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La supercar con telaio stampato in 3D di Divergent Microfactories


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L'obiettivo di Divergent Microfactories è quello di ridurre le emissioni prodotte durante la fase di costruzione delle automobili. La soluzione dell'azienda californiana parte dal telaio stampato in 3D.

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La supercar prodotta da Divergent Microfactories si chiama Blade ed è il primo modello prodotto dall'azienda californiana che sfrutta una struttura modulare in metallo stampata in 3D. Ogni elemento che compone la struttura modulare è stampato in 3D utilizzando una polvere di alluminio che viene sinterizzata attraverso un raggio laser, proprio come nelle tecnologie SLS e DMP di 3D Systems che vi avevamo presentato in questo articolo. I vari elementi vengono poi collegati tra loro attraverso dei tubi di carbonio che s'incastrano nei nodi della struttura, in modo apparentemente semplice e veloce. Ogni nodo di collegamento è progettato su misura e standardizzato per questo tipo di assemblaggio, come se dovesse essere venduto sotto forma di kit.

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Kevin Czinger, CEO di Divergent Microfactories, dichiara che "attraverso questo sistema è possibile costruire telai per qualsiasi tipo di veicolo, dalle supersportive alle pickup, con un notevole risparmio di peso e di energie, dando vita a vetture estremamente resistenti e sicure."

Ed è proprio nella parola "peso" uno dei punti più interessanti della supersportiva Blade. Sfruttando il telaio proposto da Divergent Microfactories, utilizzando una carrozzeria di materiali compositi e montando un motore 4 cilindri, l'intera automobile pesa 635 chilogrammi e riesce a raggiungere i 100 Km/h in soli 2 secondi. Secondo le dichiarazioni della casa madre la struttura basata sugli elementi stampati in 3D peserebbe solamente 46 Kg.

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Secondo gli studi e ricerche condotti dall'azienda le auto moderne necessitano di tantissima energia per essere assemblate, andando a impattare in modo importante sull'ambiente dell'intero pianeta. All'interno del problema si trovano anche tutte le auto ibride ed elettriche che hanno iniziato a farsi spazio negli ultimi anni in quanto, anche se i consumi durante l'utilizzo vengono ridotti, le emissioni prodotte nella fase di costruzione sono aumentate rispetto a quelle delle automobili tradizionali.

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Divergent Microfactories ci tiene a specificare che il suo particolare sistema di montaggio può essere utilizzato anche come base per l'assemblaggio di altre tipologie di automobili, come i suv o i pickup. L'unico limite è dato dalle dimensioni standard dei pezzi stampati in 3D.

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L'obiettivo dell'azienda è quindi quello di "dematerializzare e democratizzare" l'industria dell'automobile, sfruttando la tecnologia della stampa 3D e dandola in pasto alle piccole realtà - chiamate "microfactories" - evitando i metodi tradizionali di lavorazione e riducendo i costi dei materiali di base.

Sicuramente Divergent Microfactories ha ancora molto lavoro da fare, tra cui dimostrare che il proprio sistema di assemblaggio possa essere assimilato dalle piccole attività produttive e che non esistano problemi tecnici nella costruzione di altri modelli di automobili.

Se siete interessati ad approfondire,

di presentazione di Divergent Microfactories.

Volete vedere un'altra automobile che monta elementi stampati in 3D? Ecco una Shelby Cobra in scala 1:1 e perfettamente funzionante.

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Commenti Raccomandati



Soluzione poco praticabile posso spiegare perché con dati di fatto: il carbonio è un materiale composito eccezionale per caratteristiche di resistenza rapportate al suo peso "specifico" ma... ha anche dei grandi limiti 1) e un materiale igroscopico 2) produrlo ha un impatto ambientale molto elevato 3) ha costi di produzione molto alti 4) non è isotopo 5) a contatto con qualsiasi metallo innesca un effetto galvánico che si traduce in ossidazione per lo stesso, e deterioramento per il composito.

Sono informazioni che provengono da un tecnico aeronautico certificato, quindi a meno ché non si produca tutta la macchina con tecnologia di stampa sinterizzata con alluminio, non credo ci siano tutti questi vantaggi rispetto alle tecniche di produzione standard, tranne che per la leggerezza ovviamente.

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