la campagna su Kickstarter, la maggior parte delle stampanti 3D a basso costo crea oggetti in base ai calcoli dei loro software, invece che in base alle reali condizioni. Quindi, se qualcosa va storto durante un lavoro di stampa, la macchina non se ne renderà conto e continuerà nella sua disordinata attività. Il FLX.ARM utilizza encoder ottici ad altissima risoluzione per fornire un feedback al software FLX.IDE della società per garantire la ripetibilità fino a 0.0001’’ (0.025 millimetri).


Il software FLX.IDE e l’hardware FLX.CTL sono le fondamenta della FLX.ARM. Il FLX.IDE è in grado di gestire modelli CAD e CAM, ma anche funzioni di simulazione di controllo della macchina e visualizzazione del percorso utensile e la capacità di pianificare un layout della scheda PCB. Il FLX.CTL permette al software di comunicare con il FLX.ARM, così come altre macchine di automazione. Tutte queste caratteristiche sofisticate hanno fatto guadagnare alla Flux Integration, una sovvenzione dal Maine Technology Institute nel 2013 per permettere al loro sistema di decollare. Ora si sono rivolti a Kickstarter per entrare in piena produzione, offrendo il loro FLX.ARM per prezzi a partire da 1.799 dollari, non compresi però i piatti, i portautensili e la spedizione. La campagna su Kickstarter sottolinea che “le braccia robotiche di precisione e basso costo possono costare in media tra i 10.000 e i 40.000 dollari”. Il team crede di poter vendere la loro FLX.ARM per un prezzo così basso grazie ai componenti largamente diffusi sulla piattaforma che hanno usato per realizzare la loro robotica, assieme all’automatizzazione e alla calibrazione delle loro unità.

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Come scritto sopra, per aggiudicarsela il prezzo è di 1799 dollari solo però per un numero limitato di esemplari, finiti questi il prezzo salirà a 1999 dollari. Mentre in produzione vera e propria il prezzo dovrebbe attestarsi sui 2199 dollari.

Tania182
La scorsa settimana la coppia di inventori francesi Philippe e Myriam Boichut ha svelato l’ultima innovazione per la loro già popolare stampante, la SpiderBot Delta 3D. L’ultimo modello includerà un sistema a doppio estrusore che impedirà a quello inutilizzato di venire a contatto con l’oggetto che si sta stampando, in modo da evitare così fastidiose imperfezioni.

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L’attuale modello di SpiderBot Delta 3D ha riscosso molto successo tra privati, tra gli universitari e anche tra commercianti per l’innovativo sistema di estrusione, chiamato TSS (“Three Sphere System”). Di fatto questo sistema presenta un estrusore con solamente 3 attacchi, invece di 6, dimostrando paradossalmente una precisione maggiore. Il TSS consiste in una combinazione di 3 magneti sferici e 6 tubi in carbonio, che muovono la testa dell’estrusore con esattezza e impediscono alla piastra di supporto di inclinarsi o oscillare. Non solo questo sistema consente un perfetto posizionamento della testa dell’estrusore, ma l’attacco magnetico può anche essere facilmente rotto, consentendo così una facile manutenzione.

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Al già innovativo progetto, i coniugi Boichut hanno deciso di adottare un doppio estrusore con particolare sistema a ugelli rotanti, in modo da evitare così il contatto tra ugello inutilizzato e il filamento già stampato. Mentre alcuni test sono ancora in corso, la coppia è fiduciosa di riuscire a portare a termine il progetto prima della fine dell’anno.

Nell’immagine sottostante potete vedere come, mentre la prima testa sta stampando col proprio materiale (rosso), la seconda (che stampa in verde) è ruotata lontano dalla zona di stampa e viceversa.

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I diversi risultati si possono notare nella seguente foto: a sinistra ci è mostrato un oggetto stampato con comune sistema a doppio ugello e difatti risulta visibilmente danneggiato, cosa che avviene quando entrambi cambiano di posizione. A destra invece si può vedere il risultato dell’attuale prototipo, il cui design permette alla testa inutilizzata di slittare di un certo angolo per evitare di danneggiare gli oggetti già stampati.

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Un notevole vantaggio di questa innovativa configurazione è che gli estrusori e gli ugelli sono posti a soli 11 mm l’uno dall’altro, cosa che permette un uso molto più efficiente dello spazio e del volume di stampa.

Siete poco fiduciosi in questo nuovo movimento degli estrusori? Scrivete la vostra opinione nella discussione dedicata sul forum!

Tania182
Pochi giorni fa MakerMex, la prima startup nata in Messico dedita allo sviluppo e alla produzione di stampanti 3D, ha annunciato il lancio su Kickstarter per finanziare il progetto della loro nuova stampante 3D, la MakerMex MM1.

Ciò che rende unica la MM1 è il suo carattere versatile: il design modulare, le teste degli estrusori intercambiabili e i componenti aggiuntivi permettono di personalizzare la propria stampante 3D come ognuno preferisce. Questo nuovo gioiellino dà la possibilità di stampare con singolo o doppio estrusore oppure con estrusore per alimenti. Inoltre i materiali che si potranno utilizzare saranno molteplici: ceramica, cioccolata, pasta, gomma, plastica, materiale conduttivo, argilla, pongo etc.

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È lo stesso proprietario di MakerMex, Sam Weatherly, a spiegare le potenzialità della MakeMex MM1 e a confrontare il proprio lavoro con quello della multinazionale IKEA, in riferimento alla stessa  “componibilità” di questa nuova stampante dal carattere innovativo:

[pull_quote_center]“We’re modeling this printer after the Automotive Industry, or even like IKEA, in the sense that we’re providing a unique, customizable experience for those interested in 3D printing. Because it prints with multiple extrusion options in many different materials, the MM1 really is the perfect printer for just about anyone. You can print with chocolate one minute and PLA plastic the next – the possibilities are inspiring.”[/pull_quote_center]

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La MakerMex MM1 è dotata di un sistema di estrusione standard per la stampa in ABS, PLA, PLA flessibile, materiale conduttivo e laywood. Gli utenti possono comprare dei componenti aggiuntivi: un estrusore ad alta temperatura per nylon e policarbonato, un estrusore alimentare per la cioccolata, Play-Doh, ceramica e argilla, un sistema a doppio estrusore (per utilizzare due colori contemporaneamente) con materiale di supporto e letti di auto-livellamento per principianti e bambini, ma anche per maker avanzati.

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La raccolta fondi su Kickstarter partirà giovedì 2 Ottobre e se raggiungerà una soglia minima di 50,000 dollari, MakerMex regalerà una MM1 a sorte tra le persone che abbiano inserito la propria mail a questo link. Coloro che siano interessati a sostenere il progetto possono per ora pre-ordinare la MakerMex MM1 a 999 dollari.

CARATTERISTICHE TECNICHE
Volume di stampa: 20x20x20 cm
Volume della stampante: 49x37.5x49 CM
Velocità di stampa: 300 mm/s
Risoluzione: 0.3 mm di altezza strato

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Mentre state leggendo questo articolo, sul sito del 3D Printshow di Londra c'è un timer che sta per azzerare il countdown dei giorni mancanti all'evento. Il 3D Printshow è il più grande evento europeo dedicato esclusivamente alla stampa 3D e al suo interno vengono presentate ogni anno le più grandi novità del settore.

L'evento di quest'anno si prospetta essere il più grande e il più seguito di sempre. Infatti, se fino l'anno scorso la stampa 3D era seguita ancora da pochi, il periodo a cavallo tra il 2013 e il 2014 ha visto una crescita enorme della diffusione di questa tecnologia, sia grazie alla nascita di nuove stampanti sempre più economiche, sia grazie alla grande promozione effettuata dalla maggior parte delle aziende del settore.


3D PRINTSHOW LONDRA: COSA VEDREMO

Ne vedremo delle belle. Tra le più grandi aziende internazionali in esposizione troviamo 3Doodler, 3D Hubs, Adobe, Autodesk, Anarkik 3D, BeeVeryCreative, bq, BigRep, Colorfabb, Creat3D, Formlabs, i.materialise, Makerbot, PrintrBot, Roland, Shapeways, Stratasys e Ultimaker.

Da notare è la presenza dell'italiana Sharebot. Proprio nei giorni scorsi, Sharebot ha annunciato due nuovi prodotti che saranno presentati più nel dettaglio proprio al 3D PrintShow di Londra. Stiamo parlando della stampante Sharebot XXL (che avevamo già visto in esposizione altre volte) e della nuovissima stampante 3D a SLS - sinterizzazione laser - nota ad oggi col nome di Project Snowhite. Quest'ultima dovrebbe essere messa sul mercato ad un prezzo inferiore ai 20000€ e destinata quindi ad un pubblico di professionisti.

Oltre allo spazio espositivo per le aziende, sono stati pensati degli spazi tematici, ognuno con specifiche caratteristiche.

3D Printshow Kitchen: vi troverete tutte le ultime novità sul food printing. Potrete seguire workshop e partecipare alla stampa di biscotti, cioccolata, pancakes e molto altro.

3D Printshow Skyline: spazio dedicato ai lavori più innovativi nel campo dell'architettura.

The Fashion House: qui troverete i pezzi da vestire più belli e originali, dai gioielli alle scarpe.

Art Gallery: troverete in mostra pezzi d'arte curati direttamente dal 3D Printshow, i quali saranno presentati e discussi in apposite talk.

Music Room: al 3D Printshow 2012 suonò la prima band con strumenti stampati in 3D. Quest'anno si troveranno diversi strumenti musicali stampati in 3D e sarà anche possibile provarli.

Creators Corner: spazio incentrato sulla modellazione 3D e sulla stampa in tempo reale. Software e hardware sono di casa.

Knowledge Bar: risposte imparziali a qualsiasi domanda sulla stampa 3D. Dai materiali ai processi di stampa, qui potrete chiedere qualsiasi cosa.

Hospital: tutto quello che riguarda la medicina e il settore biomedicale sarà presentato in questo spazio.

Scan Zone: la scansione 3D permette di stampare oggetti già esistenti. Quest'anno potrete scansionare e stampare una miniatura di voi stessi.


3D PRINTSHOW LONDRA: QUANDO E QUANTO COSTA

La fiera è programmata da giovedì 4 a sabato 6 settembre presso l'Old Billingsgate, nel pieno centro di Londra. Le tre giornate sono state divise per tematiche d'interesse: giovedì 4 è il giorno dedicato al business, venerdì 5 al design, sabato 6 al pubblico. Questo influisce anche sulla possibilità di partecipare alle conferenze. Trovate il calendario completo a questo link.

I biglietti sono disponibili online e si distinguono in due tipologie:



conference pass: per chi è interessato a seguire tutte le conferenze e le presentazioni più importanti della fiera, oltre che ad avere l'accesso agli spazi espositivi. Il prezzo è di 60£ e da diritto all'accesso dalle 9:15 alle 18.
floor pass: per chi è interessato all'esposizione e ad un numero limitato di conferenze. Il prezzo è di 20£ e da diritto all'accesso dalle 11 alle 18.

Il giorno sabato 6 l'accesso sarà univoco al prezzo di 22.50£. Sono disponibili anche sconti per studenti, famiglie o per ingressi multipli. Visitate il sito del 3D Printshow per avere maggiori informazioni sui biglietti.

Attenzione: se acquisterete i biglietti il giorno stesso incorrerete in un piccolo sovrapprezzo.

Volete rimanere aggiornati su tutte le presentazioni del 3D Printshow?  Non preoccupatevi, ci penseremo noi a proporvi tutte le notizie più rilevanti provenienti dalla fiera. Per ora potete leggere e commentare gli ultimi rumors in questa discussione sul nostro forum.


Guarda tutti i nostri reportage del 3D Printshow Londra 2014

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Guida ai software per la stampa 3D

Pubblicato da stampa3D, in Guide,

Uno dei problemi principali nei quali ci si trova quando si vuole stampare un oggetto con una stampante 3D riguarda i software da utilizzare. Cos'è un "software CAD"? Come funzionano? Cosa devo fare quando ho finito di modellare il mio oggetto? Cosa significa "slicing"? Queste sono solo alcune delle domande che ci si pone quando si ha a che fare con i software per la stampa 3D.
In questa guida troverete le risposte alle vostre domande. Vi presenteremo i software più famosi partendo dal 3D modeling e arrivando ai client software, coi quali potrete lanciare la stampa dei vostri oggetti. Che dire, cominciamo!


SOFTWARE PER LA STAMPA 3D: INTRODUZIONE

Partiamo dalla base. Anche se siete completamente nuovi al mondo della stampa 3D e della modellazione 3D dovreste avere chiaro cos'è un oggetto 3D (in caso contrario vi consigliamo di leggere la nostra Introduzione ai modelli 3D). Il termine "3D" viene utilizzato per descrivere un oggetto in un sistema di coordinate cartesiane X, Y, Z. X e Y rappresentano un piano, mentre l'asse Z definisce la profondità dello spazio. Ogni oggetto è composto da punti con coordinate diverse che ne definiscono l'esatta posizione sugli assi X, Y, Z e che, posizionati uno vicino all'altro, rappresentano un oggetto intero.

Quando guardiamo un oggetto 3D su un monitor di un computer quell'oggetto è chiamato "modello 3D" ed ogni punto che lo definisce è calcolato matematicamente. I calcoli matematici che definiscono un oggetto 3D e che lo rendono visibile sui nostri monitor sono risolti dai software di modellazione 3D, i quali permettono di realizzare oggetti 3D digitali.

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Per creare e stampare modelli 3D avete bisogno di tre tipi di software: 3D modeling/CAD software, Slicing/CAM software e Client Software.

Modellazione 3D / CAD software: sono i programmi utilizzati per modellare in 3D. La sigla "CAD" significa "Computer-Aided Design", cioè disegno tecnico assistito dall'elaboratore.  I sistemi di Computer Aided Design hanno come obiettivo la creazione di modelli, in genere 3D, di un oggetto. Ad esempio, un sistema Computer Aided Design può essere impiegato da un progettista meccanico nella creazione di un modello 3D di un motore.

Slicing / CAM software: il "Computer-Aided Manufacturing", che significa fabbricazione assistita da computer, converte i modelli 3D in comandi meccanici, i quali permetteranno alla stampante 3D di capire cosa deve fare e come deve muoversi. Il CAM software è comunemente chiamato "Slicer". Molti programmi integrano strumenti CAD con quelli CAM, nel senso che permettono all'utente sia di disegnare modelli geometrici, che di generare le istruzioni per una macchina utensile. Questi programmi sono detti di CAD/CAM. I programmi di CAD/CAM non hanno bisogno di usare un file di scambio per passare il modello geometrico dalla funzione di CAD a quella di CAM.

Client software: è il software di controllo della stampante 3D. Serve per dare le istruzioni di stampa e per impostare la macchina che si intende utilizzare. Esistono client software open source e client software proprietari, ossia progettati esclusivamente per certi modelli di macchine.

Esistono tantissimi software di queste tre tipologie, alcuni gratuiti e altri a pagamento. Le differenze stanno nell'accuratezza con cui è progettato il software stesso e al target di utenti a cui sono destinati: i software gratuiti sono spesso destinati agli utenti meno esperti, i quali richiedono meno comandi e meno precisione; i software a pagamento sono spesso destinati ai professionisti e a coloro che hanno necessità di avere maggior controllo sul proprio lavoro.

Ora è il momento di entrare nel dettaglio delle tre tipologie di software per la stampa 3D sopra citate. Seguite i link sottostanti per approfondire le tre tipologie di software:

1. Software per la modellazione 3D / CAD per la stampa 3D

2. Slicer software / CAM per la stampa 3D

3. Client software per la stampa 3D

In base alle vostre conoscenze e ai vostri interessi potrete specializzarvi in una di queste tipologie di software, anche se per stampare in 3D dovrete sempre inevitabilmente usarli tutti e tre.

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stampa3D

Cosa stampare in 3D?

Pubblicato da stampa3D, in Guide,

Cosa stampare in 3D? Il quesito sembra banale, ma non lo è. In modo alternativo possiamo definirlo "comune". Ebbene, ci siamo passati tutti. Ci si ritrova in quel momento in cui abbiamo tante idee per la testa ma non si sa bene da dove partire. Stampare in 3D può essere un'arte e, come tale, necessita di esercizio per capirne le capacità.


COSA STAMPARE IN 3D: LE RISPOSTE

La risposta alla nostra domanda "Cosa stampare in 3D?" necessita di qualche esempio per essere approfondita al punto giusto. Dopotutto non possiamo aspettarci che l'utilità della stampa 3D sia legata esclusivamente ad un settore o ad un campo particolare.

Elencheremo di seguito alcuni esempi in cui è stata utilizzata la stampa 3D, in modo da stimolare la vostra fantasia e potervi far capire al meglio le potenzialità di questa tecnologia.


 1. COPIARE OGGETTI REALI

Se avete a disposizione uno scanner 3D,  il gioco è fatto. Sarà sufficiente collegarlo al vostro computer per poter salvare il modello 3D di un oggetto reale. Il passaggio da qui alla stampa 3D è relativamente breve: infatti, sarà possibile stampare il modello appena scansionato alla scala che preferite.

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Questa tipologia di applicazione della stampa 3D è utilizzata nell'archeologia. Lo studio 3D ArcheoLab utilizza la stampa 3D per riprodurre fedelmente i beni culturali, permettendo di superare le barriere geografiche, fisiche e culturali. Potete approfondire il tema cliccando su questo link.

Per saperne di più sulla scansione 3D, seguite questo link.


2. STAMPARE OGGETTI SCARICABILI ONLINE

Se non sapete cosa stampare in 3D e volete qualche ulteriore suggerimento, potete appoggiarvi a tutti quei portali sui quali è possibile condividere e scaricare modelli 3D pronti per essere dati in pasto ad un software slicer e poi stampati. Stiamo parlando di portali come Thingiverse, ideato appositamente da MakerBot.

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3. STAMPARE NUOVI OGGETTI

Modifichiamo la domanda "Cosa stampare in 3D?" con la domanda "Cosa potrei stampare di utile?". Bicchieri, vasi, viti, pezzi meccanici, statue, cover per smartphone... potremmo continuare all'infinito (o quasi). Un modo giusto per cominciare a stampare in 3D è quindi pensare ad una cosa che ci serve in questo momento e, in seguito, di provare a stamparla.

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4. STAMPA 3D IN EDILIZIA

Il settore edile è stato uno dei più ricettivi di questa nuova tecnologia. Sono numerosi i progetti che potrebbero rivoluzionare per sempre il settore, basti pensare che in Cina hanno stampato in 3D 10 case nel giro di 24 ore, oppure che un'azienda originaria di Pisa sta riproducendo le barriere coralline stampandole in 3D.

Cosa stampare in 3D? L'architettura ci può dare qualche spunto.

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5. STAMPA 3D IN MEDICINA

Cosa stampare in 3D per la medicina? Organi umani, protesi e molto altro, questo risponderebbe un medico. La stampa 3D è stata utilizzata per pianificare una ricostruzione facciale, per sostituire un cranio e per salvare la vita ad un bambino riproducendo il suo cuore.

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Come avrete capito, le applicazioni della stampa 3D sono quasi infinite. Al giorno d'oggi si tratta di fare ancora molta ricerca su macchine, materiali e software, in modo da perfezionare ogni fase progettuale per rendere sempre più accessibile questa tecnologia. Se volete saperne vedere più esempi delle possibili applicazioni della stampa 3D, vi consigliamo di seguire i seguenti link, ognuno dedicato ad ogni singolo settore:



ARCHITETTURA - EDILIZIA
DESIGN
INGEGNERIA
MEDICINA - BIOMEDICALE
MODA - TESSILE

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frankadimcosta
Airwolf 3D ha recentemente introdotto la AW3D HDx, una stampante 3D economica desktop che stampa di materiali "engineer-grade " all'ottimo prezzo di $3,495 (prezzo suggerito ai rivenditori).

La stampante 3D AW3D HDx  è fornita di serie con la tecnologia (in via di brevetto Aiwolf) "jRx (jam resistant) hot end" che può sopportare temperature fino a 315 gradi Celsius. Pertanto può facilmente stampare policarbonato, Bridge nylon, Nylon 645 e altri materiali di questo tipo.


STAMPANTE 3D ECONOMICA MA CHE STAMPA IL NYLON

Rispetto al precedente modello (AW3D HD), la stampante 3D AW3D HDx ha una migliore accelerazione, movimenti più rapidi ed un posizionamento più accurato. Usa ingranaggi in nylon per garantire una minore usura dei componenti e una vite di comando a passo più fine per migliorare l'accuratezza di posizionamento lungo l'asse Z.

[pull_quote_center]Immaginate una stampante 3D che può stampare materiali engineering-grade su ogni scrivania.[/pull_quote_center]


La AW3D HDx dispone di un'area di lavoro di 1.150 pollici cubi (circa 30,4 x 20 x H 30,4 cm), il che la rende ideale per stampare prototipi di grande dimensione. La stampante offre una risoluzione massima fino a 0,06 mm e una velocità di stampa massima di 150 mm/s con una precisione di posizionamento pari a 0,02 mm. Non necessita di collegamento al computer ed è venduta già assemblata e calibrata.

I possessori delle attuali stampanti 3D, modelli AW3DHD e AW3D XL, possono aggiornarle installando "Airwolf 3D's JRx hot end".

Specifiche tecniche:



Materiali di stampa: Polycarbonate, Nylon, Nylon Bridge, a altri
Volume di lavoro:  LxPxA: 12″X 8″X 12″ (300 mm x 200 mm x 300 mm)
Volume di stampa : 1,150 cubic inches (18,878 cubic centimeters)
Diametro ugello: (mm): .5 + .35
Spessore minimo strato: (mm): .06
Velocità massima (mm/s): Perimetrale 150 mm/s, Spostamento 400 mm/s
Precisione di spostamento teorica (mm): .02
Formato di input: GCode
Software: MatterControl (custom configured), Marlin Firmware, compatibile con Repetier Host Print Controller, Slic3r GCode generator.
Piattaforme: Windows/Mac
Dimensioni LxPxA: 24″ x 18″ x 18″ (600 mm x 440 mm x 450 mm)
Alimentazione: alimentatore interno di tipo auto-switching 13.5V DC, 320W
Peso (kg): 18 kg

 

http://www.stampa3d-forum.it/wp-content/uploads/2014/05/airwolf3d-hdx_3d-printer-stampa-3d-forum-stampante-3d-nylon-policarbonato.jpg
APPROFONDIMENTI:

Airwolf JRx stampa in 3D policarbonato e nylon grazie all'Hot End ottimizzato per le alte temperature.

La prima "testina di stampa" (hot end) anti inceppamento per stampanti 3D, in grado di stampare oggetti con materiali "engineering-grade" come policarbonato, Bridge nylon e Nylon 645 mantenendo anche la compatibilità con materiali che necessitano di temperature inferiori come PLA ed ABS.


Dettagli:

I materiali "Engineering-grade" generalmente richiedono temperature elevate, più di quanto la maggior parte delle "testine di stampa" (hot end) riescono a gestire.
Il policarbonato, ad esempio, richiede una temperatura di estrusione pari a più di 300 gradi centigradi per essere stampato correttamente. Il dispositivo ad alta temperatura JRx usa Teflon® per far sì che non ci siano intoppi con il materiale di stampa e  la "testina" (hot end). Questo grazie anche ad una barriera termica, proprietaria, disposta tra il Teflon  e l'elemento riscaldante.


Applicazioni:

Gli utenti possono stampare con facilità policarbonato e nylon per realizzare prototipi e prodotti finiti dotati di robustezza esponenzialmente maggiore come richiesto per automobili, componenti aerospaziali ed altri settori industriali che usano materiali "engineering-grade".


Specifiche tecniche:

Il JRx può mantenere con continuità alte temperature fino a 315 gradi centigradi.

Usa filamenti di 3mm.

La "testina" (hot end)  JRx è disponibile come prodotto a se stante oppure come ricambio per le attuali stampanti di Airwolf 3D della serie  AW3D HD,  AW3D XL e 5.5.

Include i componenti di cablaggio, l'alloggio in policarbonato e una ventola di 30 mm fan per la stampa con PLA.
Consegnata già assemblata come in foto.
E' compreso anche un ugello di 0.50 mm  (il modello da 0.35 mm è disponibile sul nostro webstore).

Maggiori informazioni sul dispositivo JRx.




 

[pull_quote_center]La possibilità di stampare policarbonato è il Santo Graal per utenti professionali della stampa 3D[/pull_quote_center]

 
“Personalmente, tuttavia, penso che la stampa 3D del nylon stia per esplodere a causa della sua  incredibile robustezza e la varietà di applicazioni, direi illimitate. Potete anche colorare i differenti strati così da ottenere prodotti multicolore.b

“Bridge nylon, per esempio, è stato riformulato per venire incontro alla crescente domanda di questo materiale. A 270 gradi centigradi l'adesività strato-strato è superba e le stampe aderiscono uniformemente al nostro piano riscaldato. Quando si  ha a che fare con il nylon a temperature più basse occorrono tentativi ed errori per ottenere la "forza strato" (layer strenght) ideale. Ciò non accade con il nostro nuovo hot end, il  JRx.”

L'hot end JRx può essere ordinato come prodotto a se stante oppure come ricambio per le attuali stampanti di Airwolf 3D della serie  AW3D HD,  AW3D XL e 5.5.
Il prezzo consigliato (MSRP) per la versione compatibile con le stampanti AW3D XL and 5.5 è di $195, mentre la versione per AW3D HD costa $295. Include i componenti di cablaggio, l'alloggio in policarbonato e una ventola di 30 mm fan per la stampa con PLA. Entrambe le versioni sono già disponibili.

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Le 10 stampanti 3D più economiche


frankadimcosta
Tutti noi sappiamo che le stampanti 3D, specie quelle desktop, hanno i loro limiti. Nella stampa 3D vorremmo usare non solo materiale plastico ma anche combinazioni di metallo e gomma (vedi maggiori informazioni nella nostra introduzione alla stampa 3D) , ma, purtroppo, non è attualmente possibile. Vorremmo stampe 3D multicolori, anzi più ancora: vorremmo poter gestire il cambio di colore in modo automatico senza dover fermare il processo di stampa.

Si, questo è il futuro! Infatti Makerbot già nel 2012 ha presentato la domanda per un brevetto di stampa 3D con differenti materiali ed un unico estrusore. Le attuali stampanti 3D desktop permettono di stampare con differenti materiali di supporto e di stampa o con più colori simultaneamente, ma sono stampanti con almeno due estrusori.

Makerbot ha brevettato una tecnica di stampa 3D che gestisce automaticamente il passaggio da un colore ad un altro durante il processo di stampa. La stampante è composta da un piano di stampa, un estrusore, un meccanismo di posizionamento che si muove lungo i 3 assi x-y-z e un controller che gestisce la fabbricazione dell'oggetto all'interno dell'area di lavoro della stampante.

http://www.stampa3d-forum.it/wp-content/uploads/2014/05/richh-nylon-multi-color-3d-printing-stampa-3d-forum.jpg

Questa stampante 3D usa un estrusore che ha un alimentatore per il materiale di fabbricazione ed un ugello per estruderlo. E' previsto poi l'uso di un particolare dispositivo, uno "scambiatore" di filamento, così da gestire due filamenti distinti in modo da inviarli alternativamente all'estrusore. Questo scambiatore ha una lama o altro dispositivo di taglio per recidere il materiale prima di spostare l'altro materiale sull'ingresso di alimentazione dell'estrusore.

Il dispositivo può alternare i due filamenti senza bloccare il flusso del filamento perché ognuno dei due alimentatori dello scambiatore ha un proprio motore indipendente.

http://www.stampa3d-forum.it/wp-content/uploads/2014/05/stampa-3d-forum-multicolore.png

Tuttavia quando la periferica passa da un colore all'altro, c'è la possibilità che il vecchio colore rallenti all'interno dell'ugello dell'estrusore a causa del flusso non-laminare.
Per questo Makerbot suggerisce di usare segmenti di transizione, un margine di sicurezza per i vari cambi di colore, oppure di monitorare l'ugello di uscita dell'estrusore con una videocamera.

La domanda di brevetto copre anche metodi per individuare percorsi utili all'estrusore per la stampa di oggetti da modelli 3D, come pure per identificare una transizione da un colore all'altro o un cambio di materiale.

La domanda è stata presentata il 21 settembre 2012 e pubblicata il 6 febbraio 2014.
Forse alcuni di questi metodi saranno implementati in future generazioni del Makerbot Replicator.
Potete leggere i dettagli della domanda di brevetto qui:

Brevetto

stampa3D

Maker Faire Rome. Cos'è? Dove? Quando?

Pubblicato da stampa3D, in Eventi,

La Maker Faire Rome comprende una serie di grandi eventi completamente dedicati all'innovazione e all'artigianato digitale. Promuove il movimento dei maker, l'autoproduzione e lo sviluppo sociale partendo dalle piccole comunità e dalle singole persone. La prima Maker Faire europea è quella di Roma, chiamata Maker Faire Rome, e organizzata in collaborazione con Arduino e la rivista internazionale Make.


MAKER FAIRE ROME: EDIZIONI 2013 E 2014

Alle Maker Faire si trovano espositori, i quali mettono in mostra le proprie produzioni e invenzioni. Stampanti 3D, utensili innovativi, macchine e robot sono solo alcuni degli oggetti messi in mostra, coi quali spesso si può interagire per testarne le capacità. La Maker Faire è anche un luogo di condivisione di conoscenza, dove i più grandi inventori del nostro tempo presentano i loro progetti e tengono conferenze sulle ultime tecnologie.

L'ultima Maker Faire Rome si è tenuta a ottobre 2013, mentre quella del 2014 è già stata pianificata dal 28 settembre al 5 ottobre.
Vi terremo informati sulle ultime informazioni riguardo questo grande evento, il quale può essere visto come una ventata di aria fresca per il nostro paese in grado di spingerlo verso un nuovo modo di pensare e ragionare.

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Giulio Bigliardi
Le tecnologie di rilievo, modellazione e stampa 3D stanno rivoluzionando il settore dei Beni Culturali, creando nuove forme di documentazione, fruizione e divulgazione. Proprio la tecnologia della stampa 3D, associata alle moderne tecniche di rilievo tridimensionale open source, consente di ottenere in tempi rapidi e a costi contenuti riproduzioni fisiche di reperti archeologici, elementi scultorei o architettonici che possono essere utilizzati a scopi differenti: per studio e ricerca, per la didattica con le scuole, per l'allestimento di percorsi museali alternativi.

In quest'ottica è nato 3D ArcheoLab, un progetto di tre giovani professionisti dei Beni Culturali: Giulio Bigliardi, Sara Cappelli e Sofia Menconero. L'obiettivo del progetto 3D ArcheoLab è quello di permettere a tutti il libero e pieno accesso al nostro patrimonio culturale, facilitandone la fruizione attraverso il superamento delle barriere geografiche, fisiche e culturali. A questo scopo, 3D ArcheoLab utilizza tecnologie 3D libere, open source e low-cost per creare  nuove forme di conoscenza, divulgazione e accessibilità del nostro patrimonio.

3D ArcheoLab si rivolge a tutti quei musei che vogliono rinnovare il proprio percorso espositivo e i propri servizi online e offline, attraverso un approccio più tecnologico, più innovativo e più coinvolgente.

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Il primo passo è quello di creare una galleria fruibile liberamente online, anche in mobilità, e popolata di modelli 3D di reperti museali (un esempio: 3d-archeolab.sketchfab.me). Il team di 3D ArcheoLab è infatti specializzato nella realizzazione di rilievi e modelli 3D ad alta risoluzione di oggetti utilizzando esclusivamente software libero e open source.

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Il secondo passo è quello di riprodurre gli oggetti rilevati in 3D attraverso la tecnologia della stampa 3D. Tali riproduzioni sono gli strumenti più efficaci per creare originali attività didattiche per le scuole e per gli studenti, nella convinzione che l’approccio tecnologico e lo sviluppo di soluzioni innovative che riuniscono educazione e intrattenimento sia il modo più efficace per migliorare la conoscenza del nostro patrimonio culturale tra le giovani generazioni.

Infine, le riproduzioni vengono utilizzate per allestire all'interno dei musei percorsi tattili per non vedenti, in modo da garantire anche a loro un'esperienza di visita completa, troppo spesso legata solamente a testi descrittivi in braille o ad audioguide che in alcun modo riescono a restituire la complessità di un reperto.

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Al momento 3D ArcheoLab ha attiva una collaborazione con il Museo Archeologico Nazionale dell'Umbria di Perugia e con l'Accademia Valdarnese del Poggio di Montevarchi; ha inoltre in corso un progetto su Parma, in collaborazione con il costituendo On/Off FabLab Parma. Infine, collabora con Open Téchne e l'Istituto di Formazione e Ricerca della Federazione Italiana Club e Centri UNESCO nell'organizzazione di attività di formazione nel campo del software libero e dei Beni Culturali.


3D ArcheoLab: dall'oggetto reale alla riproduzione 

Il miglior modo che abbiamo oggi per una corretta documentazione di un qualsiasi oggetto è il rilievo tridimensionale, poiché consente di ricreare un modello virtuale identico all’originale, metricamente corretto e fotorealistico. Un modello 3D ci permette di estrarre un qualsiasi rilievo bidimensionale dell’oggetto, come prospetti, piante o sezioni, nonché di ricreare materialmente l’oggetto grazie alla tecnologia della stampa in 3D. Uno dei limiti principali ad un uso diffuso delle tecnologie di rilievo 3D (su tutte laser scanning e fotogrammetria) nell’ambito dei Beni Culturali è dato dal costo elevato per l’acquisto delle strumentazioni necessarie e delle rispettive applicazioni, spesso nell’ordine delle decine di migliaia di euro.

Tuttavia, oggi esistono tecnologie e software liberi e open source che, partendo da semplici immagini digitali, consentono di ottenere un accurato rilievo 3D semplicemente utilizzando una macchina fotografica digitale, anche compatta, e un PC di medie prestazioni, come un notebook.

Il primo passaggio fondamentale è ovviamente l’acquisizione di buone fotografie digitali. In questa fase è certamente utile l’utilizzo di una buona macchina fotografica, anche se camere compatte e addirittura smartphone hanno dato buoni risultati (qui un esempio). In certe situazioni può essere molto utile l’uso di un cavalletto, sopratutto in luoghi chiusi con poca luce dove il rischio di ottenere immagini mosse è molto alto; è infatti da evitare l’uso del flash. Può risultare utile anche l’uso di un manfrotto nei casi in cui l’oggetto da fotografare sia particolarmente alto e diventi impossibile scattare fotografie anche della parte più elevata dell’oggetto. Quando scattiamo le fotografie dobbiamo sempre considerare la tridimensionalità dell’oggetto che abbiamo di fronte. Per ottenere un rilievo completo e accurato è indispensabile scattare foto tutt’attorno all’oggetto: su tutti i lati, sopra e, se possibile, anche sotto. Ogni porzione dell’oggetto deve comparire in almeno tre fotografie e ogni foto deve avere un margine di sovrapposizione del 60% circa con quelle adiacenti. In pratica, si scatta una prima fotografia, poi ci si sposta un po’ di lato e se ne scatta un’altra, e così via finché abbiamo compiuto un giro completo attorno all’oggetto e non siamo tornati al punto di partenza; è consigliato scattare una fotografia almeno ogni 15 gradi di spostamento.


Il software

Una volta scattate le fotografie dell'oggetto, possiamo elaborarle con il software libero Python Photogrammetry Toolbox - PPT. Dopo aver aperto il software (è possibile installarlo sia su GNU/Linux che su Windows: si rimanda al sito dello sviluppatore per tutti i dettagli), il primo passo è caricare la cartella contenente le immagini nel tab "Check Camera Database" e qui inserire la larghezza in mm del sensore CCD della macchina fotografica che abbiamo utilizzato (se non si ha a disposizione il manuale, basta fare una veloce ricerca su Google). Il secondo passo è caricare la cartella delle immagini nel tab "RunBundler": questo processo orienterà nello spazio le immagini ricostruendo i punti di presa di ciascuna immagine. Al termine di questo processo PPT crea una cartella temporanea con i risultati parziali dell'elaborazione. Il secondo e ultimo passaggio consiste nel caricare tale cartella temporanea nel tab "RunCMVS/PMVS" e al termine di questo passaggio il software avrà creato una nuvola di punti 3D degli oggetti che abbiamo fotografato; il risultato, in formato PLY, è visibile all'interno della solita cartella temporanea (percorso /tmp/"nome-cartella-temporanea-creata-da-PPT"/pmvs/models/).

Per visualizzare il risultato possiamo utilizzare il software libero MeshLab: qui è possibile caricare la nuvola di punti creata da PPT, ripulirla dai punti in eccesso e creare la mesh lanciando il comando "Surface Reconstruction: Poisson" (sul canale YouTube degli sviluppatori si trovano molti tutorial).


La stampa 3D

A questo punto ci basta esportare il file in formato STL e aprirlo con un software di slicing, come CURA o Slic3r, per creare il file GCODE da dare in pasto ad una stampante 3D.

Ecco quì un video riassuntivo di tutta la procedura:


Il progetto 3D ArcheoLab sta rivoluzionando il mondo dei Beni Culturali in modo innovativo, sfruttando software open source e nuove tecnologie che piano piano stanno diventando accessibili a tutti.

Per chi volesse approfondire l'argomento del software di Slicing per un oggetto 3D, consigliamo la consultazione della guida apposita a CURA Slicer: LINK

 

stampa3D
Dopo aver conquistato gli USA, il movimento 3D Hubs sta spopolando nel nostro paese. 3D Hubs è un servizio che permette a chi possiede una stampante 3D di registrarsi come Hub, ossia come centro di stampa 3D. Sul portale è possibile registrare la propria posizione, la stampante 3D che si possiede e stabilire i prezzi di stampa, in modo da dare accesso ad altri maker della zona alla propria stampante 3D. In questo modo sarà sufficiente inviare il file stampabile in formato .stl al proprio maker preferito caricandolo su sito, potendo scegliere anche il materiale di stampa. Una volta eseguito l'ordine, lo si potrà ritirare a mano o farselo spedire.

In Italia sono state sbloccate numerose città, tra queste Bologna, Venezia, Napoli, Firenze, Torino, Milano e Roma sono quelle col maggior numero di hubs.

La passione per la stampa 3D cresce rapidamente e sta iniziando a rendersi realmente accessibile a tutti anche grazie a queste innovative possibilità. Il nostro parere è che a breve sarà possibile vedere l'effettivo sviluppo di questa conoscenza amplificata grazie a un incremento della produzione di oggetti in modo creativo, quasi mainstream.

La terza rivoluzione industriale è tra noi.

Qui il sito di 3D Hubs.

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